Character skills e didattica digitale
DOI: 10.1401/9788815374615/c3
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In dettaglio, la classe 1 risulta
essere la più corposa in termini di lemmi analizzati, pari al 41,03% del testo
complessivo. Essa si concentra sul futuro all’indomani della scuola superiore ed è stata
nominata Chi sarò domani?.
La classe 2 contiene il 33,53% del
testo analizzato e si concentra sul futuro prossimo, l’anno scolastico successivo, con
le speranze di un ritorno allo status quo ante. È stata titolata
Ancora scuola, di nuovo vera scuola. È la classe nella quale
emerge con maggiore forza la capacità riflessiva degli adolescenti.
Le classi 3 e 4 sono strettamente
dipendenti l’una dall’altra, non soltanto per la loro posizione nel dendrogramma ma per
i contenuti che riguardano in un caso l’organizzazione della scuola per gli ultimi mesi
dell’anno scolastico e nell’altro i cambiamenti che si verificheranno nelle relazioni
con compagni, professori e negli apprendimenti. La classe 3 (La mia classe
è…) occupa il 12,19% del testo analizzato e la classe 4
(Quest’anno come andrà a finire?) il 13,25%.
Vediamo ora le classi in maggiore
dettaglio. La classe 1, come si è detto poc’anzi, contiene le prospettive, progettualità
e speranze per un futuro ancora lontano, ma di cui in qualche modo si stanno preparando
le condizioni affinché possa realizzarsi. Questa classe assorbe sia la parte di
narrazioni relative a progetti (chi sarò, che cosa farò, dove sarò) e agli investimenti
necessari fin da oggi per renderli realizzabili, sia le narrazioni sui desideri più
vaghi, indefiniti, talvolta anche trasfigurati rispetto alla realtà, ma che conservano
la capacità dei ragazzi, anche con un allentamento del senso di realtà, di immaginarsi
oltre, in un altrove e in un dopo che abbia caratteristiche e contorni maggiormente
rassicuranti. Questa classe si connota per alcune parole tipiche con elevato valore del
χ2 (fig. 3.14). Le parole tipiche
della classe sono lavoro, università,
studio, a conferma della presenza di percorsi a rapido
inserimento occupazionale (come gli IP e gli IT) e percorsi di formazione lunga in cui
il lavoro arriverà ma soltanto a completamento di un percorso di studi ancora lungo dopo
la conclusione della scuola superiore. Due i verbi ricorrenti:
piacerebbe e fare, spesso abbinati
(piacerebbe fare), che evidenziano la
¶{p. 105}rilevanza delle scelte per passione piuttosto che per sola
convenienza.
La classe 2 presenta parole
significative legate a due ambiti: la riflessione sulla vita, ciò che essa è e
rappresenta per gli adolescenti e come la si prefigura nell’imminente futuro. Le parole
tipiche sono proprio vita, vivere,
vivi. È l’ambito degli stati d’animo associati a una vita che è
differente da quella cui si era abituati: speranza, realtà, ricordi. In questa classe si
addensano parole che oscillano tra il passato, il presente e il futuro e mettono in
connessione i tre orizzonti temporali: è il ricordo del passato che dà forma al presente
e sulla base di essi s’immagina il futuro. Nella figura 3.15 sono illustrate le parole
tipiche della classe, con indicazione della maggiore o minore strettezza della relazione
con la classe stessa. La parola vita è al primo posto, con accenti
che, nella costruzione delle frasi, spaziano dal rimpianto («la vita che avevo prima
senza sapere ciò che avevo») alla rabbia («l’anno peggiore della mia vita perché ho
perso tante cose»), dalla speranza («vorrei solo riavere la vita di prima con un po’ di
normalità») alla rassegnazione («non so se la mia vita tornerà quella di
prima»).¶{p. 106}
L’oscillazione tra passato,
presente e futuro è ben esemplificata dalla ricorrenza di parole come
ricordo, ricordare,
ricordarsi. La dimensione del ricordo costituisce l’aggancio
non soltanto temporale ma anche con una visione del mondo, un insieme di speranze,
progetti, prospettive che non si è disposti a perdere.
Va nella stessa direzione anche la
presenza ricorrente di aggettivi quali:
libero/libera/liberi,
importante, scontato, che sottolineano
ulteriormente il senso di perdita, di scollamento rispetto a una realtà che si fatica a
recuperare. È come se la pandemia e le misure che l’hanno accompagnata avessero prodotto
sugli adolescenti un’accelerazione della consapevolezza: improvvisamente il futuro è
divenuto incerto e temibile, il passato desiderabile anche se ormai inesorabilmente
trascorso, il presente angusto e opprimente.
Nelle due classi di significato
successive, la 3 e la 4, completamente focalizzate sulla scuola, si rafforzano queste
rappresentazioni appena descritte. La classe 3 contiene le riflessioni critiche
sull’anno scolastico in corso e quello precedente, rilevanti perché tutt’altro che
neutri rispetto alle progettualità verso il futuro. La sensazione diffusa degli
adolescenti è quella di aver perso tempo, opportunità, esperienze. La scuola è divenuta
distante, i professori si sono spesso rivelati inadeguati, lontani, incapaci di dare
supporto e di accompagnare in questa nuova modalità di insegnare e imparare. Nella
figura 3.15 sono illustrate, appunto, le parole tipiche della classe maggiormente
associate alla classe.
Le due parole associate con
maggiore forza alla classe sono professori e
compagni, che simboleggiano le due dimensioni (verticale e
orizzontale) delle relazioni all’interno della scuola. I professori costituiscono
elemento di preoccupazione perché in molti casi verranno sostituiti da altri (i ragazzi
passano dal biennio al triennio), con il timore di non essere stati adeguatamente
seguiti e preparati; i ragazzi inoltre si rammaricano per aver avuto un’esperienza
mediocre nel biennio, con insegnanti spesso poco motivati e poco capaci di gestire una
situazione imprevista. Il pensiero rivolto ai compagni è composto di
nostalgia (la voglia di rivedere i compagni e recuperare il
rapporto che si aveva ¶{p. 107}con loro prima della pandemia), di
dispiacere (la forzata separazione da alcuni compagni a causa
delle scelte del triennio, professionalizzanti per molti percorsi di scuola superiore) e
di rammarico (per aver perso amicizie che si reputavano importanti
ma che non hanno retto alla sfida della distanza). La preoccupazione ritorna con le
parole carenze, triennio,
apprendimento: si apre davanti a molti studenti un nuovo
periodo d’impegno scolastico, di adattamenti e di nuove conoscenze. Il bagaglio
precedente, di una scuola fatta a distanza, li preoccupa; anche coloro che inizialmente
avevano accolto con favore la chiusura delle scuole e il periodo del lockdown, dopo
alcuni mesi hanno compreso che il conto più salato sarebbe stato presentato proprio alla
loro generazione, per le maggiori difficoltà che avrebbe incontrato nella prosecuzione
degli studi a causa di basi inadeguate e preparazioni sommarie; e per i pregiudizi che
inevitabilmente il mercato del lavoro farà pesare (la generazione Covid).
La classe 4 riprende ulteriormente
il tema della scuola con lo sguardo rivolto alla conclusione dell’anno scolastico
¶{p. 108}in corso: le parole con
χ2 più elevato sono proprio
scolastico e finire, seguite da
anno, manca poco e
concludere. Si osserva tuttavia una ambivalenza rispetto a tali
parole: da una parte esse sono motivo di preoccupazione, per la preparazione sommaria
ricevuta, per il persistere di condizioni di DAD a intermittenza, per le occasioni di
verifica sui rendimenti che ancora saranno programmate prima della fine del quadrimestre
rispetto alle quali la maggior parte degli studenti non si sente preparata.
Note