Roberto Ricci
Le competenze digitali nella scuola
DOI: 10.1401/9788815412270/c3
Anche senza valore di prescrittività, il riconoscimento progressivo del profilo ipotizzato nella figura 3.1 avrebbe un valore orientativo molto forte per l’intero sistema scolastico. Inoltre, la progressività può essere intesa non solo in senso temporale, ma rispetto alle diverse categorie di docenti, soprattutto rispetto alla loro anzianità anagrafica. Non si deve mai perdere di vista che un’azione di sistema coinvolgerebbe numeri elevatissimi di docenti con un impiego di risorse finanziarie e organizzative ingenti. D’altro canto, non si può trascurare il fatto che se l’obiettivo è quello di avere un impatto (misurabile) a livello di sistema, servono azioni di portata nazionale e su ampia scala. Pertanto, un’ipotesi plausibile potrebbe essere quella di partire dalla distribu
{p. 289}zione dei docenti in base alla loro età, come mostrato nella tabella 3.33.
Tab. 3.33. Docenti con contratto a tempo indeterminato nelle scuole statali al 31 agosto 2022a
Fascia d’età
Numero docenti
%
Fino a 34
20.890
2,99
Da 35 a 44
129.205
18,49
Da 45 a 54
253.567
36,28
Oltre 54
295.234
42,24
Totale
698.896
 
 
 
Fonte: MIM, 2023.
È ragionevole immaginare che il livello di prescrittività del profilo illustrato nella figura 3.1 sia più forte per le prime tre fasce di età e che invece abbia più un valore orientativo per l’ultima, che comunque riguarda circa il 42% del personale con contratto a tempo indeterminato in servizio nelle scuole statali italiane, dalla scuola dell’infanzia a quella secondaria di secondo grado.
Il DigCompEdu è estremamente importante anche per la formazione iniziale dei docenti, quindi principalmente per le università, ma anche per tutte le altre istituzioni che a vario titolo hanno la possibilità di rilasciare titoli abilitanti all’insegnamento. Per quanto l’autonomia degli atenei sia molto forte, è necessario che nella definizione del profilo in uscita del futuro docente siano prese in carico adeguatamente tutte le 22 competenze e che siano raggiunti almeno i livelli di padronanza previsti dalla figura 3.1. Sarebbe infatti un grave errore assumere traguardi formativi meno sfidanti poiché non si tratta solamente di garantire adeguate competenze digitali ai futuri docenti, ma competenze professionali di portata molto più ampia e di altissimo valore pedagogico-didattico.
Infine, ma non da ultimo, anche la singola scuola si può giovare di un profilo di competenza digitale dei propri docenti in modo da costruire adeguatamente il proprio curricolo {p. 290}digitale, ma soprattutto per focalizzare meglio la formazione in servizio degli insegnanti. Tuttavia, è importante che il sistema resista alla tentazione di delegare tutte le decisioni alle scuole, magari invocando il principio dell’autonomia. Rinunciare a questa funzione strategica significherebbe condannare il sistema a un aumento delle differenze delle quali, in ultima istanza, ne fanno maggiormente le spese le studentesse e gli studenti ma, a bene vedere, nel medio-lungo termine l’intero paese e tutta la società, compresi coloro che si oppongono strenuamente a qualsiasi forma, anche la più tenue e flessibile, di standard o di traguardo prescrittivo.
Note