Roberto Ricci
Le competenze digitali nella scuola
DOI: 10.1401/9788815412270/c1
Entrambe le soluzioni presentano vantaggi e svantaggi, più o meno rilevanti a seconda della prospettiva di osservazione che si assume. Certamente l’attribuzione della responsabilità del curricolo digitale a un singolo docente o a un gruppo ristretto di insegnanti favorisce la focalizzazione della promozione delle competenze digitali, evitando che queste si stemperino in un esercizio più formale che sostanziale del quale nessuno si sente realmente e interamente responsabile. D’altro canto, però, l’identificazione delle competenze digitali con un insegnamento specifico del curricolo non favorisce la dimensione della trasversalità a tutto il processo
{p. 37}di insegnamento-apprendimento. Mettendo a confronto gli aspetti positivi e quelli negativi di entrambe le soluzioni, pare preferibile mantenere la trasversalità del curricolo digitale, per diverse ragioni. In primo luogo, si riduce il rischio che la promozione delle competenze digitali assuma una connotazione eccessivamente tecnologica. Soprattutto in una fase iniziale, quando anche i decisori hanno una limitata familiarità con il mondo delle competenze digitali, la tentazione di concentrare sforzi ed energie sulla componente tecnologica può essere comprensibilmente molto forte, non fosse altro perché potrebbe essere molto meno complesso immaginare dei percorsi di insegnamento-apprendimento non troppo lontani da quelli tradizionali. In secondo luogo, la trasversalità del curricolo digitale favorisce una contaminazione positiva su tutti gli insegnamenti e non solo su alcuni. È infatti fuori di dubbio che la transizione digitale richieda una rivisitazione profonda di ciò che si insegna, come lo si insegna e quando lo si insegna, senza che questo voglia significare, in alcun modo, che tutto vada cambiato e che non vi siano dei capisaldi che mantengono invariata la loro importanza e centralità.
Negli ultimi anni la Commissione europea ha prodotto diversi documenti che rappresentano un punto di riferimento molto importante per tutti i paesi dell’Unione europea, non solo in campo scolastico. In questo volume l’attenzione è concentrata sul mondo dell’istruzione e della formazione e quindi in tale prospettiva sono presi in esame tre documenti fondamentali:
1. DigComp 2.2 [Vuorikari, Kluzer e Punie 2022] che descrive le competenze che il cittadino europeo dovrebbe avere in campo digitale. Nel capitolo 2 il documento è analizzato nella prospettiva del mondo dell’istruzione, concentrando l’attenzione sul profilo di competenza dei giovani e sull’interazione tra il curricolo digitale e quello generale di scuola;
2. DigCompEdu [Commissione europea 2017] che descrive e analizza le competenze digitali che i docenti devono avere per operare proficuamente in un mondo digitalizzato. Nel capitolo 3 si analizza il documento nella prospettiva della {p. 38}formazione in ambito digitale dei futuri docenti e di quella in servizio dei docenti che già operano nella scuola;
3. DigCompOrg [Joint Research Centre (JRC) 2015; Kampylis, Punie e Devine 2015] che prende in esame l’impatto della transizione digitale sulle competenze che dovrebbero essere possedute dalle organizzazioni educative per affrontare le sfide del digitale. Nel capitolo 4 si analizza l’impatto della transizione digitale sulla scuola nel suo complesso.
I documenti di riferimento europei e le loro implicazioni in ambito didattico-organizzativo sono analizzati lungo la direttrice studente/studentessa, docente, scuola, proprio per rimarcare, da un lato, la centralità del soggetto in apprendimento e, dall’altro, la prospettiva professionale (i docenti) e quella organizzativa e sociale (la scuola).
Note