Ciro Tarantino (a cura di)
Il soggiorno obbligato
DOI: 10.1401/9788815412584/c23
Oggi possiamo individuare almeno tre linee di misure e interventi sostenuti da risorse pubbliche rivolti alla disabilità: di area previdenziale, sanitaria e socio-sanitaria, socio-assistenziale. In area previdenziale tipicamente sono comprese le pensioni di invalidità e le indennità di accompagnamento, in tutte le diverse versioni e denominazioni. In area sanitaria e socio-sanitaria sono previsti i servizi sanitari NPIA, Disabilità (interventi riabilitativi), e quelli afferenti all’area della Salute mentale. Vanno inoltre considerati i servizi ambulatoriali e domiciliari, quelli di Assistenza Domiciliare Integrata, quelli di trasporto, nonché quelli residenziali e semiresidenziali. In area socio-assistenziale sono compresi i servizi sociali di base (comunali o di Ambito), i Servizi di Assistenza Domiciliare, i contributi economici derivanti dal Fondo per la Non Autosufficienza per sostenere la domiciliarità (nella disabilità grave e gravissima) o da quello per le Politiche sociali, i servizi residenziali e semiresidenziali, le iniziative sostenute con i
{p. 540}fondi della legge n. 112/2016, nonché i servizi per l’inserimento lavorativo. Come si evince da questa sintetica e certamente non esaustiva rassegna il quadro è estremamente frammentario, affidato a istituzioni/erogatori diversi: dalle provvidenze economiche erogate dall’INPS o dal livello locale, alle prestazioni fornite dai servizi territoriali di comuni e ASL. Il tutto è complicato dalla instabilità di alcune linee di finanziamento o dalla diversa accessibilità dei servizi nei diversi contesti regionali.
Nel BdP viene invece composta «dal basso», sulla base degli elementi esplicitati nel Progetto personalizzato, la separatezza degli assetti di governance presenti «a monte», a livello nazionale e regionale. La diversa natura giuridica delle aziende sanitarie e dei comuni, il differente quadro normativo che regola i Livelli essenziali di assistenza in sanità e nel sociale, la conseguente diversa esigibilità dei diritti sanitari e sociali, vengono affrontati «a valle» attraverso gli strumenti dell’integrazione socio-sanitaria territoriale. Purtroppo, la fragilità di tali strumenti, la loro dipendenza da una programmazione regionale che non viene regolarmente aggiornata, la vulnerabilità alle volubili geometrie politiche locali, spiega l’instabilità delle «applicazioni sperimentali» sin qui condotte. In questo senso è auspicabile che il rinnovamento del sistema che accompagnerà l’attuazione della l. n. 227/2021 ricomponga la frammentazione dei finanziamenti attraverso un fondo unico sociale e sanitario; il BdP può essere lo strumento che, attingendo dal fondo unico integrato, rende concreti i sostegni che il Progetto personalizzato e coprogettato evidenzia come necessari.
Alla luce dell’esperienza compiuta con il BdS si può affermare che, per realizzare appieno l’integrazione socio-sanitaria, sia necessario basarsi sulla coprogettazione, cogestione e cofinanziamento dei processi e dei progetti tra enti pubblici e privati, evitando meccanismi di delega e ponendo attenzione alla valutazione dei processi e degli esiti, non tanto all’accreditamento delle strutture.
La co-programmazione con gli enti del Terzo settore, ai sensi dell’articolo 55 d.lgs. n. 117/2017, e con tutti i soggetti potenzialmente interessati alla costruzione del Budget di Salute (es. associazioni, cooperative, famiglie e privati) si è rivelata uno strumento efficace per le Aziende Sanitarie e gli enti locali al fine di sostenere i percorsi individuati con Budget di Salute [Santuari 2022]; questa modalità sarà quindi di importanza strategica per dare fondamento alla costruzione del BdP, così come la formulazione di elenchi di soggetti qualificati per la realizzazione di Progetti personalizzati con BdP. Riguardo a tali soggetti sarà importante vigilare che i co-gestori siano in grado di sostenere la capacitazione e il protagonismo della persona nel mondo di tutti e non si pongano come soggetti che cercano di mantenere lo status quo dell’assetto dei servizi, semplicemente rinominando le prestazioni erogate e senza garantire una vita deistituzionalizzata.{p. 541}
Per andare verso un’applicazione stabile e duratura del BdP e per interpretarne fino in fondo sia il potenziale trasformativo dei percorsi individuali sia la sua vocazione di riconversione di risorse già impegnate nel sistema, si pone la necessità di delimitare ex ante su base territoriale quello che potremmo definire «budget virtuale», ossia la ricognizione della spesa storica impegnata per le persone con disabilità di quel territorio definito nei bilanci delle diverse amministrazioni coinvolte. È un’operazione non semplice, ma indispensabile, e preliminare alla costruzione di BdP individuali che includeranno anche le risorse naturali della comunità di riferimento e quelle della persona interessata.
In conclusione, il BdP rappresenta uno strumento avanzato per rendere concreti i princìpi della CRPD (l. n. 18/2009) e della l. n. 227/2021. La pratica maturata a partire dall’applicazione del Budget di Salute mostra che i sistemi di welfare, quando sostenuti da una cornice opportuna, sono in grado di accompagnare le persone nel riconquistare (o conquistare) la cittadinanza; l’auspicio è che da esperienza virtuosa che si insinua negli interstizi delle consuetudini il Progetto personalizzato sostenuto dal BdP diventi la proposta ordinaria, al fine di rendere effettivo «il pieno ed uguale godimento di tutti i diritti umani e di tutte le libertà fondamentali da parte delle persone con disabilità» (CRPD, art. 1).
Note