Viaggio nelle character skills
DOI: 10.1401/9788815366962/c10
Capitolo decimo
Educare alle competenze non cognitive in Provincia di
Trento. Analisi delle pratiche delle scuole e sviluppo delle attività all’interno del
progettodi Francesco Pisanu, Maurizio Gentile, Giulia Poian e Laura Bisello
Notizie Autori
Francesco Pisanu Funzionario esperto per la sperimentazione in ambito educativo e formativo
per la Provincia di Trento. È stato ricercatore in area educativa presso IPRASE
del Trentino e direttore scientifico della rivista “RicercAzione”. Attualmente è
responsabile dell’Ufficio per la Valutazione delle Politiche Scolastiche nel
Dipartimento Istruzione e Cultura. È docente a contratto di Psicologia della
formazione e dell’orientamento all’Università di Trento.
Notizie Autori
Maurizio Gentile Professore associato di Didattica generale e Pedagogia speciale alla LUMSA
di Roma. Svolge e coordina attività di ricerca, empirica e teorica, e di
intervento sui seguenti temi: “cooperative learning”, scuola inclusiva,
valutazione formativa, strumenti e metodi di formazione dei docenti,
apprendimento e didattica, competenze non cognitive. Su questi argomenti ha al
suo attivo più di 100 pubblicazioni.
Notizie Autori
Giulia Poian Docente in distacco presso il Dipartimento Istruzione e Cultura della
Provincia di Trento nell’Ufficio per la Valutazione delle Politiche Scolastiche.
Svolge attività di ricerca e supporto alle scuole sulle competenze non cognitive
degli studenti e sulla cittadinanza attiva, con un focus particolare sulla
Shoah.
Notizie Autori
Laura Bisello Funzionario nel Dipartimento Istruzione e Cultura della Provincia di Trento
nell’Ufficio per la Valutazione delle Politiche Scolastiche. Si occupa, tra
l’altro, di autovalutazione delle scuole, di valorizzazione del merito dei
docenti e di competenze non cognitive degli studenti.
Il presente capitolo ha un duplice
scopo: descrivere procedure ed esiti dell’analisi delle pratiche messe in atto dalle scuole
fino al 2018 nell’ambito dello sviluppo delle competenze non cognitive dei propri studenti,
per ottenere un doppio raggruppamento di scuole da confrontare in termini di maggiore o
minore presenza di tali competenze e per testare i modelli causali di interesse nel
progetto; descrivere la struttura e l’applicazione del modello di intervento con le scuole
da parte dello staff di ricerca, che ha previsto la sperimentazione di un kit scuola, e di
una serie di processi, a livello docente e studente, per l’implementazione di un approccio
didattico, da realizzare in classe dai docenti, per lo sviluppo delle competenze non
cognitive degli studenti al termine del primo ciclo di istruzione in Trentino.
Il capitolo è organizzato seguendo
questa doppia ripartizione, con una coda finale di riflessione sull’ultimo anno di attività
per il fronteggiamento dell’emergenza didattica causata dal Covid-19.
1. Le pratiche sviluppate dalle scuole
Nel primo anno di progetto, in
parallelo alla raccolta dati a livello studente, è stata realizzata un’estesa analisi
delle pratiche già messe in atto dalle scuole per lo sviluppo e il potenziamento delle
competenze non cognitive. Tale analisi è stata necessaria inoltre per definire
successivamente due ¶{p. 244}gruppi di scuole e relativi studenti in
base alle tipologie di attività attivate e all’intensità di tale attivazione.
Per raggiungere questo scopo sono
stati raccolti e analizzati, per le scuole che hanno partecipato alla raccolta dati del
maggio 2018, i seguenti documenti:
• i progetti di orientamento inviati
dalle scuole per un precedente progetto di ricerca in Provincia di Trento:
• l’ultima versione dei Progetti di
Istituto, l’equivalente del Piano triennale dell’offerta formativa nazionale, che in
Trentino comprende una vasta sezione dedicata ai progetti speciali;
• eventuali progetti in atto sulle
competenze non cognitive, dalle informazioni presenti nei siti web delle scuole;
• il Piano di miglioramento di
tutte le scuole, che prevede un’apposita sezione, in Provincia di Trento, dedicata alle
attività particolari, su studenti, docenti e famiglie, per la realizzazione degli
obiettivi di risultato della scuola centrati sugli apprendimenti degli studenti.
Per completare le informazioni
raccolte è stato inoltre proposto, alle scuole che hanno partecipato alla prima raccolta
dati, un questionario, nella primavera del 2018, strutturato in maniera tale da
intercettare una breve descrizione di tali pratiche, eventuali collegamenti con le
competenze non cognitive proposte nel progetto (personalità e carattere, capitale
psicologico e motivazione), le classi coinvolte, le metodologie didattiche utilizzate,
incluse informazioni sulla valutazione.
Per quanto riguarda i progetti di
orientamento, sono stati analizzati più di 100 documenti risalenti al periodo 2012-2015,
di cui si è verificata però ancora l’attuale presenza all’interno della scuola (in molti
dei casi). I progetti sono riconducibili a tre principali macrocategorie: orientamento
informativo (ad es. le scuole aperte, fiere per l’orientamento, testimoni privilegiati,
ecc.), orientamento formativo (ad es. il ruolo orientativo delle singole
discipline-materie di studio, le esperienze di alternanza scuola-lavoro, ecc.),
orientamento come counseling (tutte le attività, in genere gestite
da esperti esterni alla scuola, per lo sviluppo di caratteristiche e competenze
individuali utili per le scelte orientative) e ¶{p. 245}progetti misti
(combinazioni tra le tre modalità precedenti). Ad esempio i progetti per combattere il
rischio disagio e dispersione scolastica frequentemente sono progetti misti in cui
troviamo una parte informativa (i percorsi scolastici nel secondo ciclo), una parte di
counseling (scoperta e rafforzamento delle identità degli
studenti) e una parte formativa (ruolo attivo dei docenti delle discipline nel
rafforzare le competenze e le caratteristiche individuali degli studenti per ridurre il
rischio abbandono).
Per quanto riguarda i Progetti
d’Istituto, sono stati analizzati i 72 documenti delle relative istituzioni scolastiche
in Provincia di Trento. I documenti presentano, per l’ultimo triennio utile (2017-2020)
non solo l’offerta formativa proposta dalla scuola, ma anche attività e progetti
speciali per lo sviluppo degli studenti. Rientrano in queste tipologie ad esempio i
progetti su macrotemi come la legalità e il civismo, oppure su temi più centrati su
abitudini e comportamenti quotidiani (ad es. sostenibilità, riuso, raccolta
differenziata). In genere si tratta di progetti che prevedono un qualche tipo di
coinvolgimento con soggetti del territorio (ad es. per i progetti sulla legalità è di
prassi il coinvolgimento delle forze dell’ordine; per la sostenibilità ambientale le
aziende municipalizzate locali che si occupano della gestione del ciclo dei rifiuti),
che vengono frequentemente realizzati anche al di fuori della scuola (ad es. non è
infrequente la realizzazione di visite anche di media durata, si pensi alle visite ai
territori confiscati alla mafia in Sicilia) e che non sempre hanno un collegamento
diretto con l’ecosistema degli apprendimenti degli studenti.
Per quanto riguarda i siti web
delle scuole, è stata fatta una scansione del materiale disponibile (tutte le scuole
hanno ovviamente un proprio sito web) nell’anno scolastico 2017-2018, soprattutto nelle
sezioni che in parte sono un prolungamento digitale dei documenti dei Progetti
d’Istituto, che hanno però un periodo di aggiornamento non triennale, ma decisamente più
frequente (ad es. trimestrale, semestrale). I progetti identificati sono spesso composti
da attività sviluppate dalla scuola in periodi successivi al rilascio del Progetto di
Istituto, ma di importanza equiparabile a ¶{p. 246}tali documenti. In
molti casi si tratta di attività proposte dall’esterno e con un coinvolgimento solo
superficiale delle scuole (il fatto che non siano rientrati all’interno del Progetto
d’Istituto significa che non sono il frutto di una pianificazione sul lungo termine
all’interno della scuola, ma di procedure di coinvolgimento più immediate e esogene; ad
esempio il progetto sulle competenze non cognitive presentato in questo volume rientra
all’interno di queste tipologie). Si tratta però frequentemente di attività molto solide
dal punto di vista scientifico e organizzativo e dunque spesso non secondarie nella vita
delle istituzioni scolastiche e formative. Esempi di tali progetti sono l’applicazione
locale del modello delle life skills dell’OMS che è stato applicato
in alcune scuole superiori; oppure progetti per lo sviluppo della resilienza negli
studenti nel primo ciclo di istruzione (ad es. il progetto Horizon 2020-UPRIGHT della
Fondazione Bruno Kessler di Trento), o di sviluppo del capitale psicologico degli
studenti (ad es. il progetto #Fuoricentro - coltiviamo le
periferie, della Fondazione Trentina per il Volontariato Sociale finanziato dalla
Fondazione per il Sud-Associazione con i Bambini, che ha un focus specifico sullo
sviluppo della comunità educante nei territori di montagna).
Per quanto riguarda il Piano di
miglioramento, in questo caso sono stati analizzati i documenti prodotti nel periodo
d’interesse, che non hanno intercettato tutte le scuole, ma solo una parte (nel periodo
di scansione e analisi il Piano di miglioramento, all’interno del sistema provinciale di
valutazione trentino, non era ancora obbligatorio per tutte le scuole, ma in fase
sperimentale). Il Piano di miglioramento può contenere una serie di informazioni,
seppure in formato sintetico, legate allo svolgimento di attività e progetti connessi
con gli obiettivi di apprendimento degli studenti (INVALSI, rendimenti scolastici,
certificazioni di competenze, carriere scolastiche post primo ciclo, e post diploma). Si
tratta dunque di un ultimo filtro nel quale possono rientrare attività che non sono
state precedentemente tracciate nei Progetti di Istituto, nei siti web o in altri
contenitori di progetto specifici. Si tratta frequentemente di attività che coinvolgono
i docenti (formazione, sviluppo professionale, ¶{p. 247}sperimentazione
di pratiche educative) per avere un impatto successivo sugli studenti e sui loro
apprendimenti. Ad esempio molte attività gestite in collaborazione con IPRASE (di tipo
formativo) rientrano in questa tipologia, e possono riguardare metodologie didattiche
attive (apprendimento cooperativo, pratiche di inclusione, uso delle ICT in classe,
ecc.), oppure temi più generali di organizzazione della didattica e dell’innovazione.
Per quanto riguarda il questionario
proposto alle scuole, sono state analizzate circa 20 risposte, per complessive 45
pratiche e progetti descritti. Queste attività sono state descritte dai rispondenti come
legate in prevalenza a tratti di personalità come la gradevolezza, a componenti del
capitale psicologico come l’autoefficacia, e alla motivazione allo studio. Esempi di
progetti centrati sulla gradevolezza riguardano la promozione di una didattica positiva
volta alla collaborazione, alla creazione di relazioni serene, alla riflessione su
azioni che si possono attuare per migliorare l’ambiente in cui si vive con uno sguardo
solidale verso coloro che possono essere in temporanea difficoltà. Esempi di progetti
centrati sull’autoefficacia riguardano, ad esempio la promozione di sani stili di vita e
in particolar modo, una partecipazione consapevole e attiva dei giovani del territorio
di appartenenza. Infine, esempi di progetti sulla motivazione allo studio, riguardano
l’utilizzo di strategie legate all’apprendimento informale (in attività nell’ambiente
naturale esterno alla scuola), in cui sviluppare oltre alle dimensioni cognitive, anche
quelle affettive, curando interessi, attitudini e motivazioni degli alunni.
Il materiale raccolto nella
primavera del 2018 è stato inserito all’interno di un unico database di analisi, con una
serie di campi appositamente dedicati al contenuto e descrizione dei progetti e delle
attività. Due ricercatori hanno in contemporanea realizzato un’analisi del contenuto di
tale database, partendo da un primo protocollo di analisi centrato sui seguenti punti:
• presenza di riferimenti diretti
e/o indiretti all’ecosistema concettuale delle competenze non cognitive proposto
all’interno del progetto (Big Five, capitale psicologico,
motivazione), in base al tema principale trattato;
¶{p. 248}
Note