Francesca Biondi Dal Monte, Simone Frega (a cura di)
Contrastare la dispersione scolastica
DOI: 10.1401/9788815413369/c20
I tre progetti descritti sono promossi dalle Caritas diocesane di Pisa e Lucca. Diversamente da un’opinione diffusa Caritas non è un’associazione d’ispirazione cristiana, ma l’ufficio della chiesa locale a cui il vescovo affida la pastorale della carità. Al riguardo c’è un altro luogo comune diffuso da sfatare: la Caritas non è l’ufficio della diocesi che si occupa di povertà, bensì l’ufficio che promuove e organizza l’attenzione ai processi d’impoverimento della comunità ecclesiale attraverso l’attività delle parrocchie, dell’associazionismo di ispirazione cristiana e delle famiglie e dei singoli credenti. Ciò implica che l’azione della Caritas diocesana è diretta, o dovrebbe esserlo, alla comunità cristiana prima ancora che
{p. 290}ai «poveri» e ai nuclei più fragili, e dovrebbe avere «una prevalente funzione pedagogica» come recita anche l’art. 1 dello statuto di Caritas Italiana.
Se questa è l’identità pastorale di ogni Caritas diocesana, che è sempre presieduta dal vescovo, le diversità e le specificità dei singoli territori, invece, balzano agli occhi dai numeri delle persone incontrate. Nel 2022 i centri d’ascolto della Caritas di Pisa, infatti, hanno incontrato 1.819 persone, il 55,9% delle quali donne e il 71,0% di cittadinanza non italiana; quelli della Caritas di Lucca, invece, ne hanno sostenute 2.385, il 59,3% delle quali donne e il 51,7% di cittadinanza non italiana.
Note