Note
  1. Il caso è tratto da AAV, Cause dei Santi, Processus 1895. L’unità consiste di un faldone rilegato e protetto da una coperta in pergamena. All’apertura, il risguardo si presenta tarlato in più di un punto. Subito all’interno sono allegate 6 carte (lettere). I fogli seguono la numerazione 1r-265v. In tutte le citazioni, punteggiatura e capitalizzazione sono state modificate secondo l’uso corrente. Diversamente, ci si è mantenuti fedeli all’originale nella trascrizione delle parole, a meno che non necessitassero di correzione o integrazione per renderne più agevole la comprensione. Per facilitare la lettura, si è ritenuto opportuno citare in italiano i riferimenti tratti da studi in lingue moderne. Le traduzioni dal latino sono a cura dell’Autore.
  2. J.W. Goethe, Viaggio in Italia, trad. di E. Castellani, Milano, Mondadori, 1983, p. 204. Sulle «architetture emergenti» nella Napoli di età moderna, in particolar modo sulla cupola della chiesa di Santa Maria Maggiore, cfr. V. Russo, Un artificio a metà. La cupola della basilica della Pietrasanta nel cantiere napoletano del Seicento, in «Eikonocity», 1, 2 (2016), pp. 27-38.
  3. G.M. Mecatti, Racconto storico-filosofico del Vesuvio e particolarmente di quanto è occorso in quest’ultima eruzione principiata il dì 25. ottobre 1751. e cessata il dì 25. febbraio 1752..., In Napoli, Presso Giovanni di Simone, 1752, p. 305. Per una contestualizzazione storico-critica dell’autore e della sua cronaca, cfr. S. Cocco, Watching Vesuvius: A History of Science and Culture in Early Modern Italy, Chicago-London, The University of Chicago Press, 2013, pp. 193-196.
  4. N. Morrea, Francesco Caracciolo, l’uomo, il fondatore, il santo, in I. Fosi e G. Pizzorusso (a cura di), L’Ordine dei Chierici Regolari Minori (Caracciolini),cit., pp. 33-90, in particolare p. 33.
  5. Ibidem; J.M. Sallmann, Santi barocchi. Modelli di santità, pratiche devozionali e comportamenti religiosi nel regno di Napoli dal 1540 al 1750, Lecce, Argo, 1996, p. 198 (ed. or. Naples et ses saints à l’âge baroque (1540-1750), Paris, Presses Universitaires de France, 1994).
  6. N. Morrea, Francesco Caracciolo, l’uomo, il fondatore, il santo, cit., p. 34.
  7. R. Rusconi, Chierici, Regolari, Minori: gli ordini religiosi nell’Italia del Cinquecento, in I. Fosi e G. Pizzorusso (a cura di), L’Ordine dei Chierici Regolari Minori (Caracciolini), cit., pp. 13-31, in particolare pp. 13-14; cfr. J.M. Sallmann, Santi barocchi, cit., p. 193.
  8. N. Morrea, Francesco Caracciolo, l’uomo, il fondatore, il santo, cit., p. 47.
  9. Ivi, p. 38.
  10. Ibidem.
  11. G. Oreste, s.v. Adorno, Giovanni Agostino in DBI, vol. 1, Roma, Istituto della Enciclopedia Italiana, 1960, pp. 300-301; N. Capetola, Augustine Adorno: For the Greater Glory of the Risen Christ. Life, Selected Writings and Comments, South Carolina, Nelson Printing Corporation, 2000. A proposito di Fabrizio Caracciolo si veda G. Romeo, Aspettando il boia. Condannati a morte, confortatori e inquisitori nella Napoli della Controriforma, Firenze, Sansoni, 1993, pp. 24-30 e 155-156.
  12. I passi delle Costituzioni sono tradotti e stampati in N. Morrea, Francesco Caracciolo, l’uomo, il fondatore, il santo, cit., pp. 40-41. Circa la controversia che interessò la loro stampa, cfr. ivi, pp. 72-74.
  13. Breve Sacrae religionis propagationem, emesso da Sisto V il 1° luglio 1588, in Bullarum diplomatum et privilegiorum sanctorum Romanorum pontificum Taurinensis editio, IX, Augustae Taurinorum, Sebastiano Franco et Filiis editoribus, 1865, pp. 5-8. Fu lo stesso Filippo II a concedere il permesso di stanziare l’ordine presso la chiesa napoletana. Cfr. S. Giordano, Francesco Caracciolo e la monarchia cattolica, in I. Fosi e G. Pizzorusso (a cura di), L’Ordine dei Chierici Regolari Minori (Caracciolini), cit., pp. 99-113, in particolare pp. 100-101. Un secondo viaggio, col preciso intento di costituire una nuova casa a Madrid, fu compiuto da Francesco il 10 aprile 1594. Cfr. ivi, pp. 101-106; e un terzo il 18 luglio 1599 (ivi, pp. 106-107). In generale, circa le vicissitudini dei Chierici Regolari Minori in Spagna, cfr. ivi, pp. 107-110. Brevi cenni alla storia della chiesa di Santa Maria Maggiore, in F. Ceva Grimaldi, Memorie storiche della città di Napoli dal tempo della sua fondazione sino al presente, Napoli, Stamperia e Calcografia Vico Freddo Pignasecca, 15, 1857, pp. 81-82.
  14. AAV, Cause dei Santi, Processus 1888 e 1889.
  15. AAV, Cause dei Santi, Processus 1891.
  16. Stando a C. Piselli, Notizia historica della Religione de’ PP. Chierici Regolari Minori..., In Roma, Nella Stamperia di Giovanni Francesco Buagni, 1710, p. 96, Francesco Caracciolo si spense: «verso le hore ventitrè del mercordì precedente la solennità del Corpo di Christo alli 4 di giugno dell’anno 1608, in età di anni 44».
  17. Analizzando alcune fonti coeve, il computo delle vittime causate dal morbo risulta ondeggiante, dalle «quattrocento sessantamila persone per la città e borghi» di cui lascia memoria, tra il 1655 e il 1656, il segretario dei Bianchi della Giustizia – in S. de Renzi, Napoli nell’anno 1656 ovvero documenti della pestilenza..., Napoli, Tipografia di Domenico de Pascale, 1867, pp. 375-385 – ai «seicentomila» conteggiati un decennio dopo, non senza esagerazioni, da N. Pasquale, A’ posteri della peste di Napoli, e suo regno nell’anno 1656..., In Napoli, Per Luc’Antonio di Fusco, 1668, p. 59. Per un resoconto più recente dei fatti, cfr. R.M. San Juan, Contaminating Bodies: Print and the 1656 Plague in Naples, in M. Calaresu e H. Hills (a cura di), New Approaches to Naples c.1500-c.1800: The Power of Place, Farnham, Ashgate, 2013, pp. 63-78.
  18. I cardinali del Sant’Uffizio manterranno il compito di reprimere o approvare i culti locali almeno fino al pontificato di Urbano VIII (papa dal 1623 al 1644), quando il controllo di questi ultimi passerà definitivamente sotto l’egida della Congregazione dei Riti. Nonostante ciò, gli inquisitori continueranno a supervisionare la nascita dei culti locali alla ricerca di impostori, come accadde nel 1629, in occasione delle celebrazioni per l’anniversario della morte di Caracciolo. Cfr. M. Gotor, I beati del papa. Santità, Inquisizione e obbedienza in età moderna, Firenze, Olschki, 2002, pp. 127-253 e S. Ditchfield, «Coping With the Beati Moderni». Canonization Procedure in the Aftermath of the Council of Trent, in T.M. McCoog (a cura di), Ite Inflammate Omnia: Selected Historical Papers from Conferences Held at Loyola and Rome in 2006, Rome, Institutum Historicum Societatis Iesu, 2010, pp. 413-439, in particolare p. 424.
  19. J.M. Sallmann, Santi barocchi, cit., pp. 409-410.
  20. ACDF, Sant’Officio, Stanza Storica B 4 c, nr. 11. Tra le più complete e documentate ricostruzioni dell’accaduto, cfr. V. Fiorelli, I sentieri dell’inquisitore. Sant’Uffizio, periferie ecclesiastiche e disciplinamento devozionale (1615-1678), Napoli, Guida, 2009, pp. 187-193.
  21. J.M. Sallmann, Santi barocchi, cit., pp. 418-419.
  22. B.A. Bouley, Pious Postmortems, cit., p. 58. Circa il punto di vista del popolo e l’esperienza che quest’ultimo faceva dell’inalterabilità delle carni, cfr. J.M. Sallmann, Santi barocchi, cit., p. 381.
  23. A. Cencelli, Compendio storico della vita e miracoli del Beato Francesco Caracciolo..., In Roma, Nella stamperia di Giovanni Zempel, 1769, p. 210.
  24. Ibidem.
  25. Ivi, pp. 210-211.
  26. J.M. Sallmann, Santi barocchi, cit., p. 387. M. Azzolini, Coping with Catastrophe. St Filippo Neri as Patron Saint of Earthquakes, in «Quaderni storici», 52, 3 (2017), pp. 727-750, in particolare p. 734, riporta una memoria di Vincenzo Maria Orsini (Benedetto XIII), secondo cui il pontefice fu risanato completamente dopo aver assunto alcune reliquie del santo: efficaci «più di ogni altro rimedio naturale».
  27. A. Cencelli, Compendio storico della vita e miracoli del Beato Francesco Caracciolo..., cit., pp. 214-215; U. Coldagelli, s.v. Boncompagni, Francesco, in DBI, vol. 11, Roma, Istituto della Enciclopedia Italiana, 1969, pp. 688-689.
  28. Ivi, p. 215.
  29. N. Morrea, Francesco Caracciolo, l’uomo, il fondatore, il santo, cit., p. 89; V. Fiorelli, I sentieri dell’inquisitore, cit., p. 189, n. 23.
  30. A. Cencelli, Compendio storico della vita e miracoli del Beato Francesco Caracciolo..., cit., p. 217.
  31. G.A. Summonte, Historia della città e Regno di Napoli..., In Napoli, Appresso Giovanni Iacomo Carlino, 1602, p. 367, precisa che la chiesa fu edificata «intorno il 524» e consacrata da papa Giovanni II nel 533.
  32. S. D’Aloe, Storia della chiesa di Napoli provata con monumenti, Napoli, Stabilimento Tipografico, 1861, p. 223.
  33. C. D’Engenio Caracciolo, Napoli sacra..., In Napoli, Per Ottavio Beltrano, 1623, pp. 60-61.
  34. L. Catalani, Le chiese di Napoli. Descrizione storica ed artistica..., 2 voll., vol. I, Napoli, Tipografia fu Migliaccio, 1845, p. 125.
  35. A. Cencelli, Compendio storico della vita e miracoli del Beato Francesco Caracciolo..., cit., p. 211.
  36. ACDF, Sant’Officio, Stanza Storica B 4 c, nr. 11.
  37. N. Morrea, Francesco Caracciolo, l’uomo, il fondatore, il santo, cit., p. 89. La relazione di Pietro Grimaldi in ACDF, Sant’Officio, Stanza Storica B 4 c, nr. 11, ff. 3r-5v. A seguire, la testimonianza, non priva di particolari inquietanti, del cavalier Angelo Sciarra (ivi, ff. 8v-11r).
  38. N. Morrea, Francesco Caracciolo, l’uomo, il fondatore, il santo, cit., p. 89.
  39. L. Carotti, s.v. Petroni, Giacinto, in DBI, vol. 82, Roma, Istituto della Enciclopedia Italiana, 2015, pp. 738-739.
  40. P. Scaramella, Le lettere della Congregazione del Sant’Ufficio ai tribunali di fede di Napoli, 1563-1625, Trieste, Edizioni dell’Università, 2002, pp. 439-440.
  41. M. Lamy, L’immaculée conception: Étapes et enjeux d’une controverse au Moyen Âge (XIIe-XVe siècles), Paris, Institut D’Études Augustiniennes, 2000.
  42. L’immagine, ritenuta posteriore al 1608, e archiviata nell’incartamento della causa sopracitata (ACDF, Sant’Officio, Stanza Storica B 4 c, nr. 11, f. 13) è pubblicata anche in A. Cifres e M. Pizzo (a cura di), Rari e preziosi. Documenti dell’età moderna e contemporanea dall’archivio del Sant’Uffizio: Catalogo mostra a Roma, Museo Centrale del Risorgimento, Roma, Gangemi, 2016, p. 111.
  43. N. Morrea, Francesco Caracciolo, l’uomo, il fondatore, il santo, cit., p. 89.
  44. A. Cencelli, Compendio storico della vita e miracoli del beato Francesco Caracciolo..., cit., pp. 218-219.
  45. AAV, Cause dei Santi, Processus 1888, ff. 48r, 50v-51r. L’unità archivistica consiste di un faldone rilegato, contenente 390 ff., r-v (copia).
  46. Ivi, ff. 50v-51r. L’aneddoto del mulo è riportato da A. Cencelli, Compendio storico della vita e miracoli del Beato Francesco Caracciolo..., cit., pp. 204-205. Lo stesso agiografo precisa che, prima che le reliquie fossero trasferite sotto il coro dell’altare, passarono per la «cappella dimestica» della Pietrasanta (ivi, p. 212).
  47. Ivi, f. 51r.
  48. Ivi, ff. 102v e 108v.
  49. Ivi, f. 102v.
  50. A. Cencelli, Compendio storico della vita e miracoli del Beato Francesco Caracciolo..., cit., p. 218.
  51. Ivi, f. 51v.
  52. Ivi, f. 52r.
  53. Decreto stampato in L. Castellini, Elucidarium theologicum de certitudine gloriae sanctorum canonizatorum..., Romae, Sumptibus Guilelmi Facciotti, 1628, p. 121. Circa la possibilità di intervenire ex post sulle immagini (nello specifico il caso trattato è il graffito) cfr. V. Plesch, Destruction or Preservation? The Meaning of Graffiti on Paintings at Religious Sites, in V. Chieffo Raguin (a cura di), Art, Piety and Destruction in the Christian West, Farnham-Burlington, Ashgate, 2010, pp. 137-172; O. Niccoli, Vedere con gli occhi del cuore. Alle origini del potere delle immagini, Roma-Bari, Laterza, 2011, p. 46 porta l’attenzione su quanto questi segni giustapposti e «spesso eliminati dal restauro, [...] meriterebbero di essere conservati in quanto testimoniano il potere forte esercitato dalle immagini sulla comunità a cui appartenevano».
  54. AAV, Cause dei Santi, Processus 1892, ff. 300r, 301r. L’unità archivistica consiste di un faldone rilegato, di fogli che seguono la numerazione 1r-381v, con copertina gialla in pergamena.
  55. Ivi, ff. 294r, 300r.
  56. Ibidem.
  57. Ivi, f. 300v.
  58. Ibidem.
  59. M.H. Wilson, Witch Beliefs and Social Structure, in «American Journal of Sociology», 56, 4 (1951), pp. 307-313; R. Rowland, Fantasticall and Devilishe Persons: European Witch-Beliefs in Comparative Perspective, in B. Ankarloo e G. Henningsen (a cura di), Early Modern European Witchcraft. Centres and Peripheries, Oxford, Clarendon Press, 1990, pp. 161-190, in particolare p. 171.
  60. Cfr. M. Zangari, Santità femminile e disturbi mentali fra Medioevo ed età moderna, Bari-Roma, Laterza, 2022.
  61. AAV, Cause dei Santi, Processus1895, f. 45v.
  62. A. Cencelli, Compendio storico della vita e miracoli del Beato Francesco Caracciolo..., cit., p. 241. Una storia dettagliata del monastero delle monache domenicane annesso alla chiesa di S. Giovanni Battista si legge in C. Celano, Notizie del bello dell’antico e del curioso della città di Napoli..., 5 voll., vol. III, t. I, Napoli, Stamperia di Agostino de Pascale, 1858, pp. 51-55. I disegni, non numerati, sono allegati in coda a AAV, Cause dei Santi, Processus1894. L’unità segue la numerazione 1r-294r.
  63. AAV, Cause dei Santi, Processus1895, f. 45v.
  64. Ivi, f. 20v.
  65. Ivi, f. 44r e f. 44v; al f. 118r, Filippo Maria Ruoti, ex compagno di studi in filosofia di Carlo, riporta a proposito di quest’ultimo: «sino al passato mese di marzo [1752] che dimorò in questa casa, e sento sin oggi che continui nell’istessa perfetta salute in Roma».
  66. Ivi, f. 44r.
  67. Ibidem. Il ministero del suddiaconato sarà soppresso dopo la riforma paolina del 1972.
  68. C. Piselli, Notizia historica della Religione de’ PP. Chierici Regolari Minori..., cit., p. 6.
  69. AAV, Cause dei Santi, Processus1895, f. 44r. A proposito del sostentamento dei Chierici Regolari Minori, cfr. M.C. Giannini, «Accrescere il culto divino, et l’honore, et servitio della Religion cattolica»: le origini e i primi anni di vita dei Chierici Regolari Minori (1588-1608), in I. Fosi e G. Pizzorusso (a cura di), L’Ordine dei Chierici Regolari Minori (Caracciolini), cit., pp. 115-135, in particolare p. 131. «Un ordine del generale, emanato nel dicembre 1607, richiamava a tutti i confratelli il divieto di possedere a qualunque titolo denaro, oggetti preziosi, scritture di credito o altri beni» (ivi, p. 135). La circolare, emessa dal padre Manco il 31 dicembre 1607, dovette decadere se, come visto, negli anni Cinquanta del Settecento, ai chierici era consentito gestire un proprio reddito, seppur minimo.
  70. Il calcolo è stato effettuato sulla base dei dati tratti da M.R. Caroselli, Società ed economia in Italia nel secolo dei Lumi, in «Rivista di storia dell’agricoltura», 19, 3 (1979), pp. 3-46, in particolare p. 35.
  71. J.W. Goethe, Viaggio in Italia, cit., p. 361.
  72. Ivi, p. 223.
  73. Così lo descrive Michelangelo Pigna, prefetto dei giovani studenti dell’ordine, in AAV, Cause dei Santi, Processus1895, f. 210v.
  74. Giuseppe Maria Ricci, incaricato dell’«esercizio della risoluzione de’ casi morali» e «applicato alle prediche», la mattina del 9 agosto 1752, vede in Carlo: «macchie troppo rosse che aveva sparse nelle gote», ivi, f. 114v. Domenico Messina, nel descrivere i sintomi patiti dal compagno di studi, parla di «accensione di gote», ivi, f. 131v.
  75. F. Pansecchi, Francesco Manno a San Lorenzo in Lucina, in «Prospettiva», 33-36 (1983-1984), pp. 327-334, in particolare p. 330.
  76. Alcune guide attribuiscono erroneamente i medaglioni monocromi a Roberto Bompiani, che nel 1858 decorò il sommo delle pareti della navata centrale di San Lorenzo in Lucina con due dipinti (ivi, p. 328). Nel 1909 le due tele furono trasferite nella chiesa di Sant’Angelo in Pescheria, a Roma (ibidem). Sulla data di completamento dei medaglioni, cfr. ivi, p. 330. Circa le committenze del pittore nell’ambito delle cause di beatificazione e canonizzazione dei santi cfr. S. Papaldo, Notizie sul primo periodo romano di Francesco Manno, in «Storia dell’Arte», 30-31 (1977), pp. 187-190, in particolare p. 189.
  77. F. Pansecchi, Francesco Manno a San Lorenzo in Lucina, cit., p. 330. L’iscrizione completa recita: «Carolo de Vivis C.R.M. | Deperditam valetudinem | repente restituit».
  78. Così riporta la scheda del Catalogo Generale dei Beni Culturali: https://catalogo.beniculturali.it/detail/HistoricOrArtisticProperty/1200231190-8 (ultima consultazione in data 4 gennaio 2024).
  79. In AAV, Cause dei Santi, Processus1895, f. 139r, riferirà Domenico Messina, collega di Carlo: «essendo chierico studente, e sotto la cura del prefetto, non mi è permesso di trattare con secolari, ed uscire se non con lui e con gli altri miei compagni chierici per esercizio e per respirare un poco di aria di campagna». Il Saggio del sacerdozio, e del sacrifizio esposto da un religioso dell’ordine de’ Minori Osservanti..., In Venezia, Presso Giuseppe Rosa, 1774, p. 56, riporta: «pretende ella [la Chiesa] che li chierici, e massimamente soli, non frequentino per verun titolo le case delle femmine, né loro diano accesso nelle proprie».
  80. C. Piselli, Compendio della vita, virtù, e doni del ven. servo di Dio P. Francesco Caraccioli fondatore de Chierici Regolari Minori..., In Napoli, Nella Stamperia di Felice Mosca, 1705, p. 183; A. Cencelli, Compendio storico della vita e miracoli del Beato Francesco Caracciolo..., cit., p. VIII.
  81. F. Pansecchi, Francesco Manno a San Lorenzo in Lucina, cit., p. 331.
  82. P. Burke, Testimoni oculari, cit., p. 145.
  83. Ibidem.
  84. Ivi, p. 103.
  85. Circa il vestiario in uso presso i Chierici Regolari Minori cfr. V.M. Coronelli, Catalogo degli ordini religiosi della Chiesa Militante, espresso con imagini, e spiegato con breve narrazione..., 2 voll., vol. I, Venezia, [s.e.], 1707, cap. 45. A proposito della tonsura, cfr. Saggio del sacerdozio, e del sacrifizio esposto da un religioso dell’ordine de’ Minori Osservanti..., cit., pp. 66-67.
  86. AAV, Cause dei Santi, Processus1895, f. 42v.
  87. Ibidem.
  88. Ivi, f. 44r. La prima attestazione utile che si è riusciti a rintracciare la si trova in una Responsio ad Animadversiones, in Francisci De Hieronymo sacerdotis professi Societatis Jesu. Positio super dubio..., Romae, Ex Typographia Reverendae Camerae Apostolicae, 1767, p. 9. Nel documento – con molta probabilità, sottoscritto anni prima della pubblicazione – Cristoforo d’Acampora si firma: «Notaro apostolico, e di questa [...] Curia Arcivescovile di Napoli».
  89. G. Cito e N. Amenta, Vita di Niccolò Amenta detto fra gli Arcadi Pisandro Antiniano scritta dall’abate signor don Gioseppe Cito detto fra gli stessi Panfilo Teccaleio. All’Illustriss. E Reverendiss. Signore Monsignor Costantino Vigilante vescovo di Caiazza, In Napoli, Nella stamperia di Gennario Muzio, 1728.
  90. Cfr. Notizie per l’anno 1738..., In Roma, Nella Stamperia del Chracas, presso S. Marco al Corso, 1738, p. 146; G. Normandia, Notizie storiche ed industriali della città di Sarno, In Napoli, Dalla Stamperia del Vaglio, 1851, p. 185.
  91. AAV, Cause dei Santi, Processus1895, f. 58v.
  92. Ivi, f. 239r.
  93. Ivi, f. 44r.
  94. I punti dell’interrogatorio che riguardano il suo caso sono 29. Cfr. ivi, ff. 239r-245r.
  95. Ivi, f. 45v.
  96. Ivi, f. 240v: «praetera interrogatur quale aegritudinis suae fuerit initium, et quibus ac doloribus, et simptomatibus ea associata extiterit, distinctae recensendo, atque explicando omnes et singulas coram circustantias, una cum scientiae suae causa».
  97. Ivi, f. 46r: «che sono in oggi sette anni in Roma».
  98. Ivi, f. 210v.
  99. Ivi, f. 208v.
  100. AAV, Cause dei Santi, Processus1898, f. 56r. L’unità archivistica si presenta in forma di fascicoletti tenuti assieme da spago. A differenza degli altri faldoni è assente la coperta in pergamena. I fogli seguono la numerazione 1r-113r.
  101. Ivi, f. 55r.
  102. Ivi, f. 56r.
  103. Ivi, f. 58v.
  104. La salubrità dell’aria come rimedio medico torna spesso nella letteratura ippocratica di età moderna. Per la Campania, cfr. M. Conforti, Medicina sotto il vulcano. Corpi e salute a Napoli in età moderna, Milano, Editrice Bibliografica, 2021.
  105. AAV, Cause dei Santi, Processus1895, f. 210v.
  106. Ivi, f. 46r.
  107. Ibidem.
  108. Ibidem.
  109. Ibidem.
  110. Ivi, f. 18r.
  111. BNN, Chiesa cattolica, Congregazione dei Riti, PSD, Sala Farnese 48. H 45, pp. 17-18 (d’ora in avanti si riporterà il titolo del testo abbreviato).
  112. AAV, Cause dei Santi, Processus1895, f. 46r.
  113. M. Rosa, L’onda che ritorna: interno ed esterno sacro nella Napoli del ’600, in S. Boesch Gajano e L. Scaraffia (a cura di), Luoghi sacri e spazi della santità, Torino, Rosenberg & Sellier, 1990, pp. 397-418, in particolare p. 404.
  114. Ibidem.
  115. AAV, Cause dei Santi, Processus 1895, ff. 111v, 132v, 133v, 211r; M. Rippa (a cura di), Guida della collina di Capodimonte, Acerra, A.C.M. SpA, 2011, p. 98.
  116. Ibidem.
  117. ASN, Corporazioni religiose soppresse, S. Maria Maggiore, 3852, ff. 47r-47v (si sono numerate le carte attribuendo il segno 1r al primo foglio scritto).
  118. AAV, Cause dei Santi, Processus1895, f. 132v.
  119. Ivi, f. 130r. A grandi linee, la ratio studiorum dei Chierici Regolari Minori pare improntata su quella dei gesuiti. A proposito di un testo, redatto nel 1546 dalla Compagnia di Gesù, per gli studenti di Padova – modello a partire dal quale troveranno sviluppo future variazioni – cfr. P. Gilbert, La preparazione della «Ratio studiorum» e l’insegnamento di filosofia di Benet Perera, in «Quaestio», 14 (2014), pp. 3-30, in particolare p. 9. Per i Chierici cfr. le Constitutiones Clericorum Regularium Minorum, Romae, Typis Angeli Bernabò, 1678, cap. 32, nrr. 1 e 3.
  120. ASN, Corporazioni religiose soppresse, S. Maria Maggiore, 3850, f. 90r. Si tratta di un volume manoscritto di grande formato, rilegato con coperta in pergamena, contenente 196 cc. r-v, numerate fino a 170r. Nell’intestazione reca il titolo completo De bono regimine, de expensis, de ordinibus, de transitu ad cursum philosophicum, de confessoribus.
  121. AAV, Cause dei Santi, Processus1895, ff. 46r e 132v.
  122. Ivi, f. 50r.
  123. Ivi, f. 46r.
  124. Ivi, f. 133r.
  125. Ivi, f. 46r.
  126. Ibidem.
  127. Ibidem; F. Granata, Storia sacra della chiesa metropolitana di Capua, 2 voll., vol. II, In Napoli, Nella Stamperia Simoniana, 1766, p. 50. Il riferimento è al cardinale Niccolò Caracciolo (1658-1728), discendente da un ramo dei duchi di Melfi. Fu arcivescovo metropolita di Capua dal 1703 al 1728 e ottenne la nomina cardinalizia nel 1715 (ivi, pp. 175-177).
  128. AAV, Cause dei Santi, Processus1895, f. 212r.
  129. Ivi, f. 51r.
  130. Ivi, f. 72r.
  131. D.A. de Sade, Journey to Italy, a cura di J.A. Steintrager, Toronto, University of Toronto Press, 2020, p. 324, n. 2; R. Cioffi, Due francesi in viaggio a Napoli. L’Abbé Jérôme Richard e il Marquis de Sade nella Cappella Sansevero, in Id. et al. (a cura di), La Campania e il Grand Tour. Immagini, luoghi e racconti di viaggio tra Settecento e Ottocento, Roma, L’Erma di Bretschneider, 2015, pp. 329-340.
  132. J.W. Goethe, Viaggio in Italia, cit., p. 203.
  133. Ivi, p. 351.
  134. Ivi, p. 209.
  135. Ivi, p. 211.
  136. AAV, Cause dei Santi, Processus1895, f. 71r.
  137. Ibidem.
  138. Ivi, ff. 46r-46v.
  139. Ivi, f. 112v.
  140. Ivi, f. 132v.
  141. Riporta il lettore di filosofia Giovanni Battista Gomez: «egli di là scrisse a’ molti religiosi, fra quali anche io n’ebbi sue lettere», ivi, f. 199r.
  142. Ivi, f. 46v.
  143. Ivi, f. 133r.
  144. Ivi, f. 46v.
  145. Le Constitutiones Clericorum Regularium Minorum, cit., XXXII, 3 sostengono: «il corso di logica e filosofia dovrebbe essere di tre anni, o anche di quattro, secondo l’uso delle regioni». Presso la Pietrasanta la durata del corso doveva essere di quattro anni se Giovanni Maria Pignelver, primo infermiere e lettore di teologia, relativamente a quanto accadde dopo l’agosto del 1752, riferì: «[Carlo] si portò così bene, come ho di sopra deposto, che meritò il passaggio allo studio del quarto anno di filosofia», ivi, f. 93r.
  146. AAV, Cause dei Santi, Processus1895, f. 133v.
  147. Ivi, f. 46v.
  148. Ibidem.
  149. Ivi, f. 72r.
  150. Ivi, f. 46v.
  151. Ivi, f. 76r.
  152. Ivi, f. 75v.
  153. L’utilizzo degli stessi metalli, nonché dei minerali, è già riscontrabile nel libro quinto della Materia medica di Dioscoride. Cfr. A. Clericuzio, Chemical Medicine and Paracelsianism in Italy, 1550-1650, in M. Pelling e S. Mandelbrote (a cura di), The Practice of Reform in Health, Medicine, and Science, 1500-2000. Essays for Charles Webster, Aldershot, Ashgate, 2005, pp. 59-79, in particolare p. 65. Sui «professori de’ secreti» cfr. W. Eamon, Science and the Secrets of Nature. Books of Secrets in Medieval and Early Modern Culture, Princeton, NJ, Princeton University Press, 1996 (1a ed. 1994).
  154. G. Gimma, Della storia naturale delle gemme, delle pietre e di tutti i minerali, ovvero della fisica sotterranea..., 2 voll., vol. I, In Napoli, Nella Stamperia di Gennaro Muzio, erede di Michele Luigi, 1730, p. 422; Istituto di Storia, Facoltà di Lettere e Filosofia, Università degli Studi di Firenze, Studi e ricerche, vol. I, Firenze, All’insegna del Giglio, 1981, p. 50.
  155. J. Du Chesne, Le ricchezze della riformata farmacopea..., In Venetia, Appresso li Gueriglij, 1638, p. 219; N. Graniti, Dell’antica, e moderna medicina teorica, e pratica meccanicamente illustrata..., 2 voll., vol. I, cit., p. 3.
  156. AAV, Cause dei Santi, Processus1895, f. 47r.
  157. Ivi, f. 134r.
  158. Ivi, f. 47r.
  159. Ibidem.
  160. Ibidem.
  161. Ivi, f. 100v.
  162. Ivi, f. 47r.
  163. Ivi, f. 96v.
  164. Ibidem.
  165. Ibidem.
  166. Ivi, f. 100v.
  167. Ibidem.
  168. Ibidem.
  169. Ivi, f. 135v.
  170. Ivi, f. 101r.
  171. Ibidem.
  172. G. di Giesu Maria, Instruttione di novitii composta in lingua latina..., In Roma, Per Giacomo Mascardi, 1612, p. 370.
  173. AAV, Cause dei Santi, Processus1895, f. 58v.
  174. Ivi, ff. 47r-47v.
  175. Ivi, f. 122v.
  176. Ivi, f. 121v.
  177. De Iorio dichiara di essere «non ammogliato» (ivi, f. 68r).
  178. Ivi, f. 122v.
  179. N. Cirillo, Consulti medici, 3 voll., vol. I, In Napoli, Appresso Novello de Bonis Stampatore Arcivescovile, 1738, p. 145.
  180. G.B. Borsieri, Istituzioni di medicina pratica... recate nell’idioma italiano dal Dottor Raimondo Pellegrini con sue note, Firenze, Presso Sansone Coen Tipografo, 1840, p. 856.
  181. AAV, Cause dei Santi, Processus1895, f. 122v. Sulle spezierie e gli speziali nella Napoli di età moderna, cfr. D. Gentilcore, Healers and Healing in Early Modern Italy, Manchester-New York, Manchester University Press, 1998, pp. 78-81.
  182. G. Mosca, Delle febbri di mutazione d’aria e della loro preservazione e cura, Napoli, Appresso Alessio Pellecchia, 1755, p. 159, n. 1.
  183. G.M. Galanti, Nuova descrizione storica e geografica delle Sicilie, 5 voll., vol. I, Napoli, Nel Gabinetto Letterario, 1787, pp. 210-212. Cfr. D. Gentilcore, Il Regio Protomedicato nella Napoli Spagnola, in «Dynamis. Acta Hispanica ad Medicinae Scientiarumque Historiam Illustrandam», 16 (1996), pp. 219-236 e, per i secoli successivi, dello stesso autore, The Protomedicato Tribunals and Health in Italian Cities, 1600-1800: A Comparison, in E. Sonnino (a cura di), Living in the City (14th-20th centuries), Roma, La Sapienza, 2004, pp. 407-430.
  184. AAV, Cause dei Santi, Processus1895, f. 123r. Sul mestiere di barbiere nell’Italia di età moderna, cfr. S. Cavallo, Artisans of the Body in Early Modern Italy. Identities, Families and Masculinities, Manchester, Manchester University Press, 2007.
  185. AAV, Cause dei Santi, Processus1895, f. 124v.
  186. Ivi, f. 125r.
  187. Ivi, f. 126v.
  188. Ivi, f. 101r.
  189. Ivi, f. 47v.
  190. Ivi, f. 213r: «onde io subito prima di levarmi da dopo il mantello, mi portai nella di lui stanza».
  191. Ivi, f. 213v.
  192. Ibidem.
  193. Ivi, f. 136r.
  194. Ivi, f. 132v.
  195. Ivi, ff. 47v-48r.
  196. Ivi, f. 136r.
  197. Ivi, f. 190v.
  198. Ibidem.
  199. Ivi, f. 195v.
  200. C. Celano, Notitie del bello, dell’antico e del curioso della città di Napoli per i signori forastieri... divise in dieci giornate, 10 voll., vol. II, Napoli, Nella Stamperia di Giacomo Raillard, 1692, p. 22.
  201. AAV, Cause dei Santi, Processus1895, f. 197r.
  202. Ivi, f. 200v.
  203. Ivi, f. 208v.
  204. Ivi, f. 214r.
  205. Ivi, f. 48r.
  206. Ivi, f. 52r.
  207. Ivi, f. 216r.
  208. Sul controverso utilizzo del mercurio in medicina, cfr. A. Cunningham, Mercury: «One of the Most Valuable Drugs We Have» (1937), in O.P. Grell, A. Cunningham e J. Arrizabalaga (a cura di), «It All Depends on the Dose». Poisons and Medicines in European History, Abingdon, Routledge, 2018, pp. 173-190. In particolare, per l’età moderna cfr. pp. 173-177; per il Settecento cfr. pp. 184-186.
  209. AAV, Cause dei Santi, Processus1895, f. 201r.
  210. Ivi, f. 48v.