Roberto Ricci
Le competenze digitali nella scuola
DOI: 10.1401/9788815412270/c3

Capitolo terzo Il quadro di riferimento europeo sulle competenze digitali dei docenti e dei formatori (DigCompEdu)

Abstract
Nel processo di definizione di un quadro generale di riferimento per le competenze digitali, la Commissione europea ha correttamente colto l’importanza dell’istruzione e della formazione per realizzare effettivamente la transizione digitale negli stati membri. La diffusione delle tecnologie digitali riguarda la vita di ciascun individuo, in qualsiasi fase della sua vita. Esse sono sempre più pervasive e presenti nel quotidiano delle cittadine e dei cittadini, indipendentemente dalla loro età e dal loro ruolo più o meno attivo nella società. Le competenze professionali del docente/formatore nell’era digitale sono fondamentali per fornire a tutti e a ciascuno un’istruzione di qualità e preparare gli studenti e le studentesse per un mondo sempre più orientato alla tecnologia. La transizione digitale richiede anche la trasformazione delle competenze didattiche dei docenti e dei formatori. Si tratta di un processo complesso e delicato che non può né essere ignorato, né, d’altro canto, essere affrontato in modo semplicistico e superficiale. Transizione non significa affatto abbandono o accantonamento dell’enorme e prezioso patrimonio di competenze didattico-metodologiche acquisite dai docenti in questi decenni, né un cambiamento tanto radicale da far immaginare che tutto ciò che è stato fatto sinora non vada più bene e vada totalmente cambiato. Indipendentemente dal modello pedagogico adottato, il DigCompEdu sottolinea l’importanza dell’uso consapevole e integrato delle risorse digitali. Nell’ambito educativo e formativo la valutazione riveste un ruolo fondamentale e può rappresentare, se opportunamente progettata e realizzata, un volano estremamente potente per promuovere l’apprendimento delle studentesse e degli studenti. La transizione digitale nel nostro paese avviene dopo oltre trent’anni dall’emanazione della prima legge che fa dell’inclusione in ambito scolastico un caposaldo del sistema educativo nazionale. La transizione digitale richiede che lo studente possegga adeguate competenze per potere essere un cittadino attivo e consapevole, ma forse si potrebbe dire per conservare la condizione di cittadino nel senso pieno e completo del termine, diversamente l’individuo tenderà a essere relegato in una posizione di marginalità, se non addirittura di sudditanza. Il DigCompEdu è estremamente importante anche per la formazione iniziale dei docenti, quindi principalmente per le università, ma anche per tutte le altre istituzioni che a vario titolo hanno la possibilità di rilasciare titoli abilitanti all’insegnamento.

1. Il quadro di riferimento europeo per i docenti e i formatori

Nel processo di definizione di un quadro generale di riferimento per le competenze digitali, la Commissione europea ha correttamente colto l’importanza dell’istruzione e della formazione per realizzare effettivamente la transizione digitale negli stati membri. Mentre il DigComp 2.2 descrive nel dettaglio le competenze digitali che i cittadini e le cittadine europee devono avere per operare attivamente nella società, DigCompEdu (European Framework for the Digital Competence of Educators) si concentra principalmente sui docenti e formatori, nella consapevolezza del loro ruolo strategico e determinante per garantire alla cittadinanza di domani competenze digitali adeguate [Commissione europea 2017].
I documenti della Commissione europea sulle competenze digitali possono essere visti lungo una linea che va dal singolo individuo (DigComp 2.2), a chi concorre alla sua formazione (DigCompEdu) e, infine, alla scuola come principale organizzazione formativa ed educativa (DigCompOrg) [Kampylis, Punie e Devine 2015].
Il DigCompEdu è molto importante per il mondo dell’istruzione e della formazione poiché intende fornire un quadro comune per promuovere l’innalzamento della qualità dell’insegnamento in ambito digitale. Il DigCompEdu rappresenta pertanto uno strumento essenziale per aiutare gli insegnanti a sviluppare competenze digitali che sono fondamentali per offrire un insegnamento più efficace, adeguato ai tempi e coinvolgente per gli studenti e le studentesse nell’era digitale. Attraverso lo sviluppo di queste competenze i docenti sono messi in grado di utilizzare in modo creativo e innovativo la tecnologia per migliorare l’apprendimento delle studentesse e degli studenti, ferma restando la cornice {p. 190}didattico-pedagogica all’interno della quale tale apprendimento si sviluppa e si realizza. L’accesso alle competenze digitali è inoltre cruciale per garantire che le studentesse e gli studenti di diversa provenienza socioeconomica abbiano pari opportunità nella loro crescita e istruzione. Il DigCompEdu intende quindi contribuire in modo profondo ed efficace alla riduzione del divario digitale, fornendo agli insegnanti gli strumenti per garantire che tutti e ciascuno abbiano accesso a un’appropriata educazione digitale [Van Dijk 2020].
Tutte le società dei paesi avanzati, ma anche delle altre aree del pianeta, sono attraversate da cambiamenti rapidissimi che si presentano e realizzano con una velocità che non ha precedenti. La scuola e il mondo dell’istruzione non possono rimanere in un ambiente isolato impermeabile a questi rivolgimenti, per diverse ragioni. In primo luogo, perché questo isolamento non è materialmente possibile, nemmeno volendolo. Ma, in secondo luogo, per una ragione ancora più importante: la rilevanza della scuola e del suo messaggio educativo. Se si ritiene, come è opportuno che sia, che la transizione digitale abbia bisogno di più scuola, di più educazione e istruzione, allora essa deve essere al passo con i tempi e non essere percepita dagli studenti e dalle studentesse come un luogo distante e anacronistico [OECD 2015]. La scuola vede aumentato il suo ruolo sia perché, come si è cercato di mostrare nel capitolo 2, la transizione digitale richiede competenze, cosiddette tradizionali, più elevate, sia perché è necessario che (anche) a scuola si acquisiscano gli strumenti per rendere il mondo del digitale una risorsa e un’opportunità, nella consapevolezza dei pericoli, anche rilevanti, che in esso si trovano.
Il rapido cambiamento che caratterizza la transizione digitale ha anche un versante più propriamente tecnologico. Infatti, la tecnologia evolve costantemente e gli insegnanti devono essere in grado di adattarsi a nuovi strumenti e risorse digitali e, allo stesso tempo, necessitano delle competenze necessarie per filtrare quelle innovazioni che non hanno una particolare rilevanza nel processo di insegnamento/apprendimento, da quelle che invece possono avere un impatto rilevante sull’azione didattica quotidiana. Per questa {p. 191}ragione Il DigCompEdu incoraggia e sostiene la formazione continua del corpo docente e l’adattamento delle loro prassi didattiche alle nuove istanze tecnologiche, aiutando gli insegnanti a rimanere al passo con le ultime innovazioni digitali nell’istruzione. In questa prospettiva, la formazione iniziale e in servizio del corpo docente assume un’importanza senza precedenti. Se un tempo la formazione era fortemente auspicabile, la transizione digitale la rende essenziale, come una sorta di precondizione necessaria per ogni azione didattica di senso per le studentesse e gli studenti. Infatti, non è sufficiente che gli insegnanti e tutto il personale della scuola, nessuno escluso, abbiano un adeguato accesso agli strumenti digitali, ma è essenziale che li sappiano usare in un contesto di significato, in primo luogo pedagogico e didattico. La transizione digitale porta con sé anche il tema della sostenibilità, che non riguarda solo l’ambiente in senso stretto, nella sua dimensione fisico-naturale, ma anche l’ecosistema digitale nel quale siamo sempre più immersi. In questa prospettiva, la competenza digitale degli insegnanti è fondamentale per garantire la sostenibilità delle pratiche educative in un mondo in costante cambiamento, dove la distinzione tra reale e virtuale assume significati nuovi e vede la sovrapposizione, almeno parziale, tra le due sfere. Infine, ma non da ultimo, il DigCompEdu riserva una particolare attenzione agli aspetti della valutazione delle competenze digitali del corpo docente e di tutto il personale della scuola poiché anche attraverso di essa, sovente soprattutto attraverso questa dimensione, passa una parte importante dell’innovazione. Disporre di un sistema per valutare, non in senso sanzionatorio, ma positivo e propositivo, le competenze digitali dei docenti è alla base di qualsiasi azione per garantire la formazione del personale già in servizio e definire il profilo formativo di quelli in formazione iniziale.

2. La struttura del DigCompEdu

La diffusione delle tecnologie digitali riguarda la vita di ciascun individuo, in qualsiasi fase della sua vita. Esse sono sempre più pervasive e presenti nel quotidiano delle cittadine e dei cittadini, indipendentemente dalla loro età e dal loro {p. 192}ruolo più o meno attivo nella società. Tuttavia, la presenza diffusa e capillare delle tecnologie non implica automaticamente che la popolazione sia in grado di padroneggiarle criticamente, anzi il rischio che senza un’adeguata azione formativa ed educativa avvenga esattamente il contrario è estremamente elevato.
In questo contesto, molti paesi hanno rivisto il loro curriculum formativo generale, cercando di dare un ampio spazio allo sviluppo del pensiero critico che è alla base di una cittadinanza digitale piena e reale. Ovviamente, un obiettivo così importante e ambizioso vede negli insegnanti un punto centrale, si potrebbe dire essenziale. Proprio per questa ragione, la Commissione europea attraverso il lavoro del Joint Research Centre (JRC) ha definito un quadro europeo di riferimento sulle competenze digitali dei docenti e dei formatori.
Il DigCompEdu si suddivide in tre parti: a) competenze digitali del docente/formatore; b) competenze didattiche del docente/formatore; c) competenze dello studente e della studentessa. All’interno di ciascuna parte sono previste aree, in numero variabile nelle diverse parti, e ciascuna area si articola in un certo numero di aspetti (tab. 3.1).
La struttura del DigCompEdu consente ai docenti di autovalutare le proprie competenze e al sistema, generalmente inteso, di valutare tali competenze, soprattutto per quanto riguarda i futuri docenti che dovranno seguire il loro percorso di formazione iniziale e in servizio. Si potrebbe dire che l’obiettivo ambizioso di DigCompEdu sia quello di sviluppare, sostenere e promuovere la competenza pedagogica digitale dei docenti, volendosi così rimarcare sia la dimensione più squisitamente pedagogica e didattica, sia quella digitale e tecnologica. Il DigCompEdu intende quindi essere uno strumento di guida per lo sviluppo di pratiche didattico-valutative a diversi livelli nella fase in cui i sistemi scolastici si accingono, pur con tempi e modalità diversi, a predisporre il loro curriculum digitale. Ma tale funzione di guida può risultare ancora più importante a livello di singola istituzione scolastica. È infatti inimmaginabile per la singola scuola costruire il proprio curricolo digitale senza potere valutare e autovalutare le competenze digitali del proprio corpo docente {p. 193}e tale processo deve avvenire attraverso modalità rigorose e non solo per mezzo di declaratorie formali. Quest’ultimo aspetto è essenziale se si vuole che il curricolo digitale di
{p. 194}scuola non sia uno dei tanti documenti formali con un limitato impatto sulle azioni educative e, a ben vedere, questo problema è particolarmente rilevante in Italia per almeno due ordini di ragioni. In primo luogo, è scarsamente diffusa a tutti i livelli una cultura scientifica della certificazione delle competenze. A oggi nella scuola italiana esistono certificazioni di competenze, anche con valore legale, che vengono rilasciate dalle scuole senza corrispondere alle caratteristiche minime di una qualsiasi forma di attestazione, ossia essere predisposta attraverso un quadro di riferimento esplicito e declinato in livelli descritti rigorosamente e essere comparabile. Il DigCompEdu e il DigComp 2.2 possono ovviare, almeno in parte, a questo problema, rendendo espliciti e condivisi alcuni aspetti fondamentali. In secondo luogo, se i docenti non hanno strumenti robusti perlomeno per autovalutare le proprie competenze pedagogiche digitali è inimmaginabile un vero miglioramento di tali competenze nel prossimo futuro. Il valore della valutazione formativa è fondamentale per tutti i soggetti in apprendimento, quindi anche per il corpo docente e, in generale, per tutto il personale della scuola.
Note