Cecilia Tomassini, Marco Albertini, Carlo Lallo (a cura di)
Avanzare insieme nella società anziana
DOI: 10.1401/9788815413086/c1
Fig. 1.2. Esempio di uso dell’ICF per una persona con problemi nello stato psico-fisico ma senza limitazioni dell’autonomia e quindi nessuna diminuzione della salute funzionale.
Fonte: Nostra elaborazione su modello ICF-WHO.
Fig. 1.3. Esempio di uso dell’ICF per una persona con problemi nello stato psico-fisico, conseguenti limitazioni dell’autonomia e diminuzione della salute funzionale.
Fonte: Nostra elaborazione su modello ICF-WHO.
La domanda di assistenza degli anziani si origina quindi per colmare il solco tra capacità diminuite a causa dello stato psico-fisico, e performance necessarie per assicurare una buona salute funzionale dell’anziano. Una domanda di assistenza agli anziani correttamente gestita, quindi, segnerà in futuro la differenza tra un invecchiamento attivo della popolazione, oppure l’aumento insostenibile di una frazione della popolazione sempre meno autonoma, indipendente e partecipe della vita sociale del paese [cfr. ISTAT 2000; Lagiewka 2012; Barbabella et al. 2022].
Introducendo i fattori ambientali e personali nello studio della salute funzionale, la WHO apre le porte all’interazione tra la società e le persone non-autosufficienti. Nel caso dell’ICF, il fuoco riguarda l’impatto della società sulla non-autosufficienza, ma è interessante anche studiare la relazione ribaltandone il verso. La quota di italiani con più di 65 anni era del 13% nel 1980, oggi è circa il 23%, e raggiungerà il 35% nel 2050, secondo lo scenario mediano dell’ISTAT [2023a]: un terzo della popolazione italiana potrebbe avere presto bisogno di assistenza.
Il modo in cui sarà gestita la domanda di assistenza agli anziani avrà un impatto sui costi sanitari e di cura in generale. Come già ricordato, la relazione tra stato psico-fisico e limitazioni alle attività e alla partecipazione è biunivoca: rimandare un intervento di assistenza oggi può peggiorare lo stato di salute dell’anziano e richiedere in futuro interventi ancora più onerosi. Un peggioramento (evitabile) dello stato psico-fisico degli anziani oggi comporterà quindi anche un aggravio (evitabile) di spesa in futuro. Allo stesso tempo, il modo in cui sarà organizzata l’offerta di assistenza agli anziani comporterà effetti sul resto della popolazione. In Italia, una buona parte della domanda di assistenza degli anziani è soddisfatta da familiari [ISTAT 2022a] e in modo informale. La qualità della vita dei familiari dell’anziano non-autosufficiente può risultare compromessa se non sono disponibili ausili o supporti adeguati, integrativi dell’aiuto informale e/o alternativi.
Infine, una così ampia percentuale di popolazione anziana sta aprendo nuove frontiere di mercato, riassunte nella definizione di silver economy, a cui seguiranno certo a breve nuove {p. 26}questioni legali sempre meno rinviabili che potremmo riassumere sotto l’ombrello di silver law. L’espansione di un mercato di beni e servizi dedicato agli anziani non è solo legato agli ausili tecnici che permettono di superare il peggioramento delle capacità individuali, ma dipende anche dal maggior consumo ricreativo ed educativo, oltre che da un maggior coinvolgimento in attività lavorative, associative e di volontariato. La potenziale maggiore partecipazione degli anziani ai consumi, alla vita economica e sociale del paese aprirà certamente spazi che necessiteranno di adeguamenti legislativi, sia nella contrattualistica privata (ad es. assicurazioni, diritto di famiglia, diritto del lavoro) che nel diritto pubblico (ad es. fine-vita, diritti sociali e costituzionali). Silver economy e silver law sono però in relazione con la non-autosufficienza degli anziani: minore sarà la distanza tra capacità e performance, più velocemente si espanderanno questi nuovi spazi, maggiore il gap, più difficilmente osserveremo evoluzioni in entrambi i campi, e anzi potrebbero sorgere frizioni e tensioni sociali (ad es. in tema di trasferimenti intergenerazionali, pensioni, tutela del lavoro dipendente).
Fig. 1.4. Schema concettuale delle relazioni tra salute, non-autosufficienza degli anziani e società.
Fonte: Nostra elaborazione.
Prima di passare in rassegna le tecniche e gli indicatori attualmente in uso per misurare la non-autosufficienza, in figura 1.4 sono stati sistematizzati in un unico modello tutti i concetti affrontati in questo paragrafo. Lo schema grafico pone le relazioni che determinano l’autosufficienza dell’anziano al centro {p. 27}di un sistema che lega insieme la non-autosufficienza della popolazione anziana, la società e l’economia circostante, semplificando il modello ICF della WHO, ma inserendone al contempo il cuore in un organismo più complesso.

2. La misurazione della non-autosufficienza: ADL, IADL, GALI

Come descritto sopra, sebbene correlata allo stato generale di salute psico-fisica, la domanda di assistenza degli anziani può essere stimata correttamente e precisamente solo a partire dall’effettiva salute funzionale degli anziani (con e senza ausili), cioè misurando le limitazioni alle capacità e alle performance che l’anziano incontra nelle attività quotidiane necessarie per il raggiungimento di obiettivi funzionali alla vita autonoma della persona stessa, oppure all’interazione con altre persone e la società.
Nel 1963 Katz e colleghi elaborarono una griglia di sei attività quotidiane in base alla quale determinare l’autosufficienza di una persona: le Activities of Daily Living (ADL), ancora oggi usate nella maggior parte delle indagini sulla non-autosufficienza, e riportate in tabella 1.2 (in maniera semplificata e con alcune modifiche apportate nel tempo, vedi Katz et al. [1970]). La capacità di eseguire queste attività può essere autoriportata dal rispondente all’indagine, oppure determinata dall’intervistatore, con osservazioni dirette e alcuni test fisici. L’obiettivo di questa scala è determinare un punteggio (Indice di Katz delle attività quotidiane), assegnando un punto per ogni attività che l’anziano è in grado di eseguire autonomamente. Maggiore è il punteggio, maggiore è l’autonomia della persona nello svolgere quelle attività basilari funzionali alla vita stessa.
Sviluppando questo modello, tenendo conto delle riflessioni di Nagi [1965], Lawton e Brody [1969] elaborarono una scala in grado di includere competenze più complesse anche rispetto all’interazione con le altre persone e la società: le Instrumental Activities of Daily Living (IADL). Le IADL sono otto attività, riportate in tabella 1.3, che si aggiungono alle ADL.
Entrambi gli indici, basati su ADL e IADL, prevedono una pluralità di domande, osservazioni dirette, o test fisici, cui sotto{p. 28}porre l’anziano per verificarne le capacità rispetto alle varie attività [3]
. Questo ha fatto sorgere problemi di rilevazione, dovuti ai costi, alla lunghezza del questionario e al tempo necessario per completare l’intervista, soprattutto in considerazione della popolazione cui è somministrato il questionario.
Tab. 1.2. Le categorie incluse nelle ADL
Attività
Descrizione della capacità minima dell’anziano per ottenere il punto nell’indice
Spostamenti
Si muove da una posizione all’altra e cammina autonomamente (anche con ausili tecnici)
Mangiare
Mangia e beve senza assistenza
Vestirsi
Sceglie vestiti adeguati ed è capace di indossarli
Igiene personale
Si lava, si cura dei denti e dei capelli, e si cura in generale del proprio aspetto (anche con ausili tecnici)
Continenza
Controlla le proprie funzioni corporali
Uso della toilette
Va al bagno, usa le toilette, si pulisce da solo, si sistema i vestiti, e ritorna senza assistenza (solo ausili tecnici)
 
 
Fonte: Nostra traduzione e adattamento da Katz et al. [1970].
Tab. 1.3. Le categorie incluse nelle IADL
Attività e partecipazione
Descrizione della capacità minima dell’anziano per ottenere il punto nell’indice
Usare il telefono o scrivere una mail (comunicare con altre persone)
Capace di rispondere al telefono e comporre i numeri per avviare una comunicazione. Capace di scrivere e aprire una mail
Spesa
Capace di muoversi autonomamente, gestire l’inventario di casa e relazionarsi con altre persone per provvedere autonomamente alle proprie spese di consumo
Preparazione dei pasti
Capace di pianificare, preparare e servire autonomamente i propri pasti
Mantenere in ordine la casa
Capace di pulire e mantenere funzionante la casa, ad es. pulire le stoviglie, pulire fornelli della cucina e lavandini, mantenere in ordine e funzionanti mobili, soprammobili, elettrodomestici (con aiuto occasionale per i lavori più faticosi o complessi)
Gestire gli aspetti medici
Capace di scegliere, comprare e dosare correttamente i farmaci e i medicamenti necessari alle proprie cure
Gestire le proprie finanze
Capace di gestire un conto bancario/postale, pagare un conto o una bolletta per servizi di casa (telefono, elettricità, acqua e gas), pagare l’affitto, rivolgersi autonomamente a una banca o a un assistente fiscale
Spostarsi
Capace di spostarsi usando un mezzo privato o pubblico
Fare il bucato
Capace di lavare da sé i propri vestiti
 
 
Fonte: Nostra traduzione e adattamento da Lawton e Brody [1969].
Note
[3] Nel tempo le categorie sono state modificate o aggiornate, e sono poi state aggiunte altre domande e test, specifici per ogni indagine. Vedi Ustün et al. [2010], Madans, Loeb e Altman [2011], Verbrugge [2016]. I test possono ad esempio riguardare semplici esercizi fisici, la risoluzione di problemi di logica e memoria, domande sull’attualità e la vita quotidiana. L’intervistatore è tenuto a osservare l’ambiente circostante ed eventuali ausili che l’anziano riceve durante l’intervista.