Roberto Ricci
Le competenze digitali nella scuola
DOI: 10.1401/9788815412270/p2
Nel 2020, in piena pandemia, la Commissione europea ha pubblicato il Digital Education Action Plan 2021-2027, un documento di policy che pone l’educazione digitale al centro delle priorità strategiche in ambito europeo e segna un vero e proprio cambio di paradigma [Commissione europea 2020a]. Vediamo perché. In primo luogo, il documento propone un approccio integrato e completo al tema dell’educazione digitale, analizzando le implicazioni a breve termine della crisi generata dalla pandemia, e al tempo stesso delineando una visione a lungo termine per un’educazione inclusiva e di qualità nell’era digitale. In quest’ottica, lo sviluppo delle competenze digitali e l’uso pedagogico delle tecnologie nelle diverse forme che i processi di insegnamento e apprendimento possono prendere (face-to-face, blended, online) vengono considerati come due aspetti fortemente connessi, due facce della stessa medaglia: non è possibile insegnare o apprendere con le tecnologie senza possedere adeguate competenze, e non esiste sviluppo delle competenze che non sia supportato da un uso pedagogico delle tecnologie. In secondo luogo, il documento estende il raggio di azione con iniziative che riguardano tutti i settori dell’istruzione e della formazione in una prospettiva di apprendimento permanente, una durata settennale allineata con il quadro finanziario pluriennale dell’Unione europea e maggiori sinergie con gli strumenti di finanziamento, ivi inclusi i fondi messi a disposizione attraverso il programma Next Generation EU e i Piani nazionali per la ripresa e la resilienza [4]
. In terzo luogo, il documento chiama in causa l’intera società, e non solo le istituzioni tradizionalmente deputate all’insegnamento e all’apprendimento. In questo senso lo sviluppo di un ecosistema digitale performante e il necessario rafforzamen
{p. 14}to delle competenze digitali di tutta la popolazione vengono considerati obiettivi strategici che possono essere raggiunti solo attraverso uno sforzo collettivo che vede l’impegno di una varietà di soggetti, pubblici e privati. La cooperazione tra settori diversi è un principio trasversale che permea e attraversa le iniziative proposte dalla Commissione attraverso questo nuovo documento di policy. Ne è una prova il cosiddetto «dialogo strutturato sull’educazione e le competenze digitali», una delle prime iniziative promosse immediatamente dopo l’adozione del piano d’azione al fine di supportare i paesi membri nella trasformazione digitale dei propri sistemi di istruzione e formazione, attraverso un approccio più completo che tenesse in considerazione politiche e pratiche sviluppate a livello diverso da attori differenti. L’iniziativa ha preso la forma di una serie di riunioni bilaterali in cui, per ciascun paese, sono stati coinvolti i diversi ministeri e dipartimenti che si occupano di educazione digitale e sviluppo di competenze, nonché il settore privato, le parti sociali e la società civile. Svolte nel corso di un intero anno solare, queste riunioni di discussione e approfondimento hanno portato a istituire una piattaforma di scambio tra la Commissione e i diversi paesi per condividere opportunità e sfide, esperienze e pratiche, successi e insuccessi, la cui analisi ha permesso una diagnosi condivisa sulla situazione e sulle prospettive di crescita di ciascun paese [Commissione europea 2023a]. In questa sede è infatti importante ricordare che esiste una serie di obiettivi posti a livello europeo per supportare la transizione digitale in Europa entro il 2030. Questi obiettivi ruotano attorno a quattro punti principali: infrastrutture, competenze, imprese e servizi pubblici [5]
. La parte relativa alle infrastrutture e alle competenze è particolarmente importante per i sistemi di istruzione e formazione. Da un lato, la disponibilità di connettività (ad es. Gigabit per tutti) ha un forte impatto sulla capacità di scuole, università e enti di formazione di utilizzare le tecnologie nei processi di insegnamento e apprendi{p. 15}mento. Dall’altro, le competenze digitali sono essenziali per supportare un uso pedagogico delle tecnologie e, più in generale, rispondere alle esigenze della società e del mercato del lavoro. Gli obiettivi posti a livello europeo su questo tema mirano a garantire che l’80% degli adulti possieda competenze digitali di base e che 20 milioni di specialisti informatici, possibilmente con un equilibrio tra uomini e donne, siano impiegati entro il 2030. A questi si aggiunge l’obiettivo, fissato nell’ambito Spazio europeo dell’istruzione, di ridurre a meno del 15% la percentuale di studenti all’ottavo anno della scuola dell’obbligo con scarsi risultati in termini di competenze digitali. Uno sguardo anche superficiale ai dati conferma lo sforzo che il raggiungimento di questi obiettivi richiede ai settori dell’istruzione e della formazione. Per esempio, dall’ultima rilevazione internazionale sulle competenze digitali dei ragazzi emerge che più di un terzo degli studenti di 13-14 anni che hanno partecipato all’indagine non avevano un livello adeguato di competenze digitali e l’Italia si posizionava in coda alla scala, con un punteggio significativamente inferiore alla media internazionale [6]
. Considerando le sfide che il raggiungimento di tali obiettivi pone, i risultati di questo ricco dialogo tra la Commissione e i paesi membri hanno dato vita alla proposta di due raccomandazioni del Consiglio sui fattori abilitanti per l’istruzione e la formazione digitale e sul miglioramento dell’offerta di competenze digitali nell’istruzione e formazione [7]
. Mentre la prima raccomandazione getta luce su quei fattori su cui è necessario investire per garantire a tutti un’educazione digitale di qualità e inclusiva, la seconda prende in esame le difficoltà legate al livello di competenze digitali dei diversi gruppi della popolazione e la capacità dei sistemi di istruzione e formazione di sostenerne l’offerta in una prospettiva di apprendimento permanente. Secondo {p. 16}quanto emerso dalle riunioni bilaterali con i paesi membri, infatti, nonostante i progressi e alcuni eccellenti esempi di innovazione, gli sforzi effettuati sull’educazione e le competenze digitali non hanno ancora prodotto un cambiamento sistemico. Da un lato, gli investimenti in infrastrutture, attrezzature, contenuti educativi digitali, nonché aggiornamento professionale degli insegnanti e monitoraggio e valutazione delle politiche di educazione digitale, non risultano sufficienti. Dall’altro, il livello delle competenze digitali dei diversi gruppi della popolazione, siano essi giovani, adulti o professionisti, è limitato e richiede all’intero sistema di istruzione e formazione uno sforzo in più. Le due proposte di raccomandazione elaborate dalla Commissione ad aprile 2023 sono state oggetto di negoziazione e finalmente adottate dal Consiglio a novembre 2023 al termine di un ricco e intenso scambio con i paesi membri. La loro adozione non è solo una tappa importante nell’attuazione del Digital Education Action Plan 2021-2027, ma anche il risultato di due anni di stretta collaborazione tra la Commissione e i paesi membri in un processo che tende a essere sempre di più di co-design. Come sappiamo, l’istruzione e la formazione sono di competenza nazionale. Ma il digitale va oltre i confini. Nuovi sviluppi come quello dell’intelligenza artificiale generativa ci spingono a pensare ulteriormente il ruolo dell’educazione oggi e domani. Solo intensificando gli sforzi e coinvolgendo tutti in questo processo di co-progettazione e co-implementazione di politiche e pratiche di educazione digitale efficaci, efficienti ed eque [Commissione europea 2022b; 2022c] avremo modo di influenzare positivamente la crescita dell’intero sistema educativo e formativo. Il desiderio e l’impegno dei paesi membri a progredire insieme per adeguare i sistemi di istruzione e formazione all’era digitale è visibile nei contenuti di queste due raccomandazioni che, tra i vari aspetti, assegnano alla scuola e ai suoi insegnanti un ruolo prioritario, di assoluta importanza.{p. 17}

3. Cosa dicono le due raccomandazioni per il mondo della scuola

La raccomandazione del Consiglio sui fattori abilitanti mira a colmare il divario digitale e a sviluppare un ecosistema finalizzato a garantire che tutti possano accedere a un’istruzione e a una formazione digitale di qualità e inclusiva. Questa raccomandazione incoraggia i paesi membri ad adottare, monitorare, valutare e rivedere nel tempo le proprie strategie nazionali per l’educazione e le competenze digitali, a lavorare a stretto contatto con tutte le parti interessate, e a investire per la diffusione di infrastrutture, strumenti e contenuti digitali [Consiglio dell’Unione europea 2023a]. Dal punto di vista della scuola due sono i messaggi che possiamo leggere nel testo di questa prima raccomandazione. Da un lato, un’educazione digitale di qualità e inclusiva è fatta di elementi materiali e immateriali: non basta investire sulla propria infrastruttura digitale, collegare la propria scuola a Internet, o dotare le classi e gli studenti di lavagne interattive multimediali e dispositivi di ultima generazione. Occorre investire anche nello sviluppo o acquisizione di contenuti che siano in linea con i propri programmi didattici, pianificare nel dettaglio l’uso dei dispositivi nella vita scolastica di tutti i giorni, promuovere un uso responsabile, tanto collettivo quanto individuale, fortemente legato agli obiettivi di apprendimento. Dall’altro, il pilastro fondamentale a sostegno di tutto questo è rappresentato dalla formazione iniziale e dallo sviluppo professionale degli insegnanti, riconoscendo il ruolo fondamentale che ricoprono nel garantire che le tecnologie abbiano un impatto positivo sui processi di insegnamento e apprendimento.
A questi due aspetti sono legate le azioni che la Commissione introdurrà per sostenere gli sforzi di implementazione di quanto previsto da questa raccomandazione. Si segnala per esempio la realizzazione di uno studio sull’educazione digitale in Europa finalizzato a comprendere meglio come scuole di diverso ordine e grado utilizzano le tecnologie e aggiornare i dati esistenti sul tema, che risalgono nei fatti a prima della pandemia. Al fine di supportare il lavoro su {p. 18}quei fattori immateriali sopra citati, la Commissione inoltre svilupperà delle Linee guida per contenuti educativi digitali accessibili, ben progettati e di qualità che hanno l’obiettivo di supportare insegnanti e operatori del settore a valutare sistematicamente i contenuti digitali e acquisire maggiore capacità di utilizzo degli stessi. La necessità di sostenere tutti gli insegnanti ad acquisire competenze digitali essenziali indipendentemente dalla materia insegnata è infine il focus della terza area su cui la Commissione metterà a disposizione risorse, per esempio attraverso le cosiddette Erasmus+ Teacher Academies [8]
. La seconda raccomandazione del Consiglio, quella sul miglioramento dell’offerta di competenze digitali, mira a garantire che tutti abbiano la possibilità di sviluppare le proprie competenze digitali nei processi di istruzione e formazione: si tratta di garantire un modo valido, equo e coerente per un loro sviluppo progressivo, in un’ottica di apprendimento permanente. Questa raccomandazione incoraggia i paesi membri a lavorare in maniera trasversale coinvolgendo i diversi settori dell’istruzione e della formazione al fine di sviluppare approcci coerenti per sostenere lo sviluppo delle competenze digitali, per tutte le età e i livelli di istruzione e formazione [Consiglio dell’Unione europea 2023b]. Dato il focus, i contenuti di questa seconda raccomandazione sono di assoluta importanza per il mondo della scuola. Il messaggio principale che si evince è quello di iniziare presto e curare lo sviluppo delle competenze digitali attraverso un approccio sistemico, a tutto tondo, che porta con sé due conseguenze principali. Da un lato, emerge la necessità di acquisire consapevolezza e competenze nello sviluppo di pratiche didattiche finalizzate a sviluppare le competenze digitali attraverso attività che possono essere plugged o unplugged, ovvero impiegare o no le tecnologie, aspetto particolarmente importante nella scuola dell’infanzia e nella primaria e secondaria di primo grado. Dall’altro, la raccomandazione è molto chiara sull’esigenza per la scuola di affrontare lo sviluppo delle competenze digitali in maniera
{p. 19}trasversale, in tutte le materie, ma anche attraverso discipline specifiche, come l’informatica. Su questo aspetto specifico, la raccomandazione chiede ai paesi membri, tenendo conto dei contesti specifici, di sostenere un’istruzione di qualità nell’informatica a livello primario e secondario e, al tempo stesso, di investire per migliorare l’assunzione e la formazione di docenti con competenze nei settori dell’informatica per l’istruzione primaria e secondaria e delle tecnologie digitali avanzate per l’istruzione superiore: questo in aggiunta e non in sostituzione di quell’insieme di competenze legate all’uso pedagogico delle tecnologie.
Note
[4] Il primo piano d’azione per l’educazione digitale della Commissione europea era stato lanciato nel 2018, con azioni incentrate sul settore dell’istruzione formale. Un’analisi della sua implementazione mostra che il documento ha contribuito a un dialogo politico emergente ed è stato accolto con favore, ma la sua durata a breve termine (2018-2020) e il budget limitato hanno fatto sì che le azioni non potessero raggiungere il loro potenziale e ottenere l’impatto necessario [Commissione europea 2020b].
[6] L’indagine ICILS (International Computer and Information Literacy Study) ha cadenza quinquennale. La seconda edizione è stata pubblicata nel 2018, la prossima prevede la pubblicazione dei risultati nel 2024.