Ciro Tarantino (a cura di)
Il soggiorno obbligato
DOI: 10.1401/9788815412584/c25
Oltre al fatto che, a fronte di un’invalidità permanente, vi è anche da chiedersi perché il rinnovo non possa essere automatico e non si possa ricevere direttamente a casa il nuovo pass aggiornato. Del resto, se già fortunatamente esistono modalità di rinnovo automatico in altri ambiti – per esempio, da qualche anno e ovviamente in presenza di un quadro sanitario compatibile, questo avviene per la fornitura degli ausili per l’incontinenza, rilasciati dall’ATS – perché tale automatismo non può essere
{p. 581}previsto anche con il pass per il posto auto? Anche perché, con tutta evidenza, in occasione del primo rilascio, l’amministrazione ha raccolto tutte le informazioni del caso. E se l’attuale procedura è comprensibile per i pass temporanei o a fronte di situazioni che richiedono una rivalutazione, resta del tutto incomprensibile nei casi di invalidità permanente.
In conclusione, ripeto, non mi sfuggono alcuni delicati profili di tutela previsti dall’ordinamento e neppure intendo proporre un modello di estremo paternalismo giuridico e amministrativo. Anche perché dovrebbe comunque essere contestualmente riconosciuta la possibilità di sottrarsi, qualora lo si ritenga opportuno, da tali interventi. Tuttavia, nel rispetto delle previsioni dell’ordinamento e in presenza di un esplicito consenso da parte degli interessati, resta l’idea che dovrebbero essere i medesimi attori istituzionali a farsi promotori del riconoscimento sostanziale delle tutele, dei benefici e dei servizi in favore delle persone con disabilità e di chi si prende cura, sotto diversi profili, della loro potenziale piena partecipazione alla vita sociale.
Come negli esempi «virtuosi» di cui sopra, assisteremmo a una lodevole trasformazione delle attenzioni formali sancite dal legislatore, finalmente più vicino alle persone con disabilità e precisamente in linea con quello che ritengo essere il suo interesse supremo.