Matelda Reho, Filippo Magni (a cura di)
Tutela e valorizzazione del paesaggio nella transizione
DOI: 10.1401/9788815413352/c6
Nel piano regolatore generale del 2014 di Bra (da tempo città slow) si propone un set di indicatori per il monitoraggio della percezione paesaggistica: complessità della scena paesaggistica, coni ottici paesaggistici, presenza di elementi peculiari, vulnerabilità visiva, inter-visibilità, ampiezza e profondità del campo visivo. L’aspetto interessante è l’uso della percezione in luoghi strategici e «ambiti» operativi. Ad esempio, con l’indicatore «complessità della scena paesaggistica» viene posto implicitamente il problema del riconoscimento della interazione tra le tessere (zone normative e vincoli) e la loro composizione in «scene». Il monitoraggio delle trasformazioni strategiche può essere così effettuato per scena, tenendo conto della conformazione duale dell’insediamento: città densa vs città lineare; città di pianura vs città di collina; campagna che si fa «documento di storia urbana millenaria». Per diventare operativa l’interazione richiede l’adozione di «statuti» locali a cui ancorare forme contrattuali (tipo contrat de pays/territoire) [75]
, consentendo
{p. 154}una maggiore apertura degli strumenti di pianificazione ordinaria.
Se si adotta un approccio strategico al «progetto di paesaggio» (e non soltanto regolativo) si entra agevolmente nei domini del landscape planning [76]
, rendendo più esplicite e motivate alcune interazioni fra VAS e VP. Esse vengono colte in pratiche di visioning e governance in grado di qualificare l’attribuzione di valori; invitano a ridimensionare la rilevanza degli indicatori a favore di criteri di indirizzo e linee-guida [77]
; possono proporre varianti in adeguamento a piani ambientali e paesaggistici ribadendo non tanto la loro valenza sovraordinata, quanto la loro tensione progettuale.

7. Considerazioni conclusive

L’interazione VAS-VP è uno dei temi centrali della valutazione spaziale nei processi di governo del territorio. Il tema tende ad assumere importanza con la transizione ecologica e digitale in corso. Lo confermano studi e ricerche, ma anche sperimentazioni di amministrazioni pubbliche sensibili a scale territoriali diverse. Le ricerche e le pratiche menzionate evi{p. 155}denziano come le reciproche «incursioni» siano destinate a rimanere poco efficaci se i principi giuridici che presiedono alla pianificazione ambientale e paesaggistica non verranno tradotti in plausibili pratiche analitiche e di governance. Si è, inoltre, rilevato come le «incursioni» non siano simmetriche, e come VAS trovi più difficoltà ad aprirsi alla interazione di quanto non possa fare VP. Ciò ci porterebbe a concludere che dovrebbe essere il «paesaggio» a convincere l’«ambiente» per un’azione congiunta e non viceversa.
Fig. 1. Domini e forme di interazione fra VAS e VP nei processi pianificatori.
In quest’ottica e soprattutto in contesti ad elevata caratterizzazione patrimoniale (come il nostro paese), una prima mossa utile potrebbe essere quella di riconoscere la rilevanza analitica (se non giuridica) delle figure di paesaggio in riconosciuti contesti metabolici (urbani, rurali e ibridi). Si tratta, quindi, di consolidare il concetto e di renderlo operativo per l’analisi di stati e dinamiche spaziali, per la messa a punto di progetti, piani e programmi, oltre che per la loro valutazione «costruttiva». Seguendo questo approccio, VP non verrebbe limitata a valutazioni di compatibilità o coerenza, ma riscattata come strumento di progetto (critico-interpretativo).{p. 156}
La mossa derivata è riconoscere alla figura una funzione pratica. Abbiamo visto come essa potrebbe restituire le complesse relazioni fra significati se si riuscissero a «mappare» in modo congiunto le dimensioni storico-culturali (di caratterizzazione patrimoniale, di tutela e valorizzazione), ecologiche (di controllo strutturale o di pattern, funzionale o di processo) e metaboliche. Insieme, queste dimensioni (di carattere plurale e non necessariamente convergenti) generano un ricco sistema di valori riferiti a cultura e sostenibilità, con riscontri (se non validazioni) sul piano percettivo-comportamentale individuale e sociale. La validazione non può che essere azione riflessiva e pluralista, processuale, a forte valenza locale. Con questo frame «interpretato» possono essere progettati e valutati gli usi del territorio (caratterizzazione, prestazione e trasformazione) ed apprezzato il valore economico-sociale del paesaggio, oltre che il suo contributo alla qualità della vita umana e degli ecosistemi in generale. Seguendo questa prospettiva si potrebbe superare la «dispersione» generata dall’approccio per indicatori che, come abbiamo rilevato, richiede problematiche e non sempre efficaci operazioni di sintesi. Le due mosse aiutano comunque a finalizzare eventuali prove di integrazione (per quanto sperimentali e parziali), testando nel concreto la plausibilità delle declinazioni paradigmatiche su entrambi i versanti di VAS e VP.
La prospettiva proposta non può che essere sperimentale, pratica, e i contenuti valutativi della coppia VAS-VP si annunciano di tipo «trasformativo», a forte contenuto politico-culturale. Poiché l’ecologia è metafora delle interazioni fra sistemi politici e ambiente, la sperimentazione proposta tende a far emergere diseguaglianze sociali e responsabilità.
Note
[75] Cfr. contratti regionali francesi: per tutti, Région Nouvelle-Aquitaine, Cadre d’intervention de la politique contractuelle territoriale, Pôle Datar, 2022.
[76] M. Antrop e V. van Eetvelde, Landscape Perspectives: The Holistic Nature of Landscape, Dordrecht, Springer, 2017; B. Arts et al., Landscape Approaches: A State-of-the-Art Review, in «Annual Review of Environment and Resources», 2017, n. 42, pp. 439-463; R. Gambino, Conservare, innovare. Paesaggio, ambiente, territorio, Torino, UTET, 1997; F. Steiner, The Living Landscape: An Ecological Approach to Landscape Planning, Washington, DC, Island Press, 1991; S. Nijhuis, Landscape-Based Urbanism: Cultivating Urban Landscapes Through Design, in R. Roggema (a cura di), Design for Regenerative Cities and Landscapes: Rebalancing Human Impact and Natural Environment, Cham, Springer, 2022, pp. 249-277, https://doi.org/10.1007/978-3-030-97023-9_11.
[77] Indirizzi progettuali e linee-guida messi a punto da ministeri, regioni, province e città metropolitane riguardano gli spazi aperti peri-urbani, i paesaggi industriali o rurali, l’«urbanizzazione nascosta» (come quella legata all’espansione vitivinicola), gli aspetti scenici del paesaggio e così via. Per riferimenti alla valutazione degli effetti paesaggistici delle politiche agricole cfr. C. Cassatella, Un approccio strategico al progetto di paesaggio, in Montedoro e Russo (a cura di), Fare urbanistica oggi, cit., pp. 109-119.