Note
-
N. Labanca, Oltremare. Storia dell’espansione coloniale italiana, Bologna, il Mulino, 2002, p. 434.
-
Un solo riferimento a Ciccotti, rapido e in nota, vi è nel suo Antichisti e impero fascista (p. 133, nota 17).
-
In generale, sull’argomento cfr. A. Del Boca, Le conseguenze per l’Italia del mancato dibattito sul colonialismo, in «Studi piacentini», 5, 1989, pp. 115-128; L. Pastorelli, Una precoce decolonizzazione. Stampa e ambienti coloniali italiani nel secondo dopoguerra, in «Studi piacentini», 28, 2000, pp. 65-95; A.M. Morone, I custodi della memoria. Il Comitato per la documentazione dell’opera dell’Italia in Africa, in «Zapruder», 23, 2010, pp. 24-38; V. Deplano e A. Pes (a cura di), Quel che resta dell’impero. La cultura coloniale degli Italiani, Milano-Udine, Mimesis, 2014; Giù le maschere. Le decolonizzazioni e la contemporaneità,«Zapruder», 59, 2022.
-
Questa visione umanitaria e razzisticamente caratterizzata del colonialismo è attestata, negli anni Trenta, da testi privati e alcuni scritti di finzione recentemente pubblicati: A. Amico, «I buoni storici sono cattivi romanzieri?». Il sogno letterario di Gaetano De Sanctis, in «Rationes Rerum», 3, 2014, pp. 191-227 (riferimento ai «padri bianchi» a p. 221); G. De Sanctis, Il diario segreto (1917-1933), a cura di S. Accame, Firenze, Le Monnier, 1996, in part. p. 209; Id., Andromaca, Tivoli, Tored, 20222. Essa emerge poi variamente nella sua scrittura storica come è stato variamente messo in luce; cfr. P. Treves, Chiarimento e conferma, in «Athenaeum», 44, 1966, pp. 152-154; G. Bandelli, Imperialismo, colonialismo e questione sociale in Gaetano De Sanctis (1887-1921), in «Quaderni di Storia», 12, 1980, pp. 83-126; M. Pani, Gaetano De Sanctis e l’imperialismo antico, in L. Gasperini (a cura di), Scritti sul mondo antico in memoria di Fulvio Grosso, Roma, L’Erma di Bretschneider, 1981, pp. 475-491; S. Accame, Il «colonialismo» di Gaetano De Sanctis [1984], in Id., Scritti minori, Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, 1990, vol. III, pp. 1357-1363; C. Franco, Il «Dopoguerra antico» di Gaetano De Sanctis (1920), in «Storiografia», 26, 2022, pp. 29-67.
-
G. De Sanctis, Ricordi della mia vita, a cura di S. Accame, Firenze, Le Monnier, 1970, pp. 9-13.
-
Cfr. supra, cap. II, nota 1.
-
Testimonianza di De Sanctis [1957], in G. Levi Della Vida, Aneddoti e svaghi arabi e non arabi, Milano-Napoli, Ricciardi, 1959, pp. 362-366.
-
Rende conto di questa sua posizione in una lettera all’allievo Treves (in F. Mocellin, Piero Treves e Demostene: un antichista durante il fascismo, tesi, Venezia, 2017-2018, pp. 135-136).
-
A. Amico, Gaetano De Sanctis. Profilo biografico e attività parlamentare, Tivoli, Tored, 2007, pp. 148-149.
-
APS, 13gennaio 1951, pp. 22024-22025.
-
Cfr. Cagnetta, Antichisti e impero, pp. 94-95.
-
Su quest’ultimo aspetto, cfr. F. Cassata, «La difesa della razza». Politica, ideologia e immagine del razzismo fascista, Torino, Einaudi, 2008, p. 74;G. Israel, Il fascismo e la razza. La scienza italiana e le politiche razziali del regime, Bologna, il Mulino, 2010, p. 198.
-
Intervento in V. La Rosa (a cura di), L’archeologia italiana nel Mediterraneo fino alla seconda guerra mondiale, Catania, Centro di Studi per l’Archeologia Greca del CNR, 1986, pp. 231-234.
-
S. Accame, «L’archeologia italiana nel Mediterraneo fino alla seconda guerra mondiale». Convegno di studi [1988], in Id., Scritti minori, cit., vol. III, pp. 1377-1391.
-
Medesimi toni anche in Id., Introduzione, in De Sanctis, Il diario segreto, cit., p. XIII.
-
G. Farenga Ussani (a cura di), Africa et Roma. Acta omnium gentium ac nationum conventus Latinis letteris linguaeque fovendis, Romae, in aedibus l’Erma di Bretschneider, 1979.
-
Cfr. L. El Houssi, L’Africa ci sta di fronte. Una storia italiana: dal colonialismo al terzomondismo, Roma, Carocci, 2021, pp. 88-99.
-
Cfr. M. Cagnetta, La pace dei vinti. Un discorso di G. Gonella su «Pace romana e pace cartaginese», Roma, L’Erma di Bretschneider, 1997.
-
Su di lui, cfr. da ultimo J.-P. Langellier, Léopold Sédar Senghor, Paris, Perrin, 2021.
-
La conferenza fu pubblicata sulle prime pagine della rivista dell’ISR, risorta nel dopoguerra col nome, meno trionfalistico e più scientifico, di «Studi Romani» (21, 1973, pp. 1-14).
-
F. Roscetti, Vita dell’Istituto Nazionale di Studi Romani, in «Studi Romani», 24, 1976, pp. 306-308.
-
Decisione presa durante la riunione del 10 marzo 1977 (Id., Vita dell’Istituto Nazionale di Studi Romani, in «Studi Romani», 25, 1977, p. 315).
-
L.S. Senghor, Les noirs dans l’antiquité romaine, in Farenga Ussani (a cura di), Africa et Roma, cit., pp. 36-52. L’ultima sezione del volume è interamente occupata dalla trascrizione di articoli giornalistici di diversi paesi riguardanti l’appuntamento senegalese. Cfr. anche C. Venturini, Il Convegno su «L’Africa e Roma», in «Studi Romani», 25, 1977, pp. 231-233 e Roscetti, Vita dell’Istituto Nazionale di Studi Romani, in ibidem, pp. 315-316.
-
Ibidem, p. 316.
-
P. Romanelli, Léopold Sédar Senghor «Cultore di Roma», in «Studi Romani», 25, 1977, pp. 321-324.
-
Lo riconosceva lo stesso Senghor: «Il se trouve que nous sommes, en Afrique, une vingtaine d’états et de territoires dont les élites ont été nourries du lait de la Louve, sont les filles du Capitole» (M. Orlandi, Costruire la Terra. Avventure di vita. Giorgio La Pira, Léopold Sédar Senghor, Scandicci, Anscarichae domus, 2005, p. 49).
-
F. Fanon, I dannati della terra, trad. it., Torino, Einaudi, 1962 (traduzione lievemente modificata).
-
Penso in modo particolare alla battaglia contro il «classicismo» e per una lettura politica degli usi dell’antichità condotta, fin dal loro nascere, dai «Quaderni di Storia». Non è un caso che in ambito italiano tale rivista sia stata l’unica nell’ambito dell’antichistica a volersi seriamente interrogare sul tema aprendo un importante spazio di dibattito sulle proprie pagine (nn. 93, 2021; 95, 2022).
-
H. Roche e K.N. Demetriou, Brill’s Companion to the Classics, Fascist Italy and Nazi Germany, Leiden-Boston, Brill, 2018; S. Pisani, M. Cagnetta e C. Schiano, s.v. Faschismus, in Der Neue Pauly. Enzyklopädie der Antike, vol. XIII: Rezeptions- und Wissenschaftsgeschichte. A-Fo, Stuttgart-Weimar, J.B. Metzler, 1999, coll. 1084-1105, anche questa con traduzione in inglese sul sito della casa editrice Brill (naturalmente si vuole qui riflettere solo sul ruolo che questi lavori hanno nel sistema di studi, non sulla loro qualità o sulle intenzioni dei singoli). Manca invece in questa enciclopedia una voce Kolonialismus e nonostante l’attenzione che vi si porta alla ricezione dell’antichità nei singoli paesi, mancano delle voci dedicate alle nazioni africane. Ve ne è soltanto una dedicata genericamente all’Afrika (coll. 22-26, redatta da W.J. Dominik) e per lo più occupata a elencare i vari centri di studio di antichità del continente fondati da missionari e colonizzatori.
-
W. Benjamin, Tesi di filosofia della storia, in Id., Angelus novus. Saggi e frammenti, trad. it., Torino, Einaudi, 1995, p. 78.