Ciro Tarantino (a cura di)
Il soggiorno obbligato
DOI: 10.1401/9788815412584/c28
Se Goffman, registrando la vita quotidiana degli internati all’interno delle istituzioni nella sua opera Asylums, evidenzia la pretesa delle istituzioni di dettare la loro logica organizzativa nella vita delle persone, il Garante nazionale, dopo le visite di monitoraggio, restituisce in chiave interpretativa, nella sua funzione preventiva e di controllo, una descrizione di luoghi monitorati a rischio di limitazioni dell’espressione della libertà della persona [27]
.
{p. 636}A rendere il quadro più esaustivo vengono in aiuto le documentazioni riguardanti segnalazioni pervenute al Garante nazionale [28]
. Esse riconducono alla dimensione umana della persona, sottoposta a pratiche di mortificazione del sé o collocata contro la propria volontà in una residenza.
Contrariamente alle vostre dichiarazioni, la signora X.X. continua a esprimere il desiderio di ritornare a casa Y.Y. nonostante Voi abbiate deciso di affidare al Tempo, la decisione ultima, confidando la sua capacità di adattamento e rassegnazione.
X.X. è una persona con diritti garantiti da leggi regionali, nazionali e internazionali, è una persona che ha visto stravolgere la sua vita una settimana con l’altra, in ragione soltanto delle scelte amministrative del Vostro Comune, contravvenendo e violando l’importantissimo compito affidato di tutelare e non discriminare una persona che il Giudice Tutelare ha scelto di affidare a voi. È trascorso un anno dall’arbitrario trasferimento, è opportuno se non necessario, alla luce della situazione attuale, fare un aggiornamento di quelle che sono le evidenze in nostro possesso rispetto alla diretta interessata.
Ribadiamo che le vostre decisioni di sottrarre dalla sua casa con l’evidente allora sentimento contrario espresso da parte della signora X.X. hanno stravolto la sua vita e non è cambiato nulla da allora.
Il «no» e lo scuotere la testa in senso contrario cosa possono indicare, di diverso, se non una volontà contraria? Oggi continua a dichiarare questo no [29]
.
Gli elementi segnalati rivelano la resistenza dell’individuo alle limitazioni che le istituzioni, con la loro logica organizzativa, le impongono, configurando pratiche di internamento de facto e nuove forme di istituzionalizzazione impropria in luoghi totalizzanti.
È passata anche la Santa Pasqua e il Prof. X.X. non ha potuto ricevere il conforto e l’affetto che gli deriverebbero dal rivedere i suoi amici più cari.
Ciò che suscita molte perplessità in questa triste vicenda è che nessuno si sia attivato per consentire a un uomo anziano, portato via da casa sua in data X.X., ex abrupto, contro la sua volontà e con modalità non ortodosse, e poi recluso in una RSA (contro la sua volontà), di poter ricevere le visite dei suoi più cari amici [30]
.
Nel confronto tra le attività del Garante nazionale e la logica delle istituzioni totali così come definite dall’autore, si procederà a esporre qui di seguito alcune considerazioni su tre delle variabili tra quelle che {p. 637}caratterizzano un luogo totalizzante: lo spazio, il tempo, l’asimmetria tra staff e internati.

5.1. Lo spazio secondo E. Goffman

Dormire, divertirsi e lavorare in luoghi diversi con compagni diversi, al di fuori di uno schema razionale di carattere globale e sotto diverse autorità. A partire da questo assetto sociale della società moderna, l’Autore definisce come caratteristica principale delle istituzioni totali «la rottura delle barriere che abitualmente separano queste tre sfere di vita» [2010, 35]. In una istituzione totale tutti gli aspetti della vita si svolgono nello stesso luogo e sotto la stessa unica autorità. Ogni fase delle attività giornaliere si svolge a stretto contatto di un enorme gruppo di persone, trattate tutte allo stesso modo e tutte obbligate a fare le medesime cose. «Le varie attività forzate sono organizzate secondo un unico piano razionale, appositamente designato al fine di adempiere allo scopo ufficiale dell’istituzione» [ibidem, 36].
Secondo l’Autore:
Queste caratteristiche possono essere riscontrate, isolatamente, anche in luoghi che non hanno niente a che fare con le istituzioni totali. Ad es. le nostre grandi organizzazioni commerciali, industriali e culturali vanno sempre più fornendo luoghi di ristoro e svaghi ricreativi per il tempo libero dei loro dipendenti. Tuttavia, il fatto di poter godere di una più vasta gamma di possibilità, conserva – sotto molti aspetti – un carattere volontario [ibidem].

5.1.1. Lo spazio secondo il Garante nazionale

L’assenza del carattere volontario e della possibilità di scelta tra una gamma di possibilità è il confine che delinea le situazioni di compressione della libertà personale che qui di seguito ci si accinge a mettere a fuoco.
Come nelle descrizioni di Goffman, ci si immerge nella quotidianità della vita delle strutture residenziali sin dai primi momenti delle visite del Garante nazionale. Si apre alla vista una sala di ricreazione di un centro per lungodegenti, più o meno grande, piena di sedie e carrozzine. Alcune volte sono occupate in numero uguale da persone che sono in attesa del nulla. Sono all’incirca gli stessi ospiti che dopo il pranzo vengono accompagnati dai familiari o dal personale negli altri ambienti o nelle camere personali. Se la struttura è grande i più gravi rimangono nelle sale di ritrovo dei diversi piani, altri rimangono nelle stanze.
Il volume alto di un televisore acceso, che nessuno guarda con particolare attenzione, sovrasta le voci degli ospiti e del personale creando un {p. 638}ambiente confusionario. In onda, una di quelle trasmissioni di intrattenimento dedicate alla cucina. I protagonisti del programma sono provetti cuochi, ma anche grandi cuochi, intenti in una lezione per realizzare piatti gourmet. Tra gli spettatori disposti di fronte alla TV, in modo accurato in una fila di sedie o carrozzine, persone che da tempo non possono deglutire.
In molte visite le stesse scene si presentano con sfumature simili. Pareti che variano passando da colori tenui e passati di moda, ad allestimenti particolarmente cupi e religiosi. I protagonisti sono diversi tra loro: una persona seduta su un divanetto, un’altra con accanto un familiare che si presta a leggerle il giornale, una terza rimasta in pigiama e una quarta invece che è vestita in modo distinto, con vestito e scarpe in tinta e che indossa anche gioielli. Alcune tra loro sono all’apparenza lucide nel comportamento e nella comunicazione e per questo, a prima vista, non si comprenderebbe il perché si trovino in un luogo di lungodegenza. Sguardi persi fuori dalle vetrate dell’edificio in un’attesa senza fine.
L’allestimento sobrio dei reparti e le camere spersonalizzate mettono in risalto la prevalenza di una logica organizzativa di tipo sanitario rispetto a quella sociale. Il loro carattere totalizzante ingloba corpi che durante la giornata con lentezza si muovono per spostarsi, in un unico flusso circolare: dalle camere personali alla sala di intrattenimento, da questa alla sala da pranzo, e poi di nuovo alla camera personale. Come una piccola fabbrica operosa, gli spazi si riempiono e si svuotano a seconda dell’ora della giornata. Le relazioni sociali sono soggette a una regolamentazione delle visite secondo un ritmo discontinuo.
A volte, la logistica della struttura residenziale e gli strumenti di sorveglianza per il controllo dei residenti denotano un’inclinazione del luogo all’isolamento e alla chiusura e costituiscono elementi di impedimento allo scambio sociale e all’apertura verso il mondo esterno. Costituiscono esemplificazione di tale inclinazione il collocamento della struttura in zona periferica o isolata non sufficientemente collegata da mezzi di trasporto pubblico, l’apertura delle porte di accesso tramite badge di riconoscimento, imponenti mura perimetrali o, più banalmente, adozione di inferriate a porte e finestre anche ai primi piani di case di riposo.

5.2. Il tempo secondo E. Goffman

Come lo spostamento da uno spazio all’altro è governato da una regolarità ordinata o un ordine regolare, così, citando l’autore, «le diverse fasi delle attività giornaliere sono rigorosamente schedate secondo un ritmo prestabilito che le porta dall’una all’altra, dato che il complesso di attività è imposto dall’alto da un sistema di regole formali esplicite e da un corpo di addetti alla loro esecuzione» [2010, 36]. {p. 639}

5.2.1. Il tempo secondo il Garante nazionale

Ogni struttura residenziale esercita un’azione totalizzante che finisce per appropriarsi del tempo e degli interessi di coloro che da essa dipendono «offrendo in cambio un particolare tipo di mondo» [ibidem, 33]. Un mondo protettivo, di cure e di assistenza o di riabilitazione, con una varietà di servizi che risponde a una gradualità di attività più o meno inglobanti o discontinue, più o meno intrusive nella sfera della persona. Soprattutto nelle strutture dai grandi numeri di residenti, il tempo è scandito da regole e compiti che assorbono la gran parte dell’attenzione degli operatori e dove il tempo dell’organizzazione prevale su quello della soggettività di chi è assistito.
Video chiamate che, incidenter tantum, vengono svolte in presenza di persone estranee che intervengono perentoriamente interrompendo il colloquio con il signor XX indebitamente e sine titulo, durante le quali il signor XX chiede ripetutamente di essere portato via da lì [31]
.
Mansioni svolte in modo routinario da parte degli operatori (risveglio, igiene, colazione, attività riabilitative, pranzo, riposo e cena) caratterizzano le RSA o le case di riposo.
Giornate brevi per un tempo lungo che scorre in un susseguirsi di scansioni operazionali vuote, legate più al soddisfacimento biologico e fisiologico per garantire la sopravvivenza al paziente, che alla realizzazione di interessi personali.
Durante la visita del Garante nazionale nell’arco di una sola mattinata è possibile assistere alla somministrazione della colazione, così come quella del pranzo [32]
. La riduzione del tempo che intercorre tra un pasto e l’altro, serviti anticipatamente rispetto gli orari consuetudinari, è il risultato di quella logica di sottrazione che pervade la vita vissuta all’interno di una residenza.
All’ora del pranzo nelle camere personali il silenzio è interrotto dal rumore dei carrelli di distribuzione dei pasti e dal via vai di inservienti che passano per controllare il vassoio o per motivare a mangiare. In altre ci sono pazienti in attesa di essere imboccati, mentre i vassoi vengono lasciati vicino ai loro comodini. Nessuno che si ponga l’interrogativo in ordine all’appetito della persona [33]
o al gradimento delle pietanze servite. Parafrasando Salvatore Quasimodo «Ognuno sta sul cuor della terra» nella frammentarietà dei rapporti vivendo nell’ossimoro di una rapida {p. 640}lentezza dello scorrere del tempo con la quale aspetta la sera. In questi casi la concentrazione delle attività in un unico luogo è massima. Lo spazio non delimita il tempo e viceversa. In realtà esiste un tempo che non è di proprietà di chi vive nelle strutture residenziali, ma è il tempo degli operatori, dei turni ai quali il degente si adatta. È il tempo di lavoro dedicato secondo un minutaggio da chi spesso è oppresso da un carico di lavoro eccessivo. È un tempo che non lascia spazio al senso di umanità del luogo, né al degente né all’operatore.
All’interno delle strutture «il tempo si riconfigura, non è più quello di prima: si declina con parole come lentezza, dilatazione, ciclicità, che lo rendono sempre più distante dal suo omologo che fluisce all’esterno dei luoghi chiusi», si legge nella Relazione al Parlamento 2022 del Garante nazionale [2022, 73].
Un tempo che non può considerarsi semplice contenitore da riempire in modo indifferenziato nel tentativo di farlo scorrere più in fretta, né può essere un tempo vuoto [ibidem, 6]. Le attività quotidiane dovrebbero, invece, essere pianificate secondo una prospettiva futura e contenere la possibilità di conservazione, quando se non di un vero e proprio miglioramento, delle personali capacità e indipendenza dentro una rete di relazioni sociali. Esse rendono più apprezzabile l’innegabile dimensione umana dell’assistito che ha il diritto di vivere una vita dignitosa anche nella sua ultima parte di vita.

5.3. E. Goffman, l’asimmetria tra staff e internati e l’attività di monitoraggio del Garante nazionale

Un terzo fattore secondo Goffman contraddistingue un’istituzione totale: la sorveglianza e il controllo dei residenti svolti da un piccolo gruppo di persone. Al suo interno ciascun membro svolge specifici compiti che gli sono stati assegnati.
Dice l’Autore:
Nelle istituzioni totali c’è una distinzione fondamentale fra un grande gruppo di persone controllate, chiamate opportunamente «internati», e un piccolo staff che controlla. Gli internati vivono generalmente nell’istituzione con limitati contatti con il mondo da cui sono separati, mentre lo staff presta un servizio giornaliero di otto ore ed è socialmente integrato nel mondo esterno.
Esiste una «relazione di potere» asimmetrica tra gli attori sociali che vivono, lavorano o visitano l’istituzione. Essa caratterizza l’esercizio di ciascun ruolo e contrappone di volta in volta l’istituzione, con il tramite degli operatori, all’ospite o al degente e alla sua sfera familiare. Alcuni
{p. 641}autori hanno definito gli operatori all’interno delle istituzioni sanitarie, socio-sanitarie e assistenziali come «guardie di confine», non necessariamente persone malvagie, anzi spesso amichevoli e sorridenti, ma di fondo sorveglianti.
Note
[27] Una parte degli argomenti riportati sono rivisitati e tratti dalla relazione di G. Losito, La tutela delle fragilità parte dall’auto potenziamento della persona, in occasione del Seminario di studio del Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale «La misura dei diritti» in collaborazione con l’Istituto italiano degli Studi filosofici di Napoli dal 16 al 18 gennaio 2023.
[28] Dal 2017 al 2022 sono pervenute 169 segnalazioni riguardanti le strutture sanitarie, socio-sanitarie e assistenziali.
[29] Da una segnalazione pervenuta al Garante nazionale nel 2020.
[30] Da una segnalazione pervenuta al Garante nazionale nel 2023.
[31] Segnalazione pervenuta al Garante nazionale nel 2023.
[32] Di solito la colazione viene servita tra le 8.00 e le 9.00, mentre il pranzo tra le 11.30 e le 12.30.
[33] In alcune strutture il pranzo viene servito a distanza di qualche ora dalla colazione.