Giulia Guglielmini, Federico Batini (a cura di)
Orientarsi nell'orientamento
DOI: 10.1401/9788815411648/c2
Porre il futuro al centro dell’orientamento, riconoscendogli elevati valori culturali e sociali, non è e non sarà un compito facile, anche perché si tratta di fare i conti con quelli che Gidley [2021] considera i due grandi nemici delle iniziative finalizzate a far sì che le persone prendano in mano i loro futuri: quella economia e quella politica che continuano a orientare i processi e i futuri che ci stanno vicini, quelli del lavoro e dei percorsi formativi, mantenendoli «intoccabili e inosservabili», vincolati al presente, al profitto, alla distruzione delle risorse sociale e ambientali [Nota et al. 2020]. Andare verso la Società 5.0, con un Orientamento 5.0, non è un compito semplice, e forse può apparire agli occhi di
{p. 75}molti utopistico e fantasioso, ma si tratta in realtà, secondo noi, delle uniche possibilità per dare il nostro contributo e realizzare un’impresa quasi impossibile di «previdenza» e lungimiranza [10]
. I dati delle ricerche recenti ci permettono di affermare che è possibile muoverci in queste direzioni e i percorsi laboratoriali sintetizzati ne sono la testimonianza. È possibile supportare bambini, preadolescenti e adolescenti a riflettere sul proprio futuro, considerando i problemi di giustizia sociale e ambientale, l’inclusione e lo sviluppo sostenibile, stimolando riflessioni rispetto alle preoccupazioni e sfide che si vorrebbe affrontare e incentrandosi su capacità importanti per fini così trasformativi.
Ma ovviamente tutto questo, quanto qui riassunto, necessita di cambiamenti anche a livello di macro e meso sistema. A livello macro diventano essenziali l’amore e la propensione a livello strutturale per questioni di giustizia sociale e ambientale, e a livello meso il porre al centro la formazione di chi si vuole occupare di orientamento, che necessita di dare nutrimento a tanta consapevolezza critica del presente, a padronanza delle evoluzioni concettuali delle teorie e delle pratiche di orientamento, nelle loro interazioni con i processi educativi e lavorativi, a processi trasformativi che liberino gli orientatori e le orientatrici in primis dal giogo del presente, o peggio del passato, dell’operare per produrre l’adattamento al mondo così com’è. Gli orientatori e le orientatrici devono essere i primi a sperimentare una forma di «liberazione» da tutto questo, e sentire che, nonostante le difficoltà e le barriere, è possibile respirare a pieni polmoni l’aria vitale di un futuro diverso, che non c’è ancora, pulito, sano, dignitoso, di qualità per tutti e {p. 76}tutte e in integrazione nuova con la natura, agendo ora per immaginarlo, progettarlo, iniziarlo.
La realizzazione di tutto ciò richiede professionisti/e di orientamento adeguatamente formati, alla luce di modelli teorici aggiornati e accreditati nella letteratura scientifica di riferimento; ci vuole tempo, pazienza, studio, sperimentazioni supervisionate. A nostro avviso, in sintonia peraltro, a livello nazionale, con la Società Italiana per l’Orientamento (SIO) e il Network Universitario per il Counseling (Uni.Co), e internazionale con il Network for Innovation in Career Guidance & Counseling (ESVDC) e l’European Society for Vocational Designing and Career Counseling (ESVDC), e come stiamo testimoniando nell’ambito dei nostri corsi post-lauream (Corso di perfezionamento in «Orientamento e career counseling per l’inclusione, la sostenibilità e la giustizia sociale»; Corso di alta formazione in «Orientamento a scuola: progettare futuri equi, inclusivi e sostenibili»), è sempre più fondamentale che chi si occupa di orientamento acquisisca conoscenze e competenze altamente qualificate, utili a elaborare un quadro di lettura delle minacce e delle sfide dei contesti attuali e utilizzare procedure e metodologie di orientamento scientificamente fondate che possano supportare la costruzione del futuro professionale nell’arco della vita, con approcci immaginativi e anche visionari.

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Note
[10] Il o la previdente, presagendo le necessità future, prende per tempo le misure adatte a fronteggiarle e superarle, sia come atteggiamento abituale sia come comportamento da adottare in particolari circostanze. Il o la lungimirante sarebbe colui o colei che possiede la propensione a vedere lontano nel tempo, che prevede cioè con saggezza gli sviluppi degli avvenimenti futuri e vi provvede in tempo agendo in modo da disporre delle condizioni favorevoli per conseguire ciò che sta effettivamente a cuore.