Note
  1. Nell’estesissima letteratura di lingua inglese, le espressioni canoniche sono: Social and emotional skills (d’ora in avanti SES), Social and emotional learning (SEL).
  2. M.J. Elias, J.E. Zins, R.P. Weissberg, K.S. Frey, M.T. Greenberg, N.M. Haynes et al., Promoting Social and Emotional Learning: Guidelines for Educators, Alexandria, Association for Supervision and Curriculum Development, 1997, p. 33.
  3. Si veda il contributo di Elias et al., in Promoting Social and Emotional Learning, cit. Lo stesso gruppo diede vita anche a CASEL (Collaborative for Academic, Social and Emotional Learning) come espressione organizzativa del proprio interesse di ricerca.
  4. M.J. Elias, L. Leverett, J.C. Duffell, N. Humphrey, C. Stepney e J. Ferrito, Integrating SEL with Related Prevention and Youth Development Approaches, in J.A. Durlak, C.E. Domitrovich, R.P. Weissberg e T.P. Gullotta (a cura di), Handbook of Social and Emotional Learning. Research and Practice, New York-London, The Guilford Press, 2015, pp. 33-49, p. 35.
  5. Tralascio completamente in questa sede le discussioni circa la differenza tra competenze e abilità (competencies vs. skills), e ulteriori distinzioni. Per gli obiettivi di questo capitolo è adeguato impiegare i termini come sinonimi, come del resto avviene nella schiacciante maggioranza della letteratura di ricerca sul tema.
  6. O.P. John e F. De Fruyt, Education for Social Progress. Framework for the Longitudinal Study of Social and Emotional Skills in Cities, Paris, OECD, 2015, p. 6.
  7. R.P. Weissberg, J.A. Durlak, C.E. Domitrovich e T.P. Gullotta, Social and Emotional Learning: Past, Present, and Future, in J.A. Durlak, C.E. Domitrovich, R.P. Weissberg e T.P. Gullotta (a cura di), Handbook of Social and Emotional Learning. Research and Practice, cit., pp. 3-19, p. 8.
  8. CASEL (Collaborative for Academic, Social and Emotional Learning), What is Social and Emotional Learning (SEL)?, http://casel.org/why-it-matters/what-is-sel, 2013.
  9. Analoghe considerazioni valgono per il concetto di capitale sociale e sono emerse ad esempio nel dibattito sul suo nesso con le organizzazioni criminali.
  10. P. Sloterdijk, Devi cambiare la tua vita, Milano, Raffaello Cortina, 2015.
  11. J. Arthur, The Re-emergence of Character Education in British Education Policy, in «British Journal of Educational Studies», 53, 3, 2005, pp. 239-254; Id., Traditional Approaches to Character Education in Britain and America, in L. Nucci, D. Narvaez e T. Krettenauer (a cura di), Handbook of Moral and Character Education, London-New York, Routledge, 2014, pp. 43-60.
  12. M.W. Berkowitz, Leading Schools of Character, in A.M. Blankstein e P.D. Houston (a cura di), Leadership for Social Justice and Democracy in Our Schools, Thousand Oaks, Corwin Press, 2011, pp. 93-121; S. Seider, Character Compass: How Powerful School Culture Can Point Students toward Success, Cambridge, Harvard University Press, 2012.
  13. Quanto al carattere e alle SES, chiarirne in modo esauriente divergenze e connessioni richiederebbe uno spazio ulteriore. Per una riflessione in merito mi permetto di rimandare a A. Maccarini, Deep Change and Emergent Structures in Global Society. Explorations in Social Morphogenesis, Dordrecht, Springer, 2019, cap. 8, soprattutto pp. 230-247.
  14. T. Wagner, The Global Achievement Gap. Why Even Our Best Schools Don’t Teach the New Survival Skills Our Children Need. And What We Can Do about It, New York, Basic Books, 2010.
  15. O.P. John e F. De Fruyt, Education for Social Progress, cit.
  16. In questo paragrafo riprendo parzialmente, e in una diversa connessione, alcune argomentazioni relative alla cosiddetta società morfogenetica e alla sua logica dell’opportunità svolte in M. Maccarini, Deep Change and Emergent Structures in Global Society, cit.
  17. Tra i molteplici riferimenti mi limito a rinviare a H. Rosa, Social Acceleration. A New Theory of Modernity, New York, Columbia University Press, 2013.
  18. Quello che in vari lavori M.S. Archer (ad es. The Reflexive Imperative in Late Modernity, Cambridge, Cambridge University Press, 2012) ha definito l’imperativo riflessivo.
  19. A. Abbott, The Problem of Excess, in «Sociological Theory», 32, 1, 2014, pp. 1-26.
  20. Si veda ad esempio, nel quadro di una letteratura estesissima, S.W. Elliott, Computers and the Future of Skill Demand, Paris, OECD Publishing, 2017; S.W. Elliott, Projecting the Impact of Information Technology on Work and Skills in the 2030s, in J. Buchanan, D. Finegold, K. Mayhew e C. Warhurst (a cura di), The Oxford Handbook of Skills and Training, Oxford, Oxford University Press, 2017.
  21. La dinamica dei sistemi di welfare europei – con la nozione di politiche «attive» per l’autoprotezione dai rischi – costituisce un esempio istruttivo.
  22. H. Rosa, Resonanz. Eine Soziologie der Weltbeziehung, Frankfurt, Suhrkamp, 2016.
  23. V. King, B. Gerisch e H. Rosa (a cura di), Lost in Perfection. Impacts of Optimisation on Culture and Psyche, London-New York, Routledge, 2018.
  24. Un esempio classico è costituito dalla Corea del Sud, la cui attenzione alle competenze socioemotive – testimoniata dall’adesione a vari progetti internazionali – è motivata soprattutto dall’alto livello di competitività di quel sistema educativo e dall’elevato livello di stress patito dagli studenti, che si manifesta tra l’altro in uno dei tassi di suicidio giovanile più alti del mondo.
  25. R. Sennett, L’uomo flessibile, Milano, Feltrinelli, 1998.
  26. R.P. Weissberg, J.A. Durlak, C.E. Domitrovich e T.P. Gullotta, Social and Emotional Learning: Past, Present, and Future, cit., pp. 3-19.
  27. Un chiaro esempio è il coraggio, che in un’età «post-eroica» è sembrato scomparire dal novero delle virtù importanti, almeno per gli europei. È interessante il suo attuale ritorno sulla scena, nelle ricorrenze mediatiche e nei messaggi dei leader politici, ma su questo fenomeno non posso qui soffermarmi. Vedi R. Sheehan, L’età post-eroica. Guerra e pace nell’Europa contemporanea, Roma-Bari, Laterza, 2009.
  28. M.L. Hecht e Y. Shin, Culture and Social and Emotional Competencies, in J.A. Durlak, C.E. Domitrovich, R.P. Weissberg e T.P. Gullotta (a cura di), Handbook of Social and Emotional Learning. Research and Practice, cit., pp. 50-64.
  29. Hecht e Shin ne riconoscono l’importanza, ma sembrano concludere, in modo piuttosto paradossale dato l’intento «multiculturale» del loro approccio, che autonomia e razionalità stiano dal lato dell’individualismo (M.L. Hecht e Y. Shin, Culture and Social and Emotional Competencies, cit., pp. 57-58). Segnalo di passaggio che questa dimensione ha a che fare con le modalità riflessive di M.S. Archer, Structure, Agency and the Internal Conversation, Cambridge, Cambridge University Press, 2003; trad. it. La conversazione interiore. Come nasce l’agire sociale, Trento, Erickson, 2006. Il nesso tra queste due modellizzazioni è un tema interessante, che rimane da svolgere per una teoria della socializzazione.
  30. D.M. Hoffman, Reflecting on Social Emotional Learning: A Critical Perspective on Trends in the United States, in «Review of Educational Research», 79, 2, 2009, pp. 533-556.
  31. C. Brown, D.M. Maggin e M. Buren, Systematic Review of Cultural Adaptations of School-based Social, Emotional, and Behavioral Interventions for Students of Color, in «Education and Treatment of Children», 41, 4, 2018, pp. 431-456; P.W. Garner, D. Mahatmya, E.L. Brown e C.K. Vesely, Promoting Desirable Outcomes among Culturally and Ethnically Diverse Children in Social Emotional Learning Programs: A Multilevel Heuristic Model, in «Educational Psychology Review», 26, 2014, pp. 165-189; M. Koivula, M-L. Laakso, R. Viitala, M. Neitola, M. Hess e H. Scheithauer, Adaptation and Implementation of the German Social-emotional Learning Programme Papilio in Finland: A Pilot Study, in «International Journal of Psychology», 55, 1, 2020, pp. 60-69.
  32. C. Calhoun (a cura di), Dictionary of the Social Sciences, Oxford, Oxford University Press, 2002, p. 447.
  33. D. Geulen, Subjektorientierte Sozialisationstheorie. Sozialisation als Epigenese des Subjekts in Interaktion mit der gesellschaftlichen Umwelt, Weinheim-München, Juventa Verlag, 2005; A. Maccarini, Riflessività e identità nella società morfogenetica: ipotesi su una nuova paideia, in «Sociologia e politiche sociali», 2, 2016, pp. 9-33.
  34. Per dirla con Archer, una relation of concern (cfr. Being Human. The Problem of Agency, Cambridge, Cambridge University Press, 2000; trad. it. Essere umani. Il problema dell’agire, Genova-Milano, Marietti, 2007; Structure, Agency and the Internal Conversation, cit.). L’idea si avvicina al concetto di risonanza (H. Rosa, Resonanz. Eine Soziologie der Weltbeziehung, cit., con riferimento al nostro tema soprattutto pp. 246-298).
  35. M.S. Archer, Being Human. The Problem of Agency, cit.; Id., Structure, Agency and the Internal Conversation, cit.