Contrastare la dispersione scolastica
DOI: 10.1401/9788815413369/c8
Anche con questi diversi approcci,
come nelle precedenti esperienze educative, l’adulto può dimostrare di desiderare
diverse modalità di relazione, di cura e di attenzione ai
¶{p. 163}ragazzi e alle ragazze, strumenti e matrici etiche in grado di
fronteggiare la resa, così come la fuga.
6. Conclusioni. La progettazione per educare
Ha senso affermare che la
progettazione debba/possa educare, sostenendone dunque la funzione e non solamente
l’obiettivo da raggiungere.
Utilizzare un modello di pensiero
in grado di accompagnare le idee verso la loro realizzazione aiuta a definirci, a
formarsi non solo rispetto alle azioni da compiere ma in virtù delle decisioni da
valutare e da prendere. Un progetto educativo, a differenza di una serie di attività
sequenziali, ha nei suoi rami tante possibilità da realizzare. È instabile, dunque
dinamico, e prevede bivi e diramazioni per le quali prendere decisioni.
In un viaggio, di per sé un
percorso formativo, ci saranno anche bivi che prevedano anche errori, inciampi e cadute.
È nel potere stesso dell’educazione la possibilità che ciò succeda ma, sempre
all’interno della stessa dinamica di potere, un progetto educativo prepara già il
supporto, l’appiglio, la corda tesa, la presenza dell’adulto pronto ad accompagnare.
La posizione di chi progetta
l’educazione è, quindi, in uno spazio sospeso tra la realtà (che si vuole trasformare) e
il desiderio (che si vuole raggiungere) ed è configurata come attesa. Nel progettare è
inscritto il rinvio della soddisfazione e della possibilità di ottenere un riscontro
della bontà del lavoro realizzato, ciò tanto più quanto i progetti sono complessi e
proiettati nel futuro
[23]
. Così sono i progetti che affrontano la resa scolastica, arditi nella
consapevolezza che non si ponga rimedio solamente a una situazione emergenziale o legata
a una specifica situazione ma che si pongano le basi per il tempo futuro che non si
potrà vedere, a volte nemmeno svelare, ma questa forse è la vera natura della
responsabilità adulta: esserci e restare nello stesso tempo.
Note
[23] Orsenigo, Progettare: alcuni nodi critici, cit., p. 26.