La lettura ad alta voce condivisa
DOI: 10.1401/9788815410238/c1
Chi legge e conduce il gruppo
valorizzerà il contributo di ciascuno e non eserciterà correzioni: è fondamentale
far comprendere come, in un percorso di lettura ad alta voce condivisa, ci sia
spazio per ciascuno, accompagnato dal diritto a esprimere la propria opinione e il
proprio punto di vista.
¶{p. 67}
Tipologia di domanda |
Esempi |
Domande di
gradimento, per facilitare l’espressione di opinioni e
valutazioni |
Vi è piaciuta
questa storia? Perché vi è/non vi è piaciuta? Cosa vi è piaciuto
di questa storia? Cosa non vi è piaciuto? C’è una scena, un
dialogo che vi è rimasto in mente? |
Domande per
facilitare l’immedesimazione e la riflessione su di
sé |
Quali
personaggi vi hanno colpito? Perché? In quali personaggi vi
siete immedesimati/identificati? Che cosa hanno in comune con
voi? A cosa vi ha fatto pensare questa storia? Vi è mai sembrato
di sentirvi dentro la storia? |
Domande per
facilitare l’immedesimazione, la sintonizzazione emotiva e
l’analisi delle azioni e reazioni, l’assunzione del punto di
vista |
Come si è
sentito secondo voi quel personaggio... in quella situazione?
Che cosa avreste fatto al suo posto? Cosa poteva accadere nella
storia invece di quello che è accaduto? Perché secondo voi quel
personaggio ha fatto quella scelta? |
Domande per
facilitare il collegamento con la propria
esperienza |
A qualcuno è
mai accaduto qualcosa di simile? Vi ricorda qualcosa che avete
vissuto? Una volta a me è accaduto di... e a voi è
capitato? |
Domande per
favorire la riflessione sulla storia ed esercitare
previsioni |
Che cosa
accadrà dopo secondo voi? Quali sono le scelte a disposizione
di... adesso? Credete che... ce la farà? Cosa potrebbe fare per
migliorare la propria situazione? |
Domande di
interpretazione |
Che significa
questa storia? Cosa vi ha detto? Cosa abbiamo capito? Cosa ci è
restato di questa storia? Come racconteremmo questa storia ai
nostri amici? |
Domande per
favorire collegamenti e differenze |
A qualcuno
sono venute in mente altre storie, canzoni,
film? |
La fase di socializzazione non
deve mai assumere un carattere di discriminazione tra chi sa e non sa, deve anzi
caratterizzarsi come momento al quale tutti partecipano volentieri perché sanno di
potersi esprimere liberamente, un momento di valorizzazione e confronto.
La naturale negoziazione delle
interpretazioni e la ricchezza delle stesse che si produce così favorisce la
moltiplicazione degli effetti della lettura attraverso il confronto esplicito o
implicito con quanto dicono gli altri.¶{p. 68}
9.8. La centratura sugli studenti/sui partecipanti
La responsabilità della
proposta, della sua continuità e della qualità dell’esperienza che si fa è degli
adulti, ma occorre ricordare che gli studenti (i partecipanti) sono al centro degli
interventi con la lettura ad alta voce condivisa.
Gli studenti (i partecipanti)
hanno diritto di contribuire alla scelta delle letture, hanno il diritto di chiedere
di non portare a termine una lettura, hanno il diritto di esprimersi e di fornire
un’interpretazione, hanno il diritto a trovare, in ogni storia, ciò che dice loro e
di trovare spazio per condividere le proprie interpretazioni, le riflessioni, i
commenti e di vederli valorizzati.
Gli studenti (i partecipanti)
hanno anche diritti legati al «come» ascoltare una lettura ad alta voce condivisa:
il diritto a una collocazione nello spazio e a una posizione che risultino comode
per loro, hanno il diritto di seguire una lettura disegnando, muovendosi un po’,
scarabocchiando, a occhi chiusi... o in qualsiasi modo che sia migliore per loro e
non sia di ostacolo all’ascolto degli altri.
Questo principio del metodo
rimanda anche a una disposizione positiva dell’insegnante/operatore nei confronti
degli studenti/partecipanti e delle storie e nella capacità di mettersi in ascolto
reale, attento e curioso degli uni e delle altre [Batini e Giusti 2021a, 33-39;
2022, 84].
9.9. L’autonomia
La lettura ad alta voce
condivisa è una didattica. Non ha bisogno di aggiunte e postille che ne modifichino
il significato. L’azione di leggere e le pratiche di socializzazione la completano.
Schede libro
[45]
, test per la verifica della ¶{p. 69}comprensione, le
sintesi, tutti i vari tipi di analisi (logiche, grammaticali, narratologiche...)
sono bandite [Batini 2022, 118-119]. Ovviamente non si sostiene che tali attività
non si possano fare, ma non vanno confuse con la lettura, da cui al contrario vanno
ben distinte [Batini e Giusti 2022, 117-131]. Se si utilizza un testo per farci, ad
esempio, una prova di comprensione, stiamo facendo una prova di comprensione, non
attività di lettura.
Le pratiche didattiche in cui
la lettura viene utilizzata come stimolo o «scusa» non sono da considerare attività
di lettura ad alta voce condivisa, anzi vanno esplicitamente distinte per non far
collegare noia o frustrazione alla lettura.
Le attività che si possono
collegare positivamente alla lettura sono molteplici e si centrano sui legami con
l’esperienza personale (diretti o metaforici) e con la costruzione identitaria;
spesso prevedono il disegno o la scrittura, ma queste attività possono emergere solo
a seguito di un lungo tirocinio con la sola lettura ad alta voce e la
socializzazione e non sono indicate in fase iniziale. Un gruppo classe ha bisogno di
una lunga maturazione attraverso la sistematica esposizione alla lettura ad alta
voce prima di collegare altre attività alla lettura medesima.
9.10. Documentazione e riflessione: il diario di bordo
Un percorso didattico
articolato ha bisogno di essere documentato. Documentare è un’azione che implica una
riflessione, una selezione, un momento di sosta che, attraverso uno sguardo
retrospettivo, permetta di guardare avanti con maggiore consapevolezza e fiducia.
Nel metodo della lettura ad
alta voce condivisa sono integrati più strumenti di documentazione
[46]
, il principale dei quali viene denominato «diario delle letture» o
«diario di bordo». In questo diario vengono annotate, quotidianamente, il tempo
dedicato alla lettura e alla socializzazione, ¶{p. 70}ciò che si è
letto, i livelli di attenzione e partecipazione del gruppo ed eventuali annotazioni
da fare. Settimanalmente il diario viene completato con una serie di osservazioni
sui comportamenti del gruppo connessi alla lettura condivisa, sui benefici e i
guadagni osservati ecc. [Batini 2021b, 84-92; Giusti e Mancini 2022; Bertolini, Toti
e D’Autilia 2022].
Già la scelta del termine
diario o diario di bordo aiuta a riflettere sull’idea di percorso e di quotidianità
che porta con sé. Il diario serve a tenere traccia e memoria, a riflettere
ex post sul percorso fatto, risulta prezioso per le
progettazioni con gruppi successivi, consente di condividere scelte, criteri,
successi e criticità e favorisce il confronto. Il diario è anche uno straordinario
strumento didattico quando viene utilizzato con parti compilate assieme al gruppo
con cui si lavora e diventa, facilmente, uno strumento di creazione di comunità ed è
prezioso per «rendere conto» a «comunità di pratiche», a beneficiari indiretti (le
famiglie degli studenti nei contesti scolastici), a decisori, colleghi e alle
persone per le quali leggiamo.
10. Conclusione aperta
Le parole sono potenti e
importanti, le storie lo sono ancora di più. Attraverso le parole e, soprattutto,
attraverso quella particolare concatenazione di parole che sono le storie, diamo forma
al mondo e al nostro comportamento nel mondo.
La maggior parte di noi non riesce a dare un senso, o un ordine, alla propria vita, talvolta nemmeno a riconoscere la propria esistenza, finché non ha tradotto in parole la propria esperienza o finché non ha trovato la propria esperienza riflessa nelle parole di qualcun altro [Chambers 2020, 62].
In questo senso si può affiancare
alla funzione democratica che ha l’utilizzo intensivo della lettura ad alta voce una
funzione che parte dal riconoscimento dell’esperienza, per giungere alla costruzione
dell’identità e della possibilità.
Nei sistemi educativi, di
istruzione, di cura, di recupero, ¶{p. 71}di assistenza e di sviluppo,
la lettura ad alta voce condivisa consente e favorisce la costruzione di strumenti di
accesso e cittadinanza e, al tempo stesso, sollecita la significazione della propria
esperienza, il riconoscimento e l’attribuzione di valore alla stessa assieme alla
possibilità di risignificarla e riorientarla.
Riconoscere la propria esperienza e
negoziarne, direttamente e indirettamente, attraverso le pratiche di socializzazione,
senso e significato con gli altri è allora un modo peculiare di costruirsi.
Tra i molti dati che abbiamo
raccolto in questi anni appare secondario rispetto agli obiettivi immediati di
potenziamento, ma di estremo significato se declinato al futuro, il dato relativo alla
disposizione alla lettura.
Bambine e bambini, ragazze e
ragazzi che hanno partecipato a un training intensivo con la
lettura ad alta voce condivisa mostrano un incremento significativo, anche nel confronto
con altri gruppi, nella disposizione alla lettura e nelle pratiche di lettura.
Modificano i loro gusti di lettura o ne sviluppano, esprimono spontaneamente opinioni
sui libri, incrementano la propria curiosità nei confronti delle storie.
Tornando alla metafora della
maratona possiamo dire, allora, che l’allenamento con la lettura ad alta voce condivisa
ha influito sulla motivazione ad allenarsi ancora e sulla tendenza a farlo anche in
autonomia, con allenamenti aggiuntivi rispetto a quelli fatti in gruppo. Qualsiasi
allenatore ne sarebbe entusiasta.
Sono numerose le conferme che la
ricerca sta fornendo all’utilità della lettura ad alta voce ormai senza limitarne
l’utilizzo e i vantaggi ai primi anni di vita. La lettura ad alta voce è una pratica di
empowerment con un impatto potenziale proporzionale
all’utilizzo che se ne fa, al quanto e al come.
La lettura ad alta voce condivisa
si propone come didattica capace di intervenire sulla predittività dei risultati
scolastici, formativi, professionali ed esistenziali, attenuandone l’effetto e
costruendo rovesciamenti.
Se utilizzata in modo adeguato e
continuativo può arrivare sino a invertire una rotta segnata, ad aprire nuove
possibilità alle persone e ai sistemi.
¶{p. 72}
Note
[45] «Se c’è una cosa che invece non ci piace fare, cari professori, quando assegnate un romanzo, sono le schede di lettura. Per favore, non fatecele fare. Ci annoiamo noi a scriverle e voi a leggerle. Lasciateci semplicemente raccontare ad alta voce la trama in classe e che cosa ci è piaciuto, poi lasciateci discutere e dibattere» [Le ragazze e i ragazzi di Mare di Libri 2018, 109].
[46] Il diario di bordo e altri strumenti di monitoraggio sono resi disponibili dall’Associazione Nausika.