Francesca Biondi Dal Monte, Simone Frega (a cura di)
Contrastare la dispersione scolastica
DOI: 10.1401/9788815413369/c24

Capitolo ventiquattresimo Orientamento universitario, merito e mobilità sociale
di Sara Barsanti, responsabile U.O. Orientamento e Seasonal School presso la Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa

Abstract
Il capitolo esamina il sistema di orientamento e mentoring universitario “MeMo” (Merito e Mobilità Sociale) della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, che si propone di intervenire in modo incisivo e sistematico per favorire il pieno sviluppo dei talenti e la mobilità sociale. Il progetto prevede l’accompagnamento verso la scelta degli studi universitari di studentesse e studenti delle scuole secondarie superiori con ottimi risultati scolastici e provenienti da possibili contesti di fragilità socioeconomica. Il capitolo approfondisce le caratteristiche del progetto, nato nel 2013 e dal 2017 strutturato annualmente, e l’impatto che ha avuto sui giovani.

1. Il progetto «MeMo» e il contesto di riferimento: realizzare la giustizia sociale e ribaltare i destini

La mobilità sociale in Europa, e ancor più in Italia, attraversa un periodo di preoccupante stallo e condiziona seriamente l’equità dei processi di sviluppo del nostro paese. Fattori come il reddito familiare, il livello di istruzione dei genitori, la provenienza e il contesto sociale ed economico continuano a influenzare le opportunità di accesso e di successo negli studi universitari.
Come rilevato dal rapporto dell’OECD [1]
, in Italia i/le giovani, i cui genitori hanno un basso livello di istruzione, hanno quasi il 70% di possibilità di avere un basso titolo di studio, contro una media OCSE del 40%, e una probabilità pari a meno del 6% di avere un titolo di studio più alto (media OCSE 12%). Ancora, i/le giovani, i cui genitori hanno invece titoli di studio alti, possiedono circa un 60% di possibilità di mantenere alti livelli di istruzione e il 10% di avere un titolo di studio più basso dei genitori, in linea con la media OCSE.
Considerando alcuni dati più recenti, provenienti da fonti italiane, la quota di laureati in Italia con almeno un genitore laureato è aumentata: dal 27,2% nel 2012 è passata al 31% nel 2022. L’incremento è più marcato tra i figli di genitori con diploma: la quota di laureati è passata dal 23,4% al 36,4%. Tuttavia, le disparità persistono. La probabilità {p. 312}di laurearsi è ancora molto più alta per i figli di genitori laureati ed è pari a 75%, 48% per i figli di genitori con il diploma e si riduce al 12% per i figli di genitori con la licenza media (Almalaurea [2]
, INAPP [3]
).
Questi dati testimoniano una scarsa mobilità intergenerazionale in termini educativi, che può tradursi anche in scarsa mobilità economica e sociale: chi è in basso nella scala sociale rimane in basso e chi è in alto rimane in alto, con un effetto non solo di pavimento «appiccicoso», ma anche di soffitto «appiccicoso». L’accesso all’istruzione universitaria ha il potenziale di rompere il ciclo della povertà, consentendo agli individui di accedere a opportunità che non sarebbero raggiungibili in altro modo e di promuovere quindi la mobilità sociale, concetto centrale che rende concreta l’opportunità di miglioramento economico e sociale.
Da simili premesse nasce il sistema di orientamento e mentoring universitario MeMo (Merito e Mobilità Sociale) della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa: con questo percorso la Scuola Sant’Anna istituisce una linea di azione specifica nell’ambito dei programmi di orientamento, intervenendo in modo incisivo e sistematico per favorire il pieno sviluppo dei talenti e la mobilità sociale. MeMo prevede l’accompagnamento di studentesse e studenti delle scuole secondarie superiori con ottimi risultati scolastici e provenienti da possibili contesti di fragilità socioeconomica, da parte di allieve e allievi della Scuola Superiore Sant’Anna, in collaborazione con la Scuola Normale Superiore e la Conferenza dei Collegi Universitari di Merito, verso la scelta degli studi universitari attraverso molteplici canali e strumenti. MeMo [4]
è nato nel 2013 dapprima come un percorso sperimentale (triennio 2013-2016) e poi, dal 2017, come un percorso strutturato, che coinvolge annualmente oltre 360 studenti {p. 313}e studentesse di licei, istituti tecnici e professionali di tutta Italia provenienti da famiglie a bassa scolarizzazione. Nel 2023 il Ministero dell’Istruzione e del Merito ha firmato un protocollo di intesa sul progetto.
Due sono i caratteri distintivi del sistema MeMo:
1) si rivolge, grazie a una stretta collaborazione con i docenti delle scuole secondarie superiori, a studentesse e studenti con ottimi risultati scolastici e con genitori non laureati, al fine di considerare il «punto di partenza» di ciascuno e assicurare strumenti e possibilità eque e diversificate. Saranno i c.d. first student generation;
2) prevede un percorso lungo quasi un anno in cui il punto centrale è l’accompagnamento delle e dei partecipanti dalle e dai tutor, ovvero allievi e allieve che sono passati da pochi anni, se non mesi, da quelle stesse sensazioni e incertezze che caratterizzano il periodo della fine del percorso scolastico e possono, dunque, supportare al meglio, in pieno spirito peer-to-peer, ragazzi e ragazze che approcciano questa fase delicata della loro vita.
Il coinvolgimento di studentesse e studenti avviene al quarto anno delle scuole superiori e consiste in un percorso di accompagnamento alla scelta post-diploma con un duplice obiettivo: da un lato, soddisfare le esigenze di carattere informativo, predisponendo incontri e presentazioni sui percorsi di laurea, gli sbocchi lavorativi, le possibilità di finanziamento degli studi (in primis i bandi regionali per il diritto allo studio) e in generale il mondo dell’università, andando così a colmare le asimmetrie informative che troppo spesso condizionano i processi di scelta degli studenti provenienti da contesti fragili. Dall’altro, attivare processi di autosviluppo e autoconsapevolezza che supportino una scelta post-diploma il più possibile ponderata e consapevole e che contribuiscano a dotare gli studenti delle competenze tecniche e trasversali utili per accedere a un percorso di studi universitario e portarlo a termine con successo. Il percorso si snoda su alcuni momenti fondamentali:
1) incontri territoriali tra i/le partecipanti e le allieve e gli allievi tutor, sulla base della residenza. Le visite consistono in due incontri periodici nelle scuole superiori partner in {p. 314}cui sono trasmesse informazioni sul mondo universitario (percorsi di studio, sbocchi lavorativi, opportunità per borse di studio, opportunità di studio/tirocinio all’estero ecc.) e condivise le esperienze degli studenti tutor secondo un approccio peer to peer;
Fig. 1. Un esempio di calendario delle attività di MeMo.
2) internship residenziale: il programma prevede che gli studenti partecipanti al progetto si rechino a rotazione alla Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa per un periodo di orientamento residenziale di 3 giorni, nel quale hanno l’occasione di confrontarsi sui temi legati alla scelta post-diploma e sperimentare in prima persona l’esperienza universitaria, visitando i laboratori di ricerca e vivendo l’«esperienza Sant’Anna» condividendo i servizi collegiali (collegio, mensa ecc.) e prendendo parte alle attività culturali e ricreative degli allievi. Lezioni, incontri di discussione, simulazioni di test di accesso universitari e percorsi di mentoring personalizzati sono alcuni esempi di attività che caratterizzano MeMo. La figura 1 descrive in sintesi le attività nel corso dell’anno scolastico.
Il sistema MeMo, oltre la Scuola Sant’Anna, vede coinvolti diversi stakeholders che contribuiscono alla sua riuscita. Parte delle spese sono finanziate dal PNRR, Missione 4, Istruzione e Ricerca, Investimento 1.6, Orientamento attivo nella transizione scuola-università. Inoltre, alcune fondazioni contribuiscono con finanziamenti specifici, tra cui la Fondazione Il Talento all’Opera Onlus [5]
e la Fondazione Bernardo Villa Gicaber.

2. I risultati ottenuti e l’impatto del sistema «MeMo»: «come se ci fosse qualcuno a cui veramente interessasse il mio futuro e lo sviluppo del mio potenziale»

Per l’edizione 2020-2021 dei 360 partecipanti selezionati, 3 sono stati ammessi alla Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, a testimonianza non solo dell’impatto che ha avuto il
{p. 316}percorso MeMo, ma anche del riconoscimento del merito dei partecipanti selezionati per il percorso.
Note
[1] OECD, A Broken Social Elevator? How to Promote Social Mobility, 2018.
[4] S. Nuti e A. Ghio (a cura di), Obiettivo mobilità sociale. Sostenere il merito per creare valore nel sistema Paese, Bologna, Il Mulino, 2017.