Sindacato e rappresentanze aziendali
DOI: 10.1401/9788815412324/a2
3. Esecutivo del
Consiglio di fabbrica. Il Consiglio di fabbrica, in rapporto alle sue
dimensioni ed all’esigenza di un rapido collegamento fra tutti i suoi membri, nel
suo seno può eleggere un Esecutivo.
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Il numero dei componenti
dell’Esecutivo è fissato dal Consiglio di fabbrica. Tale organismo dovrà realizzare
essenzialmente un ruolo di coordinamento organizzativo e sindacale attuando le
decisioni dell’assemblea e del Consiglio di fabbrica (per i cui membri potrebbero
essere riconosciute le nomine di rappresentanti sindacali aziendali) in tal senso
l’Esecutivo deve essere costituito da delegati eletti in via normale ogni anno anche
se revocabili in qualsiasi momento dal Consiglio di fabbrica. L’Esecutivo dovrà
permettere il superamento delle carenze ampliamente dimostrate dall’istituto della
Commissione interna quale il carattere di struttura interamente delegata e
difficilmente controllabile l’accentramento delle informazioni e del potere
decisionale caratteristiche di una struttura che cristallizzava la divisione
sindacale esistente tra i lavoratori.
Questa tesi ha ricevuto 57 sì e
46 no.
Consigli di fabbrica ed altre strutture (SAS-CI).
Se il Consiglio di fabbrica in
collegamento con l’assemblea, rappresenta la nuova struttura portante del costruendo
sindacato unitario, si pongono inevitabilmente problemi di sopravvivenza o meno
delle SAS e delle CI.
Pertanto sembra evidente che i
Consigli di fabbrica, in quanto costituiti e funzionanti rendono palesemente
contradditoria e superata la sopravvivenza sia delle SAS che delle CI.
Essi devono assorbire i compiti
di entrambe le vecchie strutture trasformandoli in funzioni proprie del Consiglio
stesso e da assegnarsi al proprio interno.
La fase transitoria che va
dalla costituzione dei Consigli di fabbrica all’unità organica, caratterizzata dalla
sussistenza all’esterno dell’azienda di tre OO.SS. distinte, impone l’esigenza di
far ricorso all’assemblea degli iscritti solo ed esclusivamente in funzione
dell’esigenza di eleggere i rappresentanti esterni dell’organizzazione (CD a
composizione mista, ecc.).
Per le CI si deve rinunciare
unitariamente ad effettuare nuove elezioni. Nel contempo, per rendere concreta
questa linea, va intensificata la costituzione dei Consigli unitari di fabbrica come
struttura unica alternativa. Sul piano contrattuale va portata avanti la
rivendicazione relativa al riconoscimento anche formale del Consiglio di
fabbrica.¶{p. 275}
Consiglio di fabbrica e Sindacati provinciali.
Il rapporto fra Consigli di
fabbrica unitari ed Organizzazioni provinciali distinte pone evidentemente dei
problemi che potranno essere definitivamente risolti solo quando la contraddizione
sarà superata con la costituzione organica del sindacato unitario.
Un problema di fondo è quello,
attraverso questo rapporto, di assicurare una reale omogeneità di linea e di azione
delle varie strutture decentrate, ad evitare forme di neoaziendalismo e di
polverizzazione della lotta di classe.
Tuttavia la strutturazione
unitaria al livello di fabbrica appare in tutta la sua importanza per l’effetto
stimolante verso l’unità che saprà produrre nei confronti dei sindacati esterni.
Questi infatti non potranno che porsi in modo unitario nell’affrontare il problema
dei rapporti con la base nelle fabbriche.
Ma il problema più rilevante
che si intravede è un cambiamento delle strutture stesse del Sindacato provinciale
il quale non può sfuggire all’esigenza di rinnovarsi e di rendersi omogeneo con la
nuova realtà politica ed organizzativa della fabbrica (superamento del Congresso con
l’attuale caratteristica di prevalente momento elettivo, revoca degli incarichi,
rotazione, ecc.).
Alcune trasformazioni del tipo
di quelle indicate possono essere realizzate anche immediatamente senza attendere la
costituzione del sindacato unico bensì, operando in funzione della realizzazione del
sindacato unico.
1. Rotazione e revoca. Il
delegato di reparto o comunque di gruppo omogeneo è revocabile in ogni momento.
Periodicamente — per esempio annualmente — è bene procedere ad una verifica mediante
la rielezione dei delegati. Successivamente potrebbe essere studiata la possibilità
di introdurre anche un limite massimo al numero delle rielezioni. Una rotazione
frequente deve avvenire per i membri dell’Esecutivo del Consiglio di fabbrica.
2 Formazione dei delegati. Al
fine dell’affermazione della costituzione dei Consigli di fabbrica e
dell’avanzamento del processo unitario è doveroso evitare che l’attività formativa
venga svolta da ogni singola organizzazione per far posto ad una attività formativa
dei delegati realizzata in forma unitaria.
Incompatibilità: considerato
che l’esperienza del Consiglio di fabbrica è in via di realizzazione, l’attuazione
delle incompatibilità, che pure mantiene un ruolo essenziale con i veri mandati, si
pone, ma a livelli di fabbrica è bene siano discussi ulteriormente nelle
assemblee.¶{p. 276}
Dalla risoluzione conclusiva del XV Congresso nazionale della FIOM-CGIL, Roma, luglio 1970.
In «Sindacato moderno», 1970, n. speciale, p. 56.
Nella prospettiva di costruzione,
in tempi rapidi della unità organica e in vista della seconda conferenza unitaria dei
metalmeccanici, il XV Congresso propone al dibattito unitario dei lavoratori i seguenti
obiettivi:
1) Il completamento del processo di
formazione dei nuovi organismi unitari e democratici in tutte le fabbriche. Questi
organismi dovranno essere fondati sui delegati, eletti liberamente da tutti i
lavoratori, iscritti e non iscritti ai sindacati, a livello di gruppo omogeneo di linea,
di squadra o di reparto.
2) L’attribuzione definitiva ai
Consigli dei delegati delle responsabilità di coordinamento e di direzione dell’azione
rivendicativa e dell’attività contrattuale nella fabbrica, deferendo pertanto ai
Consigli i poteri fino ad ora esercitati dalle Sezioni sindacali e dalle Commissioni
interne. Con questo intento e allo scopo di superare ogni forma di concorrenza deteriore
fra le Organizzazioni sindacali, sgomberando il campo alle più avanzate esperienze
unitarie, il XV Congresso della FIOM propone alle altre federazioni dei metalmeccanici e
alle confederazioni di sospendere ogni elezione di CI.
Nel contempo esso afferma la
disponibilità della FIOM a sciogliere le proprie SAS di fronte alla costituzione dei
Consigli unitari di fabbrica.
3) La promozione sul piano locale,
zonale, provinciale e anche nazionale di Consigli unitari di delegati, espressioni
dirette dei Consigli di fabbrica. Decisioni di questa natura si impongono se si vuole
evitare che le nuove strutture unitarie di fabbrica finiscano per entrare in
contraddizione con la permanenza, fuori della fabbrica, di una pluralità di
organizzazioni e se si vuole imprimere, come il congresso ritiene necessario un ritmo
accelerato alla costruzione del sindacato unico dei metalmeccanici, dando quindi un
carattere di massima concretezza alla stessa fase costituente.
La fase costituente del sindacato
unico dei metalmeccanici, coerentemente con i presupposti e le finalità che ispirano
l’at¶{p. 277}tuale processo unitario, dovrà infatti essere realizzata
attraverso una permanente verifica politica comune che coinvolga a tutti i livelli sia
le attuali strutture delle tre organizzazioni dei metalmeccanici, sia i Consigli dei
delegati.
In questo quadro, gli organismi di
direzione delle federazioni ai diversi livelli, dovranno operare in stretto rapporto con
i Consigli dei delegati, stabilendo con essi le forme più efficaci di collegamento
politico e organizzativo, per elaborare e verificare unitariamente le scelte
fondamentali della strategia unitaria dei sindacati.
Sin dalle prossime settimane, il XV
Congresso della FIOM ritiene che debba essere compiuto ogni sforzo per attuare quegli
orientamenti che hanno fatto oggetto di discussione e di proposte tra le federazioni dei
metalmeccanici, in modo particolare nel corso della I Conferenza unitaria di Genova…
La costruzione del sindacato nuovo
deve procedere attraverso la generalizzazione delle esperienze di democrazia e di
partecipazione avviate. Un effettivo e profondo rinnovamento del sindacato attuale è
infatti legato alla sua reale capacità di identificarsi con il movimento, accogliendo
fino in fondo il presupposto che il processo di rinnovamento e di unità deve consistere
in una vera e propria rifondazione del sindacato. In questo quadro, il congresso ritiene
definitiva e qualificante la scelta dei Consigli di fabbrica come nuova struttura
portante del sindacato unico, espressione di tutti i lavoratori.
In tale prospettiva, il delegato
costituisce l’espressione diretta dei lavoratori del reparto, della linea, dell’ufficio,
dai quali deve essere eletto con un mandato che potrà essere analogamente revocato.
L’insieme dei delegati eletti
costituisce il Consiglio di fabbrica, nel cui seno, tenendo anche conto della esigenza
di favorire una rotazione degli incarichi, dovranno essere nominati gli organi
esecutivi.
In questo quadro la FIOM non
accetta, in linea di principio e di fatto, nessuna distinzione tra delegati eletti e
delegati tutelati dal Contratto nazionale, proponendosi, come obiettivo della
contrattazione articolata da assumere in termini generalizzati, l’estensione della
tutela a tutti i delegati eletti.
In attesa di tale estensione, anche
per la tutela contrattuale si può prevedere una sua rotazione, che consenta volta per
volta a tutti i delegati eletti di esercitare le funzioni implicite nel riconoscimento
della tutela.
I Consigli di fabbrica devono
assolvere, in un rapporto organico permanente con l’Assemblea di fabbrica, il ruolo di
direzione ¶{p. 278}politico-sindacale per l’azione rivendicativa
aziendale, e quindi sia sul piano della contestazione del potere padronale e
dell’autoritarismo esercitato dalle dirigenze aziendali, sia sul piano della
contrattazione delle condizioni di lavoro. Ai Consigli spettano inoltre tutte le
iniziative qualificanti che, a partire dalla fabbrica, possono coinvolgere i temi
relativi alle generali questioni sociali e di riforma, e che devono tradursi nella
instaurazione di collegamenti efficaci con gli organismi di altre fabbriche,
metalmeccaniche e di altre categorie, e con altri organismi di base. Nella promozione di
queste iniziative di collegamento si dovrà tener conto dell’esigenza di interessare e
stimolare anche le forze politiche, interne ed esternee alla fabbrica, per giungere alla
formulazione di obiettivi comuni sulla condizione operaia in fabbrica e nella
società.
¶{p. 279}
Note