Marina Calloni (a cura di)
Pandemocrazia
DOI: 10.1401/9788815411297/c8
Tuttavia, in occasione del Summit tenutosi nel dicembre 2022 a Tirana, i leader della Ue e dei suoi Stati membri hanno confermato l’importanza geopolitica dei Balcani occidentali, cruciali per la sicurezza e la stabilità dell’Unione. La decisione politica di conferire lo status di Paesi candidati all’Ucraina e alla Moldavia, in piena situazione di
{p. 186}emergenza, ha creato un precedente politico sul processo di adesione che avrà inevitabilmente delle conseguenze sul futuro allargamento verso i WB6.
Ciò che risulta molto difficile da cogliere qui riguarda l’effettivo impatto del sostegno politico ed economico della Ue agli Stati e ai cittadini di questi Paesi nel corso della pandemia, al di là della dimensione esclusivamente discorsiva. Si potrebbe sostenere che l’invasione russa contro l’Ucraina abbia avvicinato i Balcani all’Unione europea molto più rapidamente di altre misure decennali di sostegno politico, sociale ed economico, e dell’impegno degli attori locali.
Nel prossimo paragrafo illustreremo brevemente i dispositivi europei attuati in sostegno dei Paesi WB6 durante l’emergenza Covid-19, senza le pretese di un’indagine rigorosa e completa, vista la difficoltà di accesso a informazioni precise e l’ampiezza dell’argomento.

4. Gli effetti della pandemia nei Balcani occidentali e gli strumenti di solidarietà europea

Nel corso dell’emergenza Covid-19, la crisi sanitaria e la situazione socioeconomica nei Paesi WB6 necessitavano soprattutto di una solidarietà reattiva [Vasiljević 2022], di strutture di protezione sanitaria territoriale di base. Tuttavia, questa forma di solidarietà non può essere considerata al di fuori di una cornice istituzionale più ampia, che si ricrea costantemente attraverso i processi e le procedure di adesione all’Unione europea. L’agency europea nei confronti dei WB6 durante la pandemia in tal senso potrebbe essere osservata rispetto a due dimensioni: al sostegno economico e finanziario, e alle politiche di vaccinazione.
Dall’inizio della pandemia, la Commissione europea e la Banca europea per gli investimenti (Bei) hanno mobilitato oltre 3,3 miliardi di euro a sostegno dei Balcani occidentali, a partire dall’aprile 2020. In seguito, il piano economico e degli investimenti per i WB6 (Pei) aveva proposto un pacchetto di 9 miliardi di sovvenzioni da parte della Ue, e aveva {p. 187}inoltre promesso degli strumenti di garanzia per raccogliere fino ad altri 20 miliardi di euro di investimenti. Da quando questo programma è stato lanciato, è stato approvato un totale di 1,3 miliardi di euro in sovvenzioni agli investimenti relative al Pei, nell’ambito del Western Balkans Investment Framework; questi fondi sono stati indirizzati a finanziare i ventiquattro progetti principali (flagship projects), il cui valore totale in termini di investimenti è una cifra complessiva di 3,3 miliardi di euro.
In un’analisi per il Parlamento europeo (2022), Bartlett, Bonomi e Uvalić ritengono che il pacchetto di finanziamenti della Ue potrebbe rivelarsi insufficiente per raggiungere l’obiettivo finale di accelerare la crescita economica della regione e la convergenza verso i parametri socioeconomici richiesti dall’Ue. Confrontando queste misure con le risorse finanziarie del bilancio Ue programmato per gli Stati membri dell’Europa sudorientale nell’arco di tempo 2021-2027, gli autori evidenziano quanto le seconde siano sostanzialmente superiori rispetto ai fondi destinati all’intera regione dei Balcani occidentali attraverso il Pei [Barllett, Bonomi e Uvalić 2022, 59].
Inoltre, mentre le istituzioni sovra e transnazionali dell’Ue dimostravano un atteggiamento fermo e solidale nella gestione di produzione, acquisto e distribuzione dei vaccini tra i Paesi membri, i Balcani occidentali sono stati considerati parte del gruppo dei Paesi extra-Ue, e sono stati gestiti, all’interno del meccanismo Covid Vaccines Global Access (Covax), con uno status «privilegiato». Pensato e promosso come un meccanismo di equa distribuzione dei vaccini anti-Covid-19 dall’Organizzazione mondiale della sanità, Covax è entrato in funzione a partire dall’autunno 2020. La solidarietà è stata nominata come primo principio su cui si basava la legittimazione di questo strumento, in quanto «all countries – regardless of their developmental or economic status – should have access to a share of these products once they are available» [World Health Organization 2020, 5].
I tassi di vaccinazione di tutti i Paesi WB6 offrono un quadro piuttosto critico rispetto all’effettivo impatto delle {p. 188}politiche europee. Perfino la Serbia, che aveva messo in atto una campagna vaccinale molto solidale e aperta ai Paesi vicini, aveva raggiunto all’inizio di febbraio del 2022 soltanto la metà della popolazione, mentre il Montenegro, l’Albania e la Macedonia del Nord non andavano oltre il 40-44% di persone che avevano concluso il ciclo vaccinale. L’ultima in classifica risulta la Bosnia Erzegovina, nella quale, almeno ufficialmente, soltanto un quarto della popolazione aveva ricevuto entrambe le dosi. I dati sul Kosovo non sono presenti nella rilevazione dell’Our World in Data, in quanto si tratta di un Paese non riconosciuto come membro delle Nazioni Unite. Tutti questi Paesi hanno subito i gravissimi effetti della pandemia relativamente ai tassi di mortalità [3]
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5. Conclusioni e prospettive di ricerca

L’impatto globale del Covid-19, così come ha avuto luogo nei Balcani occidentali, è stato determinato da almeno due fattori principali: il primo, la capacità dei sistemi sanitari di far fronte all’emergenza, e il secondo, lo stato delle finanze pubbliche dei singoli Paesi e quindi la loro capacità di supportare cittadini e imprese durante il lockdown. I Paesi dei Balcani occidentali erano già alle prese con difficoltà economiche, sociali e politiche ancor prima dello scoppio della pandemia. Costretti da condizioni economiche meno buone rispetto ai Paesi membri dell’Ue, e da una scarsa capacità dei rispettivi governi di sostenere i cittadini e le imprese nei lunghi periodi di lockdown, molti governi dei WB6 hanno allentato le misure di restrizione prima che la gravità della situazione sanitaria lo permettesse.
Per queste ragioni, la crisi del Covid-19 non sembra aver determinato una nuova era di ripresa politica e socioeconomica nei Balcani occidentali. Piuttosto, in alcuni Paesi, {p. 189}ha accentuato le vulnerabilità esistenti relative allo Stato di diritto e alla governance democratica [Huszka e Lessenska 2020]. La crisi ha rafforzato il potere di alcuni governi autocratici, e in alcuni casi ha indebolito le funzioni legislative e di controllo dei Parlamenti, in altri ha limitato la libertà dei media e portato a un aumento delle violazioni della protezione dei dati personali, come evidenziano gli ultimi Report della Commissione europea pubblicati nell’ottobre del 2022. Tuttavia, la Ue risulta il principale sostenitore e investitore nei Paesi WB6.
Non c’è dubbio che la Ue abbia fatto uno sforzo per dare un supporto sostanziale ai sei Paesi dei Balcani occidentali, ritenuti vicini privilegiati, sia dal punto di vista politico, sia da quello economico e finanziario, nonostante l’enorme peso con cui la pandemia ha gravato su tutti gli Stati membri. L’analisi dei discorsi dei leader europei e dei documenti ufficiali della Commissione europea ha dimostrato quanto la solidarietà sia diventata il principio chiave attraverso il quale si intendeva affrontare questa nuova crisi, a differenza di ciò che è accaduto con la risposta austera alla crisi finanziaria del 2008. Rimane invece il dubbio se la dichiarata solidarietà della Ue e dei suoi Stati membri nei confronti di Serbia, Montenegro, Nord Macedonia, Albania, Bosnia Erzegovina e Kosovo non sia rimasta troppo a lungo di tipo retorico, oppure di tipo geopolitico e in parte politico, e se le politiche di sostegno concrete – sostegno sanitario, sociale ed economico – siano davvero state adeguate e sufficienti. Per rispondere a questo dubbio sarà necessaria una ricerca molto più ampia, attraverso la quale approfondire la natura dei complessi meccanismi strutturali e istituzionali delle integrazioni europee.
Infine, rimane aperta una domanda più ampia ovvero: a quale nuovo modello democratico la crisi pandemica ha aperto le porte? In che misura ne siamo consapevoli? Lo studio critico e interdisciplinare delle forme attraverso cui la pandemocrazia si svela e si dispiega nelle società contemporanee, e in merito alla quale questo libro ha voluto proporre alcune prospettive innovative, diventa un compito complesso e sfidante, e nello stesso tempo necessario. {p. 190}
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Note
[3] Le statistiche dei tassi di mortalità da Covid-19 possono essere consultate sul sito di Worldometer: https://www.worldometers.info/coronavirus/.