Viaggio nelle character skills
DOI: 10.1401/9788815366962/c8
Capitolo ottavo Non cognitive skills, cittadinanza
ed educazione civicadi Anna Maria Poggi
Notizie Autori
Anna Maria Poggi Professore ordinario di Diritto costituzionale nell’Università di Torino.
Nella stessa Università è stata, tra l’altro, preside della Facoltà di Scienze
della Formazione e vicerettore alla didattica e ai servizi agli studenti. Ha
ricoperto molti ruoli di livello istituzionale anche in Commissioni e Gruppi di
studio e lavoro insediati presso il Ministero della Pubblica Istruzione. È stata
presidente della Fondazione per la Scuola della Compagnia di San Paolo. Tra i
suoi sentieri di ricerca principali vi è l’istruzione, sotto il profilo della
organizzazione e della “governance” del sistema. È autrice di circa un centinaio
di pubblicazioni scientifiche sul tema e da ultimo del volume “Per un ‘diverso’
Stato sociale. La parabola del diritto all’istruzione” (Il Mulino,
2019).
Abstract
Per quanto riguarda la dimensione giuridica delle character
skills occorre interpretare i testi normativi verso soluzioni più
aderenti all’impostazione che emerge a livello internazionale, e che vede
nell’educazione civica la fonte strutturante «comportamenti», modi diversi di
pensare e di concepire sé stesse e sé stessi in relazione agli altri.
Per far ciò è dal concetto di cittadinanza che occorre prendere le mosse, nel
senso fatto proprio dal costituzionalismo moderno. In questo, infatti, «due sono gli
elementi fondamentali cui fare riferimento: vi è una dimensione verticale che lega
l’individuo allo Stato attraverso un rapporto di soggezione e una orizzontale che fa
del cittadino il membro di una comunità politica». «Soggezione» e «partecipazione»
sono, in sostanza, i due elementi costitutivi della cittadinanza, universalmente
riconosciuti.
È dunque sul nesso diritti-doveri come costitutivo di ogni forma di
cittadinanza (statale, europea, globale) che occorrerebbe incentrare l’insegnamento
dell’educazione civica. In particolare occorrerebbe sviluppare con maggiore
analiticità la dimensione dei doveri, almeno come vengono individuati nella Parte
prima della Costituzione Diritti e doveri dei cittadini e cioè,
negli articoli: 4; 30, comma 1; 32; 34, comma 2; 48, comma 2; 52, commi 1 e 2; 53 e
54.
1. Dalle «competenze» alla competenza «globale»
Non c’è dubbio che da qualche anno,
grazie anche alla diffusione delle teorie sull’importanza delle non cognitive
skills nello sviluppo di personalità istruite, la letteratura
internazionale stia rimeditando l’approccio eccessivamente funzionalista che l’ha
dominata negli ultimi decenni, basato sulla rilevazione delle mere competenze e
sull’introduzione di test sulle stesse quali unici misuratori delle capacità
[1]
.¶{p. 186}
Nel riprendere alcune osservazioni
già svolte in precedenza (in specie nel saggio di Giorgio Chiosso e Onorato Grassi in
questo stesso volume) sul mutamento del clima culturale e pedagogico che si è verificato
nella cultura educativa occidentale mi soffermo a segnalare alcuni passaggi chiave che
sono il presupposto per le successive riflessioni in materia di educazione civica e il
loro rapporto con le NCS.
Il Programma più noto, cui si devono
le classifiche internazionali sulle competenze di base dei 15enni (lettura, matematica e
scienza) pare ormai essersi quasi completamente «convertito» se, per voce di Andreas
Schleicher, viene ora descritto come un programma che «concepisce la competenza globale
come un obiettivo di apprendimento permanente multidimensionale»
[2]
, nella convinzione che «le persone competenti a livello globale possono
esaminare questioni locali, globali e interculturali, comprendere e apprezzare diverse
prospettive e visioni del mondo, interagire con successo e rispetto con gli altri e
intraprendere azioni responsabili verso la sostenibilità e il benessere collettivo».
L’analisi delle quattro dimensioni
indicate da Schleicher indica un certo superamento della prospettiva funzionalista.
La prima di esse (esaminare le
questioni di importanza locale, globale e culturale), infatti, significa saper combinare
le conoscenze con un ragionamento critico; mentre la seconda (comprendere e apprezzare
le prospettive e le visioni ¶{p. 187}del mondo degli altri), evidenzia
la volontà e la capacità di considerare i problemi globali da più punti di vista. Il che
è particolarmente rilevante ai fini della convivenza, poiché le persone che non riescono
a sviluppare questa competenza hanno maggiori probabilità di interiorizzare stereotipi,
pregiudizi e false euristiche su coloro che sono «diversi». Ed ancora, la terza
(impegnarsi in interazioni aperte, appropriate ed efficaci tra culture diverse) dimostra
la capacità di interagire con individui di culture diverse; infine, l’ultima (agire per
il benessere collettivo e lo sviluppo sostenibile), denota l’attitudine dei giovani come
membri attivi e responsabili della società e si riferisce altresì alla velocità delle
persone a rispondere a una determinata situazione o situazione locale, globale o
interculturale.
L’interesse per un approccio al tema
della formazione completa di una «personalità» istruita è testimoniata altresì dal fatto
che lo IEA (International Association for the Evaluation of Educational
Achievement) tra il 2009 e il 2016 ha condotto ben due indagini
campionarie che mirano a conoscere i modi mediante i quali i giovani sono preparati ad
assumere il loro ruolo di cittadini in una serie di paesi nel mondo attraverso
questionari rivolti sia agli studenti (basati su domande che riguardano le conoscenze
civiche degli studenti, le loro disposizioni a impegnarsi nella società e i loro
atteggiamenti relativi a temi civici e di cittadinanza) sia ai docenti e dirigenti
scolastici (con domande che hanno a che fare con il contesto normativo e culturale
esistente nella scuola o nella regione interessata rispetto alle tematiche
dell’educazione civica).
In particolare, dal 2009 tali
indagini hanno approfondito l’aspetto connesso alla rilevazione delle nozioni di
educazione civica e cittadinanza quali NCS:
Oltre agli aspetti più strettamente cognitivi legati alla valutazione dei livelli di competenza in educazione civica e alla cittadinanza degli studenti, è stato costruito un questionario volto a raccogliere informazioni sulle convinzioni, gli atteggiamenti e i comportamenti degli studenti in riferimento ai valori e al sistema di norme e regole che caratterizzano le società democratiche e ¶{p. 188}che riguardano, tra gli altri, il rispetto dei diritti degli immigrati e delle donne [3] .
La responsabilità degli Stati per la
costruzione nelle scuole di un’istruzione che non dimentichi la formazione civica
globale, non solo in chiave nozionistica, è stata infine resa in qualche modo strada
obbligata per la comunità internazionale nel suo complesso.
A livello di Unione europea con la
Dichiarazione di Cracovia del 2000 si intraprende una strada
che vede l’educazione alla cittadinanza non solo come una competenza ma anche come una
«abilità», quali il pensiero critico e la volontà di partecipare attivamente alla
costruzione dell’ambito pubblico, attraverso il voto, la partecipazione...
Successivamente, la Raccomandazione del Parlamento europeo e del Consiglio relativa a
competenze chiave per l’apprendimento permanente (G.U. dell’Unione europea 2006/962/CE)
indica la competenza come «combinazione di conoscenze, abilità, attitudini appropriate
al contesto», «di cui tutti hanno bisogno per la realizzazione e lo sviluppo personali,
la cittadinanza attiva, l’inclusione sociale e l’occupazione» e tra le otto competenze
chiave indica quelle «sociali e civiche» (la competenza sociale è collegata al benessere
personale e sociale che richiede la consapevolezza... la competenza civica si basa sulla
conoscenza dei concetti di democrazia, giustizia, uguaglianza, cittadinanza e diritti
civili).
Due anni dopo, nel 2008, l’Unione si
dota di un altro importante documento normativo, la Raccomandazione del 23 aprile 2008,
sul Quadro europeo delle qualifiche che, illustrando il significato
di competenza nel contesto europeo, ne precisa la finalità per la convivenza
democratica: «competenze: comprovata capacità di utilizzare conoscenze, abilità e
capacità personali, sociali e/o metodologiche, in situazioni di lavoro o di studio e
nello sviluppo professio¶{p. 189}nale e personale. Le competenze sono descritte in termini
di responsabilità e autonomia».
Il 22 maggio 2018, infine, il
Consiglio europeo, accogliendo la proposta avanzata il 17 gennaio 2018 dalla Commissione
europea, ha varato la Raccomandazione relativa alle competenze chiave per
l’apprendimento permanente e l’Allegato Quadro di riferimento europeo, che sostituiscono
la Raccomandazione del Parlamento europeo e del Consiglio del 2006. Molto interessanti
sono le motivazioni che hanno condotto ad un aggiornamento del quadro del 2006. In
particolare la considerazione secondo cui:
Nell’economia della conoscenza, la memorizzazione di fatti e procedure è importante, ma non sufficiente per conseguire progressi e successi. Abilità quali la capacità di risoluzione di problemi, il pensiero critico, la capacità di cooperare, la creatività, il pensiero computazionale, l’autoregolamentazione sono più importanti che mai nella nostra società in rapida evoluzione. Sono gli strumenti che consentono di sfruttare in tempo reale ciò che si è appreso, al fine di sviluppare nuove idee, nuove teorie, nuovi prodotti e nuove conoscenze.
Non si tratta, dunque, solo del
ripensamento della metodologia delle competenze, bensì del riconoscimento che la
formazione delle persone non è completa (e dunque non serve ad affrontare la realtà) se
all’istruzione non si affianca anche una «educazione» della personalità che viene
veicolata in molti modi tra cui lo sviluppo delle abilità (sapere ed essere capaci di
eseguire processi ed applicare le conoscenze esistenti al fine di ottenere risultati) e
degli atteggiamenti (la disposizione e la mentalità per agire o reagire a idee, persone
o situazioni). Ed è precisamente quest’ultimo aspetto, quello degli «atteggiamenti» a
costituire, come si cercherà di argomentare più avanti uno dei punti di intersezione tra
le NCS e l’educazione alla cittadinanza: l’essere cittadino, infatti (di uno Stato, del
mondo) significa avere la consapevolezza di essere inserito in circuiti di relazioni
governati da diritti e doveri.
A livello internazionale infine, e
solo per fermarsi agli sviluppi più recenti e forieri di significative implicazioni,
¶{p. 190}il
1° gennaio 2016 sono entrati in vigore l’Agenda globale per lo
sviluppo sostenibile e i relativi Obiettivi di sviluppo sostenibile adottati
all’unanimità dagli Stati membri delle Nazioni Unite che si sono impegnati a
raggiungerli entro il 2030.
Note
[1] Si veda nella sterminata letteratura, almeno, L.J. Cronbach, Coefficient Alpha and the Internal Structure of Tests, in «Psychometrika», 16, 1951, pp. 297 ss.; G. Rasch, Probabilistic Models for Some Intelligence and Attainment Tests, Copenaghen, Danish Institute for Educational Research, 1960; A. Birnbaum, Some Latent Trait Models and their Use in Inferring an Examinee’s Ability, in F.M. Lord e M.R. Novick, Statistical Theories of Mental Test Scores, Reading, MA, Addison-Wesley, 1968, pp. 397 ss.; M. Gattullo, Didattica e docimologia, Roma, Armando, 1967; R.D. Bock, Estimating Item Parameters and Latent Ability when Responses are Scored in Two or More Nominal Categories, in «Psychometrika», 37, 1972, pp. 29 ss.; F. Samejima, A New Family of Models for the Multiple-choice Items, Research Report 79-4, Department of Psychology, University of Tennessee, 1979; D. Thissen e L. Steinberg, A Response Model for Multiple Choice Items, in «Psychometrika», 49, 1984, pp. 501 ss.; D. Thissen, L. Steinberg e A.R. Fitzpatrick, Multiple-choice Models: The Distractors Are also Part of the Item, in «Journal of Educational Measurement», 26, 1989, pp. 161 ss.; D.J. Bartholomew, Latent Variable Models and Factor Analysis, London, Charles Griffin Co. Ltd., 1987; G. Domenici, Manuale della valutazione scolastica, Roma-Bari, Laterza, 1993; R.K. Hambleton, H.J. Rogers e H. Swaminathan, Fundamentals of Item Response Theory, Newbury Park, Sage Publications, 1991; R.K. Hambleton e W.J. van der Linden, Handbook of Modern Item Response Theory, New York, Springer-Verlag, 1997; T.M. Haladyna, Developing and Validating Multiple-choice Test Items, New Jersey, Lawrence Erlbaum Associates Inc., 2004; Z. Xu e C.A. Gulosino, How Does Teacher Quality Matter? The Effect of Teacher-Parent Partnership on Early Childhood Performance in Public and Private Schools, in «Education Economics», 14, 2006, pp. 345 ss.; K. Yang-Hansen, Ten-year Trend in SES Effects on Reading Achievement at School and Individual Levels: A Cross-country Comparison, in «Educational Research and Evaluation», 14, 2008, pp. 521 ss.; L. Grossi e L. Giampietro, Studio comparativo sulla certificazione e sulle prove d’esame alla fine dell’istruzione secondaria superiore (in Francia, Germania, Inghilterra, Spagna, USA), http://www.invalsi.it/invalsi/istituto.php?page=rapporti, 2010; D.L. Stufflebeam e A.J. Shinkfield, Evaluation, Theory, Model, Applications, San Francisco, Jossey Bass, 2007; United Nations Educational, Scientific and Cultural Organization (ISCED), International Standard Classification of Education, http://uis.unesco.org/en/topic/international-standard-classification-education-isced, 2010.
[2] A. Schleicher, Educating Our Youth to Care about Each Other and the World, in «OECD Education and Skills Today», December 2017.
[3] Indagine IEA ICCS 2016, I risultati degli studenti italiani in Educazione civica e alla cittadinanza, Prefazione, p. 3 (reperibile sul sito INVALSI).