Francesca Biondi Dal Monte, Simone Frega (a cura di)
Contrastare la dispersione scolastica
DOI: 10.1401/9788815413369/c2
Nello specifico, il Piano dopo aver fornito un inquadramento del contesto dell’intervento (sezione Background), richiama nella seconda e terza sezione il quadro di riferimento e i principali orientamenti per la progettazione degli ambienti di apprendimento innovativi (Next Generation Classrooms) e dei laboratori per le professioni digitali del futuro (Next Generation Labs). Il Piano mette dunque in stretta correlazione la digitalizzazione del sistema di istruzione e la creazione di nuovi spazi di apprendimento [59]
, richiamando anche la
{p. 60}definizione proposta dall’OCSE di ambiente di apprendimento innovativo, quale insieme organico che abbraccia l’esperienza di apprendimento organizzato per determinati gruppi di studenti intorno a un singolo «nucleo pedagogico», più ampio di una classe o di un programma; esso include le attività e i risultati di apprendimento ma non è solo un luogo dove si tiene l’apprendimento e beneficia di una leadership comune relativamente alle decisioni di progettazione su come migliorare l’apprendimento per i suoi partecipanti [60]
.
Con particolare riferimento alle Next Generation Classrooms, si prevede la progettazione di spazi adatti alle pedagogie innovative, per favorire apprendimento attivo e collaborativo, con didattica personalizzata, relazioni, motivazione, benessere emotivo, peer learning, problem solving e co-progettazione. Tra le dotazioni si richiamano, tra i vari, gli arredi modulari e flessibili per consentire rapide riconfigurazioni, i dispositivi per la fruizione di contenuti attraverso la realtà virtuale e aumentata e per esperienze immersive, i dispositivi per lo studio delle STEM, per la creatività digitale, per l’apprendimento del pensiero computazionale, dell’intelligenza artificiale e della robotica, l’integrazione tra aula fisica e ambiente/piattaforma virtuale, per incoraggiare nuove dimensioni di apprendimento ibrido.
Con riferimento, invece, ai Next Generation Labs [61]
si evidenzia la necessità di realizzare laboratori per le professioni {p. 61}digitali del futuro nelle scuole secondarie di secondo grado, al fine di fornire competenze digitali specifiche, con effettiva simulazione di luoghi, strumenti e processi legati alle nuove professioni, introducendo attrezzature digitali avanzate, avvicinando la formazione alle nuove competenze richieste dal mondo del lavoro. Tra gli ambiti tecnologici individuati figurano la robotica e l’automazione, l’intelligenza artificiale, la cybersicurezza, la modellazione e stampa 3D/4D, l’elaborazione, analisi e studio dei big data. Tra i settori economici richiamati, vi sono quello agroalimentare, dell’automotive, dell’ICT, delle costruzioni, della transizione verde.
L’ultima parte del Piano contiene una roadmap con un piano di attuazione, prevedendo altresì un sistema informativo di monitoraggio e di rendicontazione online. Le scuole saranno chiamate a gestire le azioni di progettazione, allestimento e utilizzo dei nuovi ambienti e dei laboratori secondo un cronoprogramma nazionale. Le risorse sono state assegnate alle scuole secondo un piano di riparto nazionale rivolto a tutte le istituzioni scolastiche italiane, tenendo conto di una riserva di almeno il 40% delle risorse a favore delle scuole del Mezzogiorno [62]
.
La realizzazione degli ambienti innovativi di apprendimento e dei laboratori per le professioni digitali del futuro è prevista per giugno 2024 e l’entrata in funzione avverrà per l’a.s. 2024-2025 [63]
.{p. 62}

5. Rilievi conclusivi

Numerosi sono gli interventi previsti nell’ambito del PNRR a conferma della multidimensionalità del fenomeno della dispersione scolastica e della necessità di intervenire su più aspetti, tra loro connessi. Tuttavia, sia che si parli di formazione, sia che si parli di counseling e orientamento, sia che si parli di programmi e didattica innovativa (con trasformazione degli spazi), il comune denominatore delle varie misure è rintracciabile nel potenziamento dei servizi per lo studente/studentessa. Occorre mettere al centro la persona nei vari interventi indirizzati al mondo della scuola, attraverso una strategia integrata che sia in grado di prevenire ma anche di intervenire, laddove ce ne sia bisogno, combinando misure universali, rivolte al sistema scolastico nella sua generalità, con disposizioni mirate e/o individualizzate [64]
.
Positiva è in questa direzione la valorizzazione della motivazione e dei talenti di ogni discente all’interno e all’esterno della scuola e la necessità di investire sull’approccio inclusivo della didattica curricolare ed extracurricolare delle istituzioni scolastiche in un’ottica di personalizzazione dell’apprendimento. Tale approccio si pone in relazione con la lettura sistematica degli artt. 2, 3 e 34 Cost., dalla quale discende – come si è cercato di argomentare nel presente scritto – anche un «diritto a non disperdersi», strettamente connesso all’effettività del diritto all’istruzione, e cioè alla necessità che nel percorso scolastico siano debitamente considerate le caratteristiche di ciascun discente, affinché ne possa trarre il massimo profitto per il «pieno sviluppo della persona umana» e «l’effettiva partecipazione all’organizzazione politica, economica e sociale del paese», come indicato all’art. 3 Cost. Il diritto a non disperdersi si lega dunque alla necessità di promuovere una didattica individualizzata e personalizzata: aspetti questi maggiormente esplorati nell’ambito dei bisogni educativi speciali, ma {p. 63}meritevoli di trovare un’applicazione più ampia [65]
dinanzi alla complessità della popolazione scolastica e all’unicità di ogni studente/studentessa, con inclinazioni, talenti e vissuti differenti. Del resto anche gli stessi sistemi educativi sono complessi e caratterizzati da ampie diversità al loro interno e in comparazione con altri sistemi [66]
.
Come noto la scuola si colloca anche in un certo contesto territoriale e di rete, che vede significative differenze tra Nord e Sud Italia, tra centro e periferie: per tali ragioni i consistenti finanziamenti previsti dal PNRR sono destinati anche a ridurre gli elevati divari territoriali. Tuttavia la possibilità di raggiungere gli obiettivi prefissati è rimessa in primo luogo alle istituzioni scolastiche, che si trovano dinanzi a prospettive di crescita inedite ma al contempo assai complesse da cogliere, anche sotto il profilo amministrativo e organizzativo. Come ricordato anche nel Quadro strategico per il successo scolastico [67]
, ogni strategia per essere efficace, dovrebbe avvalersi «di rigorosi sistemi di raccolta di dati e di monitoraggio negli Stati membri, al livello adatto alle circostanze nazionali, e non dovrebbe imporre un inutile onere amministrativo supplementare agli istituti di istruzione».
Occorre dunque assicurare, da un lato, il necessario supporto alle istituzioni scolastiche, e dall’altro garantire l’attuazione e il monitoraggio degli interventi attraverso la raccolta di dati e l’aggiornamento sugli stati di avanzamento delle misure finanziate.
Sotto il primo profilo si segnala l’istituzione presso il Ministero dell’Istruzione e del Merito, in posizione di indipendenza funzionale e organizzativa, di una Unità di missione di livello dirigenziale generale per l’attuazione degli interventi del Piano nazionale di ripresa e resilienza, attiva {p. 64}fino al completamento dell’attuazione dei predetti interventi e, comunque, non oltre il 31 dicembre 2026. Viene inoltre incrementato il personale presso l’Amministrazione centrale e presso gli Uffici scolastici regionali per la costituzione del Gruppo di supporto alle scuole per il PNRR, al fine di assicurare «un costante accompagnamento alle istituzioni scolastiche per l’attuazione degli investimenti del PNRR, con il coordinamento funzionale dell’Unità di missione per il PNRR» [68]
.
Sotto il secondo profilo, occorre incrementare la disponibilità dei dati relativi agli interventi realizzati, al fine di garantire una maggiore trasparenza nei processi, sia in relazione all’effettiva attuazione degli interventi attesi, sia in relazione alle risorse impegnate e spese. I siti istituzionali dedicati contribuiscono a tale obiettivo, anche se la tecnicità dei temi spesso incide sulla possibilità di verificare in itinere i processi in corso, oltre che l’impatto a breve termine. Particolarmente importante, a tal fine, è anche la qualità del dato e la sua effettiva accessibilità, affinché possa essere compreso, studiato ed eventualmente elaborato [69]
. Nel medio
{p. 65}e lungo periodo, sarà dunque necessario consolidare i dati raccolti, anche ai fini della valutazione delle politiche messe in campo, per misurarne i risultati, programmare eventuali modifiche, garantire la sostenibilità futura degli interventi. Perché il contrasto dispersione scolastica sia una priorità anche nel domani.
Note
[59] Per un approfondimento del tema si rinvia al contributo di R. Carro e E. Mosa e al contributo di M. Orsi in questo volume. Si richiama altresì il modello INDIRE degli 1+4 spazi educativi per la scuola del terzo millennio, divenuto un manifesto e disponibile al sito https://www.indire.it/progetto/ll-modello-1-4-spazi-educativi. Sullo spazio che educa si veda S. Carreras, Ora o mai più. Le storie di chi ha il coraggio di costruire il futuro, Milano, Chiarelettere, 2022, pp. 29 ss.; R. Furfaro, La buona scuola. Cambiare le regole per costruire l’uguaglianza, Milano, Feltrinelli, 2022, pp. 135 ss.
[60] OECD, The OECD Handbook for Innovative Learning Environments, Paris, OECD Publishing, 2017, p. 16. Sul tema si veda anche Unesco, In Pursuit of Smart Learning Environments for the 21st Century, Bangkok, Unesco International Bureau of Education, 2017.
[61] Cfr. Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle Regioni, Bussola per il digitale 2030: il modello europeo per il decennio digitale, Bruxelles, 9 marzo 2021, COM(2021) 118 final.
[62] Cfr. decreto del ministro dell’Istruzione 8 agosto 2022, n. 218, relativo al riparto delle risorse fra le istituzioni scolastiche per l’attuazione del Piano Scuola 4.0 nell’ambito dell’Investimento 3.2 del PNRR: scuole innovative, cablaggio, nuovi ambienti di apprendimento e laboratori (registrato alla Corte dei conti al n. 2245 del 2 settembre 2022).
[63] Piano Scuola 4.0, p. 37. Più in generale l’azione si connette con l’Investimento 2.1, della Missione 4, Componente 1, Didattica digitale integrata e formazione sulla transizione digitale del personale scolastico. Tra le attività previste, figura anche lo sviluppo di un polo nazionale italiano sull’educazione digitale per la formazione di docenti e personale scolastico.
[64] Tali sollecitazioni provengono anche dalla già citata Raccomandazione del Consiglio del 28 novembre 2022, ove vengono individuate le misure di prevenzione, di intervento e di compensazione.
[65] Sul tema cfr. G. Matucci, Dall’inclusione all’universalizzazione. Itinerari di sviluppo della Scuola nella Costituzione, in Id. (a cura di), Diritto all’istruzione e inclusione sociale. La scuola «aperta a tutti» alla prova della crisi economica, Milano, Franco Angeli, 2019, p. 58.
[66] K. Robinson e L. Aronica, Creative Schools, London, Penguin, 2015, p. 63.
[67] Si veda l’allegato alla citata Raccomandazione del Consiglio del 28 novembre 2022.
[68] Cfr. art. 8, comma 1, del d.l. n. 77/2021, recante Governance del Piano nazionale di ripresa e resilienza e prime misure di rafforzamento delle strutture amministrative e di accelerazione e snellimento delle procedure, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 108/2021 e art. 47 del d.l. n. 36/2022, recante Ulteriori misure urgenti per l’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza, convertito con modificazioni dalla legge n. 79/2022, che richiama anche le équipe formative territoriali, già costituite ai sensi dell’art. 1, comma 725, della legge n. 145/2018. Sul tema si vedano anche il d.m. n. 284 del 21 settembre 2021 (decreto del ministro dell’Istruzione di concerto con il ministro dell’Economia e delle Finanze) di istituzione dell’Unità di missione di livello dirigenziale generale per l’attuazione degli interventi del Piano nazionale di ripresa e resilienza, e il decreto del ministro dell’Istruzione n. 341 del 30 novembre 2021, recante l’individuazione degli ulteriori uffici di livello dirigenziale non generale dell’Unità di missione per l’attuazione degli interventi del PNRR presso il Ministero dell’Istruzione.
[69] Sul punto si vedano le richieste di Openpolis in merito alla completezza dei dati, anche alla luce della revisione del PNRR, su cui si rinvia al sito www.openpolis.it (sez. Revisione PNRR). Per un quadro delle modifiche alle misure del Piano per missione, oltre ai risultati del secondo semestre del 2023, cfr. Quarta relazione sullo stato di attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza, 22 febbraio 2024.