Andrea M. Maccarini (a cura di)
Character skills e didattica digitale
DOI: 10.1401/9788815374615/c5
Il modo riflessivo comunicativo risulta essere quello meno frequentato da parte degli studenti di tutte le filiere,
{p. 156}seppure anche qui con alcune variazioni. In primo luogo, si tratta del modo della riflessività che presenta le maggiori variazioni tra scuole e tra un tema e l’altro, un dato anche imputabile ai diversi gradi di aggiornamento rispetto agli eventi, alla fruizione riflessiva delle informazioni veicolate dai media, a uno sguardo più o meno critico nei confronti degli accadimenti dell’attualità. Esso inoltre è il modo della riflessività che più pare decrescere progressivamente con il procedere degli storytelling, per travasarsi verso altri modi più rivolti all’individualità.
Tab. 5.4. Modi della riflessività per scuola per ogni «storytelling»
Modo
Fratturato
Modo
Comunicativo
Modo
Metariflessivo
Modo
Autonomo
Non
classificabile
Totale
Primo «storytelling»
Scuola Azzurra
29,4%
11,8%
17,6%
11,8%
29,4%
100,0%
Scuola Bianca
30,0%
0,0%
10,0%
10,0%
50,0%
100,0%
Scuola Blu
24,1%
20,7%
24,1%
31,0%
0,0%
100,0%
Scuola Gialla
61,5%
15,4%
7,7%
0,0%
15,4%
100,0%
Scuola Rossa
25,0%
35,7%
32,1%
7,1%
0,0%
100,0%
Scuola Verde
19,0%
19,0%
14,3%
4,8%
42,9%
100,0%
Secondo «storytelling»
Scuola Azzurra
42,9%
7,1%
7,1%
0,0%
42,9%
100,0%
Scuola Bianca
25,0%
12,5%
12,5%
0,0%
50,0%
100,0%
Scuola Blu
27,6%
17,2%
44,8%
6,9%
3,4%
100,0%
Scuola Gialla
40,0%
20,0%
20,0%
5,0%
15,0%
100,0%
Scuola Rossa
42,9%
28,6%
17,9%
7,1%
3,6%
100,0%
Scuola Verde
7,1%
7,1%
14,3%
14,3%
57,1%
100,0%
Terzo «storytelling»
Scuola Azzurra
0,0%
10,0%
0,0%
20,0%
70,0%
100,0%
Scuola Bianca
11,1%
0,0%
0,0%
33,3%
55,6%
100,0%
Scuola Blu
37,9%
3,4%
13,8%
31,0%
13,8%
100,0%
Scuola Gialla
58,8%
0,0%
5,9%
5,9%
29,4%
100,0%
Scuola Rossa
28,6%
10,7%
25,0%
25,0%
10,7%
100,0%
Scuola Verde
16,7%
0,0%
8,3%
25,0%
50,0%
100,0%
 
 
 
 
 
 
 
Per quanto riguarda le forme dell’esposizione (introspettiva, descrittiva o mista), nella tabella 5.5 troviamo la loro distribuzione per traccia tematica. Prevale, in tutte le narrazioni, la modalità descrittiva, seguita da quella mista che include descrizione e introspezione, mentre il registro esclusivamente introspettivo è residuale. Si conferma, come già nel caso dei modi riflessivi, la presenza di casi non classificabili e mancanti, che inoltre crescono dal primo all’ultimo storytelling (si registrano rispettivamente 22 casi mancanti al primo storytelling, 27 al secondo e 35 al terzo). La capacità introspettiva si evidenzia maggiormente tra i liceali, coerentemente con quanto osservato sin qui. Il registro meramente descrittivo invece prevale nelle filiere tecniche e professionali, ma in generale s’incrementa in tutti dal secondo tema in poi.
Una possibile considerazione al riguardo è che, pur essendo in presenza di narrazioni a cui è comunque correlato un valore per la comprensione di coloro che narrano e si narrano, è tuttavia diverso il contributo fornito dalle diverse forme della narrazione. La mancanza di un affondo introspettivo potrebbe essere riconducibile a una mancanza di competenza a osservare e attribuire senso ai propri stati d’animo, ai timori, agli entusiasmi, a dare loro collocazione in una dialettica tra interno ed esterno in una logica di azioni e pensieri situati. Ma potrebbe anche significare il rifiuto di eseguire questo affondo, o una disabitudine a interrogarsi, forse anche un certo timore a farlo. Da questo punto di vista, il restare su un registro narrativo-descrittivo protegge dal mostrarsi appieno, ma al contempo fa perdere agli adolescenti un’opportunità riflessiva.{p. 158}
Tab. 5.5. Forme dell’esposizione negli «storytelling» per scuola
Descrittivo
Introspettivo
Misto
Non classificabile
Totale
Primo «storytelling»
Scuola Azzurra
64,7%
0,0%
35,3%
0,0%
100,0%
Scuola Bianca
80,0%
0,0%
20,0%
0,0%
100,0%
Scuola Blu
48,3%
20,7%
31,0%
0,0%
100,0%
Scuola Gialla
46,2%
7,7%
46,2%
0,0%
100,0%
Scuola Rossa
42,9%
17,9%
39,3%
0,0%
100,0%
Scuola Verde
57,1%
9,5%
23,8%
9,5%
100,0%
Secondo «storytelling»
Scuola Azzurra
71,4%
14,3%
14,3%
0,0%
100,0%
Scuola Bianca
100,0%
0,0%
0,0%
0,0%
100,0%
Scuola Blu
55,2%
20,7%
24,1%
0,0%
100,0%
Scuola Gialla
75,0%
10,0%
15,0%
0,0%
100,0%
Scuola Rossa
67,9%
3,6%
28,6%
0,0%
100,0%
Scuola Verde
71,4%
0,0%
21,4%
7,1%
100,0%
Terzo «storytelling»
Scuola Azzurra
70,0%
20,0%
0,0%
10,0%
100,0%
Scuola Bianca
100,0%
0,0%
0,0%
0,0%
100,0%
Scuola Blu
55,2%
10,3%
34,5%
0,0%
100,0%
Scuola Gialla
94,1%
0,0%
5,9%
0,0%
100,0%
Scuola Rossa
46,4%
7,1%
46,4%
0,0%
100,0%
Scuola Verde
91,7%
0,0%
0,0%
8,3%
100,0%
 
 
 
 
 
 
Rispetto al genere, la distribuzione delle forme dell’esposizione mostra una prevalenza del registro introspettivo e misto tra le femmine e una maggiore incidenza dei non classificabili tra i maschi.
Vi è infine un’informazione di grande importanza, ossia quella relativa alle persone e alle esperienze rilevanti, quelle cioè a cui si attribuisce un posto insostituibile nella propria biografia.
Un primo dato emerge con forza: la scuola non trova posto nelle biografie degli studenti, con solo una debole nuance a seconda della filiera [5]
. Questa informazione può suggerire diverse interpretazioni: la scuola non conta nulla in assoluto o questa sua assenza è dovuta alla congiuntura della pandemia? L’emergenza sanitaria ha provocato uno scossone nelle strutture educative, la scuola fuori da scuola è diventata per molti studenti un’esperienza residuale; d’altra parte il ritrarsi forzato nella domesticità ha fatto riguadagnare terreno agli affetti familiari, ha rinsaldato amicizie e, come già abbiamo sottolineato, fornito l’occasione per selezionarle. Oppure si potrebbe pensare a un diffuso clima di sfiducia verso la scuola, considerata un obbligo, ma a cui si riconosce scarso valore. Questa seconda interpretazione sarebbe ben più grave, perché destituirebbe le istituzioni scolastiche di un valore sociale che vada al di là della semplice trasmissione di nozioni. Se così fosse, ci sarebbe da interrogarsi sul perché di questa rappresentazione sociale così screditante sulla scuola: per effetto di una narrazione mediatica che mette continuamente la scuola sul banco degli imputati come incapace, inadeguata, impreparata? O per la rappresentazione sociale diffusa circa l’incapacità della scuola di preparare alla transizione verso il lavoro e di favorire i processi di mobilità sociale ascendente? O ancora per la demotivazione di una ampia parte della classe docente? I dati qui raccolti ovviamente non ci consentono di rafforzare l’una o l’altra di queste ipotesi, ma certo è che i risultati evidenziano una scuola in profonda crisi di {p. 160}credibilità. Osserviamo, tuttavia, anche lievi variazioni nel corso del tempo: dal primo all’ultimo tema la scuola sembra recuperare terreno, almeno tra i liceali e, in modo minoritario, in alcuni istituti tecnici. Ma si tratta sempre di un luogo residuale. Altrettanto interessante e densa di implicazioni la distribuzione delle risposte tra i non classificabili, che si confermano diffusi soprattutto negli istituti professionali.
Tab. 5.6. Forme dell’esposizione per genere
Descrittivo
Introspettivo
Misto
Non classificabile
Totale
Femmina
Primo «storytelling»
53,0%
10,6%
34,8%
1,5%
100,0%
Maschio
53,8%
13,5%
30,8%
1,9%
100,0%
Femmina
Secondo «storytelling»
63,3%
13,3%
23,3%
0,0%
100,0%
Maschio
75,5%
5,7%
17,0%
1,9%
100,0%
Femmina
Terzo «storytelling»
69,6%
8,9%
19,6%
1,8%
100,0%
Maschio
67,3%
4,1%
26,5%
2,0%
100,0%
 
 
 
 
 
 
 
Note
[5] La scuola trova un posto, sebbene residuale, nelle risposte fornite dagli studenti di liceo classico e scientifico.