Francesca Biondi Dal Monte, Simone Frega (a cura di)
Contrastare la dispersione scolastica
DOI: 10.1401/9788815413369/c19

Capitolo diciannovesimo Volontari per l’educazione: volontariato e mondo digitale insieme per il recupero della motivazione scolastica e degli apprendimenti
di Eleonora Mincio, coordinatore del progetto Volontari per l’Educazione, Save the Children Italia

Abstract
Il capitolo è dedicato al progetto “Volontari per l’Educazione”, avviato da Save the Children nel 2020, che ha come obiettivo il recupero degli apprendimenti e della motivazione allo studio di bambini, bambine e adolescenti, grazie all’esperienza di volontari e volontarie. Nel capitolo vengono illustrati i risultati dei quattro anni di attività del progetto.

1. Il progetto «Volontari per l’Educazione»

Save the Children ha avviato a fine 2020 il progetto Volontari per l’Educazione [1]
per non lasciare da soli bambini, bambine, adolescenti, famiglie, scuole e altre agenzie educative di fronte a una sfida senza precedenti. Negli anni il progetto ha saputo rispondere non solo alle forti ripercussioni nella vita scolastica e relazionale degli studenti causate dalla pandemia ma ha anche sostenuto la continuità negli apprendimenti e migliorato il benessere dei minori coinvolti nel progetto, andando a incidere sul rischio di dispersione scolastica. D’altra parte, il progetto è riuscito a mobilitare verso un obiettivo comune un’intera comunità che, dalla pandemia in poi, si adopera per tutelare i diritti dei bambini e delle bambine e fare del diritto all’educazione/istruzione di qualità una responsabilità pubblica e condivisa.
Volontari per l’Educazione grazie alla collaborazione tra i membri della comunità educante e la capillarità nazionale, favorita dalla modalità di svolgimento online, ha come obiettivo il recupero degli apprendimenti e della motivazione allo studio di bambini, bambine e adolescenti, dai 9 ai 17 anni, valorizzando le risorse volontarie della comunità attraverso piccoli gruppi di tutoraggi digitali. Il sostegno online, individuale o in piccolo gruppo, ha una durata di 25 ore e si caratterizza per un focus tematico specifico, a seconda dei bisogni individuati e a partire dalle indicazioni {p. 280}della scuola: discipline umanistiche e scientifiche, italiano L2, lingue straniere, preparazione all’esame conclusivo del primo ciclo di istruzione, sostegno ai compiti durante l’estate. Gli obiettivi del sostegno possono essere diversi: rafforzare le competenze di base e la motivazione ad apprendere, perfezionare un metodo di studio, recuperare le lacune in specifiche aree.
Una volta formalizzata l’adesione al percorso, l’équipe educativa dei partner di progetto (CISV, EaSlab Ed-Work), accoglie la segnalazione della scuola, contattando i docenti e la famiglia per condividere un piano di accompagnamento allo studio personalizzato in seguito preso in carico dal volontario o dalla volontaria più adatti, sulla base di un meccanismo strutturato di abbinamento, tra competenze, attitudini e bisogni. L’équipe centrale garantisce, lungo tutto il percorso, una supervisione metodologica non solo per rispondere alle fragilità didattiche dei partecipanti, ma anche ai loro punti di forza, per creare un’alleanza che riconosca e valorizzi il ruolo di ciascuno e alimenti il confronto e la motivazione verso l’apprendimento e lo studio. La comunità educante si mobilita affinché l’aiuto fornito possa costruire autonomia e autoefficacia, mettendosi al servizio dei veri protagonisti del cambiamento: bambini, bambine e adolescenti. Se si rileva la necessità, ai partecipanti viene fornito un device (tablet) per collegarsi agli incontri, già configurato e con parental control. La dotazione è accompagnata da materiale informativo (schede e tutorial) per un uso consapevole e sicuro delle tecnologie.
I volontari e le volontarie provengono da diversi contesti ed esperienze, spesso dal mondo universitario, e rappresentano un modello di riferimento per orientare le scelte future degli studenti sostenuti; la poca differenza di età facilita lo sviluppo di una «relazione tra pari», favorendo l’apprendimento informale. I volontari partecipano a una formazione obbligatoria sui fondamenti del progetto, il safeguarding, gli strumenti per il tutoraggio e l’approccio metodologico e a formazioni facoltative di approfondimento tematico (tecnologie digitali, STEM, il metodo L2, la didattica con BES/DSA). Per gli universitari, l’esperienza di volontariato {p. 281}consente di realizzare un effettivo service learning di grande valore formativo. Per le università, la promozione del volontariato educativo è un’occasione di mettere in atto la «terza Missione» di impegno nei confronti delle comunità di appartenenza. Il reclutamento dei volontari è sostenuto dalla Conferenza dei rettori delle università italiane (CRUI) e dalla Rete delle università per lo sviluppo sostenibile (RUS) in collaborazione con ASVIS, Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile, e di tutte le università impegnate nella diffusione di questa opportunità tra gli studenti.
Volontari per l’Educazione è un progetto nella sua essenza plurale: solo l’impegno e l’assunzione di responsabilità di tutti gli attori coinvolti – bambini, bambine e adolescenti, volontari, dirigenti scolastici, docenti, genitori, team educativi, operatori di servizi educativi o sociali – possono rendere possibili cambiamenti significativi sulla sfera emotiva, relazionale, accademica che permettono di ritrovare il sorriso, la strada, il senso, la fiducia, la motivazione.

2. I risultati ottenuti nell’ambito del progetto

Dall’avvio delle attività a oggi (dicembre 2020-marzo 2024), Volontari per l’Educazione ha sostenuto su tutto il territorio nazionale oltre 5.500 studenti e studentesse, grazie a 2.900 volontari che hanno seguito almeno un tutoraggio. La comunità educante ha previsto il coinvolgimento di circa 650 scuole, 30 associazioni territoriali, 65 atenei universitari; 1.800 docenti e 5.000 famiglie hanno sostenuto gli studenti e le studentesse nel loro percorso di recupero. Volontari per l’Educazione, per Save the Children, è il primo progetto realizzato principalmente grazie all’impegno diretto di migliaia di volontari e volontarie che si attivano in modo continuativo nella gestione di una relazione educativa e di un supporto allo studio.
I benefici ci vengono mostrati dalla valutazione di progetto [2]
, che ha messo in luce i punti di forza non solo {p. 282}per studenti e studentesse, ma anche per tutta la comunità educante [3]
.
Ben il 97,5% dei partecipanti ritiene di aver avuto beneficio dal progetto, in particolar modo: l’80% dei beneficiari ha dichiarato più sicurezza in sé stessi, il superamento delle fragilità nella relazione con il docente e con i pari. Il 97% dei beneficiari percepisce un miglioramento scolastico nelle materie approfondite, nell’approccio allo studio e nella capacità di esprimersi in classe; l’ambiente digitale, in particolare per bambini, bambine e adolescenti con bisogni educativi speciali e disturbi specifici dell’apprendimento è sentito come più efficace per l’apprendimento.
L’apporto dei volontari è riconosciuto dai partecipanti come elemento imprescindibile per l’efficacia dell’intervento e il matching tra volontari e partecipanti è percepito dagli stessi volontari e dai tutor educativi come adeguato nell’80% dei casi; il tutoraggio risulta essere estremamente personalizzato, attento alle specificità della relazione e facilitatore di uno spazio di dialogo e condivisione. Le lezioni online sono valutate abbastanza o molto divertenti dal 97% dei partecipanti.
Il 97% dei volontari ancora inseriti nella community consiglierebbe ad altri di fare la stessa esperienza per l’accrescimento delle competenze trasversali, il riconoscimento del proprio ruolo nei cambiamenti prodotti e l’accrescimento della propria autostima, il rafforzamento del senso di appartenenza a una comunità educativa [4]
.{p. 283}
La dimensione digitale è valutata positivamente in una logica di accessibilità geografica, economica e di sostegno educativo e permette di abbattere le distanze e le difficoltà di spostamento e di raggiungere gli studenti che abitano nei contesti più a rischio e carenti di servizi a sostegno dell’infanzia e dell’adolescenza e in aree interne. In quest’ottica, si segnala la collaborazione con la rete INDIRE «Piccole Scuole», che ha sostenuto l’adesione al progetto da parte di scuole inserite nelle aree interne del nostro paese.

3. Informazioni sull’ente. Save the Children: una storia di costante impegno per le bambine e i bambini

Save the Children, da oltre 100 anni, è la più importante organizzazione internazionale indipendente che lotta per salvare le bambine e i bambini a rischio e garantire loro un futuro. Lavora in Italia e nel resto del mondo per dare alle bambine e ai bambini l’opportunità di nascere e crescere sani, ricevere un’educazione ed essere protetti. Collabora con realtà territoriali e partner per creare una rete che aiuti a soddisfare i bisogni dei minori, garantire i loro diritti, ascoltare la loro voce e migliorare concretamente la vita di milioni di bambine e bambini, compresi quelli più difficili da raggiungere. Save the Children Italia ETS è parte di Save the Children Association, il movimento globale che opera in circa 120 paesi con una rete di 30 organizzazioni nazionali e Save the Children International, la struttura operativa che implementa gli interventi internazionali del movimento attraverso uffici in tutto il mondo, in particolare 5 Uffici regionali, più di 50 Uffici paesi e 4 Uffici globali di advocacy. Save the Children a livello internazionale ha uno status consultivo presso il Consiglio economico e sociale
{p. 284}delle Nazioni Unite (ECOSOC) e adotta un approccio che si fonda sulla Convenzione ONU sui Diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, ratificata dall’Italia nel 1991. I membri di Save the Children Association condividono un’unica visione e missione, gli stessi valori, una comune strategia a livello globale.
Note
[2] Valutazione svolta nell’a.s. 2022-2023 da Avanzi Srl, con una metodologia partecipativa su riferimento alla Theory Based Evaluation e del metodo ispirato alla Cooperative Outcome Reporting Technique (CORT) e in seguito nell’a.s. 2023-2024 focalizzata invece sull’indagine di elementi caratterizzanti l’efficacia e rappresentanti del valore aggiunto di Volontari per l’Educazione. Nello specifico: la dimensione tecnologica, la dimensione formativa e di competenze per i tutor volontari, e la capacità di generare effetti che si preservano nel tempo.
[3] Le dimensioni di cambiamento sono state identificate attraverso la somministrazione di questionari online, e tramite focus group e interviste di approfondimento con i diversi soggetti. Il campione di riferimento è di 1.306 questionari di studenti/esse; 210 questionari familiari; 1.335 questionari di tutor volontari e di tutor educatori professionisti per la fine dei tutoraggi; 643 questionari di docenti e/o adulti segnalanti (famiglie, tutor).
[4] Nella domanda «Se pensi all’esperienza di volontariato che stai facendo, quanto credi che ti stia aiutando/abbia aiutato a far crescere queste competenze?», quelle relative a empatia e comunicazione risultano caratterizzate da una media molto alta (tra il 6 e il 7 in scala da 1 a 7). Successivamente si posizionano l’adattabilità (media di 6 in scala da 1 a 7), la leadership e la creatività (media di 5 in scala da 1 a 7).