Giulia Guglielmini, Federico Batini (a cura di)
Orientarsi nell'orientamento
DOI: 10.1401/9788815411648/c2
L’Orientamento 5.0, quello che vorremmo vedere più spesso praticato, richiede di fatto alle scuole, dalle primarie all’università, l’importante compito di stimolare, proporre e supportare la realizzazione di laboratori di orientamento. Esso ci suggerisce, innanzitutto, di evitare di rifarsi a indicazioni e standard non validati scientificamente, e di puntare alla massima personalizzazione possibile considerando le determinanti ambientali, culturali e personali dei singoli studenti e studentesse al fine di scegliere modalità effettivamente complesse di lettura dei loro presenti e delle preoccupazioni proprie e delle comunità di riferimento. L’analisi delle preoccupazioni e dei problemi rappresenta quello che in altre sedi abbiamo considerato il primo passo, l’avvio di qualsiasi proposta interessata effettivamente a dare significati lungimiranti alle aspirazioni, alle intenzioni e ai propositi di
{p. 70}natura anche scolastica e professionale. I laboratori 5.0, in tal modo, dovranno curarsi soprattutto di come facilitare l’anticipazione di futuri possibili e desiderabili allenando i partecipanti a ricorrere al pensiero anticipatorio e controfattuale, al pensiero prospettico [Gardiner e Goedhuys 2020], all’immaginazione e alla produzione di scenari futuri desiderabili, e di come stimolare «mappe e progetti» orientati alla qualità per tutti e tutte e per i nostri contesti di vita sociali e ambientali presenti e futuri. In questi laboratori a tal fine si può partire sollevando domande «diverse»: «Secondo voi, quando inizia il futuro? Inizia per tutti alla stessa ora?»; «Secondo voi fra un po’, ci sarà un “buon lavoro” per tutti?; Voi lo troverete?; Vi interesserà veramente?; Vi consentirà di guadagnare a sufficienza per condurre una vita dignitosa?; Sarà utile?; Vi darà prestigio?; Vale ancora la pena studiare tanto e andare all’università?; E che ne sarà dei vostri amici, dei vostri familiari tra 10, 15, 20 o 30 anni?; E della vostra e della loro salute e felicità? Avremo ancora tanti immigrati? Guerre?»; «Ci saranno ancora discriminazioni, diseguaglianze, emigrazioni di masse?», «Popolazioni che muoiono di fame e pestilenze?»; «Riusciremo finalmente a contenere la crisi climatica o i nostri ambienti naturali di vita collasseranno più o meno definitivamente?»; «Le macchine, i robot, l’intelligenza artificiale saranno a nostro servizio o ci limiteranno spazi e libertà?»; «E per tutti questi interrogativi il nostro programma di orientamento scolastico e professionale come potrà essere organizzato? Cosa dovrà prevedere?».
A ciò possono seguire percorsi laboratoriali tesi a insegnare e allenare la lungimiranza, quelle capacità socio-cognitive ed emozionali, potremmo dire, che consentono di considerare priorità, aspettative, obiettivi, non solo per muoversi in un «presente» certamente complesso, ma soprattutto per riuscire ad affrontare consapevolmente anche il «non qui», il «non ancora», il «non solo mio».
Per la scuola dell’infanzia, si ricorda, al riguardo, il laboratorio Chi lavora cosa fa? Primi passi verso la conoscenza delle professioni [Ginevra et al. 2023], strutturato in 10 incontri, della durata di 30-35 minuti ciascuno. Il percorso laboratoriale si propone di favorire nei bambini e nelle bambine {p. 71}della scuola dell’infanzia una riflessione critica sul mondo del lavoro e delle professioni, favorendo una loro maggiore conoscenza delle professioni ed evitando la formazione di idee stereotipiche e luoghi comuni sul mondo del lavoro. I bambini e le bambine sono infatti allenati/e ad analizzare le professioni in modo sistematico (job analysis), esaminando le azioni, i luoghi, gli strumenti e le finalità peculiari di un’occupazione lavorativa. Ogni incontro prevede la presentazione di due professioni, utilizzando materiale video, fotografico e grafico sia realistico che fantasioso, tratto da spezzoni di cartoni popolari tra i bambini, per stimolare le conoscenze e coinvolgimenti in modo ludico e accattivante. Le analisi condotte per valutare l’efficacia del training hanno riscontrato che i bambini e le bambine che hanno partecipato al laboratorio, rispetto ai coetanei del gruppo di controllo, hanno acquisito una conoscenza più accurata delle professioni, descrivendo un numero maggiore di azioni professionali e di strumenti utilizzati dai lavoratori e dalle lavoratrici.
Con i bambini e le bambine della scuola primaria ricordiamo il percorso laboratoriale Il mondo che vogliamo… «lavoriamo» tutti insieme!, articolato in 10 incontri della durata di 90 minuti ciascuno e finalizzato a favorire un’analisi del contesto attuale, di alcuni problemi e alcune minacce del pianeta e del ruolo del lavoro a vantaggio della loro risoluzione. Il laboratorio si propone di analizzare il concetto di lavoro dignitoso, i diritti delle lavoratrici e dei lavoratori e il loro contributo alla costruzione di società inclusive e sostenibili; si propone altresì di favorire l’analisi del lavoro in una prospettiva inclusiva e sostenibile, stimolando i bambini e le bambine a pensare in modo creativo alle professioni e al loro futuro. In merito all’efficacia del laboratorio, le analisi condotte all’inizio e al termine del percorso hanno permesso di constatare che i bambini e le bambine del gruppo sperimentale si caratterizzano in fase di post-test, rispetto ai bambini e alle bambine del gruppo di controllo, per un maggior livello di esplorazione professionale, speranza e collaborazione, livelli più consistenti di conoscenza professionale e un’attenzione maggiore ai temi della sostenibilità ambientale e sociale. {p. 72}
Entriamo qui più nel vivo del percorso per la scuola secondaria di primo grado Sfidare il futuro… per crescere in un mondo sostenibile e attento al benessere di tutti e tutte, che è stato recentemente messo a punto da Ginevra et al. [ibidem]. Il laboratorio è articolato in 7 incontri da 90 minuti ciascuno e si propone di esaminare il concetto di lavoro dignitoso e il contributo del lavoro per la costruzione di contesti inclusivi e sostenibili. Stimola i/le partecipanti a immaginarsi nel loro futuro, individuando scenari futuri dignitosi e insegnando loro a trasformare le preoccupazioni per le minacce attuali in aspirazioni professionali e obiettivi formativi e professionali da perseguire. Nello specifico, in ciascun incontro i/le partecipanti sono invitati in un compito di simulazione mentale di circa 2/3 minuti, chiedendo loro di proiettarsi positivamente nel loro futuro professionale. Con l’obiettivo di rafforzare l’effetto del compito immaginativo, i/le partecipanti sono invitati a scrivere una descrizione dettagliata della situazione immaginata, utilizzando una serie di prompt [Vezzali et al. 2015], e quindi coinvolti in una breve discussione con il/la professionista di orientamento, incentrata su ciò che hanno appena immaginato e scritto.
Il primo incontro, di avvio e introduzione, prevede la presentazione del progetto, la descrizione delle modalità di conduzione e le condizioni per parteciparvi. Si focalizza inoltre sul concetto di lavoro dignitoso, sui diritti e doveri che lo caratterizzano, sui vantaggi del lavoro per la vita delle persone, delle loro famiglie e più in generale per le comunità e il pianeta. I/le partecipanti sono quindi invitati a immaginarsi a svolgere in futuro un lavoro dignitoso e a individuare gli aspetti positivi e i diritti sperimentati.
Nel secondo incontro gli studenti e le studentesse sono invitati a riflettere su una serie di minacce che, a detta anche della comunità scientifica internazionale e delle agenzie maggiormente accreditate, come ad esempio l’ONU con la sua Agenda 2030, si intravedono all’orizzonte e quanto importante potrebbe essere per il loro futuro considerarle anche in termini di obiettivi formativi e professionali da perseguire. A questo punto, richiamando proprio la complessità delle sfide in gioco, i/le partecipanti sono invitati a immaginarsi {p. 73}nel loro futuro ad affrontare una sfida/emergenza che sta loro a cuore, e di individuare le azioni, i comportamenti, le strategie per contribuire a farvi fronte.
I due incontri successivi si focalizzano sull’analisi delle discriminazioni associate al genere, all’appartenenza etnica e religiosa, alla presenza di disabilità e ad altre forme di vulnerabilità che caratterizzano i contesti lavorativi attuali. Le ragazze e i ragazzi, tramite un compito immaginativo sul loro futuro professionale, sono quindi invitati a riflettere sul diritto di parità di trattamento e di non discriminazione nei contesti lavorativi e sui vantaggi associati alla presenza di persone diverse nei luoghi di lavoro e sul valore dell’eterogeneità nella vita lavorativa.
Nel quinto incontro sono analizzati i rischi ambientali che mettono in pericolo il nostro pianeta; particolare attenzione è data al fenomeno del riscaldamento globale, fornendo esempi del modo in cui le professioni possano contribuire a fronteggiare il problema. I/le partecipanti sono quindi stimolati a proiettarsi nel loro futuro, immaginando nuove professioni o rivedendo le azioni professionali di quelle esistenti in modo da contribuire alla costruzione di contesti sostenibili.
Nell’ultimo incontro, infine, i/le partecipanti sono invitati a individuare sfide e minacce di cui si potrebbero occupare nel loro futuro, immaginando una loro «missione possibile» per migliorare la qualità di vita personale, collettiva e ambientale. Particolare enfasi è riservata, accanto alla descrizione della propria «missione possibile» in termini di azioni professionali sostenibili e inclusive che potrebbero essere svolte in futuro, anche all’individuazione e all’apprendimento dei supporti che sarebbero necessari per garantire effettivamente il rispetto dei diritti di tutti i lavoratori e tutte le lavoratrici. I dati relativi all’efficacia, coinvolgendo gruppi sperimentali e di controllo, ci permettono di affermare che i giovani adolescenti che hanno partecipato ai laboratori presentano, alla fine degli stessi, livelli più elevati di conoscenza nei temi dei diritti umani, dell’inclusione e della sostenibilità, maggiore propensione a costruire i loro futuri tenendo conto di tali aspetti, a immaginarli «colmi di senso» e importanti per contribuire a dare forma a nuove Società 5.0.{p. 74}
Per chiudere invitiamo i lettori ad approfondire il laboratorio CONFUSI. CONoscere il presente per immaginare un FUturo Sostenibile e Inclusivo [Ginevra et al. 2023], strutturato in 5 incontri di due ore ciascuno. Il laboratorio è finalizzato a stimolare gli/le adolescenti a riflettere su un’idea complessa di lavoro inclusivo e sostenibile, uscendo da una visione prettamente individualistica e supportando la costruzione di contesti lavorativi vantaggiosi per sé, per gli altri e per l’ambiente, attraverso l’individuazione del contributo che ognuno/a può fornire per difendere i diritti del lavoro e avviare le collaborazioni necessarie per la tutela degli stessi. Si propone altresì di esaminare i processi contestuali (ad es. la globalizzazione, lo sviluppo tecnologico) che producono e incentivano lo sfruttamento del pianeta e dell’essere umano, e del lavoratore inteso unicamente come «capitale» e «forza lavoro». Le analisi condotte per valutare l’efficacia del laboratorio hanno permesso di evidenziare, al termine dell’intervento, un aumento dell’attenzione ai temi della sostenibilità sociale e ambientale, un aumento della capacità di prendere decisioni e della sicurezza nei confronti del proprio futuro e un incremento della capacità di raccogliere informazioni relative alle proprie scelte formative e professionali future.

4. Conclusioni

Porre il futuro al centro dell’orientamento, riconoscendogli elevati valori culturali e sociali, non è e non sarà un compito facile, anche perché si tratta di fare i conti con quelli che Gidley [2021] considera i due grandi nemici delle iniziative finalizzate a far sì che le persone prendano in mano i loro futuri: quella economia e quella politica che continuano a orientare i processi e i futuri che ci stanno vicini, quelli del lavoro e dei percorsi formativi, mantenendoli «intoccabili e inosservabili», vincolati al presente, al profitto, alla distruzione delle risorse sociale e ambientali [Nota et al. 2020]. Andare verso la Società 5.0, con un Orientamento 5.0, non è un compito semplice, e forse può apparire agli occhi di
{p. 75}molti utopistico e fantasioso, ma si tratta in realtà, secondo noi, delle uniche possibilità per dare il nostro contributo e realizzare un’impresa quasi impossibile di «previdenza» e lungimiranza [10]
. I dati delle ricerche recenti ci permettono di affermare che è possibile muoverci in queste direzioni e i percorsi laboratoriali sintetizzati ne sono la testimonianza. È possibile supportare bambini, preadolescenti e adolescenti a riflettere sul proprio futuro, considerando i problemi di giustizia sociale e ambientale, l’inclusione e lo sviluppo sostenibile, stimolando riflessioni rispetto alle preoccupazioni e sfide che si vorrebbe affrontare e incentrandosi su capacità importanti per fini così trasformativi.
Note
[10] Il o la previdente, presagendo le necessità future, prende per tempo le misure adatte a fronteggiarle e superarle, sia come atteggiamento abituale sia come comportamento da adottare in particolari circostanze. Il o la lungimirante sarebbe colui o colei che possiede la propensione a vedere lontano nel tempo, che prevede cioè con saggezza gli sviluppi degli avvenimenti futuri e vi provvede in tempo agendo in modo da disporre delle condizioni favorevoli per conseguire ciò che sta effettivamente a cuore.