Francesca Biondi Dal Monte, Simone Frega (a cura di)
Contrastare la dispersione scolastica
DOI: 10.1401/9788815413369/c11

Capitolo undicesimo Ambienti di apprendimento innovativi: una leva per contrastare la dispersione scolastica
di Raffaella Carro (ricercatrice presso INDIRE) e Elena Mosa (ricercatrice presso INDIRE). Sebbene il contributo sia frutto di una riflessione comune tra le autrici, i paragrafi 1, 2 e 3 sono da attribuire a E. Mosa, mentre i paragrafi 4 e 5 sono da attribuire a R. Carro

Abstract
Il capitolo è dedicato al rapporto uomo-ambiente, ovvero agli ambienti di apprendimento, spazi che influiscono profondamente sulla qualità dell’esperienza educativa e possono contribuire a contrastare la dispersione scolastica, fornendo una “certa idea di scuola” che possa invogliare l’agency dello studente. Ci si concentra quindi sul design e sulla progettazione architettonica degli spazi di apprendimento, su cui, si affronta in conclusione, il coinvolgimento della comunità, che è un aspetto chiave, poiché gli spazi fisici ispirati al concetto di Innovative Learning Environment rappresentano una componente importante dell’identità scolastica e influiscono spesso sulle scelte delle famiglie.

1. Introduzione

Il tema degli ambienti di apprendimento innovativi non rappresenta un concetto nuovo, ma piuttosto una riflessione pedagogica radicata nella storia dell’educazione che ha attraversato diverse epoche e teorie. La nozione che l’ambiente scolastico influisca profondamente sulla qualità dell’esperienza educativa degli studenti trova le sue radici già nei lavori di pionieri dell’educazione come Maria Montessori, John Dewey e Loris Malaguzzi, i quali hanno sottolineato l’importanza di spazi educativi progettati per promuovere l’autonomia, l’interazione sociale e lo sviluppo cognitivo attraverso esperienze concrete e significative. L’idea di Rousseau di un ambiente di apprendimento naturale e incentrato sull’individuo ha influenzato profondamente il pensiero educativo, anticipando molti principi dell’educazione moderna, come l’apprendimento esperienziale, l’importanza del gioco e l’educazione all’aperto [1]
.
Questi pedagogisti, tra gli altri, hanno contribuito a {p. 198}formare la base su cui si fonda l’importanza attribuita oggi agli ambienti di apprendimento nelle scuole e hanno chiarito che l’ambiente di apprendimento va oltre la mera fisicità dello spazio, incorporando anche gli aspetti sociali, culturali e materiali che stimolano l’interazione attiva e il coinvolgimento degli studenti [2]
. In tal senso, l’innovazione negli ambienti di apprendimento si manifesta non solo nell’adozione di nuove tecnologie, ma anche nella riconsiderazione del layout fisico delle aule, nella diversificazione delle metodologie didattiche e nella creazione di spazi che riflettano e rispettino le diverse esigenze e modalità di apprendimento degli studenti [3]
.
Questa comprensione olistica dell’ambiente educativo come elemento centrale nel processo di apprendimento ha ispirato, nel corso degli anni, la progettazione di scuole come luoghi vivi, inclusivi e stimolanti, capaci di preparare gli studenti ad affrontare le sfide del futuro. Tali considerazioni trovano riflesso anche nelle Linee guida per il curricolo della scuola dell’infanzia e del primo ciclo attualizzate nei Nuovi scenari [4]
, nelle Linee guida per l’edilizia scolastica [5]
, nelle più recenti Linee pedagogiche per il sistema integrato Zerosei [6]
e nelle Linee guida Futuraprogettare, costruire e abitare la scuola [7]
.{p. 199}

2. Ambienti di apprendimento innovativi

La ricerca INDIRE sviluppa la riflessione sul tema degli ambienti di apprendimento innovativi dal 2012, dapprima documentando casi di eccellenza in Europa [8]
, successivamente ideando il Manifesto 1+4 [9]
per orientare il ripensamento di spazi esistenti o la costruzione di scuole nuove e supportando enti locali, amministrazioni, progettisti e comunità scolastiche a ideare scuole innovative [10]
.
Basandosi sul Manifesto 1+4, INDIRE identifica sei principi guida: accoglienza, comunicazione, cooperazione, diversità, movimento e responsabilità. Questi principi promuovono la creazione di ambienti ospitali e personali, facilitano varie forme di comunicazione e cooperazione, valorizzano la diversità, incoraggiano l’apprendimento attivo e sostengono la responsabilità individuale e collettiva [11]
.
L’approccio raccomandato enfatizza l’importanza di considerare lo spazio come un elemento pedagogico essenziale, che può riflettere le differenze individuali di ogni studente e supportare una varietà di situazioni didattiche ed educative.
Gli ambienti di apprendimento innovativi possono contribuire a contrastare la dispersione scolastica attraverso l’engagement e la personalizzazione per aiutare gli studenti {p. 200}a mantenere una connessione con il proprio percorso di crescita, attraverso la collaborazione per incentivare un ambiente supportivo e sociale e l’accessibilità per supportare studenti con esigenze diverse [12]
. Non solo: un ambiente di apprendimento innovativo è tale se riesce a restituire quella centralità agli studenti e alle studentesse evocata a gran voce nelle linee di indirizzo del MIM. L’agency dello studente è cruciale per prevenire l’abbandono scolastico. Gli studenti che si sentono capaci di influenzare il proprio percorso educativo sono meno propensi a sentirsi sopraffatti dagli ostacoli e quindi meno inclini ad abbandonare gli studi.
È fondamentale, quindi, ricondurre il concetto di ambiente di apprendimento innovativo a una cornice coerente di un quadro che veicola «una certa idea di scuola» nel quale spazi, tempi, curricolo, metodi didattici, sistemi di valutazione si compongono in una visione che orienta la dimensione valoriale e le pratiche della comunità educante. Un tale ambiente ha le caratteristiche per preparare gli studenti alle competenze del XXI secolo, aumentare la loro motivazione e la percezione del valore dell’educazione per il loro futuro, riducendo così il rischio di abbandono per mancanza di rilevanza. In tal senso, soprattutto per gli studenti a rischio, è fondamentale lavorare sulla motivazione, sulla self-efficacy e sul senso di appartenenza al contesto sociale della scuola, spesso percepito come un ambiente ostile.
Nel concetto di ambiente di apprendimento innovativo formulato da INDIRE [13]
rientrano alcuni principi orientati alla flessibilità degli spazi, alla loro polifunzionalità e una forte identità e senso di appartenenza. L’idea di edificio come {p. 201}ambiente di apprendimento supera la concezione di una sommatoria di spazi usati in modalità alternativa (aule, corridoi, atrii, giardino...) per abbracciare un principio di integrazione e compenetrazione degli stessi. Questi ambienti sono visti come cruciali per promuovere un’istruzione inclusiva, che va oltre il tradizionale modello di aule e corridoi, verso un sistema di spazi complementari e sinergici che favoriscono l’apprendimento e la socializzazione in tutta la scuola.
Il superamento del concetto di scuola come frutto del sezionamento di ambienti in favore di un tutt’uno organico rimanda alla distinzione tra i concetti di «complicato» e «complesso» per la quale è utile rifarsi alla radice etimologica dei termini: il primo, cum-plicum, significa «con pieghe», mentre «complesso» deriva dal latino cum-plexum, che significa «con nodi», intrecciato. La complessità richiama un intreccio fatto di elementi tra di loro concatenati e mutuamente interdipendenti, difficili da codificare come entità singole (ad es. il corpo umano nella sua fisiologia e nelle sue emozioni). La risoluzione di un problema complesso richiede un approccio sistemico. Ciò che è complicato, paradossalmente, è più semplice perché si basa su strutture lineari che possono essere messe in sequenza e che prefigurano un intervento di scomposizione in parti più piccole, secondo un approccio analitico. Molte macchine operano secondo le logiche delle strutture «complicate», la cui risultante è data dalla somma dei singoli contributi (se si guasta un meccanismo del computer spesso è sufficiente sostituirlo).
Previ [14]
colloca questi attributi all’interno di uno spettro di valori dove ciò che è complesso richiede capacità di improvvisazione mentre ciò che è complicato chiama in gioco la ripetizione; il primo riflette una situazione in divenire e il secondo in essere. Forse il punto è questo: per molto tempo abbiamo insistito a voler considerare l’apprendimento come un processo complicato, lineare, incrementale. Crescendo, si aggiungono nuovi saperi, si alza il livello di difficoltà e approfondimento con il quale i contenuti vengono trattati.
{p. 202}Oggi sappiamo che l’apprendimento non è una sommatoria, intuiamo che stiamo trattando un processo dalla natura «complessa» come se fosse «complicato».
Note
[1] Alcune pratiche di outdoor education sono state documentate da Avanguardie educative, Movimento per l’innovazione scolastica fondato da INDIRE. Si veda C. Giunti, P. Lotti, E. Mosa et al. (a cura di), Avanguardie educative. Linee guida per l’implementazione dell’idea «Outdoor education», versione 2.0, Firenze, INDIRE, 2023, https://pheegaro.indire.it/uploads/attachments/4525.pdf. Si veda anche Outdoor education: apprendimento attivo tra dentro e fuori. Toolkit per la scuola dell’infanzia e per il primo ciclo d’istruzione, https://pheegaro.indire.it/uploads/attachments/8037.pdf.
[2] OECD, Educational Research Innovation, Innovative Learning Environments, Paris, OECD Publishing, 2013.
[3] G. Biondi, S. Borri e L. Tosi (a cura di), Dall’aula all’ambiente di apprendimento, Firenze, Altralinea, 2016.
[4] MIUR, Indicazioni nazionali per il curricolo della scuola dell’infanzia e del primo ciclo d’istruzione, 2012, https://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2013/02/05/13G00034/sg e MIUR, Indicazioni nazionali e nuovi scenari, 2018, https://www.miur.gov.it/documents/20182/0/Indicazioni+nazionali+e+nuovi+scenari/3234ab16-1f1d-4f34-99a3-319d892a40f2 .
[5] INDIRE, Linee guida per l’edilizia scolastica, 2013, https://www.indire.it/progetto/architetture-scolastiche/norme-tecniche/.
[7] MI, Futura. Progettare, costruire e abitare la scuola, 2022, https://pnrr.istruzione.it/wp-content/uploads/2022/05/LineeGuida_ScuolaFutura.pdf.
[8] INDIRE e MIUR organizzarono un Convegno nel 2012 presso la sala della Comunicazione del Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca (cfr. https://www.indire.it/quandolospazioinsegna/eventi/2012/miur/).
[9] S. Borri, G. Cannella, E. Mosa, G. Moscato e L. Tosi, Five Learning Spaces for New Generation Schools in Italy, Poster presentato al DGfE-Kongress 2016, Räume für Bildung, Räume der Bildung, Università di Kassel, https://www.indire.it/wp-content/uploads/2016/03/ARC-1603-Manifesto-Italiano_LOW.pdf.
[10] Il volume di L. Tosi e G. Moscato (a cura di), Architetture educative, Firenze, Altralinea, 2023 documenta quindici scuole innovative che sono state costruite con una visione pedagogica. Tra queste, si segnala il caso del Liceo Agnoletti di Sesto Fiorentino (FI) la cui progettazione è stata fortemente orientata dal Manifesto di INDIRE 1+4, https://architetturescolastiche.indire.it/progetti/architetture-educative/istituto-di-istruzione-statale-superiore-a-m-enriques-agnoletti/.
[11] L. Tosi (a cura di), Fare didattica in spazi flessibili. Progettare, allestire e utilizzare ambienti di apprendimento, Firenze, Giunti, 2019.
[12] P. Infante, S. Panzavolta e G. Moscato, Pensare gli spazi di apprendimento per l’inclusione. Esperienze per una progettazione innovativa nelle scuole della Toscana, Roma, Carocci, 2023.
[13] E. Mosa (a cura di), Architetture pedagogiche: oltre l’aula, Siracusa, LetteraVentidue, 2024 e Id. (a cura di), Documentare l’innovazione degli ambienti di apprendimento, Siracusa, LetteraVentidue, 2024, reperibili ai seguenti link: https://www.letteraventidue.com/contents/pdf/120624074253949issuuarchitetturepedagogicheoltre-pdf.pdf; https://www.letteraventidue.com/contents/pdf/110624195658948documentareapprendimentoissuu-pdf.pdf.
[14] L. Previ, Zainocrazia. Teoria e pratica di un futuro preferibile, Milano, Edizioni LSWR, 2018.