Avanzare insieme nella società anziana
DOI: 10.1401/9788815413086/c6
6. La prospettiva tecnologica. Co-progettazione e
impatto delle soluzioni di Ambient Assisted
Living sul caregiver familiare: nuove soluzioni
intelligenti per l’assistenza agli anziani di Cristina Gagliardi
Notizie Autori
Cristina Gagliardi ricercatrice, INRCA (Istituto Nazionale di Ricovero e
Cura per Anziani).
Abstract
Come nel capitolo precedente, anche qui viene presentato un altro aspetto
emergente, ovvero la domanda di supporto tecnologico da parte dei caregivers. La
tecnologia è stata pensata principalmente per lʼaiuto agli individui
non-autosufficienti e solo raramente alle persone che le assistono. Il capitolo è
dunque dedicato allʼapprofondimento dellʼimpatto sul caregiver
familiare delle soluzioni di Ambient Assisted Living.
1. Introduzione
I caregivers
familiari svolgono un ruolo fondamentale nel fornire supporto e assistenza
agli anziani (cfr. supra, cap. 3), contribuendo in modo
significativo al benessere e alla qualità della vita della popolazione anziana, ma
possono essere esposti a rischi derivanti dal caregiver burden
[1]
. Il compito dell’assistenza può essere particolarmente impegnativo quando si
tratta di anziani con esigenze sanitarie complesse o disabilità cognitive come la
demenza. Il sistema familistico italiano assegna alle famiglie un ruolo cruciale
nell’assistenza alle persone disabili, ma i caregivers familiari
sono spesso privi di un’adeguata preparazione e non possono contare sul supporto
necessario, in termini economici e psicologici [Balbo et al. 2023],
per fornire una qualità e quantità di aiuto adeguata.
Le crescenti pressioni sulle
famiglie in termini di richieste di cura di lungo termine verso i genitori anziani, così
come la consapevolezza dei potenziali effetti negativi del care
burden, hanno stimolato la domanda di nuovi servizi di cura nel mercato
privato (cfr. supra, cap. 1) ma hanno anche indotto un progresso
tecnologico nel campo dell’assistenza agli anziani non-autosufficienti.
L’Ambient Assisted Living (AAL) è un campo in rapida crescita
che si colloca all’intersezione tra tecnologia, assistenza sanitaria e invecchiamento,
con l’obiettivo di affrontare le sfide uniche e le opportunità legate a una popolazione
sempre più anziana. A seguito dell’invecchiamento demografico infatti, una
¶{p. 130}percentuale sempre maggiore di individui anziani svilupperà
crescenti necessità di tipo socio-assistenziale, rendendo necessaria la ricerca di
soluzioni innovative volte alla conservazione dell’indipendenza, salute e qualità della
vita della popolazione anziana, alleviando contemporaneamente il carico di cura che
grava sia sui sistemi sanitari che sui caregivers informali.
2. L’Ambient Assisted Living e il suo impatto sul caregiver burden
L’Ambient Assisted
Living è definito come «l’uso delle Tecnologie dell’informazione e della
comunicazione (ICT) nella vita quotidiana di una persona, per consentirle di rimanere
attiva più a lungo, rimanere socialmente connessa e vivere in modo indipendente fino
alla vecchiaia» [AAL Programme 2019]. Questo approccio comprende l’utilizzo di
tecnologie intelligenti, come reti di sensori, intelligenza artificiale, robotica e
ambienti intelligenti [Jovanovic et al. 2022]. In sostanza, mira a
integrare in modo armonioso le tecnologie nel contesto quotidiano per migliorare la
qualità di vita, la sicurezza e l’indipendenza delle persone, soprattutto degli anziani
all’interno dei loro spazi abitativi, affrontando un’ampia gamma di esigenze che vanno
dal monitoraggio e risposta alle emergenze di salute, all’assistenza cognitiva e
all’interazione sociale. Attualmente l’AAL è un settore in rapida evoluzione e include
ormai applicazioni di intelligenza artificiale in grado di semplificare la gestione dei
dispositivi tra loro connessi, e di attivare sequenze di azioni in risposta agli input
ricevuti dai sensori e dai sistemi di comando collegati all’impianto. L’isolamento
domestico e sociale, conseguenti alla pandemia da Covid-19, hanno enfatizzato
l’importanza delle tecnologie digitali per i familiari che assistono anziani fragili,
accelerando lo sviluppo delle tecnologie AAL finalizzate a offrire soluzioni a lungo
termine per l’assistenza sanitaria e sociale con prospettive di continuo miglioramento.
I caregivers
beneficiano delle tecnologie di assistenza dell’AAL, specialmente nell’assistenza a
persone con disabilità motorie o anziani con problemi cognitivi [Milella, Russo e
Bandini 2023]. Ad esempio, i sistemi di automazione e motorizzazione di porte e finestre
permettono all’utente di svolgere azioni altri¶{p. 131}menti difficili o
impossibili, come l’apertura di un portoncino di ingresso o di una pesante tapparella,
riducendo questo tipo di carico assistenziale continuo che altrimenti graverebbe sui
familiari.
Anche con riguardo alla sicurezza, i
caregivers possono contare su soluzioni di monitoraggio tramite
reti di sensori che rilevano, segnalano o prevedono situazioni di pericolo in tempo
reale. Questi sistemi consentono una pronta risposta alle emergenze, aiutando a ridurre
il burden emotivo determinato da ansia e stress dovuti alle
responsabilità di cura. I sistemi AAL possono fornire, inoltre, una funzione di
promemoria per la corretta assunzione dei farmaci, sollevando i
caregivers dal peso e dalle preoccupazioni connesse alla
gestione di quest’aspetto dell’assistenza. Il burden emotivo
derivato dall’impossibilità di fornire compagnia costante all’anziano, può essere invece
alleggerito dagli strumenti di comunicazione, come videoconferenze e piattaforme di
social networking, che consentono a coloro che vivono da soli di stabilire un contatto
quotidiano/frequente con la famiglia e gli amici pur rimanendo nella propria abitazione
Queste funzionalità possono risultare utili anche per contrastare forme di isolamento
sociale, un problema comune tra gli anziani, sia in città, ma ancor più nelle aree
rurali [Costa, Melchiorre e Arlotti 2020]. Inoltre, la salute mentale dell’anziano può
trovare giovamento dalle funzionalità di stimolazione cognitiva esercitate dai sistemi
automatizzati, attraverso promemoria, suggerimenti e attività interattive [Huisman,
Huisman e Kort 2022]. Infine, i sistemi AAL raccolgono dati nel tempo, fornendo
informazioni sulle routine quotidiane e sulle tendenze di salute degli anziani. I
caregivers possono utilizzare queste informazioni per prendere
decisioni informate sull’assistenza ai loro cari, riducendo l’incertezza e lo stress
associati alla cura [Zamiri et al. 2021].
3. Il punto di vista del caregiver
Il punto di vista del
caregiver ancora oggi è spesso trascurato dalla letteratura
scientifica sui sistemi di cure di lungo temine (cfr. supra, capp.
2 e 5), con pochi studi che considerano la diade caregiver-anziano:
le sperimentazioni nel campo della tecnologia assistiva non fanno eccezione. Quando
presente, l’in¶{p. 132}teresse in merito agli effetti dei dispositivi
tecnologici sulla salute e il benessere dei caregivers è spesso
secondario rispetto a quello degli anziani. Recentemente, alcuni studiosi hanno invece
sottolineato l’importanza di approfondire il ruolo della relazione tra il
caregiver informale e la persona anziana nella progettazione
dei dispositivi tecnologici. Una prospettiva diadica, infatti, è in grado di offrire
preziose informazioni sulle dinamiche che influenzano le scelte di utilizzo dei sistemi
intelligenti di AAL fornendo una comprensione più approfondita delle esigenze reali sia
dell’utente che del caregiver, e promuovendo in tal modo un
invecchiamento sano e sostenibile per entrambi [Nilsson et al.
2020].
La prospettiva e le valutazioni dei
caregivers risultano cruciali nella scelta delle tecnologie di
assistenza, poiché un’attenta considerazione delle esigenze, sia degli anziani che dei
caregivers, può condurre a soluzioni più adatte e utili per
entrambe le parti coinvolte. Diversi studi hanno messo in luce potenziali differenze tra
anziani e membri della famiglia riguardo alla percezione del bisogno e al comfort delle
soluzioni tecnologiche. Ad esempio il caregiver, quale principale
decisore «surrogato» nell’acquisto di ausili tecnologici, può essere portato a dare meno
rilievo a funzioni legate al bisogno di autonomia o di relazioni sociali, aspetti invece
di maggiore importanza dal punto di vista dell’utente anziano. Al contrario, potrebbe
attribuire maggiore peso a funzioni legate alla sicurezza e alla salute fisica
dell’assistito. Questa osservazione ha delle conseguenze sull’orientamento di acquisto:
se le famiglie non sono adeguatamente preparate a prendere decisioni informate
sull’utilizzo della tecnologia, potrebbero optare per soluzioni che non rispecchiano
appieno le reali esigenze della diade anziano-caregiver, con
conseguente perdita del potenziale beneficio dei sistemi [Berridge e Fox Wetle 2020].
Una corretta informazione
sull’offerta di ausili tecnologici, l’aderenza dei sistemi automatizzati alle reali
esigenze delle famiglie (inclusa un’interfaccia di facile utilizzo), nonché la fiducia
nei protocolli di sicurezza e riservatezza rispetto ai dati personali, possono modellare
l’interesse dei caregivers e degli anziani verso la nuova offerta
tecnologica. Questa constatazione sottolinea l’importanza di adottare pratiche di
co-progettazione, che considerino la varietà di situazioni
familiari e le relative esi¶{p. 133}genze, affinché i sistemi possano
essere adattati di conseguenza [Tiersen et al. 2021]. La ricerca
scientifica e le applicazioni industriali dovrebbero quindi dedicare maggiore attenzione
a studi sul campo, verificando la compatibilità dei sistemi
automatizzati con le diverse esigenze e preoccupazioni delle famiglie.
La maggior parte delle informazioni
disponibili al momento si concentra sull’usabilità e accettabilità della tecnologia da
parte di anziani e caregivers. I dati indicano che i
caregivers possono incontrare diverse difficoltà nell’utilizzo
della tecnologia, specialmente quando si tratta di interagire con applicazioni destinate
all’assistenza di anziani non-autosufficienti. Nel contesto dei dispositivi
smart home dedicati alla demenza, una problematica comune
riguarda ad esempio la complessità tecnologica e la limitata digitalizzazione degli
utenti. Questi sistemi possono richiedere infatti competenze specifiche, creando un
senso di sopraffazione o inadeguatezza nei caregivers di fronte a
dispositivi o applicazioni complesse
Inoltre, lo studio di Dermody
et al. [2024] ha identificato nei costi e nell’effetto
big brother le principali ragioni dello scarso uso di
tecnologie di controllo da remoto (telecamere, elettrodomestici intelligenti),
riflettendo quindi timori sulla sorveglianza invasiva. Il tema della privacy, spesso
legato alla mancanza di chiarezza sui sistemi di sorveglianza, emerge come una
preoccupazione ricorrente, evidenziata anche da Berridge e Fox
Wetle [2020].
I timori dei
caregivers non si limitano però solo alle questioni di privacy.
Uno studio sullo sviluppo di robot umanoidi ha indagato la fattibilità di tali
tecnologie nell’assistenza agli anziani, intervistando la diade
anziano-caregiver riguardo alle loro aspettative [Arthanat
et al. 2020]. I risultati evidenziano che il timore di
malfunzionamenti del robot e la difficoltà nel colmare il divario digitale associato a
questa tecnologia possono generare dubbi da parte dei caregivers.
Questi temono un aumento del carico assistenziale dovuto a tali complicazioni.
Un’analisi delle preferenze dei caregivers nei confronti delle
tecnologie intelligenti rivela che i robot sociali sono tra le opzioni meno desiderate
(39% delle preferenze), nonostante la loro popolarità nella ricerca, e il tema della
sostituzione dell’interazione umana con la tecnologia emerge quale preoccupazione di
familiari e anziani. Al contrario, i servizi di monitoraggio remoto dei
pa
¶{p. 134}rametri di salute con sensori, finalizzati alla prevenzione
delle cadute e alla somministrazione di farmaci, risultano essere tra le opzioni più
apprezzate. Ciò suggerisce che, nonostante l’entusiasmo per le innovazioni, la priorità
dei caregivers è spesso orientata verso soluzioni più pratiche e
focalizzate sulla salute.
Note
[1] Con questo termine ci si riferisce allo stress fisico, emotivo e psicologico sperimentato dalle persone che forniscono assistenza a familiari anziani. Questo stress può manifestarsi in vari modi, tra cui: esaurimento psicofisico, ansia e depressione, isolamento sociale e difficoltà finanziarie.