Note
  1. Cfr. V. Deplano, L’Africa in casa. Propaganda e cultura coloniale nell’Italia fascista, Firenze, Le Monnier, 2015, cap. II; E. Ertola, Il colonialismo degli italiani. Storia di un’ideologia, Roma, Carocci, 2022, cap. IV.
  2. Cfr. M. Isnenghi, Il mito di potenza, inA. Del Boca, M. Legnani e M.G. Rossi (a cura di), Il regime fascista. Storia e storiografia, Roma-Bari, Laterza, 1995, pp. 139-150; N. Labanca, L’amministrazione coloniale fascista. Stato, politica e società, in ibidem, pp. 352-395; E. Collotti, Fascismo e politica di potenza. Politica estera 1922-1939, Milano, La Nuova Italia, 2000.
  3. In Vigor di vita in Tripolitania (1° luglio 1925-31 dicembre 1926), Tripoli, Ufficio Studi e Propaganda del Governo della Tripolitania, 1927, pp. 95-96, si fornisce la cifra di 761 visitatori per gli scavi di Leptis e 502 per Sabratha nel solo periodo marzo-giugno 1926. Sul turismo in colonia, cfr. N. Labanca, La Libia nelle guide turistiche italiane del periodo coloniale, in E. Castelli e D. Laurenzi (a cura di), Permanenze e metamorfosi dell’immaginario coloniale in Italia, Napoli, ESI, 2000, pp. 61-78; B.L. McLaren, Architecture and Tourism in Libya. An Ambivalent Modernism, Washington, University of Washington Press, 2006; C. Burdett, Journeys through Fascism. Italian Travel Writing between the Wars, New York-Oxford, Berghahn Books, 2007; E. Capuzzo, «Visitate la Libia». Il turismo nella Quarta Sponda tra le due guerre mondiali, in «Nova Historica», 56, 2016, pp. 5-37. Più in generale sul ricorso alla storia antica nell’ideologia coloniale fascista, cfr. Cagnetta, Antichisti e impero; Ead., L’impronta classica dell’ideologia coloniale italiana, in «Materiali di lavoro», 1991-1992, pp. 199-211; D.J. Mattingly, From One Colonialism to Another: Imperialism and the Maghreb, in J. Webster e N.J. Cooper (a cura di), Roman Imperialism: Post-Colonial Perspectives, Leicester, University of Leicester, 1996, pp. 49-69; L. Polverini, L’impero romano antico e moderno, inNäf, Antike und Altertumswissenschaft, pp. 89-110; M. Giuman e C. Parodo, Nigra subucula induti. Immagine, classicità e questione della razza nella propaganda dell’Italia fascista, Padova, CLEUP, 2011; G. Clemente, Fascismo, colonialismo e razzismo. Roma antica e la manipolazione della storia, in A. Cannas, T. Cossu e M. Giuman (a cura di), Xenoi. Immagini e parola tra razzismi antichi e moderni,Napoli, Liguori, 2012, pp. 51-66; S. Agbamu, «Mare nostrum»: Italy and the Mediterranean of Ancient Rome in Twentieth and Twenty-First Centuries, in «Fascism», 8, 2019, pp. 250-274.
  4. Mette bene a fuoco questo aspetto M. Munzi, L’epica del ritorno. Archeologia e politica nella Tripolitania italiana, Roma, L’Erma di Bretschneider, 2001, pp. 44-47.
  5. A lui si devono alcuni paragrafi della Guida d’Italia del Touring Club Italiano. Possedimenti e Colonie, Milano, TCI, 1929 (pp. 208-210).
  6. Oltre ai diversi lavori sulla storia dell’archeologia in Libia citati supra (cap. II, nota 3), a informare di questa nuova fase degli scavi è la relazione scritta da Rodolfo Micacchi e conservata oggi presso la Biblioteca dell’IsIAO (pp. 33-35; concentrata maggiormente sulle operazioni svoltesi in Cirenaica). Sul valore politico della visita di Federzoni, cfr. A. Del Boca, Gli Italiani in Libia, vol. II: Dal fascismo a Gheddafi, Roma-Bari, Laterza, 1988, pp. 36-39.
  7. Su di lui, cfr. A. Paribeni, s.v. Paribeni, Roberto, in DBI, 2014, vol. LXXXI; M. Munzi, Roberto Paribeni, in G. Brands e M. Maischberger (a cura di), Lebensbilder. Klassische Archäologen und Nationalsozialismus, Rahden, Leidorf, 2016, pp. 113-129.
  8. ACS, MAI, Direzione Affari Civili (1926-1952), b. 145 (Volpi a Lanza di Scalea, 6 febbraio 1925). Nel seguito di questo paragrafo i riferimenti archivistici sono da intendersi come implicitamente sempre relativi a questo insieme documentale. Senza fare ricorso a tale documentazione, hanno trattato del convegno di Tripoli anche S. Altekamp, Rückkehr nach Afrika. Italienische Kolonialarchäologie in Libyen 1911-1943, Köln-Weimar-Wien, Böhlau, 2000, pp. 160-163, e Munzi, L’epica del ritorno, cit., pp. 86-88. Paribeni informa del suo viaggio libico in Gli scavi di Leptis e di Sabratha, in «Dedalo», 5, 1925, pp. 665-688.
  9. Lettera di Volpi a Conti Rossini (30 marzo 1925). Fra i partecipanti al convegno figurerà anche un certo Attilio Rossi, «Ispettore Centrale nel Ministero della P.I.» (Convegno 1925, p. 6).
  10. Convegno 1925.
  11. Nel seguito ci si concentrerà sugli stranieri ma furono a Tripoli anche studiosi italiani: C. Anti, S. Aurigemma, F. Beguinot, C. Conti Rossini, G. Calza, G. Cultrera, G. Gerola, G.Q. Giglioli, E. Ghislanzoni, C.A. Nallino, R. Paribeni, Q. Quagliati, A. Rossi, P. Romanelli, B. Tamaro. Pur essendo stati invitati, invece, non si recarono in colonia Pais, Lanciani e Schiaparelli.
  12. Avrebbe dovuto essere con loro anche un giovane allievo dell’École Française de Rome, Georges Recoura, accidentalmente morto durante il viaggio.
  13. Fra i partecipanti figura in realtà Harris Dunscombe Colt, studioso di origini statunitensi stabilitosi nel Regno Unito, ma egli è indicato nella lista dei partecipanti solo come fellow della Society of Antiquaries of Scotland e non come «delegato». Si può pertanto presumere che la sua presenza fosse casuale e motivata da uno dei numerosi viaggi che lo studioso compiva in Nordafrica, più che da un invito ufficiale.
  14. La presenza di Calza è resa esplicita in Convegno 1925, p. 5; quella di Bacchiani è testimoniata da F. Beguinot, Il recente convegno archeologico tripolitano, in «L’Africa Italiana», 4, 1925, pp. 83-87: 83.
  15. Lanza riprende alla lettera Sallustio, Jug. 17 (utilizzato nella campagna tripolina, come visto supra, cap. II, nota 53) e 79.
  16. Cfr. infra, cap. IV.
  17. Lo riconobbe anche Camille Fidel (La Tripolitaine en paix. Impressions de voyage, in «Revue des Questions Coloniales et Maritimes», 50, maggio-giugno 1925, pp. 81-90). È tuttavia da segnalare che l’Académie des Inscriptions et Belles-Lettres inviterà a Parigi il belga Cumont a parlare dello svolgimento del convegno («Comptes rendus des séances de l’Acad. des Inscr. et Belles-Lettres», 69, 1925, p. 164).
  18. I servizi archeologici, in Vigor di vita in Tripolitania (1° luglio 1925-31 dicembre 1926), cit., pp. 95-96.
  19. Fidel, La Tripolitaine en paix, cit.; H. Thiersch, Bericht über die archäologische Tagung in Tripolis vom 1.-6. Mai 1925, in «Nachrichten von der Gesellschaft der Wissenschaften zu Göttingen», 1924, pp. 53-79. A questi si possono aggiungere il resoconto italiano pubblicato, con firma della redazione, sulla «Rivista della Tripolitania», 1, 1924-1925, pp. 417-423, e quello scritto da F. Beguinot per «L’Africa Italiana» (Il recente convegno archeologico tripolitano,cit.).
  20. «Rivista della Tripolitania», 1, 1924-1925, pp. 421-422.
  21. Thiersch, Bericht über die archäologische Tagung in Tripolis vom 1.-6. Mai 1925, cit., pp. 57-58.
  22. Beguinot, Il recente convegno archeologico tripolitano,cit., p. 87.
  23. Oltre i già citati contributi di Fidel e Thiersch, cfr. E. Albertini, in «Bulletin de l’Armée d’Afrique», 26, giugno 1926; R. Cagnat, in«Journal des Savants», 1926, pp. 337-348; F. Cumont, Les fouilles de Tripolitaine,«Académie royale de Belgique. Bulletins de la Classe de Lettres et des Sciences morales et politiques» 6, 1925, pp. 285-300; Id., in «Rivista della Tripolitania», 2, 1925, pp. 151-167;F. Noack, in «Die Antike», 1, 1925, pp. 204-212; G. Rodenwaldt, in «Unterhaltungsblatt der Vossischen Zeitung», 11 giugno 1925; T. Wiegand, in «Die Woche», 13 giugno 1925, pp. 553-556. Per i contributi italiani si possono invece ricordare: Beguinot, Il recente convegno archeologico tripolitano,cit.; G. Calza, in «L’Epoca», 7 maggio 1925, p. 3; R. Paribeni, in «Bulletin of the International Committee of Historical Sciences», 1, 1926, pp. 92-94; P. Romanelli, in «Rivista della Tripolitania», 2, 1925-1926, n. 4, pp. 263-265.
  24. Cfr. il caso di Poinssot che avviò una corrispondenza con alcuni colleghi italiani proprio in seguito al convegno (K. Marmouri, D’une rive à l’autre: la correspondance de Louis Poinssot avec ses «amis» italiens, in M. Dondin-Payre et al. [a cura di], Autour du fonds Poinssot. Lumières sur l’archéologie tunisienne, Paris, INHA, 2017, pp. 157-176).
  25. Mussolini, Opera, vol. XXII, p. 113.
  26. Ibidem, p. 114.
  27. Ibidem, p. 117.
  28. Ibidem, p. 148.
  29. Id., Roma antica sul mare, Milano, Mondadori, 1926; di 14 immagini presenti nel libro sono ben 11 a raffigurare il manoscritto o gli appunti di Mussolini.
  30. Lo ha dimostrato R. Visser, The Correspondence of Ettore Pais in the «Segreteria Particolare del Duce. Carteggio Ordinario», in L. Polverini (a cura di), Aspetti della storiografia di Ettore Pais, Napoli, ESI, 2002, pp. 159-175.
  31. Cfr. E. Pais, Storia di Roma durante le guerre puniche, 2 voll., Roma, Optima, 1927 (con dedica a Mussolini).
  32. Cfr. L. Canfora, Ideologie del classicismo, Torino, Einaudi, 1980, pp. 93-94; M. Cagnetta, «Mare nostrum». Roma e nazionalismo italiano fra Otto e Novecento, in «Mededelingen van het Nederlands Instituut te Rome», 53, 1994, pp. 36-43; A. Giardina e A. Vauchez, Il mito di Roma. Da Carlo Magno a Mussolini, Roma-Bari, Laterza, 2000, pp. 249-250; J. Nelis, Constructing Fascist Identity. Benito Mussolini and the Myth of Romanità, in «Classical World», 100, 2007, pp. 391-415; Agbamu, «Mare Nostrum», cit., pp. 250-274; P.S. Salvatori (a cura di), Il fascismo e la storia, Pisa, Edizioni della Normale, 2020.
  33. Sulla visita di Wilamowitz a Cirene si è sviluppata una piccola bibliografia specifica a partire da M. Gigante, Wilamowitz nella cultura classica italiana, in Id., Classico e mediazione, Roma, La Nuova Italia Scientifica, 1989, pp. 81-127: 92-94 (rielaborazione di uno scritto già pubblicato nel 1982); J. Irmscher, Il viaggio di Wilamowitz in Libia, in A. Mastino (a cura di), L’Africa romana. Atti del V convegno di studio. Sassari, 11-13 dicembre 1987, Sassari, Università degli Studi di Sassari, 1988, pp. 111-116 (cui è da aggiungere J. Irmscher, Ein Nachtrag, in A. Mastino e P. Ruggieri [a cura di], L’Africa romana. Atti del X convegno di studio. Oristano, 11-13 dicembre 1992, Sassari, Archivio Fotografico Sardo, 1994, pp. 169-170); S. Stucchi, Gli anni di Carlo Anti a Cirene, in Carlo Anti. Giornate di studio nel centenario della nascita, Trieste, LINT, 1992, pp. 49-128; L. Lehnus, Wilamowitz a Cirene: un dettaglio, in Id., Incontri con la filologia del passato, Bari, Dedalo, pp. 645-653 (riedizione con significative aggiunte di un contributo del 1999); W.A. Schröder, Wilamowitz-Bildnisse, in «Philologus», 151, 2007, pp. 335-374: 354-356.
  34. Cfr. R.G. Goodchild, Don Gaspare, in Id., Libyan Studies. Select Papers, a cura di J. Reynolds, London, Elek, 1976, pp. 309-317; A. Amico, La missione archeologica italiana a Cirene nella corrispondenza tra Gaetano De Sanctis e Gaspare Oliverio, in S. Antolini, A. Arnaldi e E. Lanzillotta (a cura di), Giornata di Studi per Lidio Gasperini, Tivoli, Tored, 2010, pp. 101-122.
  35. Di questo viaggio informa C. Anti, Campagna di scavi a Cirene nell’estate del 1926, in «Africa Italiana», 1, 1927, n. 4, pp. 296-316: 296.
  36. S. Ferri, Alcune iscrizioni di Cirene, in «Abhandlungen der Preussischen Akademie der Wissenschaften», 5, 1925 (ma pubblicato nel 1926).
  37. O. Redi, Archeologi da redimere. Come prima, peggio di prima, in «CdS», 27 aprile 1926, p. 3.
  38. Cfr. U. von Wilamowitz-Moellendorff, Storia italica, a cura di V. Cuomo, Firenze, Le Cariti, 2008; A. Guida, Firenze maggio 1925: l’incontro di Thomas Mann con Wilamowitz, Pasquali e Snell, in Giorgio Pasquali sessant’anni dopo. Atti della giornata di studio (Firenze 1 ottobre 2012), Firenze, Accademia Fiorentina di Papirologia, 2014, pp. 37-58.
  39. ACS, MAI, Direzione Generale Affari Civili (1926-1955), Ispettorato scuole (1926-1952), b. 151. Sempre a questo insieme archivistico si farà tacitamente riferimento nel corso di questo paragrafo.
  40. Sulla questione si veda ora A. Corcella, Unbesiegt – für die Nation (1927): un articolo poco noto di Wilamowitz, in «Quaderni di Storia», 97, 2023, pp. 45-67 (uscito quando questo libro era ormai in bozze).
  41. In L. Canfora, Cultura classica e crisi tedesca. Gli scritti politici di Wilamowitz 1914-1931, Bari, De Donato, 1977, p. 160. Cfr. ibidem, p. 117.
  42. Ce ne informa una nota di Teruzzi al Ministero delle Colonie del 31 maggio. Il governatore dice di aver inviato in quello stesso giorno gli inviti ufficiali, nella consapevolezza che i due avevano in realtà già aderito all’iniziativa.
  43. Hiller a Micacchi, 13 luglio 1927.
  44. Dell’opportunità di arrivare «alla metà di settembre e cioè verso la fine della campagna di scavo» informa una nota del governo della Cirenaica inviata al Ministero delle Colonie il 26 luglio.
  45. G. Oliverio, Campagna di scavi a Cirene nell’estate del 1927, in «Africa Italiana», 2, 1929, n. 2, pp. 111-154: 154.
  46. Cfr. Accame, Halberr e De Sanctis pionieri, pp. 193-194; Id., Nuove lettere, p. 194.
  47. Oliverio, Campagna di scavi a Cirene nell’estate del 1927, cit., p. 111 segnala la loro presenza a Cirene quell’estate. Gismondi è inoltre tra i firmatari di una cartolina inviata a De Sanctis da Wilamowitz e dai suoi «accompagnatori» (Accame, Halberr e De Sanctis pionieri, p. 197).
  48. Di queste foto e di altre novità sulla visita di Wilamowitz darò conto in un contributo di prossima pubblicazione.
  49. Oliverio, Campagna di scavi a Cirene nell’estate del 1927, cit., p. 111.
  50. Il corsivo corrisponde a ciò che è sottolineato nel testo.
  51. U. von Wilamowitz-Moellendorff, Kyrene, Berlin, Weidmann, 1928; trad. it.: Cirene, a cura di G. Oliviero, Bergamo, Istituto Italiano d’Arti Grafiche, 1930, p. 34; U. von Wilamowitz-Moellendorff, Africa Italiana, in «Deutsche Allgemeine Zeitung», 3 novembre 1927, ma citiamo dalla traduzione italiana di A. Favuzzi e M. Silvestrini in Canfora, Cultura classica e crisi tedesca, cit., pp. 166-171: 170.
  52. W.M. Calder III, The Latter Letters of Ulrich von Wilamowitz-Moellendorff to Michael I. Rostovtzev [1990], in Id., Further Letters of Ulrich von Wilamowitz-Moellendorff, Berlin, Weidmann, 1994, p. 203.
  53. Wilamowitz-Moellendorff, Cirene, cit., p. 14.
  54. Accame, Halbherr e De Sanctis pionieri, pp. 197-198. Non si riesce invece a contestualizzare la notizia fornita da F. Solmsen, Wilamowitz in his Last Ten Years, in «Greek Roman and Byzantine Studies», 20, 1979, pp. 89-122: 97, secondo cui il filologo avrebbe presenziato anche alla festosa occasione dell’apertura degli scavi ai turisti.
  55. Così nel ricordo di E. Fraenkel, Wilamowitz, in «Quaderni di Storia», 5, 1977, pp. 101-118:108. Cfr. Accame, Nuove lettere, p. 206.
  56. Wilamowitz-Moellendorff, Africa italiana, cit., p. 167.
  57. Cfr. R. Rainero, La rivendicazione fascista della Tunisia, Milano, Marzorati, 1978.
  58. Nel seguito cito dalla traduzione italiana ricordata supra, nota 51.
  59. Da p. 171; in corsivo ciò che è in italiano nell’originale.
  60. Cfr. supra, nota 51.
  61. «Rassegna Settimanale della Stampa Estera», 2, 15 novembre 1927, n. 46, pp. 3113-3114. La traduzione italiana per il Ministero si ritrova invece in ACS.
  62. C. Anti, Bilancio di una campagna di scavi, in «CdS», 13 novembre 1927, p. 3.
  63. «Forschungen und Fortschritte», 3, 10 dicembre 1927, pp. 273-274; «Gnomon», 4, 1928, pp. 54-56.
  64. La Ulrich von Wilamowitz Bibliography 1867-2010, Berlin, Weidmann, 2012, n. 798, segnala ben sette recensioni, cui occorre aggiungere anche quella di G. Glotz, in «Revue des Études Grecques», 1929, pp. 467-468.
  65. U. von Wilamowitz-Moellendorf [sic], Africa italiana, in «Rivista delle Colonie Italiane», 2, marzo-aprile 1928, pp. 291-296 (titolo precedentemente ignoto alla bibliografia dello studioso).
  66. A. Teruzzi, Cirenaica verde. Due anni di governo, Milano, Mondadori, 1931, pp. 306-308.
  67. Nello scritto di Wilamowitz d’altronde ricorrono anche altre considerazioni che sembrano provenire dalla voce di Micacchi, come quelle relative alla futura linea ferroviaria Bengasi-Cirene o alla necessità di sapersi servire delle rovine per sfruttare i flussi turistici. Sull’uso della visita e degli scritti di Wilamowitz al fine di realizzare «Cirene archeologica», cfr. A. Piccioli, La nuova Italia d’Oltremare, Verona, Mondadori, 19342, p. 1238, n. 1.
  68. Questa la cifra offerta dalla Guida d’Italia del Touring Club Italiano. Possedimenti e Colonie, cit., p. 489.
  69. Accame, Halbherr e De Sanctis pionieri, pp. 221-222 (corsivo nel testo).
  70. Ibidem, p. 215. Oliverio intende naturalmente riferirsi solo al periodo di maggiore intensificazione di tale rivendicazione, iniziato quindi esattamente con la visita di Wilamowitz. Già nel 1924 Federzoni aveva approvato l’idea dello spostamento dell’abitato moderno e si era dato l’incarico ad Anti e all’architetto Marcello Piacentini di trovare una nuova sistemazione. I due proposero Ain Hofra, ma il progetto cadde poi nel vuoto. Su ciò cfr., oltre alla «relazione Micacchi» (supra, nota 6),ancheGoodchild, Don Gaspare, cit., p. 309 e B. Attiya et al., La scoperta di Cirene nel periodo postbellico, in M. Luni (a cura di), Cirene e la Cirenaica nell’antichità, Roma, L’Erma di Bretschneider, 2010, pp. 9-19: 12.
  71. Accame, Halbherr e De Sanctis pionieri, pp. 216-217; cfr. pp. 228-229 e Id., Nuove lettere, pp. 214-216.
  72. Un riferimento alle modalità impiegate in quel frangente sembra darlo Oliverio in una lettera a De Sanctis del 20 gennaio (ibidem, p. 216, da cui proviene anche la citazione che segue nel testo). Con tono ammiccante l’archeologo scrive: «La volontà del Gen. Graziani trionfa contro tutti, e Cirene riprende la sua veste di una volta. Contro gli interessi dei numerosi rivendiglioli il Generale mette avanti la propria… volontà. E si fila senza discussione». Cosa si debba intendere dietro quei puntini di sospensione si può supporre.