Contrastare la dispersione scolastica
DOI: 10.1401/9788815413369/c5
Proprio in seguito a una lunga
attività di ricerca sul campo
[15]
, l’ideatore e sviluppatore di questo metodo, il
pe
¶{p. 108}dagogista Federico Batini, ha fatto il punto sugli effetti
del metodo, mettendone in evidenza la capacità dei percorsi di orientamento narrativo
realizzati da esperte ed esperti di questa metodologia di incidere sulla capacità di
autovalutazione e sulla percezione di efficacia e sulla resilienza, intesa come una
dimensione delle competenze di autorientamento essenziale ai fini dell’esercizio di
controllo sulla propria vita e sulle proprie scelte
[16]
.
Muovendo da questa metodologia e
dai suoi risultati hanno preso forma specifici progetti di formazione destinati a
introdurre nelle scuole nuove prassi didattiche finalizzate a sviluppare le competenze
di autorientamento nell’ambito degli insegnamenti disciplinari, favorendo allo stesso
tempo una maggiore integrazione con i servizi di orientamento territoriali e con i
percorsi di orientamento realizzati da figure esterne alla scuola
[17]
.
L’espressione didattica
orientativa, che potremmo assimilare all’educazione all’orientamento di cui si parla in
area francofona
[18]
, fa riferimento specificamente a quelle strategie,
¶{p. 109}metodi e tecniche didattiche che, mentre perseguono gli
obiettivi previsti dalla disciplina di insegnamento, stimolano in modo specifico la
riflessione su di sé, sui propri progetti e sugli apprendimenti da parte dei soggetti in
formazione, valorizzando la dimensione formativa della valutazione e puntando sul
modello didattico dell’apprendimento per competenze, secondo cui le risorse cognitive di
ogni disciplina devono essere mobilitate dai soggetti attraverso il loro coinvolgimento attivo
[19]
.
Per quanto la normativa
sull’orientamento abbia puntato molto su questa dimensione orientativa delle discipline,
così come su approcci didattici centrati sugli studenti, manca una verifica delle
effettive ricadute delle indicazioni e delle linee guida emanate a livello centrale.
Soprattutto, visto che si tratta di un cambiamento radicale che viene richiesto
all’insegnante di ogni grado e ordine scolastico, si ha l’impressione di essere di
fronte a dichiarazioni d’intenti che, per quanto perseguano il fine costituzionale di
rimuovere gli ostacoli che impediscono il pieno sviluppo della persona umana e la sua
partecipazione alla vita associata e, più specificamente, di contrastare la dispersione
scolastica e la povertà educativa, non sono supportate da adeguati investimenti sulla
formazione e sulla ricerca, né da un lavoro culturale capace di incidere
sull’immaginario del mondo adulto e sul discorso pubblico sulla scuola, dominato dal
racconto del declino progressivo e della burocratizzazione o aziendalizzazione
[20]
.
Pur tuttavia, è fondamentale
insistere nella ricerca di approcci, di metodi e di tecniche didattiche in grado di
ridurre la dispersione scolastica proprio a partire dagli insegnamenti disciplinari e
dallo sviluppo della capacità di interagire in modo positivo con gli altri insegnamenti,
con le figure esperte di orientamento e con gli attori del territorio,
¶{p. 110}in modo da incidere sulla motivazione alla partecipazione
attiva degli e delle studenti, senza la quale non è pensabile la costruzione di una
comunità educante, né tantomeno la riduzione della dispersione scolastica.
3. Un progetto di didattica orientativa per l’insegnamento letterario
È in questo quadro che si colloca
il tentativo di sviluppare, a partire dalla metodologia dell’orientamento narrativo,
procedure e strumenti di didattica orientativa che siano allo stesso tempo coerenti con
i principi epistemologici e metodologici degli approcci narrativi, e sostenibili per le
scuole autonome e per le e gli insegnanti che intendono metterne alla prova le
potenzialità.
Nel maggio del 2022, alcuni mesi
prima che il governo italiano emanasse le nuove Linee guida per
l’orientamento, l’Università degli Studi di Siena ha
approvato un progetto di ricerca finalizzato ad accompagnare e favorire l’introduzione
di attività di orientamento formativo nei percorsi curricolari delle scuole secondarie
di primo e secondo grado, attraverso la realizzazione di percorsi di orientamento con
approccio narrativo e dei percorsi di formazione da mettere a disposizione di docenti di
Italiano della secondaria di primo grado e di Lingua e letteratura italiana di licei,
tecnici e professionali
[21]
.
Nell’ideazione del progetto si è
tenuto conto di uno degli assunti alla base della metodologia: la convinzione che
ciascun essere umano, se adeguatamente supportato (se gli si consente, cioè, di
sviluppare le competenze necessarie alla redazione della «sceneggiatura» del proprio
futuro), è in grado di governare e gestire la propria esistenza, di
es¶{p. 111}sere autore e interprete del «romanzo» della propria vita
[22]
. Nei percorsi di orientamento narrativo assumono dunque grande rilievo la
lettura ad alta voce, le diverse forme della riscrittura e della rimediazione, la
condivisione dei testi prodotti con gli altri partecipanti: una serie di pratiche che
mobilitano le competenze narrative e linguistiche, spingendo i soggetti a compiere
esperienze simulate che, potenzialmente, contribuiscono a far acquisire e consolidare un
lessico sempre più specifico per parlare di sé e della propria esperienza e per
costruire ipotesi e schemi di azione per il futuro.
Queste pratiche, che dal punto di
vista della ricerca educativa e delle scienze sociali e psicologiche definiremmo dei
comportamenti narrativi o narrazioni, se osservate dal punto di vista dell’insegnamento
letterario e della teoria letteraria possono essere considerate degli atteggiamenti
estetici, ovvero esperienze letterarie condotte su un corpus di
opere molto eterogeneo e variegato, che non tiene conto dei valori letterari consolidati
(l’appartenenza a una determinata tradizione, la canonicità, la qualità formale o
stilistica, eccetera), bensì delle potenzialità trasformative dei dispositivi testuali:
romanzi e racconti di genere, ma anche opere della tradizione e della letteratura per
l’infanzia e per l’adolescenza, e poi fumetti, poesie, canzoni, ma anche spezzoni di
film e serie tv, selezionati con cura al fine di favorire un’interazione letteraria
tutt’altro che neutra o asettica.
3.1. La lettura letteraria come esperienza trasformativa
Anche nel settore della
didattica della letteratura, intesa non come sinonimo di insegnamento letterario ma
come campo di ricerca autonomo, situato all’intersezione tra teoria letteraria,
didattica generale, didattica delle lingue, ricerca sociale ed educativa, si sono
sviluppati negli ultimi decenni alcuni concetti operativi e metodi didattici che
hanno in comune l’idea che la letteratura abbia delle potenzialità
¶{p. 112}cognitive che vanno al di là dell’apprendimento
linguistico, come già aveva prospettato Remo Ceserani parlando di educazione
dell’immaginario, o secondo quanto auspicato da Jerome Bruner circa la necessità di
mettere a frutto il potere della lettura letteraria in quanto fruizione di storie o narrazione
[23]
.
Alcune idee sviluppate
nell’ambito della teoria letteraria, in particolare da Louise Rosenblatt in ambito
anglofono e da Michel Picard per l’area francofona
[24]
, hanno aiutato a superare la centralità del testo e della sua analisi e
interpretazione critica, portando al centro dell’attenzione di chi insegna il
soggetto lettore e la lettura letteraria come esperienza estetica frutto di
un’interazione o transazione tra il soggetto e il dispositivo testuale. Altrettanto
importante è la concezione istituzionale, funzionalistico-relazionale e pragmatica
della letteratura
[25]
che in Italia si è irradiata a partire dalla scuola milanese di Franco
Brioschi e di Vittorio Spinazzola, grazie alla quale oggi è possibile parlare con
agio di un valore d’uso della letteratura e assumere un atteggiamento laico e aperto
nei confronti dei comportamenti di lettura, che vanno indagati e promossi senza
esitazioni, ricorrendo alla grande varietà e ricchezza di testi, di situazioni e di
dispositivi che possono contribuire a far intendere per prova cosa significhi oggi
leggere e scrivere letterariamente.
Già nel 2013, in un libro
intitolato Imparare dalla lettura, a partire da queste stesse
premesse teoriche, si metteva in luce la necessità di «tener fermo il principio
della necessità di attivare le opere, ovvero di farle funzionare nella mente e nel
corpo delle persone, affinché possano avere un ruolo
¶{p. 113}nella
loro vita», mettendo tra parentesi le pratiche di analisi e commento in auge nella
scuola secondaria, per dedicare del tempo a creare le condizioni affinché sia
possibile per chi frequenta la scuola «insediarsi nell’opera; e che l’opera
s’insedi, con tutti i rischi che comporta, nel lettore»
[26]
.
Note
[15] Si vedano almeno, per i progetti specificamente finalizzati alla prevenzione della dispersione, F. Batini (a cura di), La scuola che voglio. Idee, riflessioni, azioni contro il disagio e la dispersione scolastica, Arezzo, Zona, 2002; F. Batini e R. Zaccaria (a cura di), Foto dal futuro, Arezzo, Zona, 2002; F. Batini, L’isola sconosciuta: un progetto di orientamento narrativo. Metodi e risultati, Lecce, Pensa Multimedia, 2008; F. Batini e M. D’Ambrosio (a cura di), Riscrivere la dispersione: scrittura e orientamento narrativo per la prevenzione, Napoli, Liguori, 2008; F. Batini, Orientare per non disperdere: le storie siamo noi. Una ricerca sperimentale sull’orientamento narrativo nelle scuole secondarie di Livorno, Lecce, Pensa Multimedia, 2011.
[16] F. Batini, Gli effetti dell’orientamento narrativo. 20 anni di ricerca, in S. Soresi, L. Nota e S. Santilli (a cura di), Il contributo dell’orientamento e del counselling all’agenda 2030, Bologna, Cluep, pp. 119-135; F. Batini e M. Bartolucci, Orientamento narrativo e resilienza, in F. Batini e S. Giusti (a cura di), Empowerment delle persone e delle comunità, Lecce, Pensa Multimedia, 2017, pp. 28-39; F. Batini e M. Bartolucci, Sfruttare gli ostacoli. Tra resilienza e orientamento narrativo, in F. Batini e S. Giusti (a cura di), Leggere e scrivere al tempo dei social media, Lecce, Pensa Multimedia, 2019, pp. 39-46.
[17] S. Giusti e F. Batini, Didattica orientativa con approccio narrativo. Esperienze di formazione degli insegnanti, in A. Mariani (a cura di), L’orientamento e la formazione degli insegnanti del futuro, Firenze, Firenze University Press, 2014, pp. 185-193.
[18] R. Richit, L’éducation à l’orientation dans le cadre d’un enseignement d’exploration en seconde, in «Recherche en didactiques», 18, 2014, pp. 101-118.
[19] Ricchiardi, Giusti, Marchisio Conte, Barana e Sacchet, Didattica orientativa, cit., pp. 128-129.
[20] S. Giusti, Storie di scuola, scuola di storie, in A. Nesti e S. Giusti (a cura di), Vero, falso, web. Attendibilità, autorevolezza e democraticità in rete, a scuola, Cosenza, Pellegrini, 2020, pp. 89-100.
[21] Il progetto Orientare con la letteratura (Orienta.Le), coordinato da Simone Giusti e realizzato in collaborazione con Andrea Siragusa e Maria Alessandra Molè, è stato finanziato con fondi F-Cur dell’Università degli Studi di Siena. Al momento in cui il contributo va in stampa le attività nelle classi sono concluse ed è in corso l’analisi dei dati raccolti, che saranno diffusi gratuitamente insieme a tutti i materiali didattici.
[22] Si veda almeno F. Batini, Costruire futuro a scuola. Che cos’è, come e perché fare orientamento nel sistema di istruzione, Torino, Loescher, 2015.
[23] R. Ceserani, Come insegnare letteratura, in O. Cecchi e E. Ghidetti (a cura di), Fare storia della letteratura, Roma, Editori Riuniti, 1986, pp. 153-171; J. Bruner, La cultura dell’educazione. Nuovi orizzonti per la scuola, trad. it. di L. Cornalba, Milano, Feltrinelli, 1997 (ed. or. 1996).
[24] L. Rosenblatt, The Reader, the Text, the Poem, Carbondale, Southern Illinois University Press, 1978; M. Picard, La Lecture comme jeu. Essai sur la littérature, Paris, Éditions de Minuit, 1986.
[25] B. Falcetto, Conoscere le cornici. Per una didattica reattiva della letteratura, in S. Giusti e N. Tonelli (a cura di), Le risorse della letteratura per la scuola democratica, Torino, Loescher, 2024.
[26] S. Giusti, Introduzione. L’esperienza della lettura, in S. Giusti e F. Batini (a cura di), Imparare dalla lettura, Torino, Loescher, 2013, pp. 15-16.