Ciro Tarantino (a cura di)
Il soggiorno obbligato
DOI: 10.1401/9788815412584/c4
Inoltre, la poca accessibilità morfologica della città e del territorio, che riflette altrettante barriere culturali, restringe il campo dello spazio
{p. 108}percorribile da Daniel. Non avere accesso fisico al territorio significa anche vedersi negate le possibilità di accedere a quel patrimonio sociale e simbolico di relazioni e di scambi; un rimpicciolimento del ventaglio di attività praticabili e di gestione autonoma del proprio tempo che portano all’accrescimento del sé.
Una macchinosa burocrazia, fatta di cavilli, misurazioni, valutazioni, non permette a Daniel di accedere ai finanziamenti per i progetti sperimentali di vivere in autonomia.
Vediamo, dunque, come nella tela di una vita, tutti i fili sono correlati tra loro e devono essere tutti rinforzati e integrati per poter esercitare il diritto all’autodeterminazione, allo scegliere liberamente come vivere la propria vita, al prendere le proprie decisioni rispetto al futuro e all’esserci nel mondo.
Note