Roberto Ricci
Le competenze digitali nella scuola
DOI: 10.1401/9788815412270/c4
La dimensione collaborativa e cooperativa trova un ampio spazio all’interno del DigCompOrg. L’organizzazione educativa è strutturata in modo da favorire la collaborazione e la cooperazione tra le diverse figure che operano a scuola, quindi, in primo luogo, tra docente e discente, tra gli allievi, ma anche tra docenti. In buona sostanza, tutta l’attività della scuola è basata sulla collaborazione e sulla cooperazione, aperta e responsabile, delle sue componenti. Le tecnologie digitali sono il terreno naturale sul quale avviene la collaborazione tra le parti, caratterizzata da diverse forme di interazioni
{p. 306}sia di persona, sia attraverso la rete e la tecnologia, quindi piattaforme e altri strumenti ancora. Questa modalità organizzativa è pensata e progettata per aumentare le occasioni di apprendimento, ma senza mai dimenticare la dimensione etica e della responsabilità nell’uso di strumenti la cui facilità e accessibilità può, almeno potenzialmente, danneggiare anche severamente le persone.
L’elemento tematico «collaborazioni e interazioni in rete» si compone di 3 sottoelementi e di 9 descrittori, questi ultimi qui non esplicitamente ripresi:
1. la collaborazione e la condivisione, anche in rete, sono fortemente incoraggiate;
2. si segue una linea strategica nella comunicazione;
3. vengono attivate collaborazioni con l’esterno.
Attraverso un’azione pianificata e progettata attentamente, sia sotto il profilo tecnico-tecnologico, ma soprattutto rispetto alla dimensione pedagogico-educativa, l’apprendimento avviene in un ambiente fortemente connesso che fa ampio uso della tecnologia. Nel proprio piano strategico quindi la scuola si dota delle strutture tecnologiche e assume un impianto didattico che favorisca le interazioni tra i diversi soggetti, in un ambiente fortemente connesso, ma rispettoso delle individualità di ciascuno e di ciascuna.
La cooperazione tra le parti diviene quindi un elemento incentivato e riconosciuto, anche nei processi valutativi, per promuovere lo sviluppo delle competenze che favoriscono la cooperazione con gli altri, competenza fondamentale negli ecosistemi digitali.
In questo contesto la comunicazione svolge un ruolo fondamentale e la sua organizzazione e realizzazione non è solo un elemento che favorisce l’apprendimento e la collaborazione professionale, ma sono esse stesse oggetto di apprendimento. La scuola si dota quindi di modalità di comunicazione dinamiche e flessibili, ma che portano tutti i soggetti coinvolti a riflettere sulle implicazioni che essa ha sulla vita delle persone e sul loro benessere. Il piano comunicativo della scuola e la sua realizzazione sono un’occasione per tutti e per ciascuno per riflettere sulla responsabilità individuale e collettiva che la comunicazione attraverso il {p. 307}digitale richiede. Naturalmente non è immaginabile che nell’era digitale la scuola pensi a sé stessa come a un’entità isolata poiché le tecnologie digitali hanno come loro elemento peculiare quello di favorire la comunicazione con e verso l’esterno. Attraverso un’azione attentamente progettata e studiata sotto diversi profili, la scuola incentiva tutte le forme di interazione proficua e collaborativa verso e con l’esterno. Tale modalità di operare diviene una risorsa da tanti punti di vista poiché favorisce lo scambio di conoscenze ed esperienze con altre realtà, anche molto lontane da diversi punti di vista, sostenendo quindi lo sviluppo di una cultura inclusiva per tutte le componenti della scuola, riflettendo su tutti gli aspetti e le implicazioni delle diversità e dei sistemi di valori che devono trovare una forma di proficua cooperazione, ma all’interno di una cornice valoriale che la scuola assume in modo esplicito attraverso il proprio disegno educativo.

2.1.7. Infrastruttura

La progettazione e la realizzazione dell’infrastruttura tecnologico-organizzativa è parte integrante del disegno educativo che la scuola intende adottare rispetto al digitale, ma ancora più in generale rispetto a tutta la sua attività educativo-didattica.
L’infrastruttura non è quindi definita solo sotto il profilo tecnico-tecnologico, ma rappresenta la base sulla quale è possibile realizzare il piano strategico che la scuola ha adottato. La progettazione dell’infrastruttura è pertanto un momento molto importante e delicato che richiede la collaborazione di diverse figure professionali, con competenze differenti e che operano però in sinergia e collaborazione.
Tuttavia, sposando un principio di realtà, le scuole italiane molto spesso non dispongono di competenze adeguate ad affrontare una sfida così complessa. Sovente i dirigenti scolastici non hanno una formazione tecnica per potere scegliere fra alternative che conoscono poco. In questa situazione è necessario che a livello provinciale o regionale si costituiscano dei gruppi stabili in grado di aiutare le singole scuole o reti {p. 308}di scuole a progettare le proprie infrastrutture, come nel caso dell’Emilia-Romagna che ha istituito a partire dal 1991 il progetto Marconi, divenuto poi dal 2009 parte integrante dell’Ufficio scolastico regionale con il nome di Servizio Marconi TSI (Tecnologie della società dell’informazione) [7]
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L’elemento tematico «infrastrutture» si compone di 2 sottoelementi e di 12 descrittori, questi ultimi qui non esplicitamente ripresi:
1. gli ambienti fisici e virtuali rispecchiano le caratteristiche dell’apprendimento nell’era digitale;
2. la gestione dell’infrastruttura è proattiva.
Il primo sottoelemento mette in evidenza che l’organizzazione dell’infrastruttura è in primo luogo educativa e solo dopo tecnologica. Anche l’organizzazione degli spazi è coerente con la progettazione educativa, pur tra i mille limiti di un’edilizia scolastica sovente inadeguata e obsoleta, ma che si sta lentamente trasformando proprio in questa direzione.
Soprattutto in un paese come l’Italia, il problema delle infrastrutture non risiede solo nella loro realizzazione, ma sovente molto di più nella loro manutenzione. Sfruttando tutti i margini di autonomia, la scuola deve dotarsi di un piano organizzativo stabile e strutturato che supporti la dirigenza in un processo di manutenzione continuo, sia relativamente agli aspetti più tecnici, ma soprattutto per quelli che hanno un’implicazione diretta e rilevante sulla didattica.
Ancora una volta si verifica che la transizione al digitale è in primo luogo un processo di trasformazione culturale, della cultura pedagogica, della cultura didattica e della cultura organizzativa. Un processo lungo, complesso e sfidante, ma ineludibile se si vuole che la scuola mantenga la propria rilevanza educativa, sociale e culturale.