Character skills e didattica digitale
DOI: 10.1401/9788815374615/c5
4. Gli insegnanti contano?
Un altro elemento di forte
rilevanza consiste nell’individuare quali soggetti svolgano un ruolo di
maggiore rilievo per le SES di questi giovani e in virtù di quali
caratteristiche. Più specificamente, la domanda che poniamo è se alcune
caratteristiche degli insegnanti e delle scuole possano avere un’influenza
sulle competenze sociali ed emotive dei loro alunni. Non disponiamo qui di
un’osservazione diretta delle SES degli insegnanti. Uno studio di questo
genere sarebbe di sicuro interesse, ma non è l’oggetto della presente
ricerca. È stato possibile, tuttavia, fare riferimento ad altre
caratteristiche sensibili nella nostra prospettiva d’indagine. Tali
caratteristiche possono essere ricondotte a cinque categorie (si veda tab.
5.7).
La prima è stata definita
«tipo di docente» e rimanda alla variabile già presentata nel capitolo
secondo, i cui valori sono ottenuti incrociando le dimensioni della
propensione/avversione all’innovazione con la durata dell’esperienza nel
ruolo docente. Tale variabile assume così quattro modalità: insegnanti
curiosi, entusiasti, insicuri, immobili.
Il secondo tratto si
riferisce alle dotazioni tecnologiche delle scuole e più in particolare
all’utilizzo che i docenti ne hanno fatto nel corso dell’ultimo anno
scolastico, in uno spazio semantico che va da un uso medio-basso a un uso
intensivo.
Infine, le ultime tre
variabili si riferiscono a caratteristiche del team docente di una classe:
si tratta di quelle stesse SES che sono state osservate negli studenti, ma
l’attribuzione avviene a livello di gruppo insegnante e non
¶{p. 162}a livello individuale. Si potrebbe ritenere
azzardata questa operazione. Pur limitandoci a fornire una visione
dichiaratamente esplorativa e impressionistica, impiegata per un delimitato
scopo euristico, riteniamo che non sia infondato elaborare gli stati assunti
da questa variabile basandosi sui dati emersi dai focus
groups con gli insegnanti stessi e dalle interviste con i
dirigenti, dalle note etnografiche raccolte sul campo (in occasione della
presentazione della ricerca e di alcuni incontri con gli insegnanti
referenti di progetto) e delle conversazioni informali occorse con i docenti
durante lo svolgimento della ricerca.
Proponiamo d’intendere
questa idea come un’ipotesi di lavoro da sviluppare in futuro. La tesi che
la rende interessante è che possa darsi una relazione tra quello che accade
nel corpo docente e ciò che si produce tra gli studenti della classe in
questione.
Si deve osservare,
anzitutto, che la scuola Blu presenta un team docente ben attrezzato sul
fronte delle SES: i docenti sono reciprocamente cooperativi, presentano un
buon livello di resistenza a situazioni di stress (particolarmente
impattanti durante la pandemia) e appaiono complessivamente molto motivati,
appassionati nello svolgimento del proprio mestiere. Conservano un buon
livello di curiosità ma fanno un uso modesto delle tecnologie – un dato
questo che può essere spiegato anche sulla base dei contenuti curricolari di
un liceo classico, ancora molto impostato sulla modalità di lezione frontale
e su un approccio trasmissivo, seppure con una elevata propensione allo
sviluppo dell’autonomia di giudizio e al pensiero critico. La scuola Rossa,
a sua volta, presenta caratteristiche positive in merito alla cooperazione e
alla passione per obiettivi. I docenti sono entusiasti e fanno un uso
intensivo delle tecnologie, come accadeva anche precedentemente e
indipendentemente dall’emergenza legata alla pandemia: si tratta infatti di
una scuola nella quale la sezione aderente al progetto prevede
sperimentazioni informatiche e attività laboratoriali. Una nota dolente è
costituita da un basso livello di resistenza allo stress, esito anche di
situazioni di precariato o brevissima esperienza nel ruolo docente, con
turnover annuale tra scuole. La scuola Gialla
¶{p. 163}presenta un mix di fattori di
criticità e di resistenza: è fatta da insegnanti per lo più insicuri,
arroccati sull’esecuzione formale del proprio ruolo, però cooperativi tra
loro e con una buona capacità di contrasto delle situazioni avverse.
Tuttavia, è bassa la motivazione e la passione per gli obiettivi. Per
ragioni legate alle caratteristiche della filiera, l’uso della tecnologia è
intensivo e profondamente radicato nella cultura della scuola, grazie anche
a numerose attività di tipo laboratoriale. Particolarmente critica è la
situazione nella scuola Verde, un IT, in cui tutte le caratteristiche
investigate presentano tratti di debolezza: le SES non costituiscono un
bagaglio aggiuntivo rispetto a quelle disciplinari; il ricorso alla
tecnologia (nonché il livello di competenza digitale) è basso e
complessivamente la postura è immobile, come se l’esperienza d’insegnamento
fosse cristallizzata su una routine. La scuola Azzurra vede invece un forte
ricorso alla tecnologia, grazie anche al possesso di dotazioni strutturali
molto avanzate e a un ulteriore investimento effettuato in occasione della
pandemia con i fondi ministeriali stanziati ad hoc. I
docenti sono però statici e arroccati sulle proprie pratiche consolidate,
presentano bassa resistenza alle situazioni di stress e bassa motivazione
nello svolgimento della professione; tuttavia, hanno un approccio fortemente
cooperativo. Infine, la scuola Bianca: in essa è stata osservata una
situazione polarizzata, tra un forte slancio e apertura verso la novità (gli
insegnanti sono complessivamente curiosi) e una buona motivazione nello
svolgimento della professione da una parte e una bassa capacità cooperativa
dall’altra. All’interno del team docente si sono evidenziate tensioni
rilevanti e anche vere e proprie situazioni di conflitto. Ciò si accompagna
a una bassa resistenza allo stress e a una limitata familiarità con le
tecnologie.
Tipo
d’insegnante |
DAD e
Tecnologia |
Team docente
cooperativo |
Team docente
resistente allo stress
|
Team docente con passione per
obiettivi |
|
Scuola Blu |
Curiosi |
Medio basso |
Sì |
Sì |
Sì |
Scuola Rossa |
Entusiasti |
Intensivo |
Sì |
No |
Sì |
Scuola
Gialla |
Insicuri |
Intensivo |
Sì |
Sì |
No |
Scuola Verde |
Immobili |
Medio basso |
No |
No |
No |
Scuola
Azzurra |
Immobili |
Intensivo |
Sì |
No |
No |
Scuola
Bianca |
Curiosi |
Medio basso |
No |
No |
Sì |
¶
Nelle semplici tabelle
seguenti presenteremo le distribuzioni di frequenza relative a ogni singola
variabile precedentemente illustrata, in modo da avere anche numericamente
un dato, per quanto basilare, sul quale riflettere. Nella tabella 5.8
vediamo i dati della variabile «tipo di docente».
Come osserviamo dalla
tabella la maggioranza dei docenti ha assunto un atteggiamento «immobile»
(35,7%), quindi una ¶{p. 165}pratica d’insegnamento e un
atteggiamento di fondo molto statici e di routine, senza alcuna spinta al
cambiamento e senza grandi motivazioni. Dall’altra parte ci sono però gli
insegnanti «curiosi» (30%), cioè a dire coloro che hanno invece un
atteggiamento positivo e propositivo e sempre motivati nello svolgere il
proprio lavoro. A notevole distanza troviamo docenti «entusiasti» (20%) e
«insicuri» (14,3%). Ci troviamo quindi all’interno di due scenari opposti,
dove in alcuni contesti ci sono insegnanti passivi e poco propositivi e
dall’altro lato insegnanti più attivi e appassionati.
v.a. |
% |
|
Curiosi |
42 |
30,0 |
Entusiasti |
28 |
20,0 |
Insicuri |
20 |
14,3 |
Immobili |
50 |
35,7 |
Totale |
140 |
100,0 |
Per quanto riguarda invece
le dotazioni tecnologiche delle scuole e l’utilizzo che i docenti ne hanno
fatto nel corso dell’ultimo anno scolastico, osserviamo quanto riportato
nella tabella 5.9. In questo caso la situazione è di totale equilibrio:
abbiamo infatti un 50% di insegnanti che ha fatto uso delle nuove tecnologie
in modo non particolarmente intensivo.
Le motivazioni possono
essere di varia natura: le basse competenze digitali dei docenti, oppure una
dotazione tecnologica della scuola non particolarmente moderna e avanzata,
con la mancanza di dispositivi o di collegamento Internet; oppure ancora il
fatto che la scuola abbia scelto di seguire il più possibile un approccio
misto: «presenza» e «tecnologia». L’altra metà dei docenti, invece, ha fatto
uso della tecnologia in modo particolarmente intensivo. Osserviamo a questo
punto quale uso della tecnologia hanno fatto i diversi tipi di docenti.
Dalla tabella 5.10 possiamo osservare che coloro che hanno fatto un uso
«medio-basso» della tecnologia sono i docenti «curiosi» (60%), un dato che
appare contraddittorio, ma in realtà potrebbe anche
signi
¶{p. 166}ficare la preferenza (o una decisione prevista
dalla scuola) di un approccio «misto» (in presenza e a distanza), oppure
semplicemente causato dal fatto che essere docenti curiosi, attivi e
propositivi significa anche avere bisogno del contatto diretto con lo
studente per la realizzazione del programma e/o per raggiungere gli
obiettivi previsti.
Note