Francesca Biondi Dal Monte, Simone Frega (a cura di)
Contrastare la dispersione scolastica
DOI: 10.1401/9788815413369/c20

Capitolo ventesimo Povertà educativa e innovazione sociale nelle Caritas toscane
di Francesco Paletti, ricercatore e responsabile dell’Osservatorio delle Povertà e delle Risorse Caritas Pisa

Abstract
Nel capitolo si illustra l’impegno delle Caritas toscane dedicato al tema della povertà minorile ed educativa, attraverso il sostegno al diritto all’istruzione e la crescente attenzione all’educazione extrascolastica. In particolare vengono esplorati modalità e risultati dei progetti “Salta su”, iniziativa che utilizza lo sport come strumento di contrasto della povertà minorile, e “LOL”, rivolto invece all’educazione musicale. Si danno in conclusione informazioni sulle Caritas coinvolte.

1. I progetti realizzati dalle Caritas Toscane nell’ambito della povertà educativa

La riflessione e l’impegno delle Caritas toscane dedicato al tema della povertà minorile ed educativa affonda le radici nei primi due decenni del Duemila, in particolare nel secondo. È comunque precedente all’emergenza sanitaria da Covid, il cui impatto economico-sociale ha avuto, fra le diverse conseguenze, anche quella di portare al centro della riflessione pubblica, proprio la condizione dei giovani e giovanissimi più fragili e delle famiglie in cui vivono.
In generale si possono distinguere due direttrici lungo le quali si è sviluppato l’impegno delle diocesi toscane:
– il sostegno al diritto all’istruzione attraverso percorsi di accompagnamento nell’espletamento delle pratiche burocratiche, il reperimento dei libri di testo e la raccolta e la distribuzione del materiale didattico, ma anche il rilancio dell’esperienza degli oratori e dei doposcuola parrocchiali, in forme attualizzate e consone ai tempi, ma comunque fedeli al «mandato» originario di agenzia formativa ed educativa informale diffusa nei territori;
– la crescente attenzione all’educazione extrascolastica per ridurre il gap di possibilità fra i minori che possono e quelli che non possono accedere a opportunità culturali, sportive e ricreative in una logica «inclusiva», ossia volta a favorire l’interazione fra i bambini e le bambine dei nuclei più fragili e i loro coetanei.
Le azioni e i progetti promossi da ciascuna delle 17 Caritas diocesane della Toscana sono talmente numerosi e soprattutto eterogenei che non è possibile darne conto in {p. 286}modo complessivo ed esaustivo [1]
. Di seguito, per ciascuna delle direttrici individuate, si farà riferimento alle azioni e ai progetti caratterizzati da un più alto livello di innovatività sociale per l’approccio «inclusivo» al fenomeno della povertà educativa e minorile, per le ricadute sull’organizzazione della Caritas stessa e per l’ampiezza e le peculiarità delle reti sociali create attorno al singolo progetto o azione.

1.1. Accesso al diritto all’istruzione

Particolarmente significativa, al riguardo, è l’esperienza della Caritas di Pisa, soprattutto in termini organizzativi: qui, infatti, il lavoro di accompagnamento nell’accesso al diritto all’istruzione da parte delle famiglie più fragili del territorio, ormai da anni, è svolto in modo strutturale dall’équipe educativa della Caritas stessa che ha assunto, di fatto, anche la funzione di vero e proprio sportello di consulenza e orientamento nelle procedure e negli adempimenti burocratici necessari certo per l’iscrizione, ma anche per beneficiare dei servizi di refezione e trasporto scolastico, o accedere al cosiddetto «bonus scuola» per l’acquisto dei libri di testo.

1.2. L’educazione extrascolastica

È un’attenzione specifica che, da anni, impegna in modo particolare la Caritas di Lucca, fin dall’inizio attenta a coniugare la riduzione delle disuguaglianze in termini di accesso alle opportunità educative extrascolastiche con l’inclusione, favorendo il più possibile l’accesso dei minori fragili alle esperienze che il territorio offre alla generalità dei minori.
È il caso di Salta Su, progetto che utilizza lo sport come strumento di contrasto della povertà minorile, rivol{p. 287}to a bambine e bambini fra i 7 e i 13 anni che vivono in situazioni di marginalità, con l’obiettivo di facilitarne la partecipazione alle attività sportive offerte dal territorio. Grazie alle segnalazioni dei servizi sociali territoriali e dei centri d’ascolto della Caritas diocesana, infatti, i minori hanno la possibilità di partecipare alle attività organizzate dalle associazioni sportive nelle più diverse discipline: dalla pallavolo e dalla pallacanestro all’atletica leggera, passando per le arti marziali, la boxe, la ginnastica artistica, il nuoto, il baseball e la danza, solo per citarne alcune senza pretesa di esaustività. Il costo delle iscrizioni è sostenuto dal progetto e dalle società sportive. Sempre Salta Su, quando possibile, provvede anche all’acquisto dell’abbigliamento e dell’attrezzatura sportiva e assicura un servizio di accompagnamento.
Per realizzare un progetto con queste caratteristiche d’inclusività la Caritas di Lucca ha dovuto ampliare i confini delle proprie tradizionali «alleanze» e partenariati stringendo collaborazioni, oltreché con le amministrazioni comunali di Capannori e Lucca (i centri maggiori della diocesi), anche con significative realtà dell’associazionismo sportivo del territorio, quali Panathlon Lucca, Centro provinciale Libertas e Unione nazionale veterani dello sport.
Intento simile, ma rivolto all’educazione musicale, invece, è quello del LOL, un acronimo che sta per «Laboratorio orchestrale lucchese Fratel Arturo Paoli», una scuola di musica per bambini e ragazzi fra i 4 e i 16 anni, inclusi quelli provenienti dalle famiglie più fragili (sempre previa segnalazione dei centri d’ascolto e dei servizi sociali territoriali), a cui, grazie al sostegno del progetto, è data la possibilità di partecipare in modo gratuito (per gli altri, invece, è prevista una forma di compartecipazione alle spese). Condizione basilare per la realizzazione del progetto è che gli allievi più vulnerabili non debbano sostenere alcuna spesa legata ai servizi di docenza e agli strumenti musicali che vengono loro concessi in comodato d’uso gratuito. Anche in questo caso, per riuscirvi è stato necessario costruire un partenariato dai confini inediti: il Laboratorio orchestrale lucchese, infatti, nasce nel 2015 da un’iniziativa dell’Associazione «Tempo di Musica» e della Caritas che hanno coinvolto Comune di {p. 288}Lucca, Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca, Federazione lucchese delle associazioni musicali, Associazione lucchese arte e psicologia, Fondazione Tobino, i Lions Club Lucca Host e Lucca le Mura e la sezione soci Unicoop di Lucca.

2. I risultati raggiunti

Gli indicatori quantitativi ci sono per tutti e tre i progetti analizzati e vale la pena menzionarli, quanto meno per esplicitare che si tratta di azioni nient’affatto marginali anche in termini di ricadute nei rispettivi territori:
– nel 2023 i percorsi di sostegno al diritto all’istruzione curati dall’équipe educativa della Caritas di Pisa hanno riguardato 442 nuclei familiari, il doppio dei 220 seguiti nel 2020, primo anno della pandemia coinciso anche con le restrizioni più marcate;
– il progetto Salta Su della Caritas di Lucca coinvolge, ogni anno, circa 90 minori che hanno la possibilità di iscriversi e praticare la disciplina sportiva preferita. Significativo anche il lavoro di rete con 15 associazioni sportive coinvolte;
– il LOL, sempre della Caritas di Lucca, è frequentato in media da 130 corsisti ogni anno, distribuiti fra i diversi strumenti musicali, la metà dei quali segnalati dai centri d’ascolto o dai servizi sociali territoriali. Sono cinque, invece, i centri LOL attivi sul territorio lucchese: quattro nel comune capoluogo e uno in quello di Lucca.
Più dei numeri, però, è apprezzabile l’innovatività dei tre progetti, soprattutto nella loro capacità di generare cambiamento nelle organizzazioni e nelle prassi operative:
– sotto questo profilo, nel caso dell’équipe educativa della Caritas diocesana, l’elemento di cambiamento si colloca a livello organizzativo con la costituzione di un gruppo di lavoro dedicato capace di agire come vero e proprio trait d’union fra gli istituti scolastici e le famiglie;
– nel caso di Salta Su e di LOL, i due progetti di Caritas Lucca, il cambiamento, invece, si trova nel processo attivato, che è fortemente inclusivo: non è certo una novità, infatti, l’attenzione delle realtà ecclesiali e dell’associazionismo d’i{p. 289}spirazione cristiana per la povertà minorile. Sovente, però, lo si è fatto, e in parte si continua a farlo, attraverso azioni ad hoc dedicate a chi vive una situazione di particolare marginalità (come, ad es., il doposcuola e il centro estivo pensato per le bambine e i bambini più fragili). In questo caso, invece, sussiste la scelta consapevole di costruire percorsi che passano dalle realtà sportive del territorio o, comunque, da una scuola di musica aperta a tutti con l’intenzione chiara di consentire ai minori più fragili di accedere alle stesse opportunità dei coetanei;
– per quanto riguarda il LOL, del tutto peculiare è anche la metodologia d’insegnamento che trae ispirazione da «El Metodo» del maestro José Antonio Abreu, promosso fin dal 1975 in Venezuela e che oggi conta circa 125 orchestre e cori nel mondo e 350.000 studenti, quasi tutti provenienti da situazioni economiche e sociali disagiate. Sono due gli assunti principali: ai corsisti viene consegnato fin da subito lo strumento musicale in modo che abbiano la possibilità di toccarlo e maneggiarlo, prima ancora di imparare a suonarlo; si suona in gruppo fin da subito perché l’obiettivo è la realizzazione di un’orchestra, contesto in cui apprendere la convivenza e la cooperazione per il raggiungimento di un obiettivo comune.

3. Informazioni sugli enti coinvolti nelle iniziative

I tre progetti descritti sono promossi dalle Caritas diocesane di Pisa e Lucca. Diversamente da un’opinione diffusa Caritas non è un’associazione d’ispirazione cristiana, ma l’ufficio della chiesa locale a cui il vescovo affida la pastorale della carità. Al riguardo c’è un altro luogo comune diffuso da sfatare: la Caritas non è l’ufficio della diocesi che si occupa di povertà, bensì l’ufficio che promuove e organizza l’attenzione ai processi d’impoverimento della comunità ecclesiale attraverso l’attività delle parrocchie, dell’associazionismo di ispirazione cristiana e delle famiglie e dei singoli credenti. Ciò implica che l’azione della Caritas diocesana è diretta, o dovrebbe esserlo, alla comunità cristiana prima ancora che
{p. 290}ai «poveri» e ai nuclei più fragili, e dovrebbe avere «una prevalente funzione pedagogica» come recita anche l’art. 1 dello statuto di Caritas Italiana.
Note
[1] Per uno sguardo più ampio si rinvia a AA.VV., Gemme terminali: Rapporto sulle povertà 2019, Pisa, Caritas Toscana, 2019, pp. 81-122; AA.VV., Fatti di prossimità, fatti di Vangelo, Pisa, Caritas Toscana, 2021, pp. 101-124.