Sindacato e rappresentanze aziendali
DOI: 10.1401/9788815412324/a2
Questa nuova struttura non sarà
imposta autoritariamente dall’alto ma sarà espressione di ogni gruppo omogeneo
¶{p. 269}di lavoratori riferito al tipo di organizzazione del lavoro
in fabbrica. I nuovi organismi sindacali di fabbrica devono rappresentare un reale
contropotere e perciò devono essere in grado di rispondere alla complessità ed alla
articolazione della fabbrica organizzando efficacemente la classe operaia.
Pertanto:
a) i delegati debbono essere l’espressione di gruppi
omogenei di lavoratori (linee, squadra, reparto, ufficio, ecc.) ed essere eletti da
tutti i lavoratori unicamente per le loro capacità, su iniziativa delle Sezioni
sindacali; b) l’insieme dei delegati costituirà unitamente agli
organismi sindacali esistenti, il Consiglio di fabbrica che prefigura la struttura
sindacale unitaria, espressione di tutti i lavoratori; c)
nell’ambito del Consiglio di fabbrica vengono preferibilmente desunti, con intese
unitarie, i rappresentanti sindacali (previsti dalle norme del CCNL) fermo restando
che ogni Organizzazione sindacale potrà fare eleggere i propri rappresentanti anche
secondo altri criteri.
In merito al Consiglio di
fabbrica: 1) in quanto è organismo sindacale ad esso compete il ruolo di
contestazione del potere padronale e l’iniziativa di contrattazione delle condizioni
di lavoro a livello di fabbrica; 2) in quanto parte del movimento esso ha il compito
di sensibilizzazione politica, di organismo primario del sindacato di classe, perciò
non corporativo, collegato alle politiche ed agli obiettivi della classe e
coordinato con gli altri livelli dell’organizzazione sindacale; 3) in quanto
fondamentale esperienza unitaria, esso realizza una completa autonomia, un
superamento sostanziale delle correnti ed una vita democratica.
In tale quadro l’affermazione
dell’incompatibilità tra incarichi sindacali, quelli di partito e i mandati pubblici
ha avuto e mantiene un ruolo essenziale nella realizzazione pratica dell’autonomia.
L’avanzata del processo unitario attraverso il dibattito e le decisioni dei
lavoratori, contribuirà a definire in termini concreti l’applicazione e l’estensione
delle incompatibilità. Nella misura in cui a livello di fabbrica procedono queste
esperienze unitarie e si realizza una nuova struttura sindacale di base, unica,
autonoma e democratica, unitariamente i sindacati valuteranno l’opportunità del
superamento o meno degli organismi di fabbrica di ciascuna federazione nel quadro di
un esame complessivo del processo unitario della categoria.
Per quanto riguarda le CI
occorre tener conto del rischio di conflitto tra strutture nuove e strutture
tradizionali, che spesso hanno sostituito sul piano contrattuale il sindacato, e del
fatto che non c’è distinzione netta tra contrattazione, gestione e applicazione del
contratto bensì uno stretto legame; ciò presuppone ¶{p. 270}che
l’organismo preposto a questi compiti sia lo stesso e sia un organismo sindacale.
Da ciò derivano le seguenti
ipotesi alternative: 1) Superamento della CI e attribuzione di tutti i suoi compiti
al Sindacato di fabbrica; 2) Loro mantenimento, sia pure con funzioni diverse da
quelle di fatto sino ad ora esercitate, in coerenza completa con le scelte unitarie
del sindacato.
La costituzione di nuovi
organismi sindacali di fabbrica richiederà la maggiore utilizzazione delle nuove
energie emerse durante la lotta contrattuale; a tale scopo sarà opportuno avviare
prassi di avvicendamento democratico e di rotazione negli incarichi nonché una
verifica periodica.
Rapporto con l’assemblea — La
conquista dell’assemblea durante le lotte e nel contratto può rappresentare uno dei
momenti importanti del potere dei lavoratori. L’assemblea è di tutti i lavoratori,
perché è la «voce» dei lavoratori.
L’assemblea è il momento di:
a) informazione su tutte le questioni contrattuali e sulle
iniziative sindacali, anche di carattere generale; b)
consultazione sui più importanti momenti della contrattazione nazionale sui problemi
generali; c) decisione anche attraverso referendum per quanto
attiene a tutte le iniziative di contrattazione aziendale: dall’approvazione della
piattaforma, ai modi di lotta, alla verifica delle varie fasi di trattativa, ecc.;
d) partecipazione in quanto deve permettere a tutti di
parlare e dibattere e quindi di crescere responsabilmente e di decidere insieme agli
altri; e) unità nel senso che deve far superare non solo le
divisioni di organizzazione, ma anche fra operai ed impiegati, fra reparti diversi
ecc. per realizzare l’unità di fabbrica; f) potere perché
permette di conoscere meglio la condizione operaia, l’organizzazione aziendale e
quindi di affrontarla per diminuire il potere del padrone.
Di qui l’esigenza di preparare
bene l’assemblea, su temi precisi e di articolarla per reparti, officine, linee,
uffici, ecc.; sarà compito dei Consigli di fabbrica di preparare l’assemblea, non
già per predeterminare i risultati, ma per mettere i lavoratori nella condizione di
decidere.
Poiché l’assemblea non può
riunirsi ogni momento, diventa essenziale il collegamento del Consiglio di fabbrica,
che prepara i dibattiti ed assume la responsabilità di attuare le decisioni
dell’assemblea, nonché il collegamento con le altre strutture del sindacato
(provinciale, nazionale) affinché i dibattiti dei lavoratori non si arrestino nella
fabbrica, né vengano mediati o filtrati dai delegati.¶{p. 271}
Dal documento conclusivo della II Commissione approvato dalla III Assemblea organizzativa della FIM-CISL, Brescia, luglio 1970 (Atti), pp. 84-87.
Le strutture sindacali nella fabbrica.
Le lotte degli ultimi anni
hanno espresso una critica sostanziale alle vecchie strutture sindacali di fabbrica
ed hanno portato alla luce l’esigenza di una partecipazione decisionale dei
lavoratori in prima persona attraverso la realizzazione di strutture nuove, quali le
assemblee ed i Consigli di fabbrica.
Questa nuova struttura
organizzativa sembra infatti in grado di rispondere positivamente ad alcune grosse
questioni irrisolte che si sono venute ponendo alla classe operaia negli ultimi
anni:
— assicurare il più ampio
decentramento decisionale nell’organizzazione;
— assicurare alla classe
operaia una sua propria capacità di mobilitazione e di lotta non burocratica;
— coinvolgere e
responsabilizzare all’interno delle varie fasi di lotta (discussione, elaborazione
delle piattaforme, proclamazione dello sciopero, con trattazione, ecc.) il maggior
numero possibile di lavoratori (iscritti e non iscritti).
— impedire che questa maggiore
democratizzazione degli apparati sindacali, questa frantumazione delle tradizionali
e burocratiche «divisioni del lavoro» all’interno del movimento operaio, questo
rifiuto di ogni atteggiamento subalterno e di delega ai partiti, si tramutasse in un
rifiuto o in un disimpegno dalla politica da parte della classe operaia ed in una
sempre maggior chiusura corporativa.
Tutto ciò pur non essendo
ancora completamente risolto, trova nei Consigli di fabbrica una significativa
possibilità di soluzione.
1.
L’Assemblea è l’insieme di tutti i lavoratori della fabbrica e
costituisce la base del costruendo sindacato unitario.
Funzione oltretutto rilevante
hanno le assemblee di reparto e di gruppo come strumento effettivo di elaborazione,
partecipazione e di gestione delle lotte o di obiettivi rivendicativi condivisi dai
lavoratori.
Essa ha potere decisionale
sulle questioni relative alla politica con¶{p. 272}trattuale e
sociale all’interno della azienda, decide sulle piattaforme rivendicative
interessanti tutti i lavoratori o parti di essi (reparto, squadra, sezione, ecc.)
sulle strategie di lotta, sulla conduzione delle trattative e sulla conclusione
degli accordi.
L’assemblea ha inoltre il
compito di dibattere i temi di politica generale del sindacato, sia contrattuali che
più propriamente politici e sociali, per concorrere alla formazione delle decisioni
di ordine generale sul piano della contestazione nazionale e delle lotte da condurre
fuori dalla fabbrica.
2. Il Consiglio di
fabbrica è formato da tutti i delegati eletti dai lavoratori nei
gruppi omogenei (squadra, reparto, ecc.). Ciò comporta lo scioglimento delle vecchie
strutture di organizzazione in concomitanza con l’entrata in funzione del nuovo
organismo unitario.
L’elezione nei gruppi omogenei
avviene con il sistema della scheda bianca e la libera scelta del delegato da
eleggere o con altri sistemi democratici da scegliersi al livello di fabbrica.
Il Consiglio di fabbrica ha
potere esecutivo nell’ambito delle decisioni dell’assemblea.
Al Consiglio di fabbrica una
volta operante dovrà essere riconosciuta dalle Organizzazioni sindacali una certa
autonomia finanziaria per le attività che programma e per le iniziative che assume.
Il Consiglio non deve diventare
un piccolo parlamento; ogni delegato non deve parlare soltanto a titolo personale,
ma solo dopo aver consultato il proprio reparto (attraverso assemblee di reparto) e
riportando il parere di questo. Ciò non toglie che il delegato abbia un ruolo di
stimolo e di guida nelle lotte di fabbrica, e rimarchi così il suo impegno politico
nella formazione di tutte le decisioni collettive.
In questo modo è possibile non
fare dell’Assemblea e del Consiglio due strutture alternative, in quanto espressione
entrambe di tutti i lavoratori.
In questa logica il Consiglio
di fabbrica diventa la struttura rappresentativa del sindacato unitario nella
fabbrica.
Esso promuove l’assemblea e, in
stretta aderenza con le volontà dei lavoratori, fissa gli oo.dd.gg. delle stesse,
disciplina il dibattito e lo stimola sino a pervenire al momento decisionale.
Il Consiglio di fabbrica ha la
responsabilità di assicurare la piena autonomia dell’assemblea sulle materie di
stretta competenza della stessa (problemi aziendali, sia contrattuali che sociali) e
nel contempo di garantire uno stretto collegamento con il sindacato (espressione
della volontà dei lavoratori di tutte le fabbriche) al ¶{p. 273}fine
di attuare politiche omogenee e veramente di classe sul piano generale.
Il Consiglio di fabbrica
rappresenta un radicale salto di qualità:
— sul piano
unitario. Esso non è la somma di tre strutture, ma una struttura
unitaria sin dall’origine, in quanto i delegati non sono rappresentanti dell’uno o
dell’altro sindacato. Così il Consiglio è una palestra essenziale di politica
unitaria e rappresenta già sperimentalmente la futura struttura di fabbrica del
sindacato unitario.
È importante sottolineare che
questa unità che sale dal basso rappresenta una delle condizioni ed una delle
garanzie più solide di un processo unitario che non rappresenti esclusivamente un
compromesso di vertice.
— sul piano
democratico. Per la prima volta si esprime nella fabbrica una certa
esperienza di democrazia diretta realizzando le condizioni perché le decisioni non
siano prese da pochi, ma da molti. Le strutture precedenti o non erano sentite dai
lavoratori come strutture loro (le SAS) oppure erano troppo «delegate» (le CI): in
entrambi i casi nella loro formazione e nell’assunzione delle loro decisioni aveva
un parere prevalente il sindacato in quanto organizzazione esterna.
— sul piano
contrattuale. Il demandare al Sindacato provinciale la contrattazione
aziendale ha ristretto notevolmente la stessa sul piano quantitativo ed anche su
quello qualitativo.
Solo una struttura come il
Consiglio di fabbrica che sappia raccogliere l’esperienza, le osservazioni, le
analisi dei lavoratori, può esprimere sempre nuove rivendicazioni, più avanzate e
più adeguate alle esigenze della classe lavoratrice. Pertanto spetta al Consiglio di
fabbrica espletare i compiti contrattuali al proprio livello e designare di volta in
volta la delegazione che lo rappresenti alle trattative.
— sul piano
politico. Occorre evitare il rischio di schematiche suddivisioni di
funzioni affidando al Consiglio di fabbrica i problemi della fabbrica, ed al
sindacato esterno i problemi generali. Il decentramento di potere deve avvenire non
solo per i problemi della fabbrica, ma anche per i problemi politici.
Solo in questo modo avremo un
sindacato nuovo che esprime non una piccola parte, ma tutta la potenzialità
innovativa della classe operaia.
3. Esecutivo del
Consiglio di fabbrica. Il Consiglio di fabbrica, in rapporto alle sue
dimensioni ed all’esigenza di un rapido collegamento fra tutti i suoi membri, nel
suo seno può eleggere un Esecutivo.
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Note