Avanzare insieme nella società anziana
DOI: 10.1401/9788815413086/c4
L’ICCP permette quindi di
distinguere, tra le aree interne, quelle più a rischio, e tra i comuni polo e di cintura
quelli che
¶{p. 105}presentano comunque dei profili di criticità. Allo
stesso tempo, l’ICCP permette di rintracciare immediatamente tra i comuni più esposti a
sbilanciamenti demografici quelli che, ricadendo in una zona periferica o
ultraperiferica, presentano criticità più gravi e richiedono interventi più urgenti. È
importante sottolineare che l’ICCP comprende due profili di sbilanciamento demografico.
Da una parte viene considerata la maggiore presenza relativa di popolazione over 80, i
grandi anziani, potenzialmente più bisognosi di cure [cfr. ISTAT 2021], dall’altra viene
calcolato il rapporto tra popolazione over 80 e popolazione di età 50-64 (PSR), come
approssimazione della capacità della popolazione locale nel fornire aiuto informale
familiare (cfr. supra, cap. 3) [Meli e Allegra 2022].
Nella tabella 4.6 sono mostrati i
risultati complessivi, schematizzati in una distribuzione regionale dei comuni italiani
per ICCP, mentre nella tabella 4.7 sono riportate le distribuzioni regionali della
popolazione residente nei comuni classificati dall’ICCP. La tabella 4.6 mostra le
regioni per ordine decrescente della percentuale di comuni in alta criticità potenziale,
mentre la tabella 4.7 ripropone lo stesso ordine ma rispetto alla popolazione residente
nei comuni ad alta criticità potenziale.
Le regioni che comprendono più
comuni segnati da un’alta criticità potenziale sono: il Molise (24,3%), la Basilicata
(21,4%), l’Abruzzo (18,7%), la Sardegna (13,8%), la Toscana (13,6%) e la Liguria
(10,7%), tutte ben al di sopra del valore nazionale (6,9%). All’opposto, Valle d’Aosta
(0%), Veneto (0,5%), Trentino-Alto Adige (0,7%), Puglia (2,3%), Lombardia (2,6%) e Lazio
(3,7%) presentano le percentuali più basse. Queste ultime regioni sono anche quelle con
le percentuali più alte di comuni classificati come privi di criticità potenziali,
sempre superiori al 50%, con l’unica eccezione del Lazio (43,1%)
[14]
.
La classifica delle regioni
ordinata per la popolazione residente nei comuni ad alta criticità potenziale (tab. 4.7)
rispecchia la classifica presentata in tabella 4.6, ma con percentuali inferiori. Questo
evidenzia un minore peso demografico dei comuni con alta e media criticità potenziale,
segnalando quindi un ulte¶{p. 106}riore profilo di fragilità di queste
comunità rispetto al processo di spopolamento e invecchiamento.
Regione |
ICCP |
||||
---|---|---|---|---|---|
Nessuna
criticità |
Molto
bassa |
Bassa |
Media |
Alta |
|
Italia |
45,2 |
42,0 |
7,0 |
4,9 |
0,8 |
Molise |
33,1 |
20,7 |
8,4 |
29,2 |
8,6 |
Basilicata |
45,3 |
17,4 |
7,5 |
24,8 |
5,0 |
Abruzzo |
49,9 |
25,0 |
9,4 |
12,9 |
2,7 |
Sardegna |
38,8 |
36,7 |
12,1 |
9,8 |
2,6 |
Toscana |
12,6 |
64,6 |
12,3 |
8,6 |
1,9 |
Liguria |
68,4 |
9,2 |
10,7 |
9,8 |
1,8 |
Emilia-Romagna |
12,8 |
69,8 |
8,4 |
7,7 |
1,2 |
Sicilia |
28,8 |
56,9 |
8,5 |
4,6 |
1,2 |
Campania |
78,1 |
6,4 |
5,5 |
8,9 |
1,2 |
Calabria |
87,1 |
4,7 |
3,5 |
3,9 |
0,9 |
Marche |
3,3 |
70,7 |
22,7 |
2,5 |
0,9 |
Friuli-V.G. |
3,0 |
68,3 |
15,2 |
12,7 |
0,7 |
Umbria |
16,3 |
72,8 |
8,1 |
2,3 |
0,5 |
Piemonte |
13,1 |
75,3 |
8,5 |
2,6 |
0,4 |
Lazio |
45,0 |
49,2 |
3,8 |
1,8 |
0,2 |
Lombardia |
60,7 |
22,3 |
10,7 |
6,1 |
0,2 |
Puglia |
58,0 |
25,6 |
10,0 |
6,2 |
0,1 |
Trentino-A.A. |
40,2 |
55,4 |
3,3 |
1,0 |
0,1 |
Veneto |
50,7 |
45,0 |
2,6 |
1,7 |
0,0 |
Valle
d’Aosta |
44,9 |
41,6 |
10,1 |
3,5 |
0,0 |
Nota: Regioni in ordine
decrescente per percentuale di popolazione residente in alta criticità. | |||||
Fonte: Nostre elaborazioni su
dati ISTAT, Censimento permanente della popolazione,
anno 2021. |
In un’ottica di intervento
pubblico a sostegno degli anziani non-autosufficienti, bisognerebbe quindi prestare
particolare attenzione a queste realtà locali: senza un aiuto di livello nazionale o
regionale potrebbero non essere più in grado di far fronte alla domanda di assistenza
agli anziani con le sole proprie forze.
Essendo costruito solo su
elementi di struttura demografica e sulla distanza dai principali servizi essenziali,
l’ICCP presenta ovviamente dei limiti. La presenza di criticità
potenziali nei comuni può essere infatti compensata o peggiorata da altri
elementi che in questa sede non è stato possibile includere: tra i
¶{p. 107}principali lo stato di salute della popolazione (anziana e
adulta), le disuguaglianze socio-economiche, la diffusione, facilità di accesso e
robustezza della rete pubblica di assistenza. Ad esempio, richiamando le notevoli
disuguaglianze geografiche nella diffusione e robustezza della rete pubblica di
assistenza [cfr. Bocchino 2021], i risultati dell’ICCP potrebbero peggiorare soprattutto
nel Sud del paese. D’altro canto, l’ICCP è un indicatore applicabile al territorio
nazionale ma aderente alle ruvidità locali, uno strumento di semplice applicazione per
fini di programmazione politica e basato su dati open, disponibili
direttamente online, facilmente replicabile e aggiornabile.
L’auspicio è che sia possibile in
futuro arricchire l’indice con ulteriori elementi derivati da indagini statistiche
nazionali come il Censimento permanente, che ne migliorino la
precisione senza perdere la granularità locale garantita dal livello almeno comunale
delle misurazioni, usando ad esempio i dati sul livello di istruzione per età, sulla
distribuzione delle tipologie familiari, sulla professione e sulle condizioni
dell’abitazione [ISTAT 2022b].
4. Conclusioni
La diversificazione territoriale
della domanda di assistenza agli anziani impone alla ricerca scientifica un cambio di
granularità nelle analisi. Spostare il fuoco su un livello almeno comunale rappresenta
oggi un passo necessario per un’adeguata conoscenza del fenomeno a fini di ricerca,
studio e programmazione delle politiche pubbliche. In questo capitolo è stata introdotta
una proposta in tal senso, usando dati open disponibili online.
L’Indice comunale di criticità potenziale (ICCP) offre al
ricercatore e al pianificatore delle politiche pubbliche una mappa comunale delle
criticità potenziali nella domanda di assistenza agli anziani, facilmente replicabile e
aggiornabile. L’indice, basato sulla sintesi di informazioni sullo sbilanciamento nella
struttura demografica comunale e sull’accessibilità ai servizi essenziali, offre una
valutazione multidimensionale della domanda potenziale di assistenza agli anziani
non-autosufficienti, utile per modulare e adattare l’intervento pubblico alle realtà
locali. L’applicazione dell’ICCP al territorio italiano ha mostrato un mosaico di comuni
ad alta, media e bassa criticità che si snoda lungo tutta la
¶{p. 108}Penisola, evidenziando un minore peso demografico di quelli ad
alta e media criticità potenziale, il che rende le relative comunità ancora più fragili
ed esposte a ulteriori problematiche collegate allo spopolamento e all’invecchiamento.
Note
[14] All’opposto, la Campania. Pur presentando una percentuale consistente di comuni in alta criticità potenziale (8,7%), conta anche il 54,9% di comuni privi di criticità potenziali.