Andrea M. Maccarini (a cura di)
Character skills e didattica digitale
DOI: 10.1401/9788815374615/c5

4. Gli insegnanti contano?

Un altro elemento di forte rilevanza consiste nell’individuare quali soggetti svolgano un ruolo di maggiore rilievo per le SES di questi giovani e in virtù di quali caratteristiche. Più specificamente, la domanda che poniamo è se alcune caratteristiche degli insegnanti e delle scuole possano avere un’influenza sulle competenze sociali ed emotive dei loro alunni. Non disponiamo qui di un’osservazione diretta delle SES degli insegnanti. Uno studio di questo genere sarebbe di sicuro interesse, ma non è l’oggetto della presente ricerca. È stato possibile, tuttavia, fare riferimento ad altre caratteristiche sensibili nella nostra prospettiva d’indagine. Tali caratteristiche possono essere ricondotte a cinque categorie (si veda tab. 5.7).
La prima è stata definita «tipo di docente» e rimanda alla variabile già presentata nel capitolo secondo, i cui valori sono ottenuti incrociando le dimensioni della propensione/avversione all’innovazione con la durata dell’esperienza nel ruolo docente. Tale variabile assume così quattro modalità: insegnanti curiosi, entusiasti, insicuri, immobili.
Il secondo tratto si riferisce alle dotazioni tecnologiche delle scuole e più in particolare all’utilizzo che i docenti ne hanno fatto nel corso dell’ultimo anno scolastico, in uno spazio semantico che va da un uso medio-basso a un uso intensivo.
Infine, le ultime tre variabili si riferiscono a caratteristiche del team docente di una classe: si tratta di quelle stesse SES che sono state osservate negli studenti, ma l’attribuzione avviene a livello di gruppo insegnante e non {p. 162}a livello individuale. Si potrebbe ritenere azzardata questa operazione. Pur limitandoci a fornire una visione dichiaratamente esplorativa e impressionistica, impiegata per un delimitato scopo euristico, riteniamo che non sia infondato elaborare gli stati assunti da questa variabile basandosi sui dati emersi dai focus groups con gli insegnanti stessi e dalle interviste con i dirigenti, dalle note etnografiche raccolte sul campo (in occasione della presentazione della ricerca e di alcuni incontri con gli insegnanti referenti di progetto) e delle conversazioni informali occorse con i docenti durante lo svolgimento della ricerca.
Proponiamo d’intendere questa idea come un’ipotesi di lavoro da sviluppare in futuro. La tesi che la rende interessante è che possa darsi una relazione tra quello che accade nel corpo docente e ciò che si produce tra gli studenti della classe in questione.
Si deve osservare, anzitutto, che la scuola Blu presenta un team docente ben attrezzato sul fronte delle SES: i docenti sono reciprocamente cooperativi, presentano un buon livello di resistenza a situazioni di stress (particolarmente impattanti durante la pandemia) e appaiono complessivamente molto motivati, appassionati nello svolgimento del proprio mestiere. Conservano un buon livello di curiosità ma fanno un uso modesto delle tecnologie – un dato questo che può essere spiegato anche sulla base dei contenuti curricolari di un liceo classico, ancora molto impostato sulla modalità di lezione frontale e su un approccio trasmissivo, seppure con una elevata propensione allo sviluppo dell’autonomia di giudizio e al pensiero critico. La scuola Rossa, a sua volta, presenta caratteristiche positive in merito alla cooperazione e alla passione per obiettivi. I docenti sono entusiasti e fanno un uso intensivo delle tecnologie, come accadeva anche precedentemente e indipendentemente dall’emergenza legata alla pandemia: si tratta infatti di una scuola nella quale la sezione aderente al progetto prevede sperimentazioni informatiche e attività laboratoriali. Una nota dolente è costituita da un basso livello di resistenza allo stress, esito anche di situazioni di precariato o brevissima esperienza nel ruolo docente, con turnover annuale tra scuole. La scuola Gialla {p. 163}presenta un mix di fattori di criticità e di resistenza: è fatta da insegnanti per lo più insicuri, arroccati sull’esecuzione formale del proprio ruolo, però cooperativi tra loro e con una buona capacità di contrasto delle situazioni avverse. Tuttavia, è bassa la motivazione e la passione per gli obiettivi. Per ragioni legate alle caratteristiche della filiera, l’uso della tecnologia è intensivo e profondamente radicato nella cultura della scuola, grazie anche a numerose attività di tipo laboratoriale. Particolarmente critica è la situazione nella scuola Verde, un IT, in cui tutte le caratteristiche investigate presentano tratti di debolezza: le SES non costituiscono un bagaglio aggiuntivo rispetto a quelle disciplinari; il ricorso alla tecnologia (nonché il livello di competenza digitale) è basso e complessivamente la postura è immobile, come se l’esperienza d’insegnamento fosse cristallizzata su una routine. La scuola Azzurra vede invece un forte ricorso alla tecnologia, grazie anche al possesso di dotazioni strutturali molto avanzate e a un ulteriore investimento effettuato in occasione della pandemia con i fondi ministeriali stanziati ad hoc. I docenti sono però statici e arroccati sulle proprie pratiche consolidate, presentano bassa resistenza alle situazioni di stress e bassa motivazione nello svolgimento della professione; tuttavia, hanno un approccio fortemente cooperativo. Infine, la scuola Bianca: in essa è stata osservata una situazione polarizzata, tra un forte slancio e apertura verso la novità (gli insegnanti sono complessivamente curiosi) e una buona motivazione nello svolgimento della professione da una parte e una bassa capacità cooperativa dall’altra. All’interno del team docente si sono evidenziate tensioni rilevanti e anche vere e proprie situazioni di conflitto. Ciò si accompagna a una bassa resistenza allo stress e a una limitata familiarità con le tecnologie.
Tab. 5.7. Caratteristiche degli insegnanti, per scuola
Tipo d’insegnante
DAD e Tecnologia
Team docente
cooperativo
Team docente
resistente allo stress
Team docente con passione per obiettivi
Scuola Blu
Curiosi
Medio basso
Scuola Rossa
Entusiasti
Intensivo
No
Scuola Gialla
Insicuri
Intensivo
No
Scuola Verde
Immobili
Medio basso
No
No
No
Scuola Azzurra
Immobili
Intensivo
No
No
Scuola Bianca
Curiosi
Medio basso
No
No
 
 
 
 
 
 
Nelle semplici tabelle seguenti presenteremo le distribuzioni di frequenza relative a ogni singola variabile precedentemente illustrata, in modo da avere anche numericamente un dato, per quanto basilare, sul quale riflettere. Nella tabella 5.8 vediamo i dati della variabile «tipo di docente».
Come osserviamo dalla tabella la maggioranza dei docenti ha assunto un atteggiamento «immobile» (35,7%), quindi una {p. 165}pratica d’insegnamento e un atteggiamento di fondo molto statici e di routine, senza alcuna spinta al cambiamento e senza grandi motivazioni. Dall’altra parte ci sono però gli insegnanti «curiosi» (30%), cioè a dire coloro che hanno invece un atteggiamento positivo e propositivo e sempre motivati nello svolgere il proprio lavoro. A notevole distanza troviamo docenti «entusiasti» (20%) e «insicuri» (14,3%). Ci troviamo quindi all’interno di due scenari opposti, dove in alcuni contesti ci sono insegnanti passivi e poco propositivi e dall’altro lato insegnanti più attivi e appassionati.
Tab. 5.8. Tipo di docenti (v.a. e %)
v.a.
%
Curiosi
42
30,0
Entusiasti
28
20,0
Insicuri
20
14,3
Immobili
50
35,7
Totale
140
100,0
 
 
 
Per quanto riguarda invece le dotazioni tecnologiche delle scuole e l’utilizzo che i docenti ne hanno fatto nel corso dell’ultimo anno scolastico, osserviamo quanto riportato nella tabella 5.9. In questo caso la situazione è di totale equilibrio: abbiamo infatti un 50% di insegnanti che ha fatto uso delle nuove tecnologie in modo non particolarmente intensivo.
Le motivazioni possono essere di varia natura: le basse competenze digitali dei docenti, oppure una dotazione tecnologica della scuola non particolarmente moderna e avanzata, con la mancanza di dispositivi o di collegamento Internet; oppure ancora il fatto che la scuola abbia scelto di seguire il più possibile un approccio misto: «presenza» e «tecnologia». L’altra metà dei docenti, invece, ha fatto uso della tecnologia in modo particolarmente intensivo. Osserviamo a questo punto quale uso della tecnologia hanno fatto i diversi tipi di docenti. Dalla tabella 5.10 possiamo osservare che coloro che hanno fatto un uso «medio-basso» della tecnologia sono i docenti «curiosi» (60%), un dato che appare contraddittorio, ma in realtà potrebbe anche signi
{p. 166}ficare la preferenza (o una decisione prevista dalla scuola) di un approccio «misto» (in presenza e a distanza), oppure semplicemente causato dal fatto che essere docenti curiosi, attivi e propositivi significa anche avere bisogno del contatto diretto con lo studente per la realizzazione del programma e/o per raggiungere gli obiettivi previsti.
Note