Note
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Art. 4, par. 1, n. 2, Regolamento (UE) 2016/679.
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Sul punto si rinvia, ex multis, a: C. Keitner, Rights beyond borders, in «Yale Journal International Law», 36, 2011, pp. 55 ss.; J. Lobel, Fundamental norms, International Law, and the Extraterritorial Constitution, in«Yale Journal International Law», 36, 2011, pp. 307 ss.; G.L. Neuman, Whose Constitution?, in «Yale Law Journal», 100, 1991, pp. 909 ss.
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Emblematica è la sentenza 354 US 1 (1957), Reid v. Covert,che trae origine dal ricorso di una cittadina americana, condannata da una corte marziale per l’omicidio del marito commesso quando questi era in servizio in Inghilterra. In tale occasione la CS afferma che quando agiscono contro cittadini statunitensi all’estero, i poteri pubblici sono vincolati al rispetto della Costituzione (nel caso di specie, dell’art. 3, c. 2, e degli Emendamenti V e VI). Tuttavia, nella propria concurring opinion Justice Harlan ammette l’estensione extraterritoriale della Costituzione fintantoché le circostanze non la rendano «impractical and anomalous» (p. 75).
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494 US 259 (1990).
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Cfr. E. Castorina e C. Nicolosi, «Sovranità dei valori» e sviluppo della tutela dei diritti fondamentali: note sull’evoluzione della giurisprudenza statunitense, in «ForumQuad.Cost.»,19 novembre 2015, pp. 7 ss.
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L’emanazione del DTA segue alla sentenza 542 US 466 (2004), Rasul v. Bush, secondo cui, ai sensidello Statute 28U.S.C.§2241, le corti federali hanno giurisdizione a conoscere dei ricorsi relativi all’habeas corpus presentati dagli stranieri detenuti presso il carcere di Guantanamo (cfr. D.L. Sloss, Rasul v. Bush, in «American Journal of International Law», 98, 2004, pp. 788 ss.).
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Il MCA segue alla sentenza 548 US 557, Hamdan v. Rumsfeld, che dispone che il DTA non si applica ai casi già pendenti al momento in cui il Congresso lo aveva approvato (cfr. D. Phillips, «Hamdan v. Rumsfeld»: the Bush Administration and «the rule of law», in «Asian Journal of Academic Studies», 25, 2006, pp. 40 ss.).
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Alla luce della successiva giurisprudenza della CS, nel 2009 il MCA è stato emendato al fine di assicurare una maggiore protezione dei diritti dei detenuti.
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553 US 723 (2008). Per le singole fasi procedimentali, cfr. M. Anderson, «Boumediene v. Bush»: flashpoint in the ongoing struggle to determine the rights of Guantanamo detainees, in «Maine Law review», 60, 2008, pp. 243 ss.
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339 US 763 (1950).
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Si tratta di una serie di casi che vanno da 182 US 1 (1901), De Lima v. Bidwell, a 258 US 298 (1922), Balzac v. Porto Rico.
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Più precisamente, la Corte Suprema aveva distinto tra territori cd. incorporati (i.e. Hawaii), in cui la Costituzione si applicava interamente, e cd. non-incorporati (i.e. Puerto Rico), in cui si applicavano solamente i diritti costituzionali «fondamentali» (cd. doctrine of territorial incorporation, cfr. C.D. Burnett, United States: American Expansion and Territorial Deannexation, in «University of Chicago Law Review», 72, 2005, pp. 800 ss.).
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Cfr. nota 3.
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Così Justice Scalia nella sua dissenting in Boumediene (p. 17). In dottrina, cfr. G.L. Neuman, The Extraterritorial Constitution after «Boumediene v. Bush», in «Southern California Law Review», 82, 2009, pp. 273 ss.
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Cfr. R.M. Chesney, Boumediene v. Bush, in «American Journal of International Law»,100, 2008, pp. 853 ss.
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Cfr. G.L. Neuman, After Guantánamo: Extraterritoriality of Fundamental Rights in U.S. Constitutional Law, in«Jus Politicum-Autour de la notion de Constitution», 2009, pp. 1 ss., 5.
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Cfr. L. Kovarsky, Citizenship, National Security Detention, and the Habeas Remedy, in «California Law Review», 107, 2019, pp. 867 ss., 869.
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582 US (2017), n. 15-118.
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Citando Verdugo-Urquidez (cfr. nota 4), passaggio contestato da N. Rotstein, «Boumediene vs. Verdugo-Urquidez»: The Battle for Control over Extraterritoriality at the Southwestern Border, in «Washington University Law Review», 93, 2016, pp. 1371 ss., 1400.
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Così Justice Breyer nella propria dissenting opinion (p. 5); A.A. Botsaris, «Hernández v. Mesa»: Preserving the Zone of Constitutional Uncertainty at the Border, in«Maryland Law Review», 77, 2018, p. 853.
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Cfr. A. Veneziano, Applying the U.S. Constitution Abroad, from the Era of the U.S. Founding to the Modern Age, in «Fordham International Law Journal», 46, 2019, pp. 602 ss., 618.
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Cfr. D.J. Rennie e R. Rothschild, The Canadian Charter of Rights and Freedoms and Canadian Officials Abroad, in «The Supreme Court Law Review: Osgoode’s Annual Constitutional Cases Conference», 47, 2009, pp. 127 ss.
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2007 SCC 26.
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Per un’analisi della vicenda, cfr. P.H. Verdier, R. v. Hape, in «American Journal of International Law», 102, 2008, pp. 143 ss.
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Carta ONU, art. 2(1); A. Cassese, International Law, Oxford, Oxford University Press, 2005, p. 48.
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Così, ex multis, C. Sethi, Does the charter follow the flag? Revisiting constitutional extraterritoriality after «R. v. Hape», in «Dalhousie Journal of Legal Studies», 20, 2011, pp. 102 ss.
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3 SCR 562 (1995), R. v. Harrer; 2 SCR 207 (1996), R. v. Terry; 1 SCR 841 (1998), Schreiber v. Canada (Attorney General).
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2 SCR 597 (1998).
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Vi è chi ha rinvenuto in Hape un definitivo «overruling» di Cook, cfr. Rennie e Rothschild, The Canadian Charter of Rights and Freedoms and Canadian Officials Abroad, cit., p. 128.
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Precisamente la CSC dice che «[s]ince extraterritorial enforcement is not possible, and enforcement is necessary for the Charter to apply, extraterritorial application of the Charter is impossible» (§ 85).
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Lo schema elaborato dalla CSC per valutare se vi siano i presupposti per l’applicazione, in via eccezionale, delle garanzie costituzionali alle indagini condotte all’estero si articola in due fasi (parla di «two-stage test» o «Hape test» P. Hay, Standing on Guard: Territory, Terrorism and the Limits of the Canadian Constitution Post-Hape, in WP12-OSN, 2017, pp. 9-10): bisogna verificare che le attività poste in essere dalle autorità canadesi siano riconducibili alla sez. 32(1) Charter (§ 103) e, in caso affermativo, che lo Stato interessato abbia espresso il proprio consenso a tale applicazione (§ 106) – circostanza rara, per cui nella maggior parte dei casi la Charter non troverà applicazione (§ 113). Laddove il consenso non risulti con evidenza, il giudice dovrà valutare se gli agenti canadesi nel corso delle indagini abbiano violato il diritto fondamentale a un equo processo e, se del caso, non utilizzare le prove ivi raccolte (§§ 107-113). Nel caso di specie la CSC esclude sia l’applicazione extraterritoriale della Charter, non essendo le perquisizioni e i sequestri nelle isole Turks e Caicos questioni di competenza del Parlamento (§ 118), sia la violazione del diritto a un equo processo (§121).
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2008 SCC 28.
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Le sentenze americane richiamate dalla CSC sono Rasul v. Bush e Hamdan v. Rumsfeld (cfr. note 6 e 7).
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Principio ulteriormente ribadito in 2010 SCC 3, Canada (Prime Minister) v. Khadr (§ 14).
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L’attualità del problema (e l’assenza di una soluzione chiara) è sottolineata altresì dal Governo canadese (cfr. https://www.justice.gc.ca/eng/csj-sjc/rfc-dlc/ccrf-ccdl/check/art321.html).
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Cfr. K. Roach, R. v. Hape Creates Charter-Free Zones for Canadian Officials Abroad, in «Criminal Law Quarterly», 53, 2007, pp. 1 ss.
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Cfr. J.H. Currie, Khadr’s Twist on Hape: Tortured Determinations of the Extraterritorial Reach of the Canadian Charter, in «Annuaire canadien de droit international», 46, 2008, pp. 307 ss., 316.
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Cfr. M. Webb, The Constitutional Question of Our Time. Extraterritorial Application of the Charter and Afghan Detainees Case, in «28NatJConstL», 2011, pp. 235 ss., 244-245.
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Cfr. A. Attaran, Have Charter, Will Travel? Extraterritoriality in Constitutional Law and Canadian Exceptionalism, in «Canadian Bar Review», 87, 2008, pp. 513 ss., 523. L’autore fa riferimento, in particolare, alla sez. 23 Charter.
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Cfr. C.I. Keitner, Framing Constitutional Rights, in «Southwestern Law Review», 40, 2011, pp. 617 ss., 630; Lobel, Fundamental norms, International Law, and the Extraterritorial Constitution, cit., p. 355.
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Cfr. G. Greenwald e E. MacAskill, NSA Prism program taps in to user data of Apple, Google and others, in «The Guardian», 7 giugno 2013. Sul punto: F. Pizzetti, Datagate, Prism, caso Snowden: il mondo tra nuova grande guerra cibernetica e controllo globale, in www.federalismi.it, 26 giugno 2013.
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Per una riflessione generale sulla sfera spaziale di applicazione della CDFUE, cfr. V. Moreno-Lax e C. Costello, The Extraterritorial Application of the EU Charter of Fundamental Rights: From Territoriality to Facticity, the Effectiveness Model, in S. Peers et al., Commentary on the EU Charter of Fundamental Rights, Oxford, Hart, 2014, pp. 1657-1683, in cui è puntualmente argomentato che le disposizioni di Trattati non creano ostacoli all’applicazione extraterritoriale del diritto dell’Unione e, nello specifico, della CDFUE (p. 1682).
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CGUE, 6 ottobre 2015, C362/14, sui cui si rinvia a R. Bifulco, La sentenza Schrems e la costruzione del diritto europeo della privacy, in «Giur.cost.», 2016, pp. 289 ss.; S. Crespi, La tutela dei dati personali UE a seguito della sentenza Schrems, in «Eurojus», 2 novembre 2015.
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CGUE, 16 luglio 2020, C311/18,su cui si rinvia a R. Bifulco, Il trasferimento dei dati personali nella sentenza Schrems II: dal contenuto essenziale al principio di proporzionalità e ritorno, in «DPERonline», 2020, n. 2; O. Pollicino, Diabolical Persistence. Thoughts on the Schrems II Decision, in «Verfassungsblog», 25 luglio 2020.
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In Schrems I viene invalidata la dec. 2000/520 di esecuzione dell’accordo cd. Safe Harbor; in Schrems II viene invalidata la dec. 2016/1250 di esecuzione del nuovo accordo cd. Privacy Schield.
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Si precisa che la CGUE in Schrems I si è pronunciata solamente sugli artt. 7 e 47 CDFUE (cfr. V.M. Pfisterer, The Right to Privacy – A Fundamental Right in Search of Its Identity: Uncovering the CJEU’s Flawed Concept of the Right to Privacy, in «German Law Journal», 2019, p. 732, e in Schrems II ha considerato anche l’art. 8 CDFUE.
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In termini analoghi, cfr. O. Pollicino e M. Bassini, La Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea nel «reasoning» dei giudici di Lussemburgo, in «Dir. Inform.», 2015, pp. 741 ss., 752.
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Cfr. C. Gentile, La saga Schrems e la tutela dei diritti fondamentali, in www.federalismi.it, 13 gennaio 2021.
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In ragione della minore rigidità della Corte EDU rispetto alla CGUE si è parlato di «frammentazione» del diritto europeo alla protezione dei dati e della privacy (C. Christakis, A fragmentation of EU/ECHR law on mass surveillance: initial thoughts on the Big Brother Watch judgment, in «EuLawBlog», 20 settembre 2020).
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Corte EDU, 13 settembre 2018, ricc. 58170/13, 62322/14 e 24960/15.
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Per asserito contrasto con la precedente Corte EDU, 19 giugno 2918, ric. 35252/08, Centrum för Rättvisa c. Svezia. Sul punto si rinvia a V. Rusinova, A European Perspective on Privacy and Mass Surveillance at the Crossroads, Higher School of Economics, WP BRP 87/LAW/2019, 6 marzo 2019.
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Per una chiara esposizione dei fatti di causa e del ragionamento seguito dalla Corte EDU, v. G. Tiberi, Il caso Big Brother Watch quale cambio di paradigma nel bilanciamento tra sicurezza e tutela dei diritti fondamentali?, in «Quad. cost.», 2018, pp. 931 ss.; B. van der Sloot e E. Kosta, Big Brother Watch and Others v. UK: Lessons from the Latest Strasbourg Ruling on Bulk Surveillance, in «European Data Protection Law Review», 2019, pp. 252 ss.
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Cfr. M. Milanovic, ECtHR Judgment in Big Brother Watch v. UK, in www.ejiltalk.org, 17 settembre 2018.
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Cfr. ibidem.
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Sulle diverse declinazioni del concetto di effective control si rinvia a: S. Besson, The Extraterritoriality of the European Convention on Human Rights: Why Human Rights Depend on Jurisdiction and What Jurisdiction Amounts to, in «Leiden Journal of International Law», 25, 2012, pp. 857 ss.; M. Gondek, Extraterritorial Application of The European Convention on Human Rights: Territorial Focus in the Age of Globalization?, in «Netherlands International Law Review»,52, 2005, pp. 349 ss.
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La giurisprudenza della Corte EDU in materia concerne principalmente la lotta al terrorismo, le operazioni militari all’estero e il principio di non refoulement. Sugli sviluppi più recenti, v. V. Stoyanova, M.N. and Others v Belgium: no ECHR protection from refoulement by issuing visas, in www.ejiltalk.org, 12 maggio 2020.
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Cfr. I. Cameron, Regulating Signals intelligence, in www.strasbourgobservers.com, 13 luglio 2020.
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Per un’attenta analisi si rinvia a R. Bifulco, L’efficacia extraterritoriale dei diritti fondamentali in una storica sentenza del Tribunale costituzionale federale tedesco, in «Medialaws», 29 ottobre 2020.
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La legge censurata (Gesetz zur Ausland-Ausland-Fernmeldeaufklärung des Bundesnachrichtendienstes, del 23 dicembre 2016) autorizza i servizi segreti federali a condurre operazioni di sorveglianza delle telecomunicazioni all’estero, a condividere i dati così ottenuti e collaborare con autorità straniere. Le disposizioni legislative dichiarate incostituzionali rimangono efficaci fino al 31 dicembre 2021, onde consentire al legislatore di intervenire ed evitare così un vuoto normativo.
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L’efficacia extraterritoriale dei diritti fondamentali – proprio con riguardo all’art. 10 GG – era già stata riconosciuta nella sentenza BVerfGE 100, 313 (1999), in cui tuttavia non era stato precisato se il vincolo costituzionale sussistesse anche in mancanza di una relazione tra l’azione dei pubblici poteri e il territorio della Repubblica federale.
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Traduzione di R. Bifulco, Servizi segreti e diritti fondamentali. A proposito di una sentenza del Tribunale costituzionale tedesco, in «LuissOpen», 8 giugno 2020.
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Il Tribunale menziona Big Brother Watch e Centrum för Rättvisa e richiama la dottrina dell’effective control elaborata dalla Corte EDU (cfr. note 50, 51 e 55).
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Cfr. C. Marxsen, Strategische Fernmeldeaufklärung, in «Die öffentliche Verwaltung», 2018, pp. 225 ss.; Bifulco, L’efficacia extraterritoriale dei diritti fondamentali, cit., nota 6. Sottolinea il rilievo della sentenza per i profili attinenti alla dogmatica generale dei diritti fondamentali M. Sachs, Grundrechte: Geltung für Ausländer im Ausland, in «Juristische Schulung», 2020, pp. 706 ss.
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Cfr. B. Reinke, Rights reaching beyond Borders, in «Verfassung Blog», 30 maggio 2020.
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Cfr. Bifulco, L’efficacia extraterritoriale dei diritti fondamentali, cit.
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IACtHR, Advisory Opinion on Environment and Human Rights, 2017, par. 103.
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Per una concreta analisi dei rapporti tra categorie costituzionalistiche ed esigenze di tutela dell’ambiente sia permesso rinviare a R. Bifulco, Diritto e generazioni future. Profili giuridici della responsabilità intergenerazionale, Milano, FrancoAngeli, 2008, pp. 118 ss.
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Cfr. J. Klabbers e G. Palombella, Introduction. Situating Interlegality, in J. Klabbers e G. Palombella (a cura di) The Challenge of Inter-legality, Cambridge, Cambridge University Press, 2019, p. 10.
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Cfr. J. Waldron, Valori particolari e moralità critica, in A. Ferrara (a cura di), Comunitarismo e liberalismo, Roma, Editori Riuniti, 1992, pp. 291 ss.