Note
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APCD, 3 febbraio 1887, pp. 2018-2019.
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L’espressione «piccoli eroi» fa da titolo a un fortunato articolo di Matilde Serao («Corriere di Roma», 21 febbraio 1887).
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A. Traina e P. Paradisi (a cura di), Appendix Pascoliana, Bologna, Pàtron, 20082, n. 14 (εἴθε μὲν ἀμφότερον νίκην καὶ νόστον ὀπάζοις / εἰ δ’ἕν, Ζεῦ, δώσεις κῦδος ὄπαζε μόνον).
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Un elenco vasto, ma ancora incompleto, è in G.C. Stella, Dogali (26 gennaio 1887), Ravenna, G.C. Stella, 1987.
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Testo pubblicato su «Il Piccolo» e riprodotto in C. Antona-Traversi, Sahati e Dogali, Roma, Antona-Traversi, 1887, p. 93; cfr. P. Vigo, Annali d’Italia. Storia degli ultimi trent’anni del secolo XIX, Milano, F.lli Treves, 1911, vol. V, p. 18. Il testo poetico evocato è oggi attribuito a Callino (fr. 1 West). Sull’uso di Tirteo, cfr. anche infra, nota 11.
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Sui riferimenti all’antichità in tale produzione, cfr. M. Nani, Ai confini della nazione. Stampa e razzismo nell’Italia di fine Ottocento, Roma, Carocci, 2006, pp. 63-70; G.M. Finaldi, Italian National Identity in the Scramble for Africa, Bern, Lang, 2009, cap. XIII. Sugli usi della tradizione classica fra Risorgimento e prima età unitaria, cfr. F. Chabod, Storia della politica estera italiana dal 1870 al 1896, Bari, Laterza, 19622, pp. 215-373; P. Treves, L’idea di Roma e la cultura italiana del secolo XIX, Milano-Napoli, Ricciardi, 1962; L. Canfora, Ideologie del classicismo, Torino, Einaudi, 1980; L. Braccesi, L’antichità aggredita. Memoria del passato e poesia del nazionalismo, Roma, L’Erma di Bretschneider, 1989; G. Quazza, L’utopia di Quintino Sella. La politica della scienza, Torino, Istituto per la Storia del Risorgimento Italiano, 1992, pp. 416-433; P. Treves, Ottocento italiano fra il nuovo e l’antico, 3 voll., Modena, Mucchi, 1992; L. Polverini (a cura di), Lo studio storico del mondo antico nella cultura italiana dell’Ottocento, Napoli, ESI, 1993; A. Giardina e A. Vauchez, Il mito di Roma. Da Carlo Magno a Mussolini, Roma-Bari, Laterza, 2000, cap. III; S. Cerasuolo et al. (a cura di), La tradizione classica e l’Unità d’Italia, Napoli, Satura, 2014; P. Foro (a cura di), L’Italie et l’Antiquité du Siècle des lumières à la chute du fascisme, Toulouse, PUM, 2017; A. De Francesco, L’antichità della nazione. Il mito delle origini del popolo italiano dal Risorgimento al fascismo, Milano, FrancoAngeli, 2020.
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Cfr. M. Isnenghi, Le gloriose disfatte, in «Mélanges de l’École française de Rome. Italie et Méditerranée», 109, 1997, pp. 21-34; O. Janz e L. Klinkhammer (a cura di), La morte per la patria. La celebrazione dei caduti dal Risorgimento alla Repubblica, Roma, Donzelli, 2008; D. Tongiorgi (a cura di), La vittoria macchiata. Memoria e racconto della sconfitta militare nel Risorgimento, Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, 2012.
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La sola indicazione delle pagine valga in questo capitolo come riferimento al volume A. De Cesare e A. Pulce Doria, Dogali e l’Italia, Napoli, Stab. Tip. Ferrante, 1887.
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Anche Antonio Lecce a San Giovanni Rotondo pone l’accento sul carattere etico dell’impresa italiana, assente nella battaglia delle Termopili (p. 152).
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La frase si legge negli Apophtegmata Laconica attribuiti a Plutarco (86c), ma essa è verosimilmente nota al professore per l’intermediazione di un passo delle Tusculanae di Cicerone concentrato sulle virtù spartane (I, 101-102) e utilizzato anche da altri oratori; cfr. infra, nota 14.
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Camillo Romani, sindaco di Urbino, cita Tirteo nella traduzione di Giuseppe Arcangeli («È bello e divino per l’uomo onorato / Morir per la patria, morir da Soldato») e aggiunge che «ai generosi sensi di quest’inno parvero inspirarsi ed informarono la loro azione i figli della nuova Italia, quando […] si videro sorpresi dalle irruenti torme di feroci Abissini». Alcuni versi di Tirteo (fr. 12 West, vv. 29-30) sono anche tradotti da Giovanni Battista Neirotti in un’elegia latina destinata verosimilmente ad accompagnare l’inaugurazione di una lapide in ricordo dei caduti di Dogali presso il convitto nazionale di Genova (p. 143). Cfr. E. Cerroni, «Morir per la patria!». Tirteo in Italia dalla fine del Settecento al 1940, Roma, Quasar, 2022.
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Vigo, Annali d’Italia, cit., pp. 17-19.
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Cfr. Corriere, in «L’Illustrazione Italiana», 12 giugno 1887, p. 414 e I superstiti di Dogali al Quirinale, in ibidem, 19 giugno 1887, p. 431; G. Piccinini, Guerra d’Africa, Roma, Perrino, 1887, pp. 1027-1030.
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Il motto greco si ritrova in Stobeo (III, 7, 30), ma è certamente il passo delle Tusculane che Pavesio ha qui presente; cfr. supra, nota 10.
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È il cap. XX delle Confessioni di un italiano. Riferimenti alle madri spartane si trovano poi anche nei capp. I (sull’eroismo di Leonida e la virtù delle madri spartane) e XI (sulla moda delle madri spartane); cfr. capp. III (sull’educazione militare spartana) e XX (sullo spirito eroico delle donne spartane, «compagne degli uomini non ministre dei loro piaceri»).
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G. Garibaldi, Scritti e discorsi politici e militari, vol. II: 1862-1867, Bologna, Cappelli, 1935, pp. 442-443. I due episodi storici si trovano poi uniti anche in altri luoghi della produzione di Garibaldi; cfr. M. Capozza, Garibaldi e l’antichità. Testi e dizionario storico, Roma, La Sapienza, 2002, nn. 156, 196, 752, 786.
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Parole simili anche negli interventi di Andrea Caciottoli, sindaco di Resina (Napoli), e di Francesco Saverio Grillo di Oppido Mamertina (Reggio Calabria), pp. 100 e 114.
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Cfr. Plutarco, Pirro 21.
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Cfr. A. Pellizzari, La «Francia africana» e i fantasmi delle guerre puniche nel dibattito parlamentare italiano sulla questione tunisina (1881-1896), in «Rivista Storica Italiana», 123, 2011, pp. 792-823.
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Cfr. anche p. 117.
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Cfr. pp. 99, 100, 151.
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Aveva accordato spazio a tale interpretazione l’«Osservatore Romano» del 1° febbraio 1887, come ha messo in luceG. Pescosolido, Opinione pubblica e colonie: la stampa italiana e l’occupazione di Massaua, in P.L. Ballini e P. Pecorari (a cura di), Alla ricerca delle colonie (1876-1896), Venezia, Istituto Veneto di Scienze, Lettere e Arti, 2007, pp. 275-322: 307-308.
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Riferimento all’occupazione spagnola e portoghese, che avrebbe avuto sulle popolazioni precolombiane (identificate come camitiche) lo stesso effetto che «il dissodamento e la coltivazione» hanno sugli animali selvaggi (p. 83).
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Cfr. De Cesare e Pulce Doria, Dogali e l’Italia, cit.,p. 287.
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Cfr. C. D’Onofrio, Gli obelischi di Roma. Storia e urbanistica di una città dall’età antica al XX secolo, Roma, Romana, 1992, pp. 458-463; L. Berggren e L. Sjöstedt, L’ombra dei grandi. Monumenti e politica monumentale a Roma (1870-1895), Roma, Artemide, 1996, pp. 137-143.
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Atti del Consiglio Comunale di Roma del 1887, Roma, Tip. L. Cecchini, 1887, p. 287. Secondo De Cesare e Pulce Doria, Dogali e l’Italia, cit., pp. 284-285, Bonghi fu colui che «popolarizzò l’idea» del monumento, ma chi vi pensò per primo sarebbe stato «Giovanni Garassino, un antico sottufficiale del Genio, il quale dopo aver fatto tutte le campagne dell’indipendenza italiana, si è dato alla vita industriale». Non si citano documenti a sostegno della ricostruzione.
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Sulla sua attività politica, con particolare riferimento alle questioni coloniali, cfr. W. Maturi, Bonghi e i problemi di politica estera, in R. Bonghi, Politica estera (1866-1893), a cura di W. Maturi, Roma, Istituto Storico Italiano per l’Età Moderna e Contemporanea, 1958, pp. XI-XXXVII; G. Acocella, Dall’arte della politica alla scienza del governo. Il pensiero politico di Ruggero Bonghi, Napoli, Morano, 1988; F. Tessitore, Il rapporto tra politica estera e politica interna in Ruggero Bonghi, in E. Serra e C. Seton-Watson (a cura di), Italia e Inghilterra nell’età dell’imperialismo, Milano, FrancoAngeli, 1990, pp. 242-253; S. Rogari, Ruggiero Bonghi nella vita politica dell’Italia unita, Napoli, Vivarium, 2001; N. Del Corno, Libertà, tolleranza e comunità politica. Il liberalismo di Ruggiero Bonghi, Milano, FrancoAngeli, 2004. Sullo studioso di antichità, cfr. M.L. Chirico, Ruggiero Bonghi traduttore di Platone e Aristotele, in La cultura classica a Napoli nell’Ottocento, Napoli, Università degli Studi di Napoli, 1987, pp. 625-668; E. Gabba, La «Storia di Roma» di Ruggero Bonghi [1988], in Id., Cultura classica e storiografia moderna, Bologna, il Mulino, 1995, pp. 161-182; Ruggiero Bonghi. La figura e l’opera attraverso le carte dell’archivio privato. Atti del Convegno di studi. Archivio di Stato. Napoli, 20-21 novembre 1998, Roma, Ministero per i Beni e le Attività Culturali, 2004, pp. 245-247; A. Bianchi, Ruggiero Bonghi. Uomo politico, intellettuale, studioso del mondo antico, Tivoli, Tored, 2010.
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R. Bonghi (a cura di), Dialoghi di Platone, Torino, Bocca, 1880-1904.
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Id., Libri neo-platonici sul bello: Plotino, Del Bello. Traduzione con proemio, in «Museo di scienze e letteratura», 12, 1847, pp. 193-208.
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Id. (a cura di), La Metafisica, Torino, Stamperia Reale, 1854.
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OEN, vol. XXIII, p. 49.
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R. Bonghi, La storia antica in Oriente e in Grecia, Città di Castello, Lapi, 18882.
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Cfr. la sua introduzione alla traduzione del libro di R. Bosworth Smith, Roma e Cartagine, Bologna, Zanichelli, 1888, p. XXXI.
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R. Bonghi, Il convegno dei tre Imperatori e l’Italia, in «Nuova Antologia», 77, 1884, pp. 509-529: 515 (corsivo nostro).
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Id., Discorsi, pp. 454 e 610.
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Cfr. N. Merker, Europa oltre i mari. Il mito della missione di civiltà, Roma, Editori Riuniti, 2006.
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R. Bonghi, Bibliografia storica di Roma antica, Roma, Tip. Elzeviriana, 1879, pp. 3-4.
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Sull’operatività di questa regola anche nell’epoca a lui contemporanea cfr. R. Bonghi, The Italians in Africa, in «Imperial and Asiatic Quarterly Review», 1, 1891, n. 1-2, pp. 79-103: 100-101.
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Id., Discorsi, pp. 221 e 223. Cfr. APCD, 10 maggio 1883, p. 2998: «La Roma antica è gloria della storia italiana, ma noi non siamo i continuatori della Roma antica».
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A. Manzoni, Opere inedite o rare, vol. II, a cura di P. Brambilla e R. Bonghi, Milano, Rechiedei, 1885.
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R. Bonghi, Il discorso dell’onorevole Crispi V. La politica africana, in «La Perseveranza», 22 ottobre 1889; cfr. Id., The Italians in Africa, cit., p. 88.
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APCD, 11 giugno 1887, p. 3474.
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Bonghi, Discorsi, p. 463.
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Cfr. ibidem, p. 680 (8 maggio 1889).
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I. Guidi, I popoli e le lingue di Abissinia, in «Nuova Antologia», 91, 1887, pp. 478-491.
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Bonghi, Discorsi, pp. 673-674. Cfr. ibidem, p. 608.
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Ibidem, p. 677.
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APCD, 8 febbraio 1887, p. 2165.
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«Il Piccolo. Giornale di Napoli», XX, 1887, n. 59.
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APCD, 30 maggio 1887, p. 3070.
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Bonghi, Discorsi, p. 545 (2 giugno 1887).
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Id., Il discorso dell’onorevole Crispi, cit.; cfr. anche Id., The Italians in Africa, cit., p. 94 in cui peraltro si specifica che il corpo d’armata coinvolto era di soli «some three hundred men».
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P. Carusi, L’anticolonialismo della destra nell’età crispina, in Ballini e Pecorari (a cura di), Alla ricerca delle colonie (1876-1896), cit., pp. 349-368.
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Cfr. G. Rochat, Il colonialismo italiano, Torino, Loescher, 1973, pp. 42-44.
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Cfr. Bonghi, Discorsi, pp. 549 e 769. Cfr. Maturi, Bonghi e i problemi di politica estera, cit., p. XXXIII.
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Iscrizioni di Ruggero Bonghi, in «Nuova Antologia», 153, 1897, pp. 385-398 (a p. 395 si ricorda un’altra iscrizione bonghiana in onore dei caduti di Dogali, posta a Corato, priva di riferimenti classici significativi).
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Lettera del 15 maggio 1887, pubblicata originariamente su «il Resto del Carlino» del 19 maggio (= OEN, vol. XXVIII, pp. 296-299).
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OEN, vol. VII, pp. 474-475.
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G. Carducci, Lettere, vol. XVI: 1886-1888, Bologna, Zanichelli, 1953, pp. 126-129.
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Cfr. M.T. Marabini Moevs, Fra marmo pario e archeologia. L’antichità nella vita e nell’opera di Giosuè Carducci, Bologna, Cappelli, 1971; L. Braccesi, Archeologia e poesia 1861-1911. Carducci – Pascoli – D’Annunzio, Roma, L’Erma di Bretschneider, 2011; L. Fournier-Finocchiaro, Antiquité et poésie civile chez Carducci et Pascoli, in «Rassegna Europea di Letteratura Italiana», 37, 2011, pp. 97-111; D. Proietti, «E so legger di greco e di latino». Carducci per l’«idealità superiore greca e romana» nella scuola e nella cultura della Nuova Italia, in Cerasuolo et al. (a cura di), La tradizione classica e l’Unità d’Italia, cit., pp. 499-522; L. Fournier-Finocchiaro, Il mito di Roma di Carducci, tra patrimonio italiano e latinità, in A. Vranceanu Pagliardini e A. Pagliardini (a cura di), (De)scrivere Roma nell’Ottocento, Berlin-Bern, Lang, 2020, pp. 25-37.
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A. Ghisleri, Il diritto e le razze, in «Cuore e Critica», I.6bis (Supplemento del 2° trimestre), pp. 117-124: 123; poi in Id., Le razze umane e il diritto nella questione coloniale, Savona, Miralta, 1888 (rist. Milano, Marzorati, 1972, a cura di R. Rainero). Cfr. R. Colapietra, Correnti anticolonialiste nel primo triennio crispino (1887-1890), in «Belfagor», 9, 1954, pp. 560-574; A. Goussot, Alcune tappe della critica al razzismo: le riflessioni di G. Mazzini, N. Colajanni e A. Ghisleri, in A. Burgio (a cura di), Nel nome della razza. Il razzismo nella storia d’Italia 1870-1945, Bologna, il Mulino, 1999, pp. 129-142; E. Casti (a cura di), Arcangelo Ghisleri e il suo «clandestino amore». Geografia e studi coloniali tra ’800 e ’900 in Italia, Roma, Società Geografica Italiana, 2001; E. Casti e G. Mangini (a cura di), Una geografia dell’altrove. L’Atlante d’Africa di Arcangelo Ghisleri, Cremona, Linograf, 2007; F. Ferretti, Arcangelo Ghisleri and the «Right to Barbarity»: Geography and Anti-Colonialism in Italy in the Age of Empire (1875-1914), in «Antipode», 48, 2016, pp. 563-583.
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C. Cattaneo, L’antico Egitto e le origini italiche, in «Il Politecnico», 11, 1861, pp. 462-491.
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Ghisleri, Il diritto e le razze, cit., p. 121.