Contrastare la dispersione scolastica
DOI: 10.1401/9788815413369/c2
Prezioso potrà essere anche il
lavoro di rete con il territorio e in particolare con la comunità locale,
valorizzando la sinergia con le risorse territoriali sia istituzionali (servizi
sociali e sanitari, del lavoro, della giustizia minorile, di orientamento e
formazione professionale ecc.) che del Terzo settore, grazie alle attività di
co-programmazione e co-progettazione che trovano oggi nuovo fondamento nel Codice
del Terzo settore
[47]
.
¶{p. 55}
Ciascuna istituzione scolastica
coinvolta nella presente azione è chiamata a costituire un gruppo di lavoro per il
coordinamento della prevenzione della dispersione scolastica e a individuare uno o
più docenti referenti «con il compito di rafforzare l’autonomia scolastica in
materia di prevenzione della dispersione, migliorare l’organizzazione interna in
chiave inclusiva e gestire le relazioni con eventuali altri soggetti». Tale gruppo
dovrà coadiuvare il dirigente scolastico nella progettazione e nella gestione degli
interventi di riduzione dell’abbandono all’interno della scuola e dei progetti
educativi individuali e dovrà raccordarsi, anche tramite tavoli di lavoro congiunti,
con le altre scuole del territorio
[48]
.
A tale intervento si aggiungono
ulteriori finanziamenti destinati alle sole scuole del Mezzogiorno, integrando le
risorse del PNRR, del Programma operativo nazionale Per la scuola.
Competenze e ambienti per l’apprendimento 2014-2020 e del Programma
nazionale Scuola e competenze 2021-2027
[49]
. Le azioni rientrano nell’ambito del progetto Agenda
SUD, rivolto alle scuole statali primarie, secondarie di primo e di
secondo grado delle regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia,
Sardegna e Sicilia. Gli interventi che, come anticipato, includono espressamente
anche le scuole primarie, sono finalizzati al superamento dei divari
¶{p. 56}negli apprendimenti tra Nord e Sud Italia, garantendo pari
opportunità d’istruzione alle studentesse e agli studenti su tutto il territorio nazionale
[50]
.
Specifici finanziamenti sono
stati anche destinati ai Centri territoriali di supporto
[51]
, e cioè a quelle istituzioni di riferimento per consulenza, formazione,
collegamento e monitoraggio a supporto dei processi di inclusione, per sviluppo,
diffusione e miglior utilizzo di ausili, sussidi didattici e di nuove tecnologie per
la disabilità
[52]
. Il coinvolgimento di tali centri intende rafforzare l’attuazione degli
interventi rivolti a persone con disabilità sensoriali e/o intellettive o
provenienti da aree svantaggiate.
Infine, nel 2024, una seconda
tranche di finanziamento, pari a 750 milioni di euro, è stata destinata alle
istituzioni scolastiche secondarie di primo e secondo grado presenti su
¶{p. 57}tutto il territorio nazionale, sulla base dei dati
disponibili per ciascuna scuola
quali la percentuale di studenti con fragilità nelle competenze con un livello di competenze non superiore al secondo, ovvero con un risultato «molto debole» e «debole», come accertato dall’INVALSI nell’ambito delle prove svolte al grado 8, al grado 10 e al grado 13, quale indicatore correlato alla dispersione scolastica al quale attribuire il peso ponderale prevalente ai fini del riparto delle risorse, la percentuale di studenti con fragilità nelle competenze con un indice di status socioeconomico-culturale (ESCS) del contesto familiare, come rilevato dall’INVALSI, quale indicatore correlato al rischio di divario nell’apprendimento, il numero di studenti effettivamente frequentanti ciascuna scuola, nonché ulteriori criteri quali la percentuale di studenti che abbandonano gli studi in corso d’anno, la percentuale di studenti ripetenti, la percentuale di studenti frequentanti con disabilità, la percentuale di studenti frequentanti con cittadinanza non italiana, sulla base degli ultimi dati disponibili rilevati dall’anagrafe presso il Ministero dell’Istruzione e del Merito e dei dati forniti dalla Regione Valle d’Aosta e dalle Province autonome di Trento e Bolzano [53] .
Rispetto al precedente decreto
del 2022, le risorse vengono direttamente destinate alle scuole, sulla base dei dati
disponibili e a prescindere dalla situazione regionale complessiva. Si prevede
comunque che almeno il 40% sia destinato a istituzioni scolastiche statali collocate
nelle regioni del Mezzogiorno.
Con lo stesso decreto vengono
inoltre destinate risorse anche ai Centri provinciali per l’istruzione degli adulti
(CPIA), per un importo complessivo di 40 milioni di euro, ripartiti in una quota
fissa e una variabile in proporzione al numero degli studenti iscritti nei percorsi
di primo e secondo livello, così come risultanti dall’anagrafe presso il Ministero
dell’Istruzione e del Merito, garantendo in ogni caso ai CPIA collocati nelle
regioni del Mezzogiorno una quota di risorse complessivamente non inferiore al
40%.¶{p. 58}
4.3. Scuola 4.0 e spazi di apprendimento
La promozione di un’istruzione
digitale inclusiva e di elevata qualità costituisce una priorità messa in luce anche
dall’Unione europea nell’ambito del Piano d’azione per l’istruzione digitale
2021-2027 per «ripensare l’istruzione e la formazione per l’era digitale»
[54]
. Compiere una svolta digitale nell’istruzione e nella formazione è
ritenuto, infatti, fondamentale «per consentire alle persone di realizzare il loro
potenziale senza che nessuno resti indietro». Essa richiede lo sviluppo, la
revisione e l’aggiornamento delle strategie digitali volte a colmare le lacune
tecnologiche nelle infrastrutture e nei dispositivi e a sviluppare le pertinenti
capacità organizzative nel settore dell’istruzione, nella consapevolezza della
necessità di un’azione strategica e concertata, nonché della messa in comune di
risorse e investimenti. Per tale ragione si richiamano gli Stati membri a sfruttare
appieno il dispositivo dell’Unione europea per la ripresa e la resilienza per
adeguare i loro sistemi di istruzione e formazione all’era digitale.
In linea con tale
sollecitazione, il PNRR dedica una specifica attenzione alla digitalizzazione nel
sistema di istruzione e alla creazione di nuovi spazi di apprendimento, affinché
diventino «connected learning environments adattabili,
flessibili e digitali, con laboratori tecnologicamente avanzati e un processo di
apprendimento orientato al lavoro»
[55]
. In attuazione di tale obiettivo, con decreto del ministro
dell’Istruzione n. 161 del 14 giugno 2022 è stato dunque adottato il Piano Scuola
4.0, al fine di¶{p. 59}
favorire la transizione digitale del sistema scolastico italiano con la trasformazione di almeno 100.000 aule delle scuole primarie e secondarie in ambienti di apprendimento innovativi adattivi e flessibili, connessi e integrati con tecnologie digitali, fisiche e virtuali, e la creazione di laboratori per le nuove professioni digitali in tutte le scuole superiori, interconnessi con le imprese e le start-up innovative per la creazione di nuovi posti di lavoro nel settore delle nuove professioni digitali (come l’intelligenza artificiale, la robotica, la cybersecurity ecc.).
Si tratta di uno scopo ambizioso
[56]
che parte dalla centralità dello spazio nel processo di apprendimento,
per mettere al centro l’attività didattica e le studentesse e gli studenti, secondo
principi di flessibilità, di molteplicità di funzioni, di collaborazione, di
inclusione, di apertura e di utilizzo della tecnologia, nella consapevolezza, al
contempo dell’importanza della formazione, dell’organizzazione del tempo e delle
metodologie didattiche
[57]
. Come ricordato anche nel Piano
[58]
, la digitalizzazione investe anche «la realizzazione di piattaforme
digitali per il supporto alle azioni del PNRR Istruzione (formazione dei docenti,
mentoring e tutoraggio per la prevenzione della
dispersione, orientamento, istituti tecnici superiori)».
Nello specifico, il Piano dopo
aver fornito un inquadramento del contesto dell’intervento (sezione Background),
richiama nella seconda e terza sezione il quadro di riferimento e i principali
orientamenti per la progettazione degli ambienti di apprendimento innovativi
(Next Generation Classrooms) e dei laboratori per le
professioni digitali del futuro (Next Generation Labs). Il
Piano mette dunque in stretta correlazione la digitalizzazione del sistema di
istruzione e la creazione di nuovi spazi di apprendimento
[59]
, richiamando anche la
¶{p. 60}definizione proposta
dall’OCSE di ambiente di apprendimento innovativo, quale insieme organico che
abbraccia l’esperienza di apprendimento organizzato per determinati gruppi di
studenti intorno a un singolo «nucleo pedagogico», più ampio di una classe o di un
programma; esso include le attività e i risultati di apprendimento ma non è solo un
luogo dove si tiene l’apprendimento e beneficia di una leadership comune
relativamente alle decisioni di progettazione su come migliorare l’apprendimento per
i suoi partecipanti
[60]
.
Note
[47] Cfr. artt. 55 e 56 del d.lgs. n. 117/2017. Per un approfondimento, cfr. E. Rossi, Il fondamento del Terzo settore è nella Costituzione. Prime osservazioni sulla sentenza n. 131 del 2020 della Corte costituzionale, in «Le Regioni», 5, 2020, pp. 1184 ss.; G. Gotti, La co-programmazione tra politica e amministrazione. Teoria, prassi e nuove prospettive, in «Federalismi.it», 8, 2024, pp. 51 ss., nonché – più in generale – L. Gori, Terzo settore e Costituzione, Torino, Giappichelli, 2022.
[48] Si vedano gli Orientamenti per l’attuazione degli interventi nelle scuole, p. 11, diffusi dal Ministero dell’Istruzione. Sul tema si veda altresì Piano d’intervento per la riduzione dei divari territoriali in Istruzione – Formazione sulle competenze di base e i volumi realizzati a conclusione del progetto da INDIRE (Istituto nazionale di documentazione, innovazione e ricerca educativa) e disponibili a https://www.indire.it/2023/11/27/divari-online-i-4-volumi-a-conclusione-del-progetto.
[49] Cfr. decreto del ministro dell’Istruzione e del Merito del 30 agosto 2023, n. 176. Ai fini dell’individuazione delle scuole, nel decreto si richiamano i dati degli apprendimenti INVALSI e il numero di studenti fragili. Si veda altresì il Piano Estate 2023-2024 e 2024-2025, per il potenziamento delle competenze, per l’inclusione e la socialità nel periodo di sospensione estiva delle lezioni (d.m. 11 aprile 2024, n. 72, e circolare 11 aprile 2024, n. 56244).
[50] Anche gli interventi dedicati al contrasto alla povertà educativa dedicano una particolare attenzione alle regioni del Sud, «attraverso il potenziamento dei servizi socioeducativi a favore dei minori, finanziando iniziative del Terzo settore, con specifico riferimento ai servizi assistenziali nella fascia 0-6 anni e a quelli di contrasto alla dispersione scolastica e di miglioramento dell’offerta educativa nella fascia 5-10 e 11-17». A tal riguardo si veda Missione 5, Inclusione e coesione, Componente 3, Interventi speciali per la coesione territoriale, Investimento 3, Interventi socioeducativi strutturati per combattere la povertà educativa nel Mezzogiorno a sostegno del Terzo settore. Per un approfondimento cfr. PNRR, p. 221.
[51] Cfr. decreto del ministro dell’Istruzione e del Merito 7 marzo 2024, n. 41, che autorizza a tal fine la spesa di 25 milioni di euro.
[52] Cfr. art. 9, comma 2-bis, d.lgs. n. 66/2017, recante Norme per la promozione dell’inclusione scolastica degli studenti con disabilità, a norma dell’articolo 1, commi 180 e 181, lettera c), della legge 13 luglio 2015, n. 107. Si veda inoltre il decreto del ministro dell’Istruzione 19 novembre 2021, n. 328. Sul tema, più in generale, cfr. G. Arconzo, Disabilità e diritto all’istruzione, in «Forum di Quaderni costituzionali», 1, 2021, pp. 506 ss.; A. Lamberti, Il diritto all’istruzione delle persone con disabilità e inclusione scolastica, Napoli, Editoriale Scientifica, 2020; C. Colapietro, Una scuola «aperta» a tutti e a ciascuno: la scuola inclusiva ai tempi della crisi, in G. Matucci (a cura di), Diritto all’istruzione e inclusione sociale. La scuola «aperta a tutti» alla prova della crisi economica, Milano, Franco Angeli, 2019, pp. 11 ss.; E. Vivaldi, Il diritto all’istruzione delle persone con disabilità: continuità dei finanziamenti e tutela del nucleo essenziale del diritto, in «Le Regioni», 3, p. 814.
[53] Si vedano le premesse al decreto del ministro dell’Istruzione e del Merito del 2 febbraio 2024, n. 19, e in particolare l’art. 1 del decreto per un dettaglio sui criteri e i pesi ponderali.
[54] Cfr. Comunicazione del 30 settembre 2020, COM(2020) 624 final. Si vedano sul tema anche le Conclusioni del Consiglio sull’istruzione digitale nelle società della conoscenza europee (2020/C 415/10), nelle quali si invita, tra l’altro, a utilizzare in modo efficace la dimensione digitale di Erasmus+ e, se del caso, le sinergie con altri pertinenti programmi dell’Unione al fine di sostenere i piani di trasformazione digitale delle istituzioni di istruzione e formazione. In dottrina cfr. M. Gui, Il digitale a scuola. Rivoluzione o abbaglio?, Bologna, Il Mulino, 2019, pp. 189 ss.
[55] Cfr. Investimento 3.2, Scuola 4.0 – scuole innovative, nuove aule didattiche e laboratori. Per un approfondimento PNRR, p. 190.
[56] Nell’ambito della linea di investimento «Scuola 4.0» si prevede uno stanziamento di 2,1 miliardi di euro. Si prevede che il Piano vada a integrare le azioni già attivate negli anni precedenti (2014-2021) grazie ai fondi del PNSD e del PON per la scuola, e pari a 1,9 miliardi.
[57] Piano Scuola 4.0, p. 3.
[58] Piano Scuola 4.0, p. 8.
[59] Per un approfondimento del tema si rinvia al contributo di R. Carro e E. Mosa e al contributo di M. Orsi in questo volume. Si richiama altresì il modello INDIRE degli 1+4 spazi educativi per la scuola del terzo millennio, divenuto un manifesto e disponibile al sito https://www.indire.it/progetto/ll-modello-1-4-spazi-educativi. Sullo spazio che educa si veda S. Carreras, Ora o mai più. Le storie di chi ha il coraggio di costruire il futuro, Milano, Chiarelettere, 2022, pp. 29 ss.; R. Furfaro, La buona scuola. Cambiare le regole per costruire l’uguaglianza, Milano, Feltrinelli, 2022, pp. 135 ss.
[60] OECD, The OECD Handbook for Innovative Learning Environments, Paris, OECD Publishing, 2017, p. 16. Sul tema si veda anche Unesco, In Pursuit of Smart Learning Environments for the 21st Century, Bangkok, Unesco International Bureau of Education, 2017.