Note
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Il rischio può essere definito come tentativo di attribuzione di una funzione di probabilità all’incertezza: ciò avviene, in genere, comparando scenari di rischio ed evidenziandone le implicazioni. Cfr. A. Pasini, L’equazione dei disastri. Cambiamenti climatici su territori fragili, Torino, Codice, 2020.
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Per una sintetica comparazione fra paradigmi o «ideologie», cfr. S. Moroni e D. Patassini (a cura di), Problemi valutativi nel governo del territorio e dell’ambiente, Milano, FrancoAngeli, 2006, pp. 114-119. Per una evoluzione storica del pensiero ecologico cfr. J.-P. Deléage, Storia dell’ecologia. Una scienza dell’uomo e della natura, Napoli, CUEN, 1994 e E. Castanò, Breve storia dell’ecologia, in Id., Ecologia e potere. Un saggio su Murray Bookchin, Milano-Udine, Mimesis, 2011, pp. 137-188.
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Una sintetica discussione sull’adattamento è contenuta in D. Patassini, Marginalia. Plausibilità ed efficacia delle teorie dell’adattamento, in «Equilibri. Rivista per lo sviluppo sostenibile», 2022, n. 1-2, pp. 128-160.
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G. Bateson, Verso un’ecologia della mente, Milano, Adelphi, 1977.
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La discussione segue percorsi diversi nelle culture africane, asiatiche e nelle culture indigene del continente americano. Per un aggiornamento «occidentale» cfr. A. Magnaghi e O. Marzocca (a cura di), Ecoterritorialismo, Firenze, Firenze University Press, 2023.
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F. Zagari, Questo è paesaggio. 48 definizioni, Roma, Mancosu, 2006.
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Cfr. V. De Lucia, L’Italia era bellissima. Città e paesaggio nell’Italia repubblicana, Roma, DeriveApprodi, 2022, pp. 112-114. Le offese a questi due principi bloccano qualsiasi ipotesi di riassetto dei poteri in materia di pianificazione del territorio, come ricorda De Lucia, ma non possono essere ignorate dalle ipotesi di riabilitazione della cultura urbanistica, cfr. P.C. Palermo, Il futuro dell’urbanistica post-riformista, Roma, Carocci, 2022.
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Per un approfondimento sulle pratiche amministrative locali, cfr. A. Chemin, E. Fontanari e D. Patassini (a cura di), Paesaggi del Canale di Brenta. Osservatorio locale sperimentale. Dossier didattico, Padova, Urban Press, 2012, pp. 30-39. «Il contenzioso va studiato per quello che è, con le analisi del “caso”, sia come frequente manifestazione di ritardo culturale (difficilmente colmabile con escamotage partecipativi), sia come risorsa educativa e di apprendimento collettivo. La ricostruzione e discussione collettiva (nelle sedi proprie) dei “tipi di contenzioso” potrebbe orientare indagini sulla percezione individuale (e istituzionale a.d.a.) del paesaggio e migliorare la comprensione degli stessi modelli cognitivi» (ibidem, p. 34).
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Ipotesi di convergenza delle definizioni consentono di apprezzare quella che potremmo definire una dimensione culturale ed esperienziale del paesaggio (da non confondere con il «paesaggio culturale»). In quanto bene di esperienza, qualità, valore, caratteri e utilità non si manifestano se non con l’uso e l’interazione materiale o immateriale. In quanto bene di merito, il beneficio percepito (e la stessa utilità) non sono completamente apprezzati al momento della fruizione. L’apprezzamento può avvenire con percorsi di apprendimento o esperienze comparative. Alcuni autori riconoscono al paesaggio anche i caratteri di credence good, un bene di fiducia, a cui si dà credito e appare quindi credibile e attendibile. Le qualità del paesaggio sarebbero difficili da valutare anche dopo l’esperienza e l’asimmetria informativa potrebbe giocare un ruolo «inflattivo», come spesso accade in località turistiche o a seguito di operazioni di marketing che associano il paesaggio ad un determinato prodotto o evento.
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D. Patassini, Appunti sulla valutazione come filosofia pratica e ricerca di evidenza (versione 1.4), IUAV Università di Venezia, Venezia (dispensa del Corso di Cultura della valutazione, mimeo), 2023.
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L’ecologia culturale è una declinazione antropologica dell’ecologia, una sua versione strutturalista. Considera l’evoluzione di pratiche culturali e istituzioni nei sistemi ecologici, ove la cultura dipende in modo quasi deterministico dall’ambiente.
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J.W. Moore, Ecologia-mondo e crisi del capitalismo. La fine della natura a buon mercato, Verona, ombre corte, 2023.
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H. Ernstson e E. Swyngedouw (a cura di), Urban Political Ecology in the Anthropo-obscene, London, Routledge, 2019.
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P. Blom, La natura sottomessa. Ascesa e declino di un’idea, Venezia, Marsilio, 2023.
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Millennium Ecosystem Assessment, Ecosystems and Human Well-being: Synthesis, Washington, DC, Island Press, 2005; IPBES, The Global Assessment Report on Biodiversity and Ecosystem Services: Summary for Policymakers, Bonn, IPBES Secretariat, 2019.
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J. Hillier, Strategic Navigation across Multiple Planes: Towards a Deleuzean-Inspired Methodology for Strategic Spatial Planning, in «Town Planning Review», 82, 2011, n. 5, pp. 503-527.
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G. Deleuze e F. Guattari, A Thousand Plateaus: Capitalism and Schizophrenia [1980], London, Athlone Press, 1987.
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La modellistica in proposito è molto sviluppata: dal seminale STRAD (Strategic Adviser) di Friend e Jessop (orientato alla costruzione di strategie) all’interattivo ASA (attori-strategie-azioni) finalizzato alla costruzione di sequenze progettuali sulla base di tre criteri: interesse degli attori ai progetti in termini di ruolo e di disponibilità ad investire proprie risorse (in senso lato); rilevanza del progetto rispetto a obiettivi strategici generali (efficacia strategica); disponibilità di risorse. Per ASA cfr. A. Cecchini, I. Blecic e C. Pusceddu, Il software ASA, in F. Martufi e E. Primavera (a cura di), E-democracy e pianificazione strategica: il progetto e-demps. Pratiche partecipative per decisioni condivise, s.l., Rete delle città strategiche, 2008, pp. 49-54.
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Il monitoraggio è una routine diagnostica di un piano o di un programma in corso di attuazione, spesso denominata performance measurement o performance monitoring. Il monitoraggio può essere di sorveglianza, operativo o di indagine. Con il monitoraggio di sorveglianza si rilevano e (se possibile) si misurano variazioni a lungo termine di stati/processi naturali e/o antropici costruendo serie temporali. Questo tipo di monitoraggio viene impiegato per la validazione in itinere ed ex post di valutazioni di impatto e si dimostra utile input per la progettazione di programmi di monitoraggio orientati a specifici fattori, processi o contesti critici. Il monitoraggio operativo misura/mappa uno «stato» o un «processo» rispetto a standard, regole, valori limite, obiettivi o scenari di riferimento. Può evidenziare variazioni di stato o di processo dovute a specifiche azioni. Al monitoraggio di indagine si ricorre quando non sono note le ragioni di eventuali scostamenti, quando il monitoraggio di sorveglianza evidenzia probabilità di scostamento da un obiettivo, da uno standard o da uno scenario di riferimento o nel caso in cui il monitoraggio operativo non sia ancora definito o necessiti di precisazione. Il monitoraggio di indagine è utile nel caso in cui si operi in domini inediti, per valutare ampiezza e impatti imprevisti o accidentali. In generale, la routine di monitoraggio può riguardare processi, realizzazioni (output) o risultati (outcome). Il rapporto con la valutazione è molto stretto in quanto il monitoraggio fornisce elementi utili per configurare plausibili domini criteriali dal punto di vista semantico e metrico, e per apprezzare il valore di ciò che si è ottenuto o perduto; cfr. T.A. Schwandt, Evaluation Foundations Revisited: Cultivating a Life of the Mind for Practice, Stanford, CA, Stanford University Press, 2015, tab. 2, p. 21.
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Lo scenario è qui inteso come negoziazione pratica fra proiezioni, previsioni e attese (auspici).
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I benefici netti sono la differenza fra benefici e costi che, nei flussi di cassa di ACB, si limitano a voci economiche, le cui stime sono aggiustate con opportuni parametri di correzione, deflazione e sconto. I benefici possono essere stimati anche con modelli di elicitazione diretta e indiretta. NEBA (Net Environmental Benefit Analysis) è una tecnica applicata alla valutazione del contributo che i servizi ecosistemici possono fornire al riconoscimento di Social-Ecosystem (SES), nella costruzione di strategie di piano, nella definizione di land use pattern e nella stima delle loro performance in dominio monetario e non monetario. In particolare, questa tecnica identifica tipi e valori di SE (in termini di capacità e flusso) in funzione di diverse opzioni di uso del suolo e può orientare dispositivi di pagamento (transazione, compensazione, perequazione, e così via). In ogni parcella di spazio naturale, condizioni e tipi di SE sono utilizzati per calcolare l’indicatore DSAY (Discounted Service Acre Year). Pur condividendo alcuni principi di ACB, può essere annoverata fra le tecniche che valutano l’importanza dei SE nella determinazione del benessere sociale e della biodiversità.
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Cfr. il manuale predisposto da S. Herrod-Julius, Tool for Environmental Assessment and Management (TEAM), disponibile al link https://cfpub.epa.gov/si/si_public_record_report.cfm?Lab=NCEA&dirEntryId=18547.
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M.R. Moss e W.G. Nickling, Landscape Evaluation in Environmental Assessment and Land Use Planning, in «Environmental Management»,1980, n. 4, pp. 57-72.
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C. Cassatella e A. Peano (a cura di), Landscape Indicators: Assessing and Monitoring Landscape Quality, Dordrecht, Springer, 2011.
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F. Cutaia, The Use of Landscape Indicators in Environmental Assessment, in Id., Strategic Environmental Assessment: Integrating Landscape and Urban Planning, Dordrecht, Springer, 2016, pp. 29-43.
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A. Niţă, A. Buttler, L. Rozylowicz e I. Pătru-Stupariu, Perception and Use of Landscape Concepts in the Procedure of Environmental Impact Assessment: Case Study – Switzerland and Romania, in «Land Use Policy», 2015, n. 44, pp. 145-152.
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Per un aggiornamento di approcci, modelli e tecniche di analisi spaziale in «paesaggi» in rapido cambiamento, cfr. S.J. Rey e R.S. Franklin (a cura di), Handbook of Spatial Analysis in the Social Sciences, Cheltenham, Edward Elgar, 2022.
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Le Commissioni regionali VAS, VIA, VINCA e NUVV (Nuclei di valutazione e verifica degli investimenti pubblici) sono particolarmente attente alla congruità procedurale dei rapporti ambientali, scoraggiando senza esitazione qualsiasi innovazione valutativa in accordo con l’evoluzione di metodi, tecniche e soprattutto della cultura della valutazione a livello nazionale e internazionale. Lo stesso accade, per finalità diverse, con le Commissioni edilizie e con le Commissioni locali per il paesaggio (ove attivate).
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Z. Naveh e A.S. Lieberman, Landscape Ecology: Theory and Application, New York, Springer, 1984; S. Pignatti, Ecologia del paesaggio, Torino, UTET, 1994; M.G. Turner e R.H. Gardner, Quantitative Methods in Landscape Ecology. The Analysis and Interpretation of Landscape Heterogeneity, New York, Springer, 1994; R.T.T. Forman, Land Mosaic: The Ecology of Landscapes and Regions, Cambridge, Cambridge University Press, 1995; C. Ferrari, Biodiversità: dal genoma al paesaggio, Bologna, Zanichelli, 20102; A. Farina, Ecologia del paesaggio, Torino, UTET, 2001; Id., Verso una scienza del paesaggio, Bologna, Alberto Perdisa, 2004; L. Finke, Introduzione all’ecologia del paesaggio, Milano, FrancoAngeli, 1993.
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V. Ingegnoli, Human Influences in Landscape Change: Thresholds of Metastability, in O. Ravera, Terrestrial and Aquatic Ecosystems: Perturbation and Recovery, Chichester, Ellis Horwood, 1991, pp. 303-309; Id., Fondamenti di ecologia del paesaggio, Milano, Cittastudi Edizioni, 1993; Id., Landscape Ecology: A Widening Foundation, Berlin, Springer, 2002; Id., Bionomia del paesaggio: l’ecologia del paesaggio biologico-integrata per la formazione di un «medico» dei sistemi ecologici, Milano, Springer, 2011; V. Ingegnoli e E. Giglio, Ecologia del paesaggio. Manuale per conservare, gestire e pianificare l’ambiente, Napoli, Sistemi editoriali, 2005.
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Per un’applicazione cfr. V. Ingegnoli, Studio preliminare sullo stato ecologico del paesaggio della laguna di Venezia. Relazione finale. Studio C.2.10 Attività di aggiornamento del piano degli interventi per il recupero morfologico in applicazione della delibera del CdM 15 marzo 2001: attività di I fase, parte B, attività di studio e indagini per ampliare il quadro conoscitivo, Milano, 2003.
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BTC dialoga con i modelli «emergetici» in quanto consente di valutare le soglie di meta stabilità di un eco-tessuto in Mcal/mq/anno sulla base della capacità di respirazione, tenuta e adeguamento (Ingegnoli, Studio preliminare, cit., pp. 14-15). Cfr., in particolare, Ingegnoli, Bionomia del paesaggio, cit.
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HU consente di misurare la presenza di funzioni ecologico-territoriali dell’habitat umano con gradazioni sulle funzioni antropiche tipiche (residenziali e sussidiarie) e le funzioni seminaturali o assimilabili (agricole, naturali, protettive). Le misure di HU consentono di definire anche il concetto di habitat standard pro-capite (HS). HS rappresenta la superficie a disposizione di ogni abitante, da riportare ad un valore minimo teorico per la sopravvivenza (HS*) stimato per le latitudini temperate in 1476 mq/ab; cfr. Ingegnoli, Studio preliminare, cit., p. 17.
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Ibidem, p. 9.
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Ingegnoli, Landscape Ecology, cit.
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Ingegnoli, Studio preliminare, cit., p. 18.
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B. Burkhard, F. Kroll, S. Nedkov e F. Müller, Mapping Ecosystem Service Supply, Demand and Budgets, in «Ecological Indicators», 2012, n. 21, pp. 17-29.
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Programma di ricerca scientifica Per una laguna «regolata», Linea 4.2 Servizi ecosistemici e gestione dell’ambiente, Corila, Università di Venezia (Ca’ Foscari), IUAV Università di Venezia (responsabile: M. Reho).
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R. Trussardi, I servizi ecosistemici nella costruzione del piano regolativo locale. Elementi conoscitivi e valutativi, Corso di Laurea magistrale in Pianificazione e politiche per la città, il territorio e l’ambiente (G75) - curriculum Ambiente, IUAV Università di Venezia, relatori: M. Reho e D. Patassini, tesi di laurea, a.a. 2021-22.
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B. Burkhard et al., Landscapes’ Capacities to Provide Ecosystem Services: A Concept for Land-Cover Based Assessments, in «Landscape Online», 2009, n. 15, pp. 1-22; Burkhard et al., Mapping Ecosystem Service Supply, Demand and Budgets, cit.; B. Burkhard et al., Ecosystem Service Potentials, Flows and Demands: Concepts for Spatial Localisation, Indication and Quantification, in «Landscape Online», 2014, n. 34, pp. 1-32, https://doi.org/10.3097/LO.201434.
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R. Santolini e E. Morri, I Servizi Ecosistemici, un vecchio approccio per una nuova visione dei beni ambientali, 2017, in https://territorio.regione.emilia-romagna.it; R. Santolini, E. Morri e G. Pasini, Linee guida per un approccio ecosistemico alla pianificazione. Mappatura e Valutazione dei Servizi Ecosistemici. Legge regionale n. 24 del 21 dicembre 2017 (Disciplina regionale sulla tutela e l’uso del territorio), Bologna, Regione Emilia-Romagna, 2022; O. Caldarice e S. Salata, Valutare i servizi ecosistemici nel piano come risposta alla vulnerabilità territoriale. Una riflessione metodologica a partire dalla proposta di legge sul consumo di suolo in Piemonte, in «Valori e Valutazioni», 2019, n. 22, pp. 67-83.
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A. Farina, Il paesaggio cognitivo. Una nuova entità ecologica, Milano, FrancoAngeli, 2006.
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I due piani paesaggistici regionali citati sono i più espliciti nell’utilizzo di morfotipi e figure, consentendo così la costruzione operativa di «disegni valutativi»: operazione impossibile con gli strumenti pianificatori che si limitano alla identificazione di unità o ambiti di paesaggio più o meno specifici.
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P. Baldeschi et al., La qualità paesaggistica dei morfotipi agroambientali, in A. Marson (a cura di), La struttura del paesaggio. Una sperimentazione multidisciplinare per il Piano della Toscana, Roma-Bari, Laterza, 2016, p. 208.
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Cfr. Linee-guida PTCP di Vicenza. Sistema delle ville venete.
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A. Zanzotto, Luoghi e paesaggi, Milano, Bompiani, 2013, p. 126.
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Ibidem, pp. 127-128.
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R. Milani, L’arte della città. Filosofia, natura, architettura, Bologna, Il Mulino, 2015, p. 38.
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Regione Autonoma della Sardegna – Osservatorio della pianificazione urbanistica e della qualità del paesaggio, Progettare il paesaggio per sistemi di relazioni, Olbia, Taphros, 2011, e Qualità del paesaggio e opere incongrue, ibidem, 2013.
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Un tempo, il concetto di genius loci richiamava l’idea di sacralità, le dimensioni fondative di una comunità, invitava all’ossequio di un «dio minore» (C. Norberg-Schulz, Genius Loci: Towards a Phenomenology of Architecture, New York, Rizzoli, 1980). Oggi sembra limitarsi a riconoscere gli elementi tipici di un luogo, la resistenza alle omologazioni (J. Hillman, L’anima dei luoghi, Milano, Rizzoli, 2004).
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Regione Autonoma della Sardegna, Qualità del paesaggio e opere incongrue, cit.
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In questa prospettiva possono essere apprezzati l’approccio city imageability di Lynch e Nasar (sviluppato negli anni ’60) e la spatial syntax analysis di Hillier, messa a punto negli anni ’70. La combinazione di esplorazione virtuale e fisica consente di riconoscere i principali elementi (path, edge, district, node, landmark) secondo fattori di scala, livello dello sguardo (eye level), dettaglio, accuratezza e tempismo, movimento, sensibilità e così via. Questo tipo di esplorazione aiuta a costruire mappe soggettive e collettive, a comparare contesti in tempi e condizioni diverse e fornisce elementi utili per la caratterizzazione delle funzioni valutative. Sull’interazione fra esplorazione virtuale e fisica cfr. M. Meenar, N. Afzalan e A. Hajrasouliha, Analysing Lynch’s City Imageability in the Digital Age, in «Journal of Planning Education and Research», 42, 2022, n. 4, pp. 611-623.
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Cfr. M. Ricci, Figure della trasformazione, Pescara, Ed’A, 1996, in particolare gli Atlanti eclettici di S. Boeri.
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Gli atlanti identificano in modalità gerarchica le unità di paesaggio, le strutture paesaggistiche e gli elementi di paesaggio. Sono interessanti gli esiti del riconoscimento, a volte significativamente diversi a seconda che si operi in modalità top-down (dalle unità agli elementi) o bottom-up (dagli elementi alle unità); cfr. S. Curioni, Paesaggi e trasformazioni. Metodi e strumenti per la valutazione di nuovi modelli organizzativi del territorio, Milano, FrancoAngeli, 2017, in particolare il cap. 2 («La valutazione dei processi di trasformazione del paesaggio») e la scheda valutativa alle pp. 92-106.
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Sulla rappresentazione interviene anche A. Magnaghi, Il principio territoriale, Torino, Bollati Boringhieri, 2020.
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Per un confronto internazionale cfr. L. Scazzosi (a cura di), Leggere il paesaggio. Confronti internazionali, Roma, Gangemi, 2002.
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Un utile riferimento è C. Tudor, An Approach to Land Character Assessment, London, Natural England, 2014.
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M.R. Vittadini, Il paesaggio nella VAS, in M. Reho, E. Lancerini e F. Magni (a cura di), Paesaggi delle acque. Un percorso formativo, Padova, Il Poligrafo, 2016, pp. 96-100.
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Il Regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio sul ripristino della natura (in discussione, luglio 2023) tende a favorire l’aumento della quota di terreni agricoli con elementi caratteristici del paesaggio ad elevata diversità. L’obiettivo rinvia alla strategia dell’UE sulla biodiversità per il 2030, che prevede di destinare almeno il 10% delle superfici agricole ad elementi caratteristici del paesaggio con elevata diversità. Si attende che anche altri indicatori registrino una tendenza all’aumento, quali l’indice delle farfalle comuni (Grassland Butterfly Index) e gli stock di carbonio organico nei terreni minerali coltivati. Il Regolamento prevede piani nazionali di ripristino integrati ai piani nazionali per energia e clima, con rilevanti implicazioni regionali e locali.
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In tal senso opera la differenza di «volume utile» in termini urbanistici e paesistici. Nelle valutazioni di natura urbanistica il volume utile approssima la consistenza (reale o presunta) di diritti edificatori. Nei giudizi paesistici il riferimento è al volume percepibile come ingombro alla visuale o come innovazione (quali-quantitativa) non metabolizzabile nella figura paesaggistica. La regola che in materia urbanistica esclude i volumi tecnici dal calcolo della volumetria edificabile non può, quindi, essere invocata per ampliare le eccezioni al divieto di rilascio dell’autorizzazione paesaggistica in sanatoria, previsto dall’art. 167, c. 4 del d.lgs. 42 del 22 gennaio 2004, Codice dei beni culturali e del paesaggio. In questi termini, il TAR Toscana (sentenza 744 del 16 giugno 2020) ha respinto il ricorso proposto contro il provvedimento con il quale il comune di Monte Argentario aveva rigettato un’istanza diretta ad ottenere l’accertamento di conformità urbanistica e di compatibilità paesaggistica di un intervento edilizio consistente nella sopraelevazione delle mura perimetrali di un sottotetto.
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Farina, Il paesaggio cognitivo, cit.
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Magnaghi, Il principio territoriale, cit., p. 115.
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Ibidem, pp. 123-124. La codificazione morfo-tipologica tende ad «esplodere» con le mappe di comunità. In esse, saperi esperti e ordinari accolgono spunti di reciprocità. L’approccio territorialista è molto esplicito in proposito con evidenti influenze su importanti esperienze di pianificazione paesaggistica in attuazione del Codice. Questo approccio tratta sia la messa in valore del patrimonio territoriale, sia la sua consistenza. La «metodologia di messa in valore del patrimonio territoriale» prevede, in primo luogo, la sua descrizione, interpretazione e rappresentazione secondo l’approccio morfo-tipologico e percettivo con ricomposizione in figure territoriali; in secondo luogo, il riconoscimento di regole morfogenetiche (ecologiche, storico-strutturali, bio-regionaliste) e di trasformazione (conservazione, criticità, invarianti, statuti, norme figurate); cfr. ibidem, p. 127 con schema riassuntivo. Lo «strumento tecnico di misura della consistenza patrimoniale» (p. 126) attiva i seguenti criteri: «grado di persistenza e conservazione dei caratteri morfo-tipologici e identitari dei paesaggi»; «grado di funzionamento delle “precondizioni” dell’insediamento umano (equilibri idro-geomorfologici, qualità e continuità delle reti ecologiche, grado di gestione del metabolismo urbano e territoriale)»; livello di coscienza di luogo misurato rispetto a diverse dimensioni; locale «grado di cura» (médiance); grado di «aderenza» del sistema di governo locale agli obiettivi comunitari e a istituti di autogoverno; «responsabilità socio-territoriale dell’impresa» in una prospettiva di economia civile.
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S. Hagan, Ecological Urbanism: The Nature of the City, London-New York, Routledge, 2015.
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D.P.S. Terêncio et al., Integrating Ecosystem Services into Sustainable Landscape Management: A Collaborative Approach, in «Science of the Total Environment», 2021, n. 794.
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Cfr. Trussardi, I servizi ecosistemici nella costruzione del piano regolativo locale, cit., passim.
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P. Ferrão e J. Fernandez, Sustainable Urban Metabolism, Cambridge, MA, Mit Press, 2013; D. Patassini, Circolarità, simbiosi e metabolismi: verso un disegno strategico delle coppie (C, M). Progetto di ricerca Urban Wins – Urban Metabolism for Building Waste Management Innovative Networks and Strategies, IUAV Università di Venezia (mimeo), 2017; Id., Metabolismo e configurazioni spaziali: verso strategie trans-scalari e relazionali. Note di lavoro. Progetto di ricerca Urban Wins – Urban Metabolism for Building Waste Management Innovative Networks and Strategies, IUAV Università di Venezia (mimeo), 2018.
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R. Pasini, Metabolismo territoriale paesaggistico e futuri scenari spaziali, in L. Montedoro e M. Russo (a cura di), Fare urbanistica oggi. Le culture del progetto, Roma, Donzelli, 2022, pp. 197-210.
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In Italia, un tentativo è stato effettuato dall’Osservatorio del paesaggio dei parchi del Po e della collina torinese. Nel working paper 7/2007, curato dal Dipartimento interateneo Territorio Politecnico e Università di Torino, vengono definiti indicatori di accompagnamento alle azioni del piano territoriale di coordinamento (PTC) e di valutazione ambientale per unità di paesaggio degli spazi verdi peri-urbani. Gli scenari del piano territoriale sono valutati con il sistema di indicatori VOLPAE.1 su fattori strutturali, di valorizzazione e pressione, mentre un secondo sistema di indicatori VOLPAE.2 intende accompagnare la VAS in itinere del PTC. Si tratta di un tentativo di integrazione della componente paesaggistica nella VAS e di attivazione di un dispositivo di monitoraggio operativo. L’esito è comunque parziale.
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P. Cordara, Indicatori del paesaggio e pianificazione territoriale. Prima parte: Metodologia generale e raccolta dati per regione, in «Valutazione ambientale», 2011, n. 20, pp. 9-21.
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S. Malcevschi e G. Poli, Indicators for Sustainable Management of the Landscape: Some Italian Proposals and Experiences, International Seminar «Landscape Indicators. Challenges and Perspectives», Barcelona, 2007; Vallega 2013.
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A. Vallega, Indicatori per il paesaggio, Milano, FrancoAngeli, 2013.
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L’ultimo è stato pubblicato nel 2022 con titolo Landschaft im Wandel (paesaggio in transizione) dall’Ufficio federale dell’ambiente (UFAM) e dall’Istituto federale di ricerca per la foresta, la neve e il paesaggio (WSL).
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Ad esempio, indice di dominanza di Shannon, di diversità di Hill e di Sharpe, edge density, landscape shape index.
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Cfr. contratti regionali francesi: per tutti, Région Nouvelle-Aquitaine, Cadre d’intervention de la politique contractuelle territoriale, Pôle Datar, 2022.
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M. Antrop e V. van Eetvelde, Landscape Perspectives: The Holistic Nature of Landscape, Dordrecht, Springer, 2017; B. Arts et al., Landscape Approaches: A State-of-the-Art Review, in «Annual Review of Environment and Resources», 2017, n. 42, pp. 439-463; R. Gambino, Conservare, innovare. Paesaggio, ambiente, territorio, Torino, UTET, 1997; F. Steiner, The Living Landscape: An Ecological Approach to Landscape Planning, Washington, DC, Island Press, 1991; S. Nijhuis, Landscape-Based Urbanism: Cultivating Urban Landscapes Through Design, in R. Roggema (a cura di), Design for Regenerative Cities and Landscapes: Rebalancing Human Impact and Natural Environment, Cham, Springer, 2022, pp. 249-277, https://doi.org/10.1007/978-3-030-97023-9_11.
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Indirizzi progettuali e linee-guida messi a punto da ministeri, regioni, province e città metropolitane riguardano gli spazi aperti peri-urbani, i paesaggi industriali o rurali, l’«urbanizzazione nascosta» (come quella legata all’espansione vitivinicola), gli aspetti scenici del paesaggio e così via. Per riferimenti alla valutazione degli effetti paesaggistici delle politiche agricole cfr. C. Cassatella, Un approccio strategico al progetto di paesaggio, in Montedoro e Russo (a cura di), Fare urbanistica oggi, cit., pp. 109-119.