Avanzare insieme nella società anziana
DOI: 10.1401/9788815413086/c4
Il primo aspetto preso in
considerazione è il peso relativo degli anziani ultraottantenni sul totale della
popolazione comunale. In figura 4.1a si è già offerta una prima panoramica, dividendo i
comuni per quintili di peso relativo della popolazione over 80, ma le percentuali così
calcolate non permettono di distinguere più nel dettaglio tra gradi diversi di alta
concentrazione degli anziani. Ad esempio, nell’ultimo quintile, cioè nel 20% dei comuni
dove è più alta la concentrazione di anziani, le percentuali di ultraottantenni possono
oscillare tra l’11% e il 33%. In condizioni di risorse limitate è invece importante
individuare i territori più esposti, costruendo strumenti che possano suggerire ai
decisori politici un ordine di priorità d’intervento: il Quoziente di localizzazione
(QL) risponde a questa esigenza.
¶{p. 90}Per ogni comune il QL è
ottenuto come rapporto tra il valore dell’indicatore di ciascun comune e il valore
nazionale: si ottiene così un indice di concentrazione locale che varia nell’intorno di
1. In altre parole, il valore del QL è tanto maggiore di 1 quanto la misura del fenomeno
su scala comunale è maggiore della misurazione su base nazionale.
Applicando questo metodo alla
percentuale di anziani con età superiore agli 80 anni, si ottiene il relativo Quoziente
di localizzazione, il QL-Over80. Quando la percentuale di grandi anziani è superiore al
7,6% (valore nazionale), l’indice è maggiore di 1, evidenziando una specifica
concentrazione territoriale di grandi anziani, cioè di ultraottantenni. Valori compresi
tra 0 e 1 indicano invece che nel comune il fenomeno è sotto-rappresentato, ed è tanto
più tendente a 0 quanto più è trascurabile la presenza di grandi anziani rispetto alla
misura nazionale (tab. 4.1).
La maggioranza dei comuni e della
popolazione residente si colloca al di sopra del valore nazionale, cioè circa il 60% dei
comuni, comprendenti il 52% della popolazione italiana complessiva. Le zone di maggiore
criticità (ultime due classi di QL: 1,5-2 e ≥ 2) sono evidenti in figura 4.2 (zone rosso
chiaro e scuro) e sembrano seguire, con alcune eccezioni, l’intero arco appenninico.
Zone di maggiore concentrazione della popolazione dei grandi anziani sono evidenti tra
Emilia e Liguria al Nord; al Sud si distinguono invece Molise, Abruzzo, Campania e
Basilicata, a cui si associano gli entroterra delle Isole maggiori: Sicilia e Sardegna.
In queste regioni è collocata la maggior parte degli 829 comuni con un QL compreso tra
1,5 e 2, e la maggior parte dei 216 comuni con un indice QL superiore a 2. All’opposto,
le zone alpine, costiere e le pianure si collocano generalmente in una posizione di
minore incidenza di anziani rispetto ai valori nazionali.
La concentrazione comunale della
popolazione dei grandi anziani offre un’approssimazione delle criticità potenziali nella
domanda di assistenza, ma questa misura di struttura demografica può essere
ulteriormente integrata dall’analisi dei rapporti tra popolazione anziana e adulta. Come
già descritto nel capitolo 1, la rete di assistenza degli anziani in Italia trova una
delle sue colonne portanti nell’assistenza informale fornita dai familiari. Assumendo
che la maggior parte dell’aiuto si inseri¶{p. 91}sca lungo l’asse
parentale verticale (genitori-figli) e ipotizzando una distanza intergenerazionale di
circa trent’anni, è possibile avanzare la proposta di un indicatore di struttura
demografica in grado di stimare il bilanciamento del peso di cura informale familiare:
il Parent Support Ratio (PSR).
Classi
del QL-Over80 |
Numero di comuni |
Popolazione |
|||
---|---|---|---|---|---|
Valori
assoluti |
Valori
percentuali |
Valori
assoluti |
Valori
percentuali |
||
< 0,5 |
93 |
1,2 |
1.227.955 |
2,1 |
|
0,5-1 |
3.076 |
38,9 |
26.897.610 |
45,5 |
|
1-1,5 |
3.690 |
46,7 |
29.747.275 |
50,4 |
|
1,5-2 |
829 |
10,5 |
1.056.610 |
1,8 |
|
≥ 2 |
216 |
2,7 |
100.683 |
0,2 |
|
Totale Italia |
7.904 |
100,0 |
59.030.133 |
100,0 |
|
Fonte: Nostre elaborazioni su
dati ISTAT, Censimento permanente della popolazione,
anno 2021. |
Questo indicatore è calcolato come
rapporto percentuale tra la popolazione over 80 e la popolazione di età compresa tra i
50 e i 64 anni [cfr. Myers e Nathanson 1982]. Ovviamente, trattandosi di un indice di
struttura, è necessario anche assumere una corrispondenza effettiva di parentela tra i
gruppi di età. Bisogna cioè assumere che almeno la maggior parte della popolazione di
età 50-64 residente nel comune sia figlia della popolazione ultraottantenne residente
[cfr. Herlofson e Hagestad 2011]. Ad esempio, un valore del PSR uguale al 33% indica un
rapporto di 1 a 3 tra la generazione dei genitori (grandi anziani, potenzialmente
bisognosi di assistenza) e quella dei figli (adulti, potenziali fornitori di assistenza
informale). Valori superiori al 50% segnalano l’avvicinamento a un rapporto di 1 a 1,
che può comportare il sorgere di criticità potenziali nella capacità di fornire
assistenza all’interno della famiglia. Bisogna infatti considerare che non tutti i figli
sono in grado di offrire la stessa assistenza sia in termini di quantità che di qualità
[cfr. Tomassini, Cisotto e Cavrini 2021; 2004; Tomassini, Wolf e
Rosina 2003]. Il valore nazionale del PSR è di circa il 33,1%, cioè un rapporto di un
grande anziano (genitore) ogni 3 adulti (figli).
Nella tabella 4.2 è riportata la
distribuzione dei comuni italiani per i valori del PSR, ricalcolati usando il QL
(QL-PSR), ¶{p. 92}mentre nella figura 4.3 è raffigurata la mappa
corrispondente. Valori del QL superiori a 1 indicano valori del PSR maggiori del valore
nazionale, e quindi una concentrazione in alcuni comuni del paese di situazioni di
potenziale e particolare criticità derivata da una scarsa base potenziale di assistenza
informale familiare.¶{p. 93}
Classi
del QL-PSR |
Numero di comuni |
Popolazione |
|||
---|---|---|---|---|---|
Valori
assoluti |
Valori
percentuali |
Valori
assoluti |
Valori
percentuali |
||
< 0,5 |
88 |
1,1 |
1.004.881 |
1,7 |
|
0,5-1 |
3.443 |
43,6 |
27.742.302 |
47,0 |
|
1-1,5 |
3.580 |
45,3 |
29.524.374 |
50,0 |
|
1,5-2 |
616 |
7,8 |
676.177 |
1,2 |
|
≥ 2 |
177 |
2,2 |
82.392 |
0,1 |
|
Totale Italia |
7.904 |
100,0 |
59.030.133 |
100,0 |
|
Fonte: Nostre elaborazioni su
dati ISTAT, Censimento permanente della popolazione,
anno 2021. |
La distribuzione geografica dei
QL-PSR rispecchia quella dei QL-Over80, ma riporta allo stesso tempo meno situazioni di
grave criticità potenziale, cioè meno zone rosse scuro e rosso chiaro (fig. 4.3). Come
si può notare nella tabella 4.2, i comuni con QL-PSR superiore a 2 sono 177, mentre
quelli con QL-PSR compreso tra 1,5 e 2 sono 616.
I comuni classificati in queste
classi dal QL-Over80 erano rispettivamente 216 e 829, cioè circa il 22% e il 35% in più,
rispettivamente. La diversa distribuzione a livello comunale della popolazione 50-64
contribuisce quindi a stemperare le criticità in una parte dei comuni, anche qui
distribuiti lungo tutta la Penisola, trasversalmente a tutte le regioni. Al contrario,
una parte dei comuni riporta entrambi i valori del QL-Over80 e del QL-PSR superiori a 1,
indicando quindi una doppia esposizione a profili di criticità potenziale rispetto alla
domanda di assistenza degli anziani.
L’ultimo aspetto analizzato in
questo capitolo riguarda la presenza della rete di servizi. Si tratta di un
dato/informazione chiave poiché è anche e soprattutto il contesto istituzionale dei
servizi che può «tradurre» una struttura demografica potenzialmente critica (o non) in
una situazione socialmente sostenibile (o meno), sia in termini di salute pubblica, che
di inclusione sociale. In questa sede si è deciso di utilizzare un indicatore sintetico,
risultato del lavoro di studio dell’ex Agenzia per la coesione: la classificazione dei
comuni in aree interne.
La prima classificazione dei
comuni italiani in aree interne risale al 2014 ed è stata oggetto di un recente
aggiornamento ¶{p. 94}[ISTAT 2022a]. Le aree interne (fig. 4.4) sono i
territori del paese più periferici, in termini di accesso ai servizi essenziali (salute,
istruzione, mobilità), cioè quei comuni che distano più di 20 minuti di percorrenza in
auto rispetto a un comune «polo» che riveste il ruolo di centro di offerta di servizi
fon
¶{p. 95}damentali relativi all’istruzione, alla mobilità e alla cura
sanitaria. Il carattere di centro di offerta di servizi è riservato solo ed
esclusivamente a quei comuni, o aggregati di comuni confinanti, in grado di offrire un
percorso completo di istruzione (fino alla secondaria superiore), ospedali sede di
Dipartimenti di emer{p. 96}genza e accettazione di I livello
[7]
e stazioni ferroviarie almeno di livello «Silver»
[8]
.
Note
[7] La struttura ospedaliera sede di Dipartimento di emergenza e accettazione di I livello esegue tutti gli interventi previsti per l’ospedale sede di pronto soccorso e svolge funzioni di accettazione in emergenza/urgenza per patologie di maggiore complessità, con le funzioni di osservazione e breve degenza, di rianimazione. Contemporaneamente, devono essere garantiti interventi diagnostico-terapeutici di medicina generale, chirurgia generale, ortopedia e traumatologia, cardiologia con UTIC (Unità di Terapia intensiva cardiologica). Sono inoltre assicurate le prestazioni di laboratorio di analisi chimico-cliniche e microbiologiche, di diagnostica per immagini, e trasfusionali. Per approfondire, vedi: https://www.salute.gov.it/portale/prontoSoccorso/dettaglioContenutiProntoSoccorso.jsp?lingua=italiano&id=1190&area=118%20Pronto%20Soccorso&menu=vuoto, ultimo accesso: 6.12.2023.
[8] Categoria che comprende impianti di dimensioni medio/piccole caratterizzati da frequentazioni consistenti (meno di 2.500 frequentatori medi/giorno circa) e servizi per la lunga, media e breve percorrenza [cfr. ISTAT 2022a].