Tutela e valorizzazione del paesaggio nella transizione
DOI: 10.1401/9788815413352/c6
Nel piano regolatore generale del
2014 di Bra (da tempo città slow) si propone un set di indicatori
per il monitoraggio della percezione paesaggistica: complessità della scena
paesaggistica, coni ottici paesaggistici, presenza di elementi peculiari, vulnerabilità
visiva, inter-visibilità, ampiezza e profondità del campo visivo. L’aspetto interessante
è l’uso della percezione in luoghi strategici e «ambiti» operativi. Ad esempio, con
l’indicatore «complessità della scena paesaggistica» viene posto implicitamente il
problema del riconoscimento della interazione tra le tessere (zone normative e vincoli)
e la loro composizione in «scene». Il monitoraggio delle trasformazioni strategiche può
essere così effettuato per scena, tenendo conto della conformazione duale
dell’insediamento: città densa vs città lineare; città di pianura
vs città di collina; campagna che si fa «documento di storia
urbana millenaria». Per diventare operativa l’interazione richiede l’adozione di
«statuti» locali a cui ancorare forme contrattuali (tipo contrat de
pays/territoire)
[75]
, consentendo
¶{p. 154}una maggiore apertura degli strumenti
di pianificazione ordinaria.
Se si adotta un approccio
strategico al «progetto di paesaggio» (e non soltanto regolativo) si entra agevolmente
nei domini del landscape planning
[76]
, rendendo più esplicite e motivate alcune interazioni
fra VAS e VP. Esse vengono colte in pratiche di visioning
e governance in grado di qualificare l’attribuzione
di valori; invitano a ridimensionare la rilevanza degli indicatori a favore di criteri
di indirizzo e linee-guida
[77]
; possono proporre varianti in adeguamento a piani ambientali e paesaggistici
ribadendo non tanto la loro valenza sovraordinata, quanto la loro tensione progettuale.
7. Considerazioni conclusive
L’interazione VAS-VP è uno dei temi
centrali della valutazione spaziale nei processi di governo del territorio. Il tema
tende ad assumere importanza con la transizione ecologica e digitale in corso. Lo
confermano studi e ricerche, ma anche sperimentazioni di amministrazioni pubbliche
sensibili a scale territoriali diverse. Le ricerche e le pratiche menzionate
evi¶{p. 155}denziano come le reciproche «incursioni» siano destinate a
rimanere poco efficaci se i principi giuridici che presiedono alla pianificazione
ambientale e paesaggistica non verranno tradotti in plausibili pratiche analitiche e di
governance. Si è, inoltre, rilevato come le «incursioni» non
siano simmetriche, e come VAS trovi più difficoltà ad aprirsi alla interazione di quanto
non possa fare VP. Ciò ci porterebbe a concludere che dovrebbe essere il «paesaggio» a
convincere l’«ambiente» per un’azione congiunta e non viceversa.
In quest’ottica e soprattutto in
contesti ad elevata caratterizzazione patrimoniale (come il nostro paese), una prima
mossa utile potrebbe essere quella di riconoscere la rilevanza analitica (se non
giuridica) delle figure di paesaggio in riconosciuti contesti metabolici (urbani, rurali
e ibridi). Si tratta, quindi, di consolidare il concetto e di renderlo operativo per
l’analisi di stati e dinamiche spaziali, per la messa a punto di progetti, piani e
programmi, oltre che per la loro valutazione «costruttiva». Seguendo questo approccio,
VP non verrebbe limitata a valutazioni di compatibilità o coerenza, ma riscattata come
strumento di progetto (critico-interpretativo).¶{p. 156}
La mossa derivata è riconoscere
alla figura una funzione pratica. Abbiamo visto come essa potrebbe restituire le
complesse relazioni fra significati se si riuscissero a «mappare» in modo congiunto le
dimensioni storico-culturali (di caratterizzazione patrimoniale, di tutela e
valorizzazione), ecologiche (di controllo strutturale o di pattern,
funzionale o di processo) e metaboliche. Insieme, queste dimensioni (di carattere
plurale e non necessariamente convergenti) generano un ricco sistema di valori riferiti
a cultura e sostenibilità, con riscontri (se non validazioni) sul piano
percettivo-comportamentale individuale e sociale. La validazione non può che essere
azione riflessiva e pluralista, processuale, a forte valenza locale. Con questo
frame «interpretato» possono essere progettati e valutati gli
usi del territorio (caratterizzazione, prestazione e trasformazione) ed apprezzato il
valore economico-sociale del paesaggio, oltre che il suo contributo alla qualità della
vita umana e degli ecosistemi in generale. Seguendo questa prospettiva si potrebbe
superare la «dispersione» generata dall’approccio per indicatori che, come abbiamo
rilevato, richiede problematiche e non sempre efficaci operazioni di sintesi. Le due
mosse aiutano comunque a finalizzare eventuali prove di integrazione (per quanto
sperimentali e parziali), testando nel concreto la plausibilità delle declinazioni
paradigmatiche su entrambi i versanti di VAS e VP.
La prospettiva proposta non può che
essere sperimentale, pratica, e i contenuti valutativi della coppia VAS-VP si annunciano
di tipo «trasformativo», a forte contenuto politico-culturale. Poiché l’ecologia è
metafora delle interazioni fra sistemi politici e ambiente, la sperimentazione proposta
tende a far emergere diseguaglianze sociali e responsabilità.
Note
[75] Cfr. contratti regionali francesi: per tutti, Région Nouvelle-Aquitaine, Cadre d’intervention de la politique contractuelle territoriale, Pôle Datar, 2022.
[76] M. Antrop e V. van Eetvelde, Landscape Perspectives: The Holistic Nature of Landscape, Dordrecht, Springer, 2017; B. Arts et al., Landscape Approaches: A State-of-the-Art Review, in «Annual Review of Environment and Resources», 2017, n. 42, pp. 439-463; R. Gambino, Conservare, innovare. Paesaggio, ambiente, territorio, Torino, UTET, 1997; F. Steiner, The Living Landscape: An Ecological Approach to Landscape Planning, Washington, DC, Island Press, 1991; S. Nijhuis, Landscape-Based Urbanism: Cultivating Urban Landscapes Through Design, in R. Roggema (a cura di), Design for Regenerative Cities and Landscapes: Rebalancing Human Impact and Natural Environment, Cham, Springer, 2022, pp. 249-277, https://doi.org/10.1007/978-3-030-97023-9_11.
[77] Indirizzi progettuali e linee-guida messi a punto da ministeri, regioni, province e città metropolitane riguardano gli spazi aperti peri-urbani, i paesaggi industriali o rurali, l’«urbanizzazione nascosta» (come quella legata all’espansione vitivinicola), gli aspetti scenici del paesaggio e così via. Per riferimenti alla valutazione degli effetti paesaggistici delle politiche agricole cfr. C. Cassatella, Un approccio strategico al progetto di paesaggio, in Montedoro e Russo (a cura di), Fare urbanistica oggi, cit., pp. 109-119.