Il soggiorno obbligato
DOI: 10.1401/9788815412584/c8
Nicola Vanacore L’istituzionalizzazione impropria delle persone con demenza: tentativo di caratterizzazione di un fenomeno complesso
Notizie Autori
Nicola Vanacore
è responsabile dell’Osservatorio Demenze dell’Istituto Superiore di Sanità e direttore del reparto Promozione e valutazione delle politiche di prevenzione delle malattie croniche presso il Centro nazionale per la prevenzione delle malattie e promozione della salute dell’Istituto Superiore di Sanità. Componente del Tavolo nazionale permanente sulle demenze, istituito dal Ministero della salute, ha partecipato come componente del Comitato tecnico-scientifico al gruppo di sviluppo della linea-guida Diagnosi e trattamento di demenza e Mild Cognitive Impairment nell’ambito del programma prioritario di Linee Guida stabilito dal Comitato Strategico del Sistema Nazionale Linee Guida (SNLG).
Abstract
In Italia esiste una criticità a tracciare in un flusso nazionale le strutture residenziali e semiresidenziali e i relativi ospiti in quanto diverse sono le denominazioni adottate dalle singole Regioni e Province Autonome differenti sono le funzioni di tipo sanitario e sociale. Secondo il report dell’ISTAT del 21 novembre del 2022, in Italia, al 31 dicembre 2020 sono 12.630 i presidi residenziali attivi con un’offerta di circa 412 mila posti letto, sette ogni 1.000 persone residenti. Le unità socio-sanitarie assistono prevalentemente utenti anziani non autosufficienti, destinando a questa categoria di ospiti il 75% dei posti letto disponibili, mentre agli anziani autosufficienti e alle persone con disabilità sono destinati, rispettivamente, il 9% e il 7% dei posti letto. La carenza in Italia di un sistema informativo integrato sociosanitario delle strutture residenziali impedisce di rilevare con esattezza le presenza delle persone con demenza in questo setting assistenziale. In particolare, questo flusso informativo delle prestazioni residenziali e semiresidenziali (flusso FAR), inserito all’interno del Nuovo Sistema Informativo Nazionale (NSIS), prevede nel tracciato record relativo alla caratterizzazione della prestazione una valutazione dell’area cognitiva e dei disturbi comportamentali dell’assistito.
1. Introduzione
In Italia esiste una criticità a
tracciare in un flusso nazionale le strutture residenziali e semiresidenziali e i
relativi ospiti in quanto diverse sono le denominazioni adottate dalle singole Regioni e
Province Autonome (RSA, Casa residenza per anziani non autosufficienti, Case di riposo,
Case protette, Residenze protette, Istituti di riabilitazione geriatrica, Lungodegenze
riabilitative...) e differenti sono le funzioni di tipo sanitario e sociale con
intensità di assistenza graduate in modo diverso, così come differenti sono le
competenze del Ministero della salute e delle politiche sociali. Il 31 marzo 2023 è
entrata in vigore la legge-delega per la non autosufficienza (legge 23 marzo 2023, n.
33) che prevede l’istituzione di un Sistema Nazionale Assistenza Anziani (SNA) e
un’integrazione dei sistemi informativi per le persone anziane non autosufficienti.
Le persone con demenza rappresentano
sicuramente la maggiore componente di questa categoria di persone anziane non
autosufficienti. In una revisione sistematica sulla prevalenza dei disturbi psichiatrici
nella popolazione anziana residente nelle long term facilities è
stato stimato che il 58% degli ospiti è affetto da demenza e che il 78% di questi
presenta disturbi comportamentali [Seitz et al. 2010]. Inoltre, nel
progetto europeo Shelter (Services and Health for Elderly in Long TERm care), che ha
coinvolto 57 nursing homes di otto Paesi, è stato stimato che il
68% dei residenti aveva un problema cognitivo [Onder et al. 2012].
Più recentemente in un altro progetto europeo – PACE (Palliative Care for Older People)
– il 73% dei deceduti in strutture residenziali italiane presentava una demenza
moderata-severa a fronte del 48% rilevato nel Regno Unito [Honinx et
al. 2019].
In uno studio condotto su 10.405
persone con demenza, ospiti in strutture residenziali svedesi, il 75,5% presenta almeno
uno dei 12 disturbi comportamentali valutati dalla scala Neuropsychiatric Inventory come
¶{p. 198}clinicamente rilevanti [Schwertner et al.
2022] e quindi con conseguenze impattanti nella gestione di questi pazienti. A questo
riguardo si segnala uno studio sulle prescrizioni farmaceutiche effettuate nel 2019 in
802 strutture residenziali di cinque Regioni italiane ove il consumo complessivo di
antidepressivi, antipsicotici e benzodiazepine è stato pari a circa 90 dosi definite
giornaliere per 100 giorni di degenza indicando quindi che in media quasi tutti gli
ospiti hanno ricevuto almeno una prescrizione di questi farmaci [Zito et
al. 2023].
Questo contributo ha la finalità di
proporre un’analisi e di stimolare la discussione sul fenomeno
dell’istituzionalizzazione impropria delle persone con demenza.
2. La definizione delle prestazioni residenziali e semiresidenziali per gli anziani in Italia
La Commissione per la definizione e
l’aggiornamento dei Livelli essenziali di assistenza istituita dal Ministero della
salute nel maggio del 2007 ha definito le prestazioni residenziali e semiresidenziali
introducendo «una classificazione su codici di attività utilizzabile sia come
classificazione delle prestazioni che come elemento di individuazione dei “nuclei
erogativi” in base alle loro caratteristiche tecnico-organizzative» [Commissione
nazionale per la definizione e l’aggiornamento dei livelli essenziali di assistenza
2007].
Ecco l’elenco e la definizione dei
codici:
R1:
Prestazioni erogate in nuclei specializzati (Unità di Cure Residenziali Intensive) a
pazienti non autosufficienti richiedenti trattamenti intensivi, essenziali per il
supporto alle funzioni vitali come ad esempio: ventilazione meccanica e assistita,
nutrizione enterale o parenterale protratta, trattamenti specialistici ad alto impegno
(tipologie di utenti: stati vegetativi o coma prolungato, pazienti con gravi
insufficienze respiratorie, pazienti affetti da malattie neurodegenerative progressive,
ecc.).
R2:
Prestazioni erogate in nuclei specializzati (Unità di Cure Residenziali Estensive) a
pazienti non autosufficienti con elevata necessità di tutela sanitaria: cure mediche e
infermieristiche quotidiane, trattamenti di recupero funzionale, somministrazione di
terapie e.v., nutrizione enterale, lesioni da decubito profonde, ecc.
R2D:
Prestazioni erogate in nuclei specializzati (Nuclei Alzheimer) a pazienti con demenza
senile nelle fasi in cui il disturbo mnesico è associato a disturbi del comportamento
e/o dell’affettività che richiedono trattamenti estensivi di carattere riabilitativo,
riorientamento e tutela personale in ambiente «protesico».¶{p. 199}
R3:
Prestazioni di lungoassistenza e di mantenimento, anche di tipo riabilitativo, erogate a
pazienti non autosufficienti con bassa necessità di tutela sanitaria (Unità di Cure
Residenziali di Mantenimento).
SR:
Prestazioni semiresidenziali – Trattamenti di mantenimento per anziani erogate in centri
diurni.
SRD:
Prestazioni semiresidenziali demenze – prestazioni di cure estensive erogate in centri
diurni a pazienti con demenza senile che richiedono trattamenti di carattere
riabilitativo, riorientamento e tutela personale.
Nello stesso documento si afferma
che «le prestazioni individuate con i codici di attività R1, R2, R2D sono riferibili
alla erogazione di “cure intensive o estensive” ad elevata integrazione sanitaria,
mentre le prestazioni individuate con i codici di attività R3 sono convenzionalmente
riferibili ad “assistenza e terapie di mantenimento”, classificabili come prestazioni
sanitarie a rilevanza sociale».
3. L’offerta residenziale in Italia
Secondo il report dell’ISTAT del 21
novembre del 2022, in Italia, al 31 dicembre 2020 sono 12.630 i presidi residenziali
attivi con un’offerta di circa 412 mila posti letto, sette ogni 1.000 persone residenti.
Le «unità di servizio» che operano al loro interno ammontano a 15.354 e dispongono
complessivamente di 411.992 posti letto, sette ogni 1.000 residenti. La distribuzione
geografica per macro-aree di questo posti letto è la seguente: Nord-Ovest (n = 153.028);
Nord-Est (n = 114.776); Centro (n = 66.178); Sud (n = 45.198); Isole (n = 32.812) [ISTAT
2022].
Delle oltre 15 mila unità di
servizio la maggior parte è di tipo socio-sanitario. Le «unità di servizio» che erogano
assistenza socio-sanitaria sono infatti 8.976 per un ammontare di circa 319 mila posti
letto (il 77% dei posti letto complessivi). L’offerta residenziale si riduce
sensibilmente per le «unità di servizio» che svolgono prevalentemente funzione di tipo
socio-assistenziale: le unità così classificate ammontano a 6.378 e dispongono in totale
di 93.070 posti letto, pari al 23% dei posti letto complessivi [ISTAT 2022].
Le unità socio-sanitarie assistono
prevalentemente utenti anziani non autosufficienti, destinando a questa categoria di
ospiti il 75% dei posti letto disponibili, mentre agli anziani autosufficienti e alle
persone con disabilità sono destinati, rispettivamente, il 9% e il 7% dei posti letto.
La quota residuale è rivolta alle altre tipologie di utenza. In Italia sono oltre 255
mila gli anziani ultra-sessantaquattrenni ospiti delle strutture residenziali, poco più
di 18 per 1.000 anziani residenti; di questi, oltre 14 sono in condizione di non
autosufficienza (per un totale di 202.174 ¶{p. 200}anziani non
autosufficienti). La componente femminile prevale nettamente su quella maschile: su
quattro ospiti anziani, tre sono donne [ISTAT 2022].
Non sono disponibili dati ufficiali
a livello nazionale sul numero di strutture residenziali suddivise per i codici R1, R2,
R2D e R3. Tuttavia, nel documento del Ministero della salute citato precedentemente
viene eseguita una stima del numero di posti letto per codici di attività attivabili
nell’arco di un quinquennio (tabella 1.5) pari a 381.546, suddivisi rispettivamente per
3.270 (R1), 73.039 (R2), 54.507 (R2D), 218.026 (R3), 16.352 (SR) e 16.352 (SRD). In
sintesi, su 348.842 posti letto ipotizzabili in un arco di un quinquennio in strutture
residenziali lo 0,93% avrebbe avuto un codice R1, il 20,9% un codice R2, il 15,6% un
codice R2D e il rimanente 62,5% un codice R3.
Se si applicano queste percentuali
al numero di 319.000 posti letto riportati nell’ultimo report dell’ISTAT relativo alle
strutture residenziali che erogano assistenza socio-sanitaria è possibile stimare 2.966
posti letto con R1, 66.671 con R2, 49.764 con R2D e 199.375 con R3.
3.1. Il «case study» della Regione Marche
Secondo il manuale operativo
della Regione Marche relativo ai requisiti di autorizzazione delle strutture extra
ospedaliere residenziali e semiresidenziali nella Residenza sanitaria assistenziale
per persone con demenza (R2D) l’utenza presenta un «relativo livello di intensità
assistenziale: persone non autosufficienti con demenza che, pur non presentando
particolari criticità e sintomi complessi, richiedono elevata tutela sanitaria con
continuità assistenziale e presenza infermieristica sulle 24 ore (un infermiere di
notte ogni 60 posti letto massimo)» mentre nella Residenza protetta per persone con
demenza (R3D) l’utenza presenta «relativo livello di intensità assistenziale:
persone con deficit cognitivi ma con basso livello di disturbo comportamentale, non
curabili a domicilio e che non necessitano di prestazioni sanitarie complesse»
[Regione Marche 2022]. Si rileva come la Regione Marche definisce una categoria R3D
delle strutture residenziali specifica per le persone con demenza a differenza delle
indicazioni del Ministero della salute dove il livello è solo R3.
In un’interrogazione presentata
dal Consigliere regionale Mastrovincenzo in data 6 aprile 2023 denominata
«Assistenza residenziale anziani: posti effettivi dedicati alle persone con demenza»
veniva posto il quesito su quante persone con demenza fossero ricoverate nelle
strutture residenziali della Regione Marche [Interrogazione n. 778]. Nella risposta
fornita dal Presidente della Giunta e dall’Assessore competente in data 12 maggio
2023 si afferma che: ¶{p. 201}
il numero complessivo dei posti letto di Residenza Protetta convenzionati è pari a 4.981, di cui 4.382 posti letto con setting R3 (Residenza Protetta per anziani non autosufficienti) e 609 posti letto con setting R3D Residenza protetta per persone con demenze). A seguito della ricognizione effettuata dalla Direzione Sanità e Integrazione Sanitaria, in collaborazione con l’Area dell’Integrazione Socio Sanitaria dell’AST di Ancona, che ha curato il coordinamento tra le varie AST, gli ospiti con diagnosi di demenza all’interno delle RP sono 2.107 e occupano il 42,3% dei posti letto complessivi convenzionati di RP. A livello regionale si evidenzia una necessità di adeguamento di posti letto con setting R3D di circa 1.508 posti.
Inoltre, nella risposta
all’interrogazione si afferma che «il numero complessivo dei posti letto di RSA
convenzionati è pari a 1.305, di cui 1.255 posti letto con setting R2 (Residenza
sanitaria assistenziale per anziani non autosufficienti) e 50 posti letto con
setting R2D (Residenza sanitaria assistenziale per persone con demenze). A seguito
della ricognizione effettuata, gli ospiti con diagnosi di demenza, all’interno delle
RSA, sono 480 e occupano circa il 37% dei posti letto complessivi convenzionati. A
livello regionale si evidenzia una necessità di adeguamento di posti letto con
setting R2D di 430 posti» [Risposta a interrogazione n. 778].
In sintesi, nelle strutture
residenziali della Regione Marche sono presenti 2.587 persone con demenza a fronte
di 659 posti letto dedicati alle persone con demenza pari al 41,1% su un totale di
6.286 posti disponibili in strutture residenziali (4.981 nelle Residenza protetta e
1.305 nelle RSA). Ad oggi il valore di 1.928 persone con demenza riportato dalla
Regione Marche rappresenta l’unico dato disponibile in Italia su quello che è
possibile definire come il fenomeno dell’istituzionalizzazione impropria per le
persone con demenza.
4. Epidemiologia della demenza in Italia
In Italia è possibile stimare,
sulla base della popolazione residente in Italia al 1o
gennaio 2023 e dei tassi di sesso ed età specifici presenti in letteratura [Bacigalupo
et al. 2018; Chiari et al. 2021], un
numero di persone con demenza con età compresa tra 30 e 64 anni pari a 23.730 e un
numero di persone con demenza con un’età superiore ai 65 anni di 1.126.961 per un totale
di 1.150.691 persone.
Secondo il report dell’OMS
Global Status Report on the Public Health Response to Dementia
il 49% dei casi di demenza sono in uno stadio lieve, il 27% in una condizione moderata e
il 24% in una severa. Se si applicano queste frequenze al contesto italiano 563.839
pazienti si trovano in una forma lieve, 310.687 in una moderata e 276.166 in una severa
[WHO 2021].
¶{p. 202}