Il soggiorno obbligato
DOI: 10.1401/9788815412584/c24
In questa prospettiva, al fine di
valorizzare e rafforzare l’azione della Pubblica Amministrazione nella prospettiva sopra
delineata, l’articolo 55 richiama, da ultimo, il principio di autonomia organizzativa e
regolamentare. Si tratta di un principio essenziale nella progettazione, organizzazione,
gestione ed erogazione delle attività di interesse generale di cui al Codice del Terzo
settore, atteso che esse richiedono, per loro stessa natura, approcci flessibili e
modulabili in base alle esigenze di un determinato territorio.
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Gli enti pubblici, specie gli enti
locali, oltre a ricorrere alle tradizionali procedure a evidenza pubblica, possono, in
forza della loro specifica organizzazione interna, adottare appositi regolamenti
attraverso i quali disciplinare in modo dettagliato i diversi rapporti di
partnership con gli enti del Terzo settore. L’esistenza di un
regolamento interno alle Pubbliche Amministrazioni esprime, al contempo, la volontà di
indirizzo, manifestata dall’amministrazione, di favorire l’attivazione di partenariati
con gli enti non profit in luogo delle ordinarie procedure a evidenza pubblica con i
soggetti terzi, e una maggiore legittimazione giuridica della scelta politica adottata.
I princìpi sopra brevemente
richiamati costituiscono un’importante garanzia per l’azione degli enti non lucrativi,
poiché essi possono fondare la loro partecipazione e il loro coinvolgimento
sull’intenzione, anzi, sulla volontà, degli organi della Pubblica Amministrazione di
riferimento di avviare percorsi definiti da continuità, impegno, allocazione di risorse
e, quindi, sostegno alla realizzazione dei progetti e delle attività di interesse
generale oggetto dell’accordo. Nello specifico, la continuità identifica un canone di
interpretazione contenutistica, che permette all’Amministrazione pubblica contemporanea
di definire procedure, modalità e strumenti giuridici ritenuti idonei per far fronte
all’insufficienza degli strumenti tradizionali. Intesa in questa accezione, la
continuità contribuisce a promuovere una visione incentrata sulla dialettica relazionale
tra cittadini e amministrazione, fino quasi a consentire il superamento della centralità
delle esigenze organizzative e funzionali degli enti pubblici, che per lungo tempo sono
parse l’unica misura per valutare l’efficienza pubblica. Nel modello amministrativo che
fa proprio il valore della continuità, per contro, l’attenzione si incentra sulla
operatività e, più in generale, sull’elaborazione di una prospettiva di lungo termine
nella quale si apprezzano anche i mutamenti e le contingenze, per quanto possibile
creandone valore condiviso, per la definizione di nuove linee guida di sviluppo sociale.
Il principio di continuità può dunque rappresentare il rinnovamento nella e dell’azione
amministrativa, coerente con la tendenza al superamento della tradizionale dicotomia tra
settore pubblico e soggetti privati. Il confine tra Amministrazione pubblica e società
civile si è progressivamente ridotto e i processi partecipativi e di negoziazione sono
ormai diffusi così da valorizzare procedure di consultazione, confronto, mediazione
sinergica e compartecipata.
Da quanto sopra descritto consegue
la rilevanza dei profili giuridici dell’organizzazione dei pubblici uffici, nella quale
deve essere ricondotta la correlazione tra momento strutturale e momento funzionale
dell’azione pubblica. Un’azione efficace, programmata, proporzionata e motivata
costituisce il precipitato positivo di una solida organizzazione pubblica, orientata al
perseguimento di finalità di interesse generale.
È nel contesto fin qui delineato
che trova una sua propria collocazione naturale il metodo «Budget di Salute», inteso
quale processo che sottende, ¶{p. 559}necessariamente, il
coinvolgimento, la collaborazione e la responsabilizzazione multilivello di diversi
portatori di interesse, i quali sono chiamati a sperimentare schemi e processi di
partnership con le aziende sanitarie locali, con lo specifico
obiettivo di innalzare i livelli essenziali delle prestazioni e, conseguentemente,
incrementare i diritti di cittadinanza
[24]
.
Note
[24] Vi è chi legge nei rapporti giuridici di cui al Codice del Terzo settore un’importante occasione per «creare una nuova cultura amministrativa che sappia muoversi con destrezza tra i rapporti di co-progettazione e quelli invece di natura patrimoniale» [De Dea 2020].