Roberto Ricci
Le competenze digitali nella scuola
DOI: 10.1401/9788815412270/c3
La struttura del DigCompEdu consente ai docenti di autovalutare le proprie competenze e al sistema, generalmente inteso, di valutare tali competenze, soprattutto per quanto riguarda i futuri docenti che dovranno seguire il loro percorso di formazione iniziale e in servizio. Si potrebbe dire che l’obiettivo ambizioso di DigCompEdu sia quello di sviluppare, sostenere e promuovere la competenza pedagogica digitale dei docenti, volendosi così rimarcare sia la dimensione più squisitamente pedagogica e didattica, sia quella digitale e tecnologica. Il DigCompEdu intende quindi essere uno strumento di guida per lo sviluppo di pratiche didattico-valutative a diversi livelli nella fase in cui i sistemi scolastici si accingono, pur con tempi e modalità diversi, a predisporre il loro curriculum digitale. Ma tale funzione di guida può risultare ancora più importante a livello di singola istituzione scolastica. È infatti inimmaginabile per la singola scuola costruire il proprio curricolo digitale senza potere valutare e autovalutare le competenze digitali del proprio corpo docente {p. 193}e tale processo deve avvenire attraverso modalità rigorose e non solo per mezzo di declaratorie formali. Quest’ultimo aspetto è essenziale se si vuole che il curricolo digitale di
{p. 194}scuola non sia uno dei tanti documenti formali con un limitato impatto sulle azioni educative e, a ben vedere, questo problema è particolarmente rilevante in Italia per almeno due ordini di ragioni. In primo luogo, è scarsamente diffusa a tutti i livelli una cultura scientifica della certificazione delle competenze. A oggi nella scuola italiana esistono certificazioni di competenze, anche con valore legale, che vengono rilasciate dalle scuole senza corrispondere alle caratteristiche minime di una qualsiasi forma di attestazione, ossia essere predisposta attraverso un quadro di riferimento esplicito e declinato in livelli descritti rigorosamente e essere comparabile. Il DigCompEdu e il DigComp 2.2 possono ovviare, almeno in parte, a questo problema, rendendo espliciti e condivisi alcuni aspetti fondamentali. In secondo luogo, se i docenti non hanno strumenti robusti perlomeno per autovalutare le proprie competenze pedagogiche digitali è inimmaginabile un vero miglioramento di tali competenze nel prossimo futuro. Il valore della valutazione formativa è fondamentale per tutti i soggetti in apprendimento, quindi anche per il corpo docente e, in generale, per tutto il personale della scuola.
Tab. 3.1. La struttura del DigCompEdu (versione in lingua italiana)
Parte
Area
Aspetto
A.
Competenze professionali del docente/formatore
Area 1.
Coinvolgimento e valorizzazione professionale
A1.1. Comunicazione organizzativa
A1.2. Collaborazione professionale
A1.3. Pratiche riflessive
A1.4. Crescita professionale
B.
Competenze didattiche del docente/formatore
Area 2.
Risorse digitali
A2.1. Selezionare le risorse digitali
A2.2. Creare e modificare le risorse digitali
A2.3. Gestire, proteggere e condividere le risorse digitali
Area 3.
Pratiche di insegnamento e apprendimento
A3.1. Pratiche di insegnamento
A3.2. Guida e supporto agli studenti
A3.3. Apprendimento collaborativo
A3.4. Apprendimento autoregolato
Area 4.
Valutazione dell’apprendimento
A4.1. Strategie di valutazione
A4.2. Analisi dei dati del processo di apprendimento
A4.3. Riscontro sull’apprendimento e pianificazione didattica
Area 5.
Valorizzazione delle potenzialità degli studenti
A5.1. Accessibilità e inclusione
A5.2. Differenziazione e professionalizzazione
A5.3. Partecipazione attiva
C.
Competenze dello studente
Area 6.
Favorire lo sviluppo delle competenze digitali degli studenti
A6.1. Alfabetizzazione all’informazione e ai media
A6.2. Comunicazione e collaborazione digitale
A6.3. Creazione di contenuti digitali
A6.4. Uso responsabile del digitale
A6.5. Risoluzione di problemi
 
Un altro elemento che sottolinea il valore del DigCompEdu, ma anche degli altri quadri di riferimento europei in ambito digitale, è la costruzione di un linguaggio comune che favorisca comparabilità, condivisione di obiettivi comuni e soprattutto trasparenza e inclusione agita e non solo dichiarata.
Al fine di raggiungere questi ambiziosi obiettivi il DigCompEdu prevede un modello di progressione delle competenze digitali del docente/formatore che ricalca la struttura del QCER [1]
, ormai universalmente noto in tutti i paesi dell’Unione europea, ma anche al di fuori di essa (tab. 3.2).
È evidente la struttura tassonomica del modello di progressione del DigCompEdu e risulta certamente molto apprezzabile la descrizione dettagliata di ciascun livello di padronanza poiché ciò consente di assumere decisioni coerenti a diversi livelli di responsabilità e, soprattutto, di sostenere e supportare la formazione dei docenti.{p. 195}
Tab. 3.2. Modello di progressione del DigCompEdu (versione in lingua italiana)
Livello di padronanza
Etichetta
Descrizione
A1.
Conoscere
Novizio
Il Novizio è consapevole delle potenzialità offerte dalle tecnologie digitali a supporto dei processi di insegnamento e apprendimento. Tuttavia, ha una limitata conoscenza diretta delle tecnologie digitali e le utilizza principalmente per preparare una lezione, per la comunicazione organizzativa o per aspetti amministrativi. Il docente/formatore Novizio necessita di assistenza e di incoraggiamento per poter ampliare il proprio repertorio e applicare le proprie competenze digitali (già in essere) in ambito didattico
A2.
Esplorare
Esploratore
L’Esploratore è consapevole delle potenzialità offerte dalle tecnologie digitali ed è interessato a esplorare nuovi modi per migliorare la propria pratica didattica e professionale. Ha iniziato a usare le tecnologie in alcune aree senza, tuttavia, seguire un approccio sistematico e consistente. Il docente/formatore Esploratore necessita di incoraggiamento e ispirazione, ad esempio collaborando e seguendo l’esempio (sotto la supervisione) di colleghi con maggior esperienza
B1.
Applicare
Sperimentatore
Lo Sperimentatore utilizza le tecnologie digitali in vari contesti e con diverse finalità, integrandole in modo creativo in svariate pratiche: per migliorare alcuni aspetti legati alla propria crescita professionale o per ampliare il repertorio di pratiche didattiche. Tuttavia, il docente/formatore Sperimentatore sta ancora lavorando per comprendere meglio quali tecnologie siano più efficaci in determinati contesti e per raggiungere specifici obiettivi di apprendimento. Necessita quindi di ulteriore tempo ed esperienza per rafforzare la propria pratica d’uso delle tecnologie digitali, continuando a sperimentare e a riflettere, collaborando e scambiando idee e buone pratiche per diventare un docente/formatore Esperto
B2.
Sperimentare
Esperto
{p. 196}
L’Esperto utilizza una gamma di tecnologie digitali con naturalezza e in modo creativo e critico per migliorare le proprie attività professionali. È in grado di selezionare, in modo adeguato, le tecnologie digitali da utilizzare in una specifica situazione, e di comprendere benefici e limiti delle diverse tecniche basate sulle tecnologie digitali. Il docente/formatore Esperto è curioso e aperto a nuove idee, consapevole che esistono varie opportunità e tecniche ancora da esplorare. Sperimenta nuove pratiche con l’intenzione di consolidare e ampliare il proprio repertorio di strategie didattiche. Il docente/formatore Esperto rappresenta il cuore e il motore dell’innovazione in qualsiasi organizzazione educativa
C1.
Formare
Leader
Il Leader ha un approccio ampio e coerente all’uso delle tecnologie digitali per migliorare i processi di insegnamento e apprendimento, nonché la propria pratica professionale. Si affida a un ampio repertorio di tecniche digitali, scegliendo quella più adeguata in base al contesto/obiettivo specifico. Il docente/formatore Leader riflette sistematicamente su come poter sviluppare ulteriormente la propria pratica (didattica e professionale) e su come aiutare gli altri a fare altrettanto. Attraverso lo scambio continuo con i colleghi, favorisce la circolazione di nuove idee e l’apertura a nuovi strumenti. È una fonte di ispirazione per i colleghi, verso i quali si rende disponibile per condividere la propria esperienza
C2.
Innovare
Pioniere
Il Pioniere mette in discussione l’adeguatezza delle pratiche digitali comunemente utilizzate, pur svolgendo spesso il ruolo di Leader. In particolare, evidenzia le costrizioni e i limiti di tali pratiche, mosso dall’impulso di innovare ulteriormente il mondo educativo. Il Pioniere sperimenta l’uso di tecnologie digitali altamente innovative e/o sviluppa nuovi approcci pedagogici digitali. Il docente/formatore con il profilo di Pioniere è una rarità preziosa; guida i processi di innovazione ed è un modello di riferimento per i nuovi docenti{p. 197}
 
 
 
Nota: Corsivi dell’autore.
Tab. 3.3. Livelli di competenza del DigCompEdu per alcune tipologie di docenti in servizio
Docente/formatore
Laurea magistrale
Formazione specifica/abilitante
Requisitoa
Al termine della formazione in serviziob
In servizio – Ic
A1
In servizio – II
A1
A2
In servizio – III
A2
B1
Figura di sistema
B1
Animatore digitale
B2
Responsabile della formazione digitaled
C1
Responsabile di sistema della formazione digitalee
C2
 
 
 
 
 
a A regime.
b Da intendersi al termine di un determinato ciclo di formazione che, per sua natura, è continua e permanente.
c Si immaginano almeno tre cicli formativi annuali per portare tutti i docenti in servizio almeno al livello B1.
d Responsabile di scuola della formazione digitale.
e Responsabile di sistema (di rete, di ambito, di provincia, ecc.) della formazione digitale.
Per ragioni comprensibili, legate anche al ruolo istituzionale dell’Unione europea sull’istruzione rispetto alle attribuzioni potestative dei singoli stati membri, i diversi livelli di padronanza non hanno un valore prescrittivo, ma semplicemente indicativo. A livello nazionale o di singola scuola è necessario assumere un approccio almeno parzialmente criteriale, ipotizzando, perlomeno a tendere, livelli di padronanza richiesti, se non addirittura prescrittivi (tab. 3.3).
In generale, ma in Italia forse ancora di più, data l’elevata età mediana dei docenti [OECD 2023], la formazione in servizio alle competenze digitali può risultare la sfida più impegnativa, ma anche un’opportunità straordinaria. In primo luogo, bisogna evitare di trasmettere il messaggio profondamente sbagliato che gli insegnanti in servizio non siano funzionali alla transizione digitale. Tale messaggio avrebbe un effetto depressivo considerevole sulla motivazione e sulla {p. 198}stima degli insegnanti verso loro stessi e della collettività nazionale verso di loro. Per non trascurare il fatto che se è vero che l’età mediana dei docenti italiana è oltre i 50 anni, ciò però significa che una buona parte di questi ultimi ha dinanzi a sé almeno dieci anni di servizio e la metà dei docenti attualmente in servizio lo sarà anche nei prossimi due o tre decenni. È quindi del tutto inimmaginabile puntare solo sui nuovi docenti poiché gli effetti di questa scelta, peraltro inopportuna, avrebbero tempi di realizzazione estremamente lunghi, oltre qualsiasi limite di ragionevolezza. In secondo luogo, i docenti attualmente in servizio posseggono competenze didattico-pedagogiche straordinarie che possono essere il vero volano di senso della transizione digitale a scuola. Non a caso il DigCompEdu usa più volte l’espressione competenze pedagogiche digitali e non parla semplicemente di competenze digitali degli insegnanti.
Tab. 3.4. Livelli di competenza del DigCompEdu per alcune tipologie di docenti in formazione iniziale
Docente in formazione iniziale (per ordine di scuola)
Laurea triennale
Laurea magistrale
Formazione specifica/abilitante
Scuola dell’infanzia
A2
B1/B2
Scuola primaria
A2
B1/B2
Scuola secondaria
B1/B2
 
 
 
 
Nel medio termine è necessario immaginare che tutti i docenti in servizio raggiungano almeno il livello B1 del DigCompEdu, ossia il livello Sperimentatore. In questo modo tutti gli insegnanti possederebbero alcune competenze professionali in ambito digitale fondamentali e necessarie se si intendono raggiungere realmente gli obiettivi che il DigComp 2.2 pone per tutti i cittadini e le cittadine, quindi soprattutto quelli e quelle in formazione. Infatti, il docente che raggiunge almeno il B1 possiede alcune caratteristiche, espressamente descritte nel DigCompEdu:
– utilizza le tecnologie digitali in vari contesti e con diverse finalità, in modo creativo e in tutte le sue pratiche didattiche;
{p. 199}
Note
[1] Quadro comune europeo di riferimento per la conoscenza delle lingue.