Indice
- Dedica
- Prefazione alla riedizione digitale
- Copertina originale
- Prefazione
- I Problema e sistema nella controversia sul metodo giuridico
- 1. Savigny e il metodo logico-formale della dottrina pandettistica
- 2. La reazione della «giurisprudenza degli interessi».
- 3. La dottrina italiana nel periodo tra le due guerre.
- 4. La crisi del metodo giuridico nel contesto della nuova società pluralistica.
- 5. Il punto di partenza della riflessione: prerogativa, non monopolio, del legislatore nella formazione del diritto. Il momento valutativo nell’interpretazione giuridica.
- 6. Il problema del controllo razionale delle valutazioni dell’interprete. La nuova attualità della topica.
- 7. Il pensiero topico (o problematico) come tecnica di controllo della «precomprensione» e di comunicazione sociale delle operazioni intellettuali dei giuristi.
- 8. Il limite della topica nella argomentazione giuridica. La funzione della dogmatica giuridica.
- 9. Interazione tra pensiero problematico e pensiero sistematico.
- II La polemica di Betti con Gadamer
- 1. Il legame di Betti con l’ermeneutica romantica.
- 2. Il problema ermeneutico nella filosofia esistenzialistica.
- 3. La «precomprensione».
- 4. La precomprensione come problema metodologico.
- 5. Il passaggio, in Gadamer, dall’ontologia della comprensione all’epistemologia dell’interpretazione. Le ragioni della critica di Betti.
- III Ancora sul metodo giuridico
- 1. Trent’anni di discussione sul metodo giuridico.
- 2. Ritorno a Leibniz.
- 3. «Inventio» e «demonstratio». I limiti reciproci della giurisprudenza valutativa e della giurisprudenza dei concetti.
- 4. Valore euristico dei concetti sistematici nel contesto dell’«inventio».
- 5. I due significati di «sistema».
- 6. Il pensiero sistematico nel contesto della «demonstratio».
- 7. Il problema del rapporto tra legge e giudizi di valore.
- IV I pensieri di Montaigne sul diritto
- 1. Modernità di Montaigne.
- 2. Il positivismo giuridico di Montaigne.
- 3. Antisistematicità del pensiero di Montaigne.
- 4. La lezione politica di Montaigne.
- V La tutela giuridica della vita materiale nelle varie età dell’uomo
- 1. L’agnosticismo dei codici liberali per i problemi della vita materiale.
- 2. I primi interventi del diritto del lavoro. Le leggi protettive del lavoro minorile.
- 3. La tutela delle esigenze di vita dei lavoratori nell’età lavorativa e nell’età pensionabile.
- 4. I limiti dell’intervento del diritto del lavoro.
- 5. La generalizzazione della tutela sulla base del principio di uguaglianza. La periodizzazione della vita umana negli artt. 31 e 38 Cost.
- 6. Tutela della salute del minore e potestà parentale.
- 7. La dimensione interindividuale delle esigenze di vita nell’età adulta. I consultori familiari.
- 8. Il problema della tutela patrimoniale del malato.
- 9. Breve conclusione dal punto di vista sistematico.
- VI Forma giuridica e materia economica
- 1. Liberismo economico e ordinamento giuridico.
- 2. Il modello del «liberalismo collettivo».
- 3. La costituzione economica come problema di coordinamento dell’economia con un sistema di valori morali.
- 4. L’intervento dello Stato nell’economia.
- 5. Il vincolo sociale dei diritti soggettivi privati.
- 6. La programmazione economica.
- 7. Programmazione e autonomia negoziale.
- VII La partecipazione del sindacato al potere politico dello Stato
- 1. La crisi del sistema elettivo-rappresentativo e il problema di nuove forme di partecipazione politica dei cittadini mediante le organizzazioni sociali di interessi.
- 2. Significato degli artt. 39 e 40 Cost. valutati alla stregua della concezione pluralistica della società (art. 2 Cost.).
- 3. Direttive che ne derivano all’azione dello Stato.
- 4. Partecipazione e contestazione. L’inseparabilità di questi due momenti dell’azione sindacale pregiudica la funzionalità delle forme di inserimento organico del sindacato nell’apparato statale. Considerazioni sul Cnel.
- 5. Digressione sul tema della partecipazione del sindacato ai livelli inferiori dell’attività amministrativa dello Stato.
- 6. La sola forma di partecipazione al potere politico dello Stato, compatibile con l’autonomia del sindacato, è la consultazione. Vantaggi e rischi di questo metodo di governo.
- 7. Di alcune garanzie necessarie perché i rischi possano essere affrontati con un margine di sicurezza.
- VIII I diritti e le funzioni dei sindacati e dei rappresentanti sindacali nell’impresa
- 1. La posizione del sindacato nei sistemi di relazioni industriali dei paesi europei anteriormente al 1968. Il principio della neutralizzazione sindacale dell’impresa nei paesi della Comunità economica europea.
- 2. Paesi scandinavi e Gran Bretagna.
- 3. La svolta degli anni 1968-’70. L’ingresso del sindacato nelle imprese in Francia, Olanda e Italia. La nuova legge tedesca sulla costituzione delle imprese. La vicenda della legge inglese del 1971.
- 4. L’organizzazione sindacale di fabbrica in Francia, Olanda e Italia. Comparazione della legge italiana 20 maggio 1970 (statuto dei lavoratori) con la legge francese del 1968 e con la legge tedesca del 1972.
- 5. I consigli dei delegati in Italia.
- 6. L’assemblea di fabbrica. Punti di affinità della riorganizzazione sindacale in Italia col processo di rinnovamento sindacale in Jugoslavia.
- 7. Principio della libertà sindacale e legislazione di sostegno.
- 8. Funzioni delle rappresentanze sindacali aziendali. La contrattazione collettiva aziendale. Nuova concezione del contratto collettivo in Italia.
- 9. La protezione dei lavoratori investiti di funzioni di rappresentanza sindacale nelle imprese.
- 10. La repressione dei comportamenti antisindacali dei datori di lavoro in Svezia, Francia e Italia. Breve confronto dell’art. 28 della legge italiana col modello americano.
- IX Il contratto collettivo nell’ordinamento giuridico italiano
- 1. Il contratto collettivo nella giurisprudenza dei probiviri e nei primi saggi della dottrina italiana.
- 2. Il problema dell’efficacia automatica.
- 3. La struttura del contratto collettivo e gli effetti obbligatori a livello di rapporti tra i gruppi nella dottrina di G. Messina.
- 4. Gli ostacoli al compimento della costruzione giuridica del contratto collettivo frapposti dalla concezione atomistica delle associazioni non riconosciute.
- 5. Insufficienza della teoria della rappresentanza.
- 6. Cenni sul contratto collettivo nell’ordinamento sindacale-corporativo.
- 7. La dottrina postcorporativa.
- 8. Ancora il problema dell’efficacia automatica.
- 9. I nuovi dati positivi apportati dalla legge 11 agosto 1973, n. 533.
- 10. Gli effetti obbligatori. Tendenza ad una qualificazione differenziata delle parti del contratto interassociativo.
- 11. Il cosiddetto dovere di pace. Critica della concezione del contratto collettivo come contratto con obbligazioni per una sola parte.
- 12. Limiti dell’obbligatorietà del contratto per il sindacato dei lavoratori. Il problema del coordinamento dei livelli contrattuali della contrattazione collettiva.
- X Legge e autonomia collettiva
- 1. Premessa.
- 2. La funzione normativa del contratto collettivo.
- 3. Limiti di competenza della legge nei rapporti con la contrattazione collettiva.
- 4. L’inderogabilità del regolamento legale.
- 5. Eccessiva rigidità di questo principio.
- 6. Attenuazioni nella legislazione recente.
- XI Gruppi organizzati e mediazione dei conflitti
- 1. Definizione dei gruppi di interesse.
- 2. Il pluralismo conflittuale. Condizioni di funzionamento del modello.
- 3. Incoerenze, rispetto al modello, della normativa costituzionale: a) attribuzione del diritto di sciopero ai singoli lavoratori.
- 4. b) Difetto di coordinamento dell’autonomia collettiva con la funzione pubblica della programmazione economica.
- 5. La «scelta conflittuale» dello statuto dei lavoratori.
- 6. Tendenze evolutive del pluralismo. Verso un’economia programmata secondo modelli neo-corporativi?
- 7. Condizioni per un rapporto più equilibrato tra principio del conflitto e principio della partecipazione. Sul piano istituzionale: a) disciplina legislativa della mediazione pubblica dei conflitti.
- 8. b) Coordinamento dei livelli della contrattazione collettiva e rafforzamento degli organismi di amministrazione sindacale dei contratti.
- 9. c) Ricostruzione nelle imprese di organismi elettivi di rappresentanza dei lavoratori.
- 10. Sul piano morale-culturale: armonizzazione dell’economia di mercato col postulato umanistico.
- XII Recenti mutamenti nella struttura e nella gerarchia dell’impresa
- 1. Concentrazione del capitale industriale e separazione tra proprietà e gestione dell’impresa.
- 2. I nuovi dirigenti dell’industria.
- 3. L’indebolimento dei limiti del potere economico propri del sistema classico.
- 4. I nuovi limiti: l’intervento dello Stato nell’economia e lo sviluppo dei poteri di equilibrio.
- 5. L’influenza dei tecnici di «staff».
- 6. I tecnici di linea.
- 7. La nuova funzione del profitto.
- 8. Il problema di una nuova costituzione economica.
- 9. La partecipazione dei lavoratori alla formazione delle decisioni dell’impresa. La soluzione della «Mitbestimmung».
- 10. I consigli di gestione come organi di controllo dell’organizzazione del lavoro.
- XIII Le modificazioni del rapporto di lavoro alla luce dello statuto dei lavoratori
- 1. La rilevanza del nesso funzionale rapporto di lavoro-impresa nello statuto dei lavoratori.
- 2. La struttura di scambio del rapporto.
- 3. I nuovi equilibri degli interessi contrapposti delle parti.
- 4. Superamento della considerazione esclusivamente individualistica del rapporto.
- XIV I poteri dell’imprenditore
- 1. La concezione classica del rapporto di lavoro.
- 2. Rapporto di lavoro e impresa nel codice civile.
- 3. Il primo periodo della Costituzione repubblicana.
- 4. Il nuovo corso delle relazioni industriali dopo il 1962.
- 5. Lo statuto dei lavoratori del 1970.
- 6. I limiti del potere organizzativo e direttivo dell’imprenditore.
- 7. Declino del potere disciplinare.
- 8. Valutazione conclusiva.
- XV L’enciclica «Laborem exercens» e la cultura industriale
- 1. Le reazioni del mondo degli imprenditori.
- 2. La condanna del collettivismo.
- 3. Il valore della dignità umana come limite della considerazione oggettiva del lavoro.
- 4. Il problema centrale dell’enciclica: la conciliazione della società tecnologica col postulato umanistico.