Francesca Biondi Dal Monte, Simone Frega (a cura di)
Contrastare la dispersione scolastica
DOI: 10.1401/9788815413369/c22

Capitolo ventiduesimo NEET in Italia: l’esperienza di Fondazione AVSI
di Mauro Giacomazzi (Global Manager Education Unit presso la Fondazione AVSI), Giulia Santoni (Education Specialist presso Fondazione AVSI) e Franco Argelli (Senior Project Manager presso Fondazione AVSI)

Abstract
Il capitolo approfondisce il progetto “Oltre la pandemia: percorsi di riattivazione formativa e professionale per giovani NEET” della Fondazione AVSI, che attraverso partnership con enti territoriali rende possibile per alcuni giovani la partecipazione a percorsi di socializzazione, orientamento e formazione professionale. Il capitolo parla degli interventi educativi e sociali di successo a favore dei NEET ed elabora un bilancio dell’attività, in modo da evidenziare proposte che sono un punto di partenza per nuove ricerche. Si descrivono in conclusione le attività della Fondazione AVSI.

1. Il progetto e il contesto di riferimento

Molti dei giovani che partecipano al progetto di AVSI, Oltre la pandemia: percorsi di riattivazione formativa e professionale per giovani NEET, hanno abbandonato la scuola, spesso negli anni tra la seconda e la terza media. L’abbandono può essere attribuito sia alla mancanza di supporto educativo adeguato sia alla percezione di un sistema scolastico poco adatto alle loro esigenze e alle loro vite. L’offerta formativa delle scuole nel periodo dell’obbligo scolastico spesso manca di supporto personalizzato e ha una scarsa flessibilità nel considerare variazioni individuali di apprendimento e interessi. Uno degli operatori osserva: «La parola chiave è: “mi scoccio”. Noi abbiamo una sorta di nemico con cui lavorare tutti i giorni che è proprio la scarsa propensione all’attenzione, al coinvolgimento». Va inoltre considerata una mancanza di supporto e orientamento da parte delle famiglie, che non incoraggiano a continuare gli studi o a perseguire opportunità lavorative. Questi fattori causano spaesamento nei giovani, che si ritrovano senza un punto di riferimento professionale e senza una guida per il loro percorso di vita.
Secondo i dati Eurostat, l’Italia è il secondo paese europeo per il numero di NEET tra la popolazione di età compresa fra i 15 e i 29 anni, con una percentuale totale del 19%, di gran lunga superiore alla media europea dell’11,7% [1]
. Si parla quindi di un fenomeno che a fine 2022 {p. 298}interessa 1,7 milioni di giovani [2]
. Nel 2022 è stata registrata una percentuale di giovani NEET inattivi molto più elevata nel Mezzogiorno (27,9%, circa 478.000 giovani) rispetto al Centro-Nord (20,5%, circa 350.000 giovani). In particolare, si registrano percentuali di NEET pari al 32,5% in Sicilia e al 29% in Campania [3]
.
L’esperienza maturata in AVSI descrive i NEET come «un mondo di mondi» e in ciascuno di essi si sono scoperti bisogni specifici. I soggetti più bisognosi si dividono in due fasce di età: i giovani tra i 16 e i 24 anni che non hanno assolto l’obbligo scolastico o con titoli di studio inferiori; e i ragazzi/e tra i 25 e i 30 anni, definiti come «scoraggiati e disimpegnati», che non riescono ad attivarsi autonomamente.
Nell’approccio utilizzato da AVSI si dà particolare attenzione alle caratteristiche del territorio che vanno tenute in considerazione per strutturare interventi appropriati alle caratteristiche di ciascuna area. Il progetto Oltre la pandemia: percorsi di riattivazione formativa e professionale per giovani NEET, finanziato dal Fondo di beneficenza e opere di carattere sociale e culturale di Banca Intesa San Paolo e da Fondazione Con il Sud, ha una durata di 36 mesi e sostiene la riattivazione sul piano motivazionale, formativo e professionale di 175 NEET.
Nell’ottica della partnership multistakeholder, centrale nell’azione di AVSI, il progetto è implementato da 6 partner territoriali (Associazione Quartieri Spagnoli onlus e Consvip di Napoli; Ispettoria Salesiana Sicula San Paolo e Coop. Sociale Centro Orizzonte Lavoro di Catania; APS Santa Chiara di Palermo e CNOS-FAP Regione Sicilia).
A Napoli, nei quartieri di Montecalvario, Secondigliano, Miano e San Pietro a Patierno, 70 giovani partecipano a percorsi di socializzazione, orientamento, laboratori di {p. 299}preformazione e formazione professionale. È inoltre prevista l’attivazione di tirocini con un percorso di accompagnamento all’inserimento lavorativo. Nello specifico, le attività sono organizzate e gestite dai partner Associazione Quartieri Spagnoli onlus e Consvip.
A Catania e a Palermo 105 giovani, dei quartieri Centro storico e Albergheria-Ballarò, specialmente donne e cittadini stranieri, partecipano ai moduli di orientamento e formazione alla ricerca attiva di lavoro e formazione professionale, con moduli dedicati alle soft skills e all’alfabetizzazione digitale. Anche in questo caso è prevista l’attivazione di tirocini con un percorso di accompagnamento al lavoro. I beneficiari sono accompagnati nelle attività di progetto dal partner Ispettoria Salesiana Sicula San Paolo in collaborazione con il Centro Orizzonte Lavoro Soc. Coop. Sociale, CNOS-FAP Regione Sicilia e APS Santa Chiara.

2. I risultati ottenuti

Le buone pratiche descritte di seguito fanno riferimento ai primi 16 mesi del progetto, che è stato avviato a novembre 2022. Le informazioni che seguono sono frutto dell’analisi del report intermedio di progetto (ottobre 2023) e di interviste approfondite semistrutturate condotte nel mese di febbraio 2024 con i 6 partner di progetto che stanno implementando le attività.

2.1. Lo sviluppo di un metodo educativo

L’esperienza degli operatori sociali che lavorano quotidianamente a stretto contatto con i giovani ha evidenziato alcuni criteri che possono ritenersi chiave per l’implementazione di interventi educativi e sociali di successo a favore dei NEET.
Ricorrente, nel loro racconto, è l’aspetto relativo all’importanza di ascoltare le «grida d’aiuto» e di gioia di queste persone, che spesso vengono trascurate o ignorate nei contesti più ampi, come la scuola pubblica. Il lavoro educativo {p. 300}proposto da AVSI e dai suoi partner di progetto offre un ambiente sicuro e accogliente in cui queste persone possano esprimere sé stesse e trovare supporto per affrontare le sfide che incontrano. I risultati raggiunti hanno come origine l’accoglienza e l’ascolto attivo delle esigenze e dei desideri di ogni singolo individuo. Si riconosce che il coinvolgimento e l’interesse attivo dei giovani sono cruciali per il successo delle attività proposte. Per questo si cerca di offrire ai giovani delle esperienze diverse da quelle tradizionali scolastiche, coinvolgendoli in attività pratiche e laboratoriali che colgano il loro interesse. Si cerca di ampliare le loro prospettive attraverso esperienze di apprendimento pratiche e nuove, proponendo lavori artigianali appartenenti alla tradizione locale che vanno scomparendo (ad es. pellettiere, calzolaio, pizzaiolo tradizionale napoletano, educatore dei bambini dell’età prescolare), che facciano sentire i giovani utili, capaci e in grado di trovare un’occupazione redditizia. A tal fine, si evidenzia il ruolo fondamentale dei professionisti coinvolti, che devono essere in grado di comprendere e affrontare le sfide e le difficoltà dei giovani con empatia e sensibilità. Questo approccio facilita il processo di crescita e trasformazione personale, permettendo ai giovani di superare le difficoltà e di realizzare il loro pieno potenziale.
Attraverso corsi di ricerca attiva del lavoro e percorsi di formazione, i giovani acquisiscono non solo competenze professionali, ma anche strumenti per sviluppare fiducia in sé stessi e consapevolezza delle proprie capacità. Questo quanto riferisce un ragazzo che ha preso parte al progetto: «Grazie, grazie perché io ho pensato che adesso riesco un po’... mi posso proporre in qualche cosa».

2.2. Lezioni apprese

Sono tre gli aspetti metodologici che hanno guidato le attività di AVSI: la valorizzazione del territorio e del capitale umano presente, la riforma dell’offerta formativa dedicata ai giovani e il coinvolgimento attivo delle famiglie e della comunità.{p. 301}
Per quanto riguarda il primo aspetto, le soluzioni proposte non possono essere standardizzate, ma devono essere concordate con chi opera sul territorio, condividendo responsabilità e risorse tra tutte le istituzioni coinvolte. Questo approccio non solo risulta più efficace, ma può anche portare a un risparmio di denaro pubblico evitando interventi disorganizzati o poco incisivi. Valorizzare il territorio ha significato anche coinvolgere maestri artigiani, professionisti ed esperti di categoria con competenze specifiche che introducono i ragazzi a mestieri estremamente rilevanti per il territorio.
Coinvolgere artigiani e professionisti locali è fondamentale nella riformulazione dell’offerta formativa. Le figure professionali dei «maestri» sono una grande risorsa per i giovani, perché trasmettono passione e amore per il mestiere, catturando l’interesse e la curiosità dei ragazzi.
Alcuni giovani sono frenati dal loro passato di gravi insuccessi scolastici, che crea una barriera al loro re-ingresso nel mondo dell’istruzione o della formazione. Per questo l’adozione di approcci personalizzati e flessibili verso i NEET si dimostra metodologicamente efficace. Ripensare l’offerta formativa significa però anche investire sulla prevenzione. Il principale problema da affrontare e contrastare è infatti l’abbandono scolastico, da cui scaturisce il fenomeno NEET. Occorrono interventi profondi e a lungo termine affinché la scuola possa offrire a tutti i giovani opportunità di crescita e sviluppo personale. Quanto al coinvolgimento delle famiglie, si propone di destinare risorse finanziarie e organizzative alla promozione di iniziative che coinvolgano direttamente i genitori dei giovani NEET. Questo approccio mira a creare un tessuto sociale e culturale solido che possa fungere da rete di protezione per i giovani in difficoltà.
Si tratta di un impegno che coinvolge tutte le componenti della comunità e che si fonda su un profondo senso di solidarietà e inclusione sociale. Inoltre, dalle testimonianze dei partner emerge chiaramente quanto sia importante la conoscenza del territorio in cui si interviene, la capacità di fare rete e la comunicazione tra i vari stakeholders coinvolti nel fenomeno NEET.
Il dialogo con le istituzioni, con gli enti locali e con
{p. 302}le aziende private presenti, se curato può portare risultati importanti. L’adozione di un approccio integrato basato su queste raccomandazioni può contribuire significativamente a migliorare l’efficacia degli interventi socioeducativi finalizzati alla riduzione della disoccupazione giovanile e al sostegno dei NEET. Queste proposte rappresentano un punto di partenza per ulteriori ricerche e sperimentazioni nel campo delle politiche sociali e dell’istruzione.
Note
[2] Istat, Rapporto annuale 2023. La situazione del paese, 2023, https://www.istat.it/storage/rapporto-annuale/2023/Rapporto-Annuale-2023.pdf.
[3] Ibidem.