Contrastare la dispersione scolastica
DOI: 10.1401/9788815413369/c7
Posta questa premessa si possono
ipotizzare, tenendo conto del più ampio contesto europeo e nazionale
[16]
, interventi più specifici in una prospettiva che permetta ai territori e
alle scuole, valorizzando pienamente la propria autonomia scolastica, di sperimentare,
verificare e correggersi. In un report del 2022 l’Autorità Garante
per l’Infanzia e l’Adolescenza
[17]
ha evidenziato, infatti, soprattutto nelle sue Raccomandazioni conclusive,
come occorra un approccio multifattoriale, in
¶{p. 147}grado di tenere
in considerazione e comprendere differenti elementi tra loro concorrenti. Tra gli
interventi di natura strutturale è in primo luogo necessario superare l’attuale
gerarchizzazione «gentiliana» dei percorsi di studio secondari al fine di arrivare a una
vera pari dignità tra i diversi indirizzi
[18]
, anche attraverso lo sviluppo di campus formativi come
quelli previsti dalla legge 8 agosto 2024, n. 121, istitutiva della filiera formativa
tecnologico-professionale: l’obiettivo dei campus è quello di
connettere, mettendoli in rete tra loro, i percorsi formativi offerti dallo Stato
(istituti tecnici e professionali), dalle regioni (percorsi IeFP), dalle università e
dalle fondazioni degli ITS Academy, nonché favorendo e mettendo a
sistema collaborazioni virtuose con soggetti pubblici e privati attivi sul territorio
(dalle imprese agli enti locali fino alle associazioni del Terzo settore).
Occorre poi investire nei servizi
educativi dell’infanzia (sistema integrato 0-6 anni) fino a potenziare un orientamento
efficace lungo il primo ciclo di istruzione, per poi arrivare anche ad alcuni possibili
interventi ad hoc, rivolgendosi in particolare alle aree ad alto
rischio di esclusione sociale nonché riaffermando la necessità di intervenire sulle
competenze di base della popolazione adulta per favorire un contesto familiare più
consapevole e disponibile nella collaborazione scuola-famiglia.
In quest’ottica sono di primaria
importanza, da un lato, un rinnovato impegno in tema di orientamento alla fine del primo
ciclo e durante e al termine del secondo ciclo
[19]
, ¶{p. 148}dall’altro, una decisa personalizzazione dei
percorsi di apprendimento con la figura del docente che non si limiti a essere appena un
esperto del proprio sapere disciplinare, ma sempre più anche un «mentore» degli studenti
che gli sono stati affidati. E ancora un ruolo strategico può essere ricoperto dai
dirigenti scolastici
[20]
, così come di primaria importanza appare l’ambito dell’Istruzione e
Formazione Professionale (IeFP)
[21]
.
Se queste sono rivoluzioni «dal
basso», certamente anche le istituzioni possono contribuire a sostenere scelte che
vadano in queste direzioni, innanzitutto in territori e contesti particolarmente
disagiati e svantaggiati da un punto di vista socioeconomico (si pensi alle periferie di
alcune grandi città)
[22]
, come si può vedere dal Piano collegato al PNRR denominato Agenda
Sud, che prevede un investimento economico con un potenziamento
quantitativo e qualitativo proprio a partire da 150 scuole primarie, secondarie di primo
e di secondo grado del Mezzogiorno particolarmente segnate da alti tassi di dispersione.
In questa direzione sembrano
muoversi anche alcune esperienze internazionali come quella del programma statunitense
City Connects
[23]
che mira ad aumentare collaborazioni virtuose tra istituzioni scolastiche ed
enti socioterritoriali. Il programma, avviato nella città di Boston fin dal 1999,
¶{p. 149}ha coinvolto nell’a.s. 2022-2023 oltre 47.000 studenti delle
scuole primarie e secondarie di primo grado ed è oggi attivo in più di 150 scuole in
Massachusetts, Ohio, New York, Connecticut, Tennessee, Minnesota, Indiana e in Irlanda a
Dublino.
City Connects
prevede l’attivazione di una serie di servizi personalizzati progettati sulle differenti
esigenze formative di ogni singolo studente, con una forte curvatura olistica delle
azioni proposte: infatti, attraverso le attività di un tutor (denominato City
Connects Coordinator) si entra in rapporto con studenti e insegnanti,
fornendo loro un supporto sistematico e collaborativo, tenendo in considerazione non
solo gli aspetti didattici legati all’apprendimento, ma anche quelli sociali, emotivi,
familiari e sanitari, guardando così alla formazione e maturazione del giovane nella sua
integralità, puntando così sul rilancio di quella dimensione relazionale fondamentale
per ogni traiettoria educativa di crescita personale. Grazie alla promozione di nessi e
collaborazioni tra istituzioni pubbliche, privati, fondazioni, università (che cura un
monitoraggio periodico delle azioni intraprese)
[24]
e associazioni di volontariato, con notevoli benefici anche per tutta la
comunità di riferimento. Si riattiva così quella circolarità feconda della pedagogia tra
persona e popolo che queste dinamiche relazionali rendono non solo possibile ma anche efficace
[25]
.
Oppure un altro esempio di efficace
collaborazione tra istituzioni scolastiche e associazioni del Terzo settore è quello
rappresentato dal progetto Reading partners
[26]
, un programma di tutoraggio promosso da tutor volontari che offrono
gratuitamente alcune ore alla settimana del proprio tempo per accompagnare e sostenere
bambini nella scuola ¶{p. 150}primaria con difficoltà di lettura,
mirando così a migliorare le loro capacità di lettura, andando così a contrastare
difficoltà di apprendimento e a prevenire nel medio periodo possibili dispersioni
scolastiche nel proseguimento del proprio percorso formativo
[27]
. Questi due esempi internazionali, pur provenendo da un sistema d’istruzione
come quello statunitense per certi aspetti molto diverso dal nostro, rappresentano
possibili esempi utili per immaginare nuove strade per affrontare in maniera innovativa
e originale questa grande sfida educativa.
Come si vede le modalità di
prevenzione e contrasto della dispersione scolastica e formativa riguardano un arco di
tempo della vita di ciascuno studente che va dall’infanzia fino all’età adulta,
coinvolgendo soggetti differenti secondo approcci e tematiche eterogenee. Al centro, in
ogni caso, vi è sempre la possibilità di rimettere in gioco l’iniziativa di ogni singola
persona che, con la guida autorevole di un maestro, possa (ri)scoprire le proprie
passioni e talenti, oltrepassando gli ostacoli e le inevitabili battute d’arresto della
vita, per proseguire nell’avventura della propria crescita personale.
Note
[16] N. Alexiadou, I. Helgøy e A. Homme, Lost in Transition. Policies to Reduce Early School Leaving and Encourage Further Studying in Europe, in «Comparative Education», 55, 3, 2019, pp. 297-307.
[17] Autorità Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza, La dispersione scolastica in Italia: un’analisi multifattoriale. Documento di studio e di proposta, Roma, 2022, https://www.garanteinfanzia.org/sites/default/files/2022-06/dispersione-scolastica-2022.pdf.
[18] G. Bertagna, Pensiero manuale. La scommessa di un sistema educativo di istruzione e di formazione di pari dignità, Soveria Mannelli, Rubbettino Università, 2006.
[19] Sul tema si richiamano le recenti nuove Linee guida per l’orientamento emanate con d.m. n. 328 del 22 dicembre 2022, Decreto di adozione delle Linee guida per l’orientamento, relative alla riforma 1.4 «Riforma del sistema di orientamento», nell’ambito della Missione 4 – Componente 1 – del Piano nazionale di ripresa e resilienza, finanziato dall’Unione Europea – Next Generation EU. Per un approfondimento su quest’ultimo aspetto si segnala l’articolo di A. Bianco, NGEU e PNRR per la prevenzione ed il contrasto alla dispersione scolastica. Uno studio comparativo, in «Dirigenti Scuola», 42, 2023, pp. 109-127. Per una rilettura pedagogica delle Linee guida si veda G. Bertagna, Il dito e la luna. Ovvero le Linee guida per l’orientamento e il quadro delle riforme della scuola, in «Nuova Secondaria», 10, 2023, pp. 444-449.
[20] P. Bianchini e G. Guglielmini, Nuovi modelli di leadership e contrasto alla dispersione: il ruolo dei DS e la metodologia del Provaci ancora Sam nel contesto territoriale di una grande città, in «Dirigenti Scuola», 42, 2023, pp. 267-282.
[21] A. La Marca e Y. Falzone, Formazione professionale e lotta alla dispersione scolastica: un caso di studio, in «Dirigenti Scuola», 42, 2023, pp. 298-314.
[22] Cfr. C. Kohlloffel e A. Monchietto, How to Tackle School Dropout and Promote Inclusion: The Experience of the City of Turin, in «Dirigenti Scuola», 42, 2023, pp. 283-297; D. Arrigo e D. Maviglia, I volti della dispersione scolastica: uno studio di caso a Messina, in «Dirigenti Scuola», 42, 2023, pp. 315-327.
[24] Il Boston College, tramite il Mary E. Walsh Center for Thriving Children, oltre a curare i monitoraggi periodici, promuove attività di ricerca nell’ambito delle politiche educative e nel contrasto alla povertà educativa, https://www.bc.edu/content/bc-web/schools/lynch-school/sites/city-connects/results#tab-reports.
[25] A. Potestio, La circolarità non finita della pedagogia. Persona, relazione, «popolo», Roma, Edizioni Studium, 2023.
[26] Cfr. https://readingpartners.org.
[27] Per entrambi i programmi si veda M. Gitschthaler e E. Nairz-Wirth, The Individual and Economic Costs of Early School Leaving, in Van Praag, Nouwen, Van Caudenberg, Clycq e Timmerman, Comparative Perspectives on Early School Leaving in the European Union, cit., pp. 68 ss.