Roberto Ricci
Le competenze digitali nella scuola
DOI: 10.1401/9788815412270/c6
Il dibattito nazionale è ancora troppo limitato a un livello superficiale e non pare entrare adeguatamente nel merito e nella profondità dei temi proposti. Soprattutto il quadro di riferimento rivolto alla definizione e all’operazionalizzazione delle competenze digitali dei docenti è una risorsa straordinaria poiché pone alla base delle competenze digitali (dei docenti e dei discenti) una riflessione pedagogica e didattica profonda ed estremamente rilevante. La Commissione europea richiama in più punti e diverse volte la dimensione pedagogica del cambiamento necessario, molto prima e molto di più di quello tecnico e tecnologico. Anche i recentissimi provvedimenti del Consiglio dell’Unione europea (Raccomandazioni del 23 novembre 2023) [1]
vanno in questa direzione e sottolineano la cornice profondamente umanistica
{p. 336}all’interno della quale l’Unione europea si deve avviare verso la società digitale, senza per questo trascurare o banalizzare l’aspetto tecnico-tecnologico.
La facilità, reale o apparente, che caratterizza le tecnologie digitali è certamente una grande opportunità poiché consente a un numero molto ampio di persone di accostarsi al digitale. Tuttavia, allo stesso tempo, il facile accesso alle tecnologie non va confuso con l’uso consapevole, responsabile ed eticamente adeguato. L’unico vero presidio a contrasto di questo pericolo è rappresentato dall’istruzione e dalla formazione che devono essere in grado di sviluppare nei giovani e nell’intera popolazione le competenze necessarie per diventare cittadini digitali e non semplici utilizzatori. Le enormi potenzialità delle tecnologie digitali devono trovare una collocazione all’interno di una profonda riflessione che le renda strumenti di innovazione, equa e sostenibile, e non la trasposizione in chiave tecnologica di metodi didattici tradizionali che non tengono conto delle innovazioni scientifiche che le scienze dell’educazione hanno individuato da tempo. Solo in questa prospettiva la tecnologia può essere un vero supporto alla didattica e all’insegnamento. Servono gli strumenti culturali per resistere alle tentazioni offerte già oggi sul mercato come fortemente innovative, ma che alla base hanno disegni pedagogici e metodologici molto elementari, sovente semplicistici e di scarso valore. I docenti e la scuola devono possedere le competenze per selezionare le tecnologie in funzione delle finalità educative perseguite e non solo sulla base di impressionistiche valutazioni che portano a confondere lo strumento con il fine.
A tutto il personale della scuola va garantito un percorso formativo adeguato, iniziale e in servizio, che non può essere lasciato alla spontanea adesione del singolo, ma che deve essere sistematico, regolare e capillare, di qualità, incentivato e sostenuto. Solo attraverso un percorso di questo tipo è immaginabile che la scuola abbia adeguati strumenti culturali, prima ancora che tecnici e tecnologici, per la predisposizione del curricolo digitale. Attraverso questa azione la scuola esercita un ruolo strategico per sé, per i propri allievi e le proprie allieve e per la società nel suo comples{p. 337}so. Sarebbe per questo auspicabile che la costruzione del curricolo avvenisse sì all’interno di ciascuna scuola, ma con una profonda connessione con le altre istituzioni scolastiche, formative, universitarie e di ricerca, in una prospettiva di rete e di collaborazione.
In conclusione, la transizione digitale, la creazione e la promozione delle competenze digitali coinvolgono l’intera società. La vera sfida è sedersi tutti dalla stessa parte del tavolo con una finalità comune: garantire il futuro a tutti e a tutte, giovani, adulti e meno giovani. La vera equità si gioca sul campo della crescita complessiva delle competenze, non certo su quello di illusori facilismi, vere anticamere della segregazione sociale, o su quello delle inutili contrapposizioni tra innovatori e oppositori. La posta in gioco è troppo alta per poterci permettere una riedizione, magari in formato digitale, dello scontro tra Guelfi e Ghibellini. La storia ci ha già insegnato che in questo modo si perde tutti e nessuno vince.