Cecilia Tomassini, Marco Albertini, Carlo Lallo (a cura di)
Avanzare insieme nella società anziana
DOI: 10.1401/9788815413086/c4
Il primo aspetto preso in considerazione è il peso relativo degli anziani ultraottantenni sul totale della popolazione comunale. In figura 4.1a si è già offerta una prima panoramica, dividendo i comuni per quintili di peso relativo della popolazione over 80, ma le percentuali così calcolate non permettono di distinguere più nel dettaglio tra gradi diversi di alta concentrazione degli anziani. Ad esempio, nell’ultimo quintile, cioè nel 20% dei comuni dove è più alta la concentrazione di anziani, le percentuali di ultraottantenni possono oscillare tra l’11% e il 33%. In condizioni di risorse limitate è invece importante individuare i territori più esposti, costruendo strumenti che possano suggerire ai decisori politici un ordine di priorità d’intervento: il Quoziente di localizzazione (QL) risponde a questa esigenza.
{p. 90}Per ogni comune il QL è ottenuto come rapporto tra il valore dell’indicatore di ciascun comune e il valore nazionale: si ottiene così un indice di concentrazione locale che varia nell’intorno di 1. In altre parole, il valore del QL è tanto maggiore di 1 quanto la misura del fenomeno su scala comunale è maggiore della misurazione su base nazionale.
Applicando questo metodo alla percentuale di anziani con età superiore agli 80 anni, si ottiene il relativo Quoziente di localizzazione, il QL-Over80. Quando la percentuale di grandi anziani è superiore al 7,6% (valore nazionale), l’indice è maggiore di 1, evidenziando una specifica concentrazione territoriale di grandi anziani, cioè di ultraottantenni. Valori compresi tra 0 e 1 indicano invece che nel comune il fenomeno è sotto-rappresentato, ed è tanto più tendente a 0 quanto più è trascurabile la presenza di grandi anziani rispetto alla misura nazionale (tab. 4.1).
La maggioranza dei comuni e della popolazione residente si colloca al di sopra del valore nazionale, cioè circa il 60% dei comuni, comprendenti il 52% della popolazione italiana complessiva. Le zone di maggiore criticità (ultime due classi di QL: 1,5-2 e ≥ 2) sono evidenti in figura 4.2 (zone rosso chiaro e scuro) e sembrano seguire, con alcune eccezioni, l’intero arco appenninico. Zone di maggiore concentrazione della popolazione dei grandi anziani sono evidenti tra Emilia e Liguria al Nord; al Sud si distinguono invece Molise, Abruzzo, Campania e Basilicata, a cui si associano gli entroterra delle Isole maggiori: Sicilia e Sardegna. In queste regioni è collocata la maggior parte degli 829 comuni con un QL compreso tra 1,5 e 2, e la maggior parte dei 216 comuni con un indice QL superiore a 2. All’opposto, le zone alpine, costiere e le pianure si collocano generalmente in una posizione di minore incidenza di anziani rispetto ai valori nazionali.
La concentrazione comunale della popolazione dei grandi anziani offre un’approssimazione delle criticità potenziali nella domanda di assistenza, ma questa misura di struttura demografica può essere ulteriormente integrata dall’analisi dei rapporti tra popolazione anziana e adulta. Come già descritto nel capitolo 1, la rete di assistenza degli anziani in Italia trova una delle sue colonne portanti nell’assistenza informale fornita dai familiari. Assumendo che la maggior parte dell’aiuto si inseri{p. 91}sca lungo l’asse parentale verticale (genitori-figli) e ipotizzando una distanza intergenerazionale di circa trent’anni, è possibile avanzare la proposta di un indicatore di struttura demografica in grado di stimare il bilanciamento del peso di cura informale familiare: il Parent Support Ratio (PSR).
Tab. 4.1. Distribuzione comunale del QL-Over80
Classi del QL-Over80
Numero di comuni
Popolazione
Valori assoluti
Valori percentuali
Valori assoluti
Valori percentuali
< 0,5
93
1,2
1.227.955
2,1
0,5-1
3.076
38,9
26.897.610
45,5
1-1,5
3.690
46,7
29.747.275
50,4
1,5-2
829
10,5
1.056.610
1,8
≥ 2
216
2,7
100.683
0,2
Totale Italia
7.904
100,0
59.030.133
100,0
 
 
 
 
 
 
Fonte: Nostre elaborazioni su dati ISTAT, Censimento permanente della popolazione, anno 2021.
Questo indicatore è calcolato come rapporto percentuale tra la popolazione over 80 e la popolazione di età compresa tra i 50 e i 64 anni [cfr. Myers e Nathanson 1982]. Ovviamente, trattandosi di un indice di struttura, è necessario anche assumere una corrispondenza effettiva di parentela tra i gruppi di età. Bisogna cioè assumere che almeno la maggior parte della popolazione di età 50-64 residente nel comune sia figlia della popolazione ultraottantenne residente [cfr. Herlofson e Hagestad 2011]. Ad esempio, un valore del PSR uguale al 33% indica un rapporto di 1 a 3 tra la generazione dei genitori (grandi anziani, potenzialmente bisognosi di assistenza) e quella dei figli (adulti, potenziali fornitori di assistenza informale). Valori superiori al 50% segnalano l’avvicinamento a un rapporto di 1 a 1, che può comportare il sorgere di criticità potenziali nella capacità di fornire assistenza all’interno della famiglia. Bisogna infatti considerare che non tutti i figli sono in grado di offrire la stessa assistenza sia in termini di quantità che di qualità [cfr. Tomassini, Cisotto e Cavrini 2021; 2004; Tomassini, Wolf e Rosina 2003]. Il valore nazionale del PSR è di circa il 33,1%, cioè un rapporto di un grande anziano (genitore) ogni 3 adulti (figli).
Nella tabella 4.2 è riportata la distribuzione dei comuni italiani per i valori del PSR, ricalcolati usando il QL (QL-PSR), {p. 92}mentre nella figura 4.3 è raffigurata la mappa corrispondente. Valori del QL superiori a 1 indicano valori del PSR maggiori del valore nazionale, e quindi una concentrazione in alcuni comuni del paese di situazioni di potenziale e particolare criticità derivata da una scarsa base potenziale di assistenza informale familiare.{p. 93}
Fig. 4.2. Italia, QL-Over80, anno 2021.
Fonte: Nostre elaborazioni su dati ISTAT.
Tab. 4.2. Distribuzione comunale del QL-PSR
Classi del QL-PSR
Numero di comuni
Popolazione
Valori assoluti
Valori percentuali
Valori assoluti
Valori percentuali
< 0,5
88
1,1
1.004.881
1,7
0,5-1
3.443
43,6
27.742.302
47,0
1-1,5
3.580
45,3
29.524.374
50,0
1,5-2
616
7,8
676.177
1,2
≥ 2
177
2,2
82.392
0,1
Totale Italia
7.904
100,0
59.030.133
100,0
 
 
 
 
 
 
Fonte: Nostre elaborazioni su dati ISTAT, Censimento permanente della popolazione, anno 2021.
La distribuzione geografica dei QL-PSR rispecchia quella dei QL-Over80, ma riporta allo stesso tempo meno situazioni di grave criticità potenziale, cioè meno zone rosse scuro e rosso chiaro (fig. 4.3). Come si può notare nella tabella 4.2, i comuni con QL-PSR superiore a 2 sono 177, mentre quelli con QL-PSR compreso tra 1,5 e 2 sono 616.
I comuni classificati in queste classi dal QL-Over80 erano rispettivamente 216 e 829, cioè circa il 22% e il 35% in più, rispettivamente. La diversa distribuzione a livello comunale della popolazione 50-64 contribuisce quindi a stemperare le criticità in una parte dei comuni, anche qui distribuiti lungo tutta la Penisola, trasversalmente a tutte le regioni. Al contrario, una parte dei comuni riporta entrambi i valori del QL-Over80 e del QL-PSR superiori a 1, indicando quindi una doppia esposizione a profili di criticità potenziale rispetto alla domanda di assistenza degli anziani.
L’ultimo aspetto analizzato in questo capitolo riguarda la presenza della rete di servizi. Si tratta di un dato/informazione chiave poiché è anche e soprattutto il contesto istituzionale dei servizi che può «tradurre» una struttura demografica potenzialmente critica (o non) in una situazione socialmente sostenibile (o meno), sia in termini di salute pubblica, che di inclusione sociale. In questa sede si è deciso di utilizzare un indicatore sintetico, risultato del lavoro di studio dell’ex Agenzia per la coesione: la classificazione dei comuni in aree interne.
La prima classificazione dei comuni italiani in aree interne risale al 2014 ed è stata oggetto di un recente aggiornamento {p. 94}[ISTAT 2022a]. Le aree interne (fig. 4.4) sono i territori del paese più periferici, in termini di accesso ai servizi essenziali (salute, istruzione, mobilità), cioè quei comuni che distano più di 20 minuti di percorrenza in auto rispetto a un comune «polo» che riveste il ruolo di centro di offerta di servizi fon
{p. 95}damentali relativi all’istruzione, alla mobilità e alla cura sanitaria. Il carattere di centro di offerta di servizi è riservato solo ed esclusivamente a quei comuni, o aggregati di comuni confinanti, in grado di offrire un percorso completo di istruzione (fino alla secondaria superiore), ospedali sede di Dipartimenti di emer{p. 96}genza e accettazione di I livello [7]
e stazioni ferroviarie almeno di livello «Silver» [8]
.
Note
[7] La struttura ospedaliera sede di Dipartimento di emergenza e accettazione di I livello esegue tutti gli interventi previsti per l’ospedale sede di pronto soccorso e svolge funzioni di accettazione in emergenza/urgenza per patologie di maggiore complessità, con le funzioni di osservazione e breve degenza, di rianimazione. Contemporaneamente, devono essere garantiti interventi diagnostico-terapeutici di medicina generale, chirurgia generale, ortopedia e traumatologia, cardiologia con UTIC (Unità di Terapia intensiva cardiologica). Sono inoltre assicurate le prestazioni di laboratorio di analisi chimico-cliniche e microbiologiche, di diagnostica per immagini, e trasfusionali. Per approfondire, vedi: https://www.salute.gov.it/portale/prontoSoccorso/dettaglioContenutiProntoSoccorso.jsp?lingua=italiano&id=1190&area=118%20Pronto%20Soccorso&menu=vuoto, ultimo accesso: 6.12.2023.
[8] Categoria che comprende impianti di dimensioni medio/piccole caratterizzati da frequentazioni consistenti (meno di 2.500 frequentatori medi/giorno circa) e servizi per la lunga, media e breve percorrenza [cfr. ISTAT 2022a].