Cecilia Tomassini, Marco Albertini, Carlo Lallo (a cura di)
Avanzare insieme nella società anziana
DOI: 10.1401/9788815413086/c4
L’ICCP permette quindi di distinguere, tra le aree interne, quelle più a rischio, e tra i comuni polo e di cintura quelli che
{p. 105}presentano comunque dei profili di criticità. Allo stesso tempo, l’ICCP permette di rintracciare immediatamente tra i comuni più esposti a sbilanciamenti demografici quelli che, ricadendo in una zona periferica o ultraperiferica, presentano criticità più gravi e richiedono interventi più urgenti. È importante sottolineare che l’ICCP comprende due profili di sbilanciamento demografico. Da una parte viene considerata la maggiore presenza relativa di popolazione over 80, i grandi anziani, potenzialmente più bisognosi di cure [cfr. ISTAT 2021], dall’altra viene calcolato il rapporto tra popolazione over 80 e popolazione di età 50-64 (PSR), come approssimazione della capacità della popolazione locale nel fornire aiuto informale familiare (cfr. supra, cap. 3) [Meli e Allegra 2022].
Nella tabella 4.6 sono mostrati i risultati complessivi, schematizzati in una distribuzione regionale dei comuni italiani per ICCP, mentre nella tabella 4.7 sono riportate le distribuzioni regionali della popolazione residente nei comuni classificati dall’ICCP. La tabella 4.6 mostra le regioni per ordine decrescente della percentuale di comuni in alta criticità potenziale, mentre la tabella 4.7 ripropone lo stesso ordine ma rispetto alla popolazione residente nei comuni ad alta criticità potenziale.
Le regioni che comprendono più comuni segnati da un’alta criticità potenziale sono: il Molise (24,3%), la Basilicata (21,4%), l’Abruzzo (18,7%), la Sardegna (13,8%), la Toscana (13,6%) e la Liguria (10,7%), tutte ben al di sopra del valore nazionale (6,9%). All’opposto, Valle d’Aosta (0%), Veneto (0,5%), Trentino-Alto Adige (0,7%), Puglia (2,3%), Lombardia (2,6%) e Lazio (3,7%) presentano le percentuali più basse. Queste ultime regioni sono anche quelle con le percentuali più alte di comuni classificati come privi di criticità potenziali, sempre superiori al 50%, con l’unica eccezione del Lazio (43,1%) [14]
.
La classifica delle regioni ordinata per la popolazione residente nei comuni ad alta criticità potenziale (tab. 4.7) rispecchia la classifica presentata in tabella 4.6, ma con percentuali inferiori. Questo evidenzia un minore peso demografico dei comuni con alta e media criticità potenziale, segnalando quindi un ulte{p. 106}riore profilo di fragilità di queste comunità rispetto al processo di spopolamento e invecchiamento.
Tab. 4.7. Distribuzione regionale della popolazione residente nei comuni italiani per ICCP, valori percentuali
Regione
ICCP
Nessuna criticità
Molto bassa
Bassa
Media
Alta
Italia
45,2
42,0
7,0
4,9
0,8
Molise
33,1
20,7
8,4
29,2
8,6
Basilicata
45,3
17,4
7,5
24,8
5,0
Abruzzo
49,9
25,0
9,4
12,9
2,7
Sardegna
38,8
36,7
12,1
9,8
2,6
Toscana
12,6
64,6
12,3
8,6
1,9
Liguria
68,4
9,2
10,7
9,8
1,8
Emilia-Romagna
12,8
69,8
8,4
7,7
1,2
Sicilia
28,8
56,9
8,5
4,6
1,2
Campania
78,1
6,4
5,5
8,9
1,2
Calabria
87,1
4,7
3,5
3,9
0,9
Marche
3,3
70,7
22,7
2,5
0,9
Friuli-V.G.
3,0
68,3
15,2
12,7
0,7
Umbria
16,3
72,8
8,1
2,3
0,5
Piemonte
13,1
75,3
8,5
2,6
0,4
Lazio
45,0
49,2
3,8
1,8
0,2
Lombardia
60,7
22,3
10,7
6,1
0,2
Puglia
58,0
25,6
10,0
6,2
0,1
Trentino-A.A.
40,2
55,4
3,3
1,0
0,1
Veneto
50,7
45,0
2,6
1,7
0,0
Valle d’Aosta
44,9
41,6
10,1
3,5
0,0
 
 
 
 
 
 
Nota: Regioni in ordine decrescente per percentuale di popolazione residente in alta criticità.
Fonte: Nostre elaborazioni su dati ISTAT, Censimento permanente della popolazione, anno 2021.
In un’ottica di intervento pubblico a sostegno degli anziani non-autosufficienti, bisognerebbe quindi prestare particolare attenzione a queste realtà locali: senza un aiuto di livello nazionale o regionale potrebbero non essere più in grado di far fronte alla domanda di assistenza agli anziani con le sole proprie forze.
Essendo costruito solo su elementi di struttura demografica e sulla distanza dai principali servizi essenziali, l’ICCP presenta ovviamente dei limiti. La presenza di criticità potenziali nei comuni può essere infatti compensata o peggiorata da altri elementi che in questa sede non è stato possibile includere: tra i {p. 107}principali lo stato di salute della popolazione (anziana e adulta), le disuguaglianze socio-economiche, la diffusione, facilità di accesso e robustezza della rete pubblica di assistenza. Ad esempio, richiamando le notevoli disuguaglianze geografiche nella diffusione e robustezza della rete pubblica di assistenza [cfr. Bocchino 2021], i risultati dell’ICCP potrebbero peggiorare soprattutto nel Sud del paese. D’altro canto, l’ICCP è un indicatore applicabile al territorio nazionale ma aderente alle ruvidità locali, uno strumento di semplice applicazione per fini di programmazione politica e basato su dati open, disponibili direttamente online, facilmente replicabile e aggiornabile.
L’auspicio è che sia possibile in futuro arricchire l’indice con ulteriori elementi derivati da indagini statistiche nazionali come il Censimento permanente, che ne migliorino la precisione senza perdere la granularità locale garantita dal livello almeno comunale delle misurazioni, usando ad esempio i dati sul livello di istruzione per età, sulla distribuzione delle tipologie familiari, sulla professione e sulle condizioni dell’abitazione [ISTAT 2022b].

4. Conclusioni

La diversificazione territoriale della domanda di assistenza agli anziani impone alla ricerca scientifica un cambio di granularità nelle analisi. Spostare il fuoco su un livello almeno comunale rappresenta oggi un passo necessario per un’adeguata conoscenza del fenomeno a fini di ricerca, studio e programmazione delle politiche pubbliche. In questo capitolo è stata introdotta una proposta in tal senso, usando dati open disponibili online. L’Indice comunale di criticità potenziale (ICCP) offre al ricercatore e al pianificatore delle politiche pubbliche una mappa comunale delle criticità potenziali nella domanda di assistenza agli anziani, facilmente replicabile e aggiornabile. L’indice, basato sulla sintesi di informazioni sullo sbilanciamento nella struttura demografica comunale e sull’accessibilità ai servizi essenziali, offre una valutazione multidimensionale della domanda potenziale di assistenza agli anziani non-autosufficienti, utile per modulare e adattare l’intervento pubblico alle realtà locali. L’applicazione dell’ICCP al territorio italiano ha mostrato un mosaico di comuni ad alta, media e bassa criticità che si snoda lungo tutta la {p. 108}Penisola, evidenziando un minore peso demografico di quelli ad alta e media criticità potenziale, il che rende le relative comunità ancora più fragili ed esposte a ulteriori problematiche collegate allo spopolamento e all’invecchiamento.
Note
[14] All’opposto, la Campania. Pur presentando una percentuale consistente di comuni in alta criticità potenziale (8,7%), conta anche il 54,9% di comuni privi di criticità potenziali.