Francesca Biondi Dal Monte, Simone Frega (a cura di)
Contrastare la dispersione scolastica
DOI: 10.1401/9788815413369/c10
Come illustrato in figura 2, i principi chiave su cui si basa il MOF sono: compattazione oraria, approccio interdisciplinare, ambienti innovativi di lavoro, nuove modalità di valutazione.
Il cuore della sperimentazione è infatti rappresentato dalla compattazione oraria in orizzontale e in verticale che comporta la possibilità di trattare in un determinato lasso temporale un solo argomento ma in profondità, utilizzando un approccio interdisciplinare secondo un principio di progettazione curricolare dal basso. La compattazione oraria rende impossibile la tradizionale lezione frontale (o utilizzabile solo in piccola parte) e porta necessariamente a un’innovazione della didattica prediligendo la lezione plurifasica, un apprendimento cooperativo, e una didattica laboratoriale in senso lato. La metodologia va di pari passo con un ripensamento e una ristrutturazione degli spazi di apprendimento (learning space design) che nella sperimentazione in Italia non è applicato alla lettera: laddove possibile lo si fa, altrimenti, nella maggioranza dei casi, i docenti reinventano gli spazi esistenti con creatività, al fine di proporre attività stimolanti e facilitare l’attivazione di processi di apprendimento attivi e partecipativi. Al fine di valorizzare il gruppo classe e l’esperienza di ciascun individuo, il MOF prevede anche l’integrazione di modalità di valutazione alternative, anche basate su autovalutazione, da affiancare ai voti numerici e ai giudizi.
Un’analisi dell’esperienza delle scuole già parte della rete, come ad esempio l’Istituto omnicomprensivo Della Rovere a Urbania, mette in evidenza risultati interessanti, tra cui un grande coinvolgimento dei docenti e un forte impatto sugli esiti di apprendimento degli studenti. Nelle scuole dove è sperimentato da un certo periodo di tempo, attestabile su circa tre anni, il MOF è collegato a una diminuzione delle assenze, un miglioramento degli esiti alle prove INVALSI, un aumento delle competenze trasversali degli studenti come ad esempio autoefficacia, autonomia, propensione alla collaborazione ecc. In questo senso, il MOF, al pari di altre modalità di uso flessibile del tempo, è collegato non solo a un aumento del benessere a scuola ma anche a una {p. 194}riduzione della dispersione scolastica nella sua dimensione implicita ed esplicita.

4. Riflessioni conclusive

L’esperienza scolastica nel suo complesso ha una dimensione cognitiva, affettiva e relazionale che insieme contribuiscono alla formazione di personalità capaci di continuare ad apprendere per diventare cittadini attivi e responsabili nella costruzione di una società democratica, solidale ed equa [23]
. L’analisi dell’uso flessibile del tempo da parte di scuole di diverso ordine e grado, localizzate in contesti geografici e socioeconomici differenti, mette in evidenza l’importanza di considerare il tempo scuola come un dispositivo pedagogico e didattico importante che sostiene lo sviluppo di tutte le dimensioni legate all’apprendimento degli studenti.
Per il futuro, contemporaneamente all’esigenza di continuare a documentare e diffondere le soluzioni di progettazione dell’orario scolastico e conseguente innovazione del modello educativo delle scuole, emerge anche l’importanza di investire in percorsi di ricerca valutativa che vadano a indagare l’impatto che l’uso flessibile del tempo ha sugli studenti, quali destinatari principali dell’azione educativa e del tempo scuola.
Per esempio, INDIRE e Fondazione per la Scuola della Compagnia di San Paolo hanno da poco firmato un accordo di collaborazione scientifica che vedrà le due organizzazioni collaborare al fine di studiare se la flessibilità oraria aiuta gli studenti a maturare le cosiddette «competenze personali, sociali e imparare ad imparare», definite come la capacità di riflettere su sé stessi, di gestire efficacemente il tempo e le informazioni, di lavorare con gli altri in maniera costruttiva, di mantenersi resilienti e di gestire il proprio apprendimento e la propria carriera [24]
. In particolare, il percorso di {p. 195}ricerca di INDIRE e Fondazione per la Scuola si svolgerà negli anni scolastici 2023-2025. Come illustrato in figura 3, in linea con l’albero delle competenze del Framework Europeo LifeComp [25]
, prenderà in esame l’autoregolazione (P1), definita come consapevolezza e gestione di emozioni, pensieri e comportamento, e la gestione dell’apprendimento (L3), definita come pianificazione, organizzazione, controllo e riesame del proprio apprendimento [26]
.
Fig. 3. L’albero delle competenze del Framework Europeo LifeComp.
Fonte: A. Sala, Y. Punie, V. Garkov e M. Cabrera Giraldez, LifeComp: The European Framework for Personal, Social and Learning to Learn Key Competence, Luxembourg, Publications Office of the European Union, 2020.
Le competenze scelte, ovvero la capacità di autoregolarsi e gestire nel tempo il proprio processo di apprendimento, mettono in relazione la dimensione emotiva e quella cognitiva {p. 196}dell’apprendimento e dello stare a scuola [27]
e rappresentano un buon predittore di successo scolastico [28]
.
Come a più voci sottolineato a livello internazionale, percorsi di ricerca come questo sono oggi più che mai necessari per sostenere l’azione innovatrice delle scuole, diffondere pratiche di successo, e fornire indicazioni preziose che rendano la scuola efficace, in termini di risultati di apprendimento e sviluppo delle competenze; efficiente, in termini di migliore impiego possibile delle risorse; ed equa, in termini di sostanziale diritto di tutti ad avere accesso ai servizi educativi, sviluppare i propri talenti e capacità, crescere nel modo giusto [29]
.
Note
[23] C. Girelli, Costruire il gruppo. La dimensione socioaffettiva nell’esperienza scolastica, Brescia, Editrice La Scuola, 1999; Id., La classe non si gestisce, si costruisce, in «Tutto Scuola», marzo 2024.
[24] European Commission, Directorate-General for Education, Youth, Sport and Culture, Key Competences for Lifelong Learning, Luxembourg, Publications Office of the European Union, 2019.
[25] Il Framework Europeo LifeComp descrive la competenza personale, sociale e imparare ad imparare come l’insieme di nove sotto-competenze organizzate in tre aree interconnesse: quella personale (P1, P2, P3), quella sociale (S1, S2, S3) e quella dell’imparare ad imparare (L1, L2, L3).
[26] A. Sala, Y. Punie, V. Garkov e M. Cabrera Giraldez, LifeComp: The European Framework for Personal, Social and Learning to Learn Key Competence, Luxembourg, Publications Office of the European Union, 2020.
[27] A. Stefanini, Le emozioni: patrimonio della persona e risorsa per la formazione, Milano, Franco Angeli, 2013; O.P. John e F. De Fruyt, Education and Social Progress, Framework for the Longitudinal Study of Social and Emotional Skills in Cities, Paris, OECD, 2015.
[28] B.J. Zimmerman, Investigating Self-regulation and Motivation: Historical Background, Methodological Developments, and Future Prospects, in «American Educational Research Journal», 45, 1, 2008, pp. 166-183.
[29] European Commission, Investing in Our Future: Quality Investment in Education and Training, Luxembourg, Publication Office of the European Union, 2022.