La lettura ad alta voce condivisa
Un metodo in direzione dell'equità
In Italia si parla di lettura in occasione di ricorrenze e giornate dedicate, e soprattutto se ne discute quando si presentano i dati sui libri letti o venduti, o quando si lamentano i bassi livelli di competenza nella comprensione dei testi rilevati da qualche indagine. In altri momenti si esalta la lettura come rimedio ai mali della società e chiave di accesso ai livelli più alti dell'istruzione e della cultura. Raramente, invece, si discute di metodi concreti per favorire interesse per la lettura e per lo sviluppo di comportamenti e abilità funzionali all'incremento quantitativo e qualitativo dei lettori. La lettura ad alta voce condivisa è un metodo che si sta imponendo nei contesti educativi e di istruzione in Italia e in altre parti del mondo, grazie al supporto delle evidenze raccolte circa i suoi effetti. Praticata in modo continuativo dall'adulto nei servizi educativi per l'infanzia, nelle scuole del primo e del secondo ciclo, la lettura ad alta voce condivisa produce effetti rilevanti per esempio sulle abilità cognitive, emotive, di comprensione, facilita la capacità di stare con gli altri e capirli e, al contempo, educa alla lettura. Il volume mette a fuoco, da diverse prospettive disciplinari, le caratteristiche fondamentali del metodo, i presupposti teorici, le condizioni di utilizzo, gli effetti sull'apprendimento, in relazione con altri approcci rilevanti.
I CAPITOLI
DOI | 10.1401/9788815410238/p1
Prefazione
Gli ultimi anni sono stati, anche in modo inaspettato, decisamente impegnativi per il sistema scolastico italiano e internazionale. La grande sfida posta dalla pandemia ha mobilitato l’intero pianeta portando alla luce esperienze in campo educativo positive e negative: esempi di grande innovazione didattica, ma anche seri problemi rispetto alla necessità di supportare il benessere e lo sviluppo fisico, psicologico, cognitivo e sociale di alunne e alunni in maniera equa ed inclusiva. Scuole di ogni ordine e grado si sono trovate, e si trovano oggi, di fronte alla necessità di recuperare le perdite di apprendimento e fare tesoro dell’esperienza vissuta per diventare più capaci nell’affrontare il presente e prepararsi, con intelligenza collettiva e responsabilità condivisa, alle sfide di un futuro che vorremmo tutti e tutte, immaginare possibile e non solamente probabile. In questo contesto, come largamente evidenziato a livello europeo, la ricerca in campo educativo ha un valore...
Pagine | 7 - 8
DOI | 10.1401/9788815410238/p2
Introduzione
Questo libro parla della lettura ad alta voce. Si tratta di una forma
particolare di lettura di storie, in cui qualcuno legge per qualcun altro, in cui la
storia si fa voce. La persona che anima un gruppo attraverso la lettura ad alta voce
condivisa aderisce a un’idea di inclusione e di crescita e all’idea che per tutte e
tutti sia possibile fare percorsi di acquisizione di maggior padronanza e controllo
sulla propria vita e sulla propria storia, di miglior conoscenza di sé stessi,
attraverso i benefici e i vantaggi che l’esposizione alla lettura comporta e che
farlo attraverso le storie sia bello e importante. In questo volume abbiamo raccolto
i contributi di ricercatrici e ricercatori che da tempo, con sguardi differenti,
lavorano attorno alla lettura e alla lettura ad alta voce e che hanno accettato, e
di questo siamo loro grati, di confrontarsi con il metodo e con le ricerche attorno
al metodo in modo non occasionale. Il loro sguardo, anche da prospettive
disciplinario di ricerca differenti, integra, unisce e completa il discorso sulla
lettura ad alta voce condivisa: anziché sintetizzarne il contributo crediamo che
valga l’invito alla loro lettura.
Pagine | 9 - 16
DOI | 10.1401/9788815410238/c1
Capitolo primo
La lettura ad alta voce condivisa: motivazioni, genesi, effetti e funzionamento di un metodo
I dati disponibili oggi ci permettono di osservare come nelle aree (o nei gruppi, e persino nelle singole persone) presso le quali la lettura di libri è maggiormente praticata sono più diffuse altre abitudini di informazione, autoformazione e cura di sé: la lettura di giornali, le frequentazioni di cinema e teatro, l’ascolto di musica, le visite ai musei. Lo sviluppo delle abilità che rendano facile e accessibile e desiderabile la lettura autonoma richiede, però, un lungo tirocinio con la lettura ad alta voce di storie che contribuendo ad aumentare le abilità di comprensione e il lessico e motivando alla conoscenza di altre storie rendono, di fatto, la lettura autonoma maggiormente accessibile. Possiamo individuare, semplificando ma non troppo, tre approcci principali, nel sistema di educazione e istruzione, ma non solo, nella relazione con un testo di tipo narrativo: un approccio centrato sulla tradizione, un approccio centrato sul testo, un approccio centrato sul lettore/ascoltatore. La lettura ad alta voce condivisa che qui proponiamo, nasce isolando, all’interno del metodo dell’orientamento narrativo, la componente di lettura ad alta voce e quella di socializzazione utilizzate abitualmente nelle pratiche di gruppo centrate su una narrazione guida: lettura ad alta voce condivisa. La lettura ad alta voce condivisa si propone come didattica capace di intervenire sulla predittività dei risultati scolastici, formativi, professionali ed esistenziali, attenuandone l’effetto e costruendo rovesciamenti. Se utilizzata in modo adeguato e continuativo può arrivare sino a invertire una rotta segnata, ad aprire nuove possibilità alle persone e ai sistemi.
Pagine | 17 - 72
DOI | 10.1401/9788815410238/c2
Capitolo secondo
Insegnanti che leggono e lettura ad alta voce
Un numero crescente di comprovati studi internazionali dimostra come il piacere
di leggere abbia ricadute, non solo sulle abilità di lettura degli studenti, ma
anche sugli altri apprendimenti e sul loro benessere in generale. Leggere per
piacere implica la scelta di trascorrere del tempo leggendo e dando significato al
testo con il quale s’instaura un coinvolgimento volontario. Questo costrutto è
spesso usato in modo intercambiabile con altri termini come: «lettura ricreativa»,
«lettura libera», «lettura personale», «amore per la lettura» e «lettura
indipendente». La ricerca suggerisce che le strategie più motivanti per incoraggiare
i giovani a leggere volontariamente includono la lettura ad alta voce, dei book talk
particolarmente focalizzati sui suggerimenti di lettura, e del tempo per leggere in
comune, in ambienti di lettura condivisi. In ambito scolastico, soprattutto nelle
culture di riferimento, la lettura è spesso vista come una competenza, un’abilità a
sé, indipendente dal testo e dal contesto. Con il dovuto supporto, insegnanti ed
educatori possono riposizionarsi come compagni di lettura, sviluppare un
apprezzamento estetico e una conoscenza profonda della letteratura per l’infanzia e
impegnarsi a conoscere loro stessi e i bambini come lettori. Nel tempo, questo può
aiutarli ad aprirsi a considerazioni più ampie sulla lettura personale e sul suo
carattere agentivo, affettivo e relazionale.
Pagine | 79 - 95
DOI | 10.1401/9788815410238/c3
Capitolo terzo
La lettura ad alta voce come esperienza estetica
È la voce ad attribuire un significato al libro, oggetto altrimenti inanimato, che grazie alla lettura diventa capace di dare forma al rapporto tra i corpi, di stabilire le distanze e di attirare sguardi e attenzione. Se nell’ambito degli studi letterari si tende a pensare che la realizzazione acustica di un’opera letteraria non faccia parte della struttura dell’opera, osservando il fenomeno dal punto di vista dell’esperienza estetica dobbiamo ammettere che la voce, la situazione comunicativa e i modi stessi dell’ascolto diventano inseparabili, e che la loro interpretazione è dunque pertinente e necessaria alla comprensione del fenomeno. Per indicare la pratica dell’ascolto condiviso di testi scritti si ricorre al concetto di auralità [Batini 2022, 22], a sottolineare l’importanza assegnata al suono della voce e quindi all’udito come canale privilegiato di accesso al dispositivo testuale e all’esperienza estetica. In attesa di ulteriori conferme da parte della ricerca empirica, possiamo provvisoriamente affermare che la scelta e la varietà dei libri proposti hanno un ruolo determinante sulla riuscita dell’esperienza estetica e, anche, sull’impatto della lettura ad alta voce condivisa, i cui effetti positivi sui processi cognitivi sono ampiamente documentati dalla ricerca educativa.
Pagine | 103 - 119
DOI | 10.1401/9788815410238/c4
Capitolo quarto
Letture oltre il genere: lettura per tutt*
L’invenzione della lettura, che risale a qualche migliaio di anni fa, ha
determinato una riorganizzazione del cervello che ha comportato, a sua volta,
l’evoluzione intellettuale della specie fino allo stato attuale. Tale evoluzione è
stata possibile solo grazie alla capacità del cervello umano di modellarsi in base
all’esperienza e, di conseguenza, di combinare collegamenti nuovi tra strutture
preesistenti. La scelta di ciò che si legge, infatti, influenza in buona misura la
costruzione dell’identità delle bambine e dei bambini. Si pensi, ad esempio,
all’identità di genere. Il processo di strutturazione dell’identità di genere è il
risultato complesso dell’interazione tra fattori biologici, cognitivi e
socio-culturali. Le bambine e i bambini mostrano, fin dalla primissima infanzia, un
interesse attivo a conoscere e ad apprendere le categorie sociali e a comprendere il
modo in cui utilizzarle per poter acquisire un posto nel sistema di categorizzazione
usato dal proprio gruppo sociale. processi narrativi integrano tipi di pensiero
diversi: coinvolgono processi di rispecchiamento, di comprensione emotiva, di
attivazione empatica e processi lineari che utilizzando il linguaggio creano una
rappresentazione e un’interpretazione ordinata e causale. Una comprensione narrativa
può dirsi efficace in presenza di una coordinazione tra diversi punti di vista
interpretativi e tra diversi processi cognitivi, automatici e riflessivi, lenti e
veloci, che integri le attività dei due emisferi e utilizzi le specifiche risorse
provenienti dai racconti già esistenti. Chi legge, dunque, è chiamato a mediare la
conversazione in modo tale da garantire e potenziare le caratteristiche precipue di
una comunità di ricerca. Se la lettura scelta è accessibile e la mediazione del
lettore è attenta, la comunità di ricerca che si crea in un’attività di lettura ad
alta voce è un organismo di per sé democratico e inclusivo, perché tutti e tutte
possono partecipare alla condivisione dell’esperienza collettiva a partire dalla
propria.
Pagine | 123 - 135
DOI | 10.1401/9788815410238/c5
Capitolo quinto
Letture, territori, traduzioni
Questo testo ha carattere euristico e intende esplorare le relazioni fra le
attività di lettura ad alta voce condivisa e la dimensione materiale e contestuale
cui rimandano e in cui sono direttamente o indirettamente inserite. Una prima lente
riguarda il registro metaforico e il suo rapporto con il nostro corpo, l’ambiente in
cui viviamo e la progressiva de-territorializzazione dei processi educativi. Una
seconda lente ha a che fare con la scelta più o meno consapevole di un «canone».
Leggere ad alta voce è importante per lo sviluppo cognitivo e affettivo di chi
ascolta ed è un momento che esemplifica ciò che chi insegna ritiene significativo.
Una terza lente prende in considerazione un aspetto specifico del «canone» e
riguarda il ritardo con cui in Italia si affronta il plurilinguismo a scuola, tema
che, a sua volta, offre numerose declinazioni: l’approccio emergenziale e legato al
«deficit» nel rapporto con i mondi delle migrazioni, l’insegnamento delle lingue
«straniere», il riconoscimento dei diversi aspetti di mediazione
linguistico-culturale che attraversano gli spazi e le relazioni scolastiche e il
curriculum implicito. Una quarta lente può essere letta in chiave di sintesi e
rimanda al rapporto fra lettura ad alta voce ed educazione alla cittadinanza, in
particolare quando si tratta di declinarla nelle esplicitazioni dei rapporti fra
dimensione locale e planetaria.
Pagine | 139 - 151
DOI | 10.1401/9788815410238/c6
Capitolo sesto
Letture sconfinate: pratiche inclusive oltre la riparazione
Il mondo della disabilità è da tempo vittima di stereotipi e pregiudizi che ne limitano
fortemente la comprensione e l’accoglimento. Se il linguaggio negli ultimi anni,
almeno nei contesti scientifici e professionali, è fortemente mutato, la stessa
sorte non è ancora capitata agli immaginari comunemente espressi. Un professionista,
che voglia accogliere davvero la sfida inclusiva, ha la possibilità di misurare le
proprie mappe attraverso l’incontro con storie raccontate
dall’interno e da dentro, che prendono voce e possono
mostrare sensi oltre ai significati, culturalmente subiti e/o costruiti. Dentro il
tema del diritto alla lettura, va fatta una sottolineatura importante che concerne i
bambini e le bambine, ma anche i ragazzi e le ragazze, con «bisogni educativi
speciali» che possono avere gli stessi vantaggi e benefici dall’essere esposti fin
dall’infanzia a questa pratica, ma che pagano invece il prezzo di preconcetti e
supposizioni che ne ritardano e ne complicano l’esposizione. La lettura può farsi
anche occasione per prendere coscienza in maniera onesta della propria condizione di
fragilità o di svantaggio: incontrare le storie di altri può permettere di trovare
assonanze e concordanze con il proprio stare al mondo, fare pace con quella parte di
sé a volte ignota e nascosta, ma di cui è impossibile disfarsi.
Pagine | 153 - 165
DOI | 10.1401/9788815410238/c7
Capitolo settimo
Pratiche di lettura ad alta voce: una prospettiva multilivello
I principali motivi della scarsa efficacia di molte attività di promozione
della lettura e del piacere di leggere, specie di quelle realizzate nel contesto
scolastico, dipendono dall’abitudine errata di distinguere in modo rigido sino a
contrapporre tra loro alcune dimensioni e pratiche fondamentali relative alla
lettura e ai formati di testo, che invece dovrebbero essere integrate in modo
appropriato le une alle altre. In particolare a livello di microsistema può essere
introdotta nei contesti educativi e scolastici una pluralità di strategie didattiche
e di pratiche di lettura. A livello di mesosistema, è opportuno promuovere la
lettura attraverso varie iniziative che in maniera continuativa possono proporsi al
territorio come «eventi culturali» stabili [Cerri 2007], così come si è cercato di
operare nel corso degli anni mediante la progettazione della Mostra e iniziative
sulla lettura e letteratura per l’infanzia. Le azioni a livello di macrosistema sono
più complesse e di per sé non sono alla portata delle singole scuole o degli
insegnanti, tuttavia sono individuabili, indirettamente, nelle retroazioni e nei
feedback che i livelli micro e meso possono generare. Tra le strategie orali che
possono essere introdotte con sistematicità nel contesto scolastico, che
incoraggiano la pratica di lettura ad alta voce, troviamo il gioco di simulazione
chiamato il «Commesso viaggiatore». Si tratta di un dispositivo didattico articolato
in fasi di gioco in cui il lettore è chiamato ad assumere la postura di un Commesso
viaggiatore (Cv), da cui prende il nome l’attività. A livello di macrosistema, una
delle azioni indirette della ricerca in educazione è quella di diffondere strumenti
validi e affidabili per rilevare informazioni sui profili dei lettori in grado di
contribuire ad arricchire la riflessione della comunità scientifica e di tutti i
soggetti coinvolti sul tema del piacere della lettura e della condivisione anche
orale di storie e racconti.
Pagine | 167 - 184
DOI | 10.1401/9788815410238/c8
Capitolo ottavo
La lettura come abitudine tra educazione e promozione
Nonostante la lettura sia sempre più centrale nella recente documentazione
scolastica, nella pratica si riscontrano ancora molte criticità nel modo in cui i
ragazzi entrano in contatto con i libri durante il loro percorso di istruzione.
Manca, di fatto, nella vita scolastica, uno spazio specifico dedicato al libro e
alla lettura, a parte i libri di testo, considerati «fonte e utensili» per lo studio
individuale e un indirizzo verso una «cultura della documentazione». Per favorire
un’azione di democrazia cognitiva occorre, dunque, puntare su due azioni strategiche
tra loro interdipendenti: l’educazione e la promozione alla lettura. La scuola è
chiamata, insieme alla famiglia e alle altre realtà educative, a dare il suo
contributo a promuovere il piacere della lettura, favorendo l’incontro con i libri,
così che questi ultimi siano compagni di viaggio familiari e fidati per tutta la
vita. Il processo di educazione alla lettura a scuola è un processo che attraversa
una rete di obiettivi multilivello che ne definiscono a seconda delle esperienze il
senso stesso. Numerose ricerche dimostrano che gli insegnanti che leggono ad alta
voce motivano gli studenti a leggere, con un’incidenza positiva sul rendimento
scolastico, dalla lingua italiana, alla matematica fino all’autoregolazione del
comportamento. La lettura costituisce un veicolo strategico per l’innovazione e il
cambiamento di una società a partire dal singolo che sperimentando e facendo proprio
questo strumento costruisce nel tempo la propria capacità di realizzare un
cambiamento consapevole di pratiche, di visioni, di idee, di geografie, di letture
di contesto; l’acquisizione della lettura come abitudine porta inevitabilmente con
sé trasformazioni, consente di vedere seconde possibilità per sé, per gli altri e
per il pianeta.
Pagine | 189 - 206
DOI | 10.1401/9788815410238/a1
Appendice
I principali progetti con il metodo della lettura ad alta voce condivisa e la costruzione di una comunità
Riferirsi a un metodo consolidato e verificato sul campo presenta molti
vantaggi: la costruzione di una comunità di pratiche, la stratificazione di un
sapere e di tecniche che rimangono nei contesti (consentendo la diffusione ulteriore
e il «contagio» delle pratiche) e influenzano ricorsivamente lo sviluppo di
ulteriori attenzioni, informazioni, tecniche, la condivisione di materiali, risorse,
bibliografie che con il metodo si integrano e la forte attenzione (che è parte
integrante del metodo stesso) a monitoraggio e documentazione, con una predilezione
per forme narrative di documentazione e di riflessività. Il progetto Leggimi ancora
è stato il primo progetto di rilevanza nazionale realizzato, sulla base delle
ricerche della cattedra di Pedagogia sperimentale dell’Università degli Studi di
Perugia, per iniziativa di Giunti Scuola in partenariato e collaborazione con il
movimento nazionale di lettori volontari LaAV - Letture ad Alta Voce, l’Associazione
Nausika e con la direzione scientifica dell’Università degli Studi di Perugia. Il
progetto sta concludendo, ormai, la sua quinta annualità e si basa su un invito
apparentemente molto semplice: aderire al progetto leggendo agli alunni e alle
alunne in classe, ogni giorno ad alta voce, aumentando la durata delle sessioni di
lettura nel corso dell’anno. Lettrici e Lettori forti è un progetto di promozione
della lettura promosso dall’Istituto comprensivo Giacomo Ferrari di Parma, capofila
di una rete di sei, poi otto Istituti comprensivi della città e della provincia di
Parma, in collaborazione con l’Università di Perugia, l’Associazione Nausika e il
movimento di volontari LaAV - Letture ad Alta Voce. Il progetto si è avviato nel
settembre 2021 e, oggi, per la terza annualità è stato avviato il coinvolgimento
anche delle scuole secondarie di II grado. Leggere: Forte! Ad alta voce fa crescere
l’intelligenza è una politica educativa che la Regione Toscana ha elaborato sulla
base delle ricerche della cattedra di Pedagogia sperimentale dell’Università degli
Studi di Perugia che ne ha curato la progettazione e il coordinamento scientifico.
Pagine | 215 - 239